GENDER, 10 REGOLE PER DIFENDERE I NOSTRI FIGLI
L’indottrinamento è un’attività
subdola, strisciante. Nei sistemi democratici non si fa
sui manifesti o sui mezzi d’informazione o, almeno, non solo. Sarebbe troppo
facile capire che nei principi e nei modi di vita proposti ci sono aspetti
in contrasto con la nostra natura, il nostro essere. Meglio arrivare a dama di
nascosto, celandosi tra le pieghe del sistema. Attraverso una legge, meglio
ancora una riforma, o un atto amministrativo che si presti ad allegati
mimetizzati fra articoli, commi e numeri. Così il pensiero passa e si diffonde,
mutando la società inconsapevole nel suo intimo. Unoschiaffo alla libertà.
E quale obiettivo migliore dei bambini? Sono innocenti, puri, imparano in
fretta e, soprattutto, sono gli adulti di domani. Insegnare loro un nuovo,
distorto, modo di vivere significa cambiare compiutamente la mentalità della
popolazione, portandola là dove il burattinaio di turno vuole.
Così sta avvenendo, o meglio potrebbe avvenire, con la teoria del gender, quell’ideologia che pretende di discernere la sessualità dalla scelta, come se ciascuno potesse forzare la propria natura col fine di raggiungere l’omologazione, non l’uguaglianza.
Il mondo, non solo quello cattolico, al di là di quanto alcuni media vanno professando, si è mosso per tutelare i minori dal possibile inserimento del gender nei programmi scolastici. Quasi un milione di persone sono scese in piazza San Giovanni, a Roma, lo scorso 20 giugno, per scongiurare questa ipotesi nella manifestazione “Difendiamo i nostri figli”. Il primo risultato ottenuto è stata la circolare n. 4321 con la quale il Miur ha invitato le scuole a informare in maniera esaustiva le famiglie sui programmi formativi, in particolare quelli extracurriculari, proposti agli studenti durante l’anno. Per orientare i genitori nella scelta, in base a quanto previsto dall’atto ministeriale, Massimo Gandolfini, presidente del comitato “Difendiamo i nostri Figli”, ha diffuso un decalogo da seguire, che vi proponiamo, per garantire la libertà di scelta.
1- Ogni genitore deve vigilare con
grande attenzione sui programmi di
insegnamento adottati nella scuola del proprio figlio
2- In particolare, va attentamente
letto e studiato uno strumento denominato “Pof”
(Piano Offerta Formativa)
3- I genitori devono utilizzare lo
strumento del “consenso informato”: devono cioè
dichiarare per iscritto se autorizzano, oppure no, la partecipazione del
proprio figlio ad un determinato insegnamento. Il consenso va consegnato in
segreteria e protocollato (obbligo di legge)
4- A questo punto si deve avere ben
chiaro che gli insegnamenti scolastici sono di due tipi: “Insegnamenti curriculari”, cioè obbligatori (Italiano,
matematica ecc…); “Insegnamenti extracurriculari”, cioè facoltativi, da cui è
lecito ritirare il figlio
5- Nel caso di insegnamenti curriculari (ad esempio Scienze Naturali, che comprende nozioni sul
corpo umano e le sue funzioni, compresa quella riproduttiva) si raccomanda ai
genitori di vigilare con grande attenzione, intervenendo sul singolo insegnante
e/o sul dirigente scolastico qualora scorgano impostazioni in contrasto con i
propri valori morali e sociali di riferimento. Come sempre, più genitori si
associano, maggiore è la forza di contrasto
6- Ad oggi l’insegnamento “Gender” è
possibile soprattutto nei programmi di educazione all’affettività e alla sessualità, oppure nei percorsi di “Contrasto al
bullismo e alla discriminazione di genere”. Si tratta di insegnamenti
extracurriculari ed è in particolare a questi che si deve prestare speciale e
massima attenzione
7- Il consenso/dissenso deve essere
formulato per ciascun singolo percorso/progetto/insegnamento (non deve essere generico), va depositato in segreteria e
deve essere protocollato
8- Il genitore ha il diritto di
chiedere tutti i chiarimenti che vuole,
coinvolgendo ogni istituzione scolastica, ad ogni livello: consiglio di classe,
di istituto, dei professori, dirigente scolastico/preside
9- Si raccomanda di informare e
coinvolgere le associazioni dei genitori: Age
–segreteria.nazionale@age.it; Agesc – segreteria.nazionale@agesc.it
10- L’articolo 30 della Costituzione
italiana e l’articolo 26 della Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo sanciscono il diritto dei genitori
all’educazione ed istruzione dei figli: padri e madri hanno grandi poteri
decisionali e, cercando di aggregare altre famiglie, la possibilità
d’intervento sugli organismi scolastici diventa tanto più forte e positiva,
soprattutto se sostenuta da un’associazione.
Un vademecum da seguire passo dopo
passo. Ricordando che in ballo non ci sono
principi morali e religiosi ma il più laico e universale dei diritti umani: la
libertà.
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