Un Futuro 'Acrilico'
La geoingegneria clandestina è una terribile realtà. Ogni
giorno, centinaia di aereomobili (civili e militari) si adoperano per
diffondere nell’atmosfera tonnellate di composti bio-chimici di natura ed
origine imprecisata. Da terra, efficienti parabole bombardano il tutto con onde
elettromagnetiche.
Tali operazioni sono appannaggio degli alti comandi militari
sovranazionali e godono di una fitta e compatta rete di protezione ed
occultamento. E’ superfluo ricordare come si sia al di fuori di un seppur vago
controllo democratico. La bio-geo-ingegneria è quindi una vastissima operazione
che si svolge attualmente in un regime di clandestinità e che, imperversando da
vari decenni sui cieli di tutto il pianeta, numerosi ricercatori indipendenti
hanno definito come un processo di ‘terraforming’, ossia di modifica
sostanziale ed irreversibile delle caratteristiche tipiche della biosfera del
Pianeta. Accanto a tale terrifica realtà, occorre a mio parere associare altre
operazioni subdole in corso di modifica degli ecosistemi. Mi riferisco alla
creazione e diffusione di organismi OGM (organismi geneticamente modificati) od
alla diffusione di apparati per la diffusione di onde elettromagnetiche, oppure
all’uso indiscriminato di elementi chimici nell’agricoltura e nell’industria
alimentare. Tali operazioni, considerate nel complesso, conducono a figurarsi
un pianeta sottoposto a pressioni inaudite di cui solo alcuni, evidentemente,
conoscono il fine. Occorre infine considerare la mole impressionante di
apparati elettronici sparsi per il pianeta e le operazioni di propaganda a
favore di un punto di fusione prossimo tra organico ed inorganico, naturale ed
artificiale, umano e cibernetico in un mondo distopico immaginato come prossimo
venturo.
Gli effetti di questa pressione sono ormai evidenti. Il clima naturale non esiste più, sostituito dalla sua gestione artificiale, con il fine di esasperare le condizioni climatiche normali, causando inondazioni, oppure siccità oppure eventi estremi, utilizzando il clima come un’arma contro l’umanità. Le alberature, soprattutto quelle secolari, sono in agonia. Palme, cipressi, pini, querce, ulivi e noci sono in evidente affanno e, trattandosi di specie molto diverse tra di loro, a nulla valgono le ‘scuse’ consuete degli agronomi su quel parassita o virus o fungo che sia. Tutte le alberature sono in difficoltà e sono quindi oggetto dei loro parassiti specifici. Gli esseri umani non se la cavano meglio. Se la durata della vita si è di poco allungata, la salute della terza età è peggiorata ma soprattutto colpiscono le statistiche sulla fertilità maschile e femminile in evidente e drammatico calo in tutto il pianeta. La fecondazione assistita sembra essere lo stadio ‘normale’ di questo futuro distopico, in cui scelta degli embrioni (in esecuzione di una sottesa eugenetica) diverrà probabilmente consuetudine.
Il pianeta Terra tra vent’anni potrebbe essere irriconoscibile eppure simile ad oggi, sempre che ci sarà allora qualche essere umano in grado di ricordare, osservare e comparare, dato che è anche il quoziente intellettivo umano in netto calo negli ultimi decenni. Un uomo cablato, generato dall’artificio, uno schiavo senziente, sordo ed insensibile potrebbe essere il risultato di tali pressioni sull’umanità. Un pianeta instabile, ostile e sterile e popolato da animali transgenici, il risultato sul piano ambientale. In questo quadretto poco edificante, cosa resterà dell’umanità? Prede e predatori in un contesto ‘acrilico’? E’ evidente come da questo ferale progetto manchi del tutto l’anima: aspirazioni, sogni, illusioni, sentimenti, amori, percezioni e sfumature della mente non sono evidentemente previste in questo futuro entropico, freddo ed oscuro, sicuro appannaggio di mostri senz’anima.
Gli effetti di questa pressione sono ormai evidenti. Il clima naturale non esiste più, sostituito dalla sua gestione artificiale, con il fine di esasperare le condizioni climatiche normali, causando inondazioni, oppure siccità oppure eventi estremi, utilizzando il clima come un’arma contro l’umanità. Le alberature, soprattutto quelle secolari, sono in agonia. Palme, cipressi, pini, querce, ulivi e noci sono in evidente affanno e, trattandosi di specie molto diverse tra di loro, a nulla valgono le ‘scuse’ consuete degli agronomi su quel parassita o virus o fungo che sia. Tutte le alberature sono in difficoltà e sono quindi oggetto dei loro parassiti specifici. Gli esseri umani non se la cavano meglio. Se la durata della vita si è di poco allungata, la salute della terza età è peggiorata ma soprattutto colpiscono le statistiche sulla fertilità maschile e femminile in evidente e drammatico calo in tutto il pianeta. La fecondazione assistita sembra essere lo stadio ‘normale’ di questo futuro distopico, in cui scelta degli embrioni (in esecuzione di una sottesa eugenetica) diverrà probabilmente consuetudine.
Il pianeta Terra tra vent’anni potrebbe essere irriconoscibile eppure simile ad oggi, sempre che ci sarà allora qualche essere umano in grado di ricordare, osservare e comparare, dato che è anche il quoziente intellettivo umano in netto calo negli ultimi decenni. Un uomo cablato, generato dall’artificio, uno schiavo senziente, sordo ed insensibile potrebbe essere il risultato di tali pressioni sull’umanità. Un pianeta instabile, ostile e sterile e popolato da animali transgenici, il risultato sul piano ambientale. In questo quadretto poco edificante, cosa resterà dell’umanità? Prede e predatori in un contesto ‘acrilico’? E’ evidente come da questo ferale progetto manchi del tutto l’anima: aspirazioni, sogni, illusioni, sentimenti, amori, percezioni e sfumature della mente non sono evidentemente previste in questo futuro entropico, freddo ed oscuro, sicuro appannaggio di mostri senz’anima.
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