Siamo
circondati da una miriade di piccoli e tragici segnali di "non ritorno"
che ci danno la sensazione di essere entrati, pur non volendo, in un
tunnel senza via d'uscita.
Ad esempio, non bastasse la dipendenza da cellulare, ne è stato creato uno, da un'azienda giapponese, che misura l'alito cattivo (come se l'interlocutore telefonico potesse sentirlo...), mentre una stilista inglese, Rachel Freire, in vena di riciclaggio metafisico, ha realizzato un orripilante abito, composto da 3.000 capezzoli di mucca.
Ad esempio, non bastasse la dipendenza da cellulare, ne è stato creato uno, da un'azienda giapponese, che misura l'alito cattivo (come se l'interlocutore telefonico potesse sentirlo...), mentre una stilista inglese, Rachel Freire, in vena di riciclaggio metafisico, ha realizzato un orripilante abito, composto da 3.000 capezzoli di mucca.
D'accordo
che già tutto sembra esserer stato inventato e inseguire l'originalità è
un'ardua impresa, ma non é un obbligo toccare il fondo del ripugnante
eppure... attorno a questi eventi si crea un'eco mediatica tale da farli
sembrare quasi "normali"; nel senso che, se non li conosci ed apprezzi,
ti considerano un provinciale sfigato che non comprende dove va il
mondo. E tu devi sforzarti di "cogliere il messaggio" e inneggiare a
quella originalità malata e sconvolta, facendo tacere quella vocina, in
fondo in fondo, che grida "Ma come è successo?!"
Del resto la società cambia, cambiando le persone; oggi, in tempo di crisi, di insicurezze e di disoccupazione, non è strano, benchè orribile, che una storica azienda americana, la Hellmark, abbia prodotto e distribuito una serie di biglietti d'auguri dedicata ai disoccupati. Così, accanto alle beneauguranti frasi relative a compleanni, tenere nascite, matrimoni e anniversari, oggi vede la luce anche l'augurio di "Felice disoccupazione", condizione sicuramente d'attualità per tanti, sigh.
Non esiste vergogna alcuna, né dignità o riserbo: qualunque oggetto, situazione, personaggio, che sia estremamente miserevole o appena appena eroico, diventa farina di qualche diavolo che tenta di traformarlo in business e ci riesce, perchè noi glielo permettiamo.
Così va il mondo, direbbe Manzoni, mentre l'Ikea, tanto per tirare l'acqua al suo mulino, potrebbe dire "Se non riesci a uscire dal tunnel... arredalo".
Perchè è indubbio: siamo in un tunnel.
Ma tranquilli; se proprio tutto tuttissimo dovesse andare male malissimo... ci resta sempre un rene da vendere.
Del resto la società cambia, cambiando le persone; oggi, in tempo di crisi, di insicurezze e di disoccupazione, non è strano, benchè orribile, che una storica azienda americana, la Hellmark, abbia prodotto e distribuito una serie di biglietti d'auguri dedicata ai disoccupati. Così, accanto alle beneauguranti frasi relative a compleanni, tenere nascite, matrimoni e anniversari, oggi vede la luce anche l'augurio di "Felice disoccupazione", condizione sicuramente d'attualità per tanti, sigh.
Non esiste vergogna alcuna, né dignità o riserbo: qualunque oggetto, situazione, personaggio, che sia estremamente miserevole o appena appena eroico, diventa farina di qualche diavolo che tenta di traformarlo in business e ci riesce, perchè noi glielo permettiamo.
Così va il mondo, direbbe Manzoni, mentre l'Ikea, tanto per tirare l'acqua al suo mulino, potrebbe dire "Se non riesci a uscire dal tunnel... arredalo".
Perchè è indubbio: siamo in un tunnel.
Ma tranquilli; se proprio tutto tuttissimo dovesse andare male malissimo... ci resta sempre un rene da vendere.
http://blog.libero.it/interiorlanding/12938979.html
Altri esempi:
ACCORCIARE LE DITA DEI PIEDI PER INDOSSARE MEGLIO LE SCARPE CON I TACCHI
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