martedì 9 giugno 2020

COVIDioti-19: “cani di Pavlov” - I finti Virus e le finte prove della medicina

Della Vera Paura Indotta e dei Finti Virus, come il COVIDioti-19

Della Paura e delle Tecniche Pavloviane
Molti hanno capito che il propagandista pratica il condizionamento operante per ottenere l’esecuzione di un qualche comportamento desiderato da parte di qualcun altro, sia animale a quattro zampe oppure a due.
Il condizionamento operante praticato con il trucco del finto virus si basa su una emozione elementare che è fondamentale per qualunque comportamento animale: la paura.
I cani di Pavlov sono portati sull’orlo del collasso nervoso, attraverso torture di vario tipo, come la privazione del sonno, del cibo, lo spavento indotto da rumori esagerati o da altre situazioni inaspettate e sconosciute, l’affaticamento da troppo lavoro, e così via.
L’affaticamento estremo, la denutrizione, il freddo, indeboliscono l’individuo, e l’animale, facendogli provare tutte le sensazioni ed emozioni più indesiderabili del mondo ma, soprattutto, la paura.
Anche la malattia, sia quella vera che quella della suggestione, e l’indebolimento indotto dalla malattia, ingenerano nel malato un forte stato di paura (infatti gli uomini con le gonne ne approfittano e non è un caso che gli ospedali sono storici teatri di conversioni religiose).

Una persona, o un animale, possono essere indotti al terrore panico in modi diversi e questi modi comprendono anche l’arresto preventivo (illecito e immotivato), la detenzione domiciliare ingiustificata con il pretesto del finto COVIDioti-19,  la privazione del sonno e del cibo, la costrizione in ambienti freddi, e con molti altre tecniche studiate per molestare l’anima e tormentare la carne.

Esistono poi le tecniche psicologiche per spaventare anche senza i tormenti della carne: si terrorizzano i bambini con le favole religiose, con i racconti del lupo mannaro o dell’orco nero, perché li si vuole indurre all’obbedienza, così come le élite al potere usano le agenzie di stampa per terrorizzare le comunità produttive (il cui compito è solo quello di lavorare e pagare le imposte, riducendo costantemente il proprio tenore di vita) con favole assolutamente fabbricate circa le invasioni di extraterrestri, i finti-nemici finti-comunisti o i veri allevatori di montoni che dirottano gli aviogetti dell’occidente con i taglierini, comandati dalle grotte dei pastori in medio oriente.
Sono tutte balle, ma funzionano, perché quasi tutti, o tutti, sia chi ci crede che chi non ci crede, rimangono in uno stato di sospensione, confusione, angoscia, che è simile a quello dei cani di Pavlov, prossimi all’esaurimento nervoso.
Ciò che annota sui suoi appunti Ivan Pavlov, è il fatto che, ad un certo livello di tensione emotiva, prodotta artificialmente con le torture, che comprendono anche la semplice paura indotta con le favole raccapriccianti di giornali e Tv, quando il soggetto esposto a queste torture giunge ad un passo dal crollo del suo sistema psico-emotivo, è possibile installare nella sua testa vuota modelli di comportamento che poi saranno ripetuti anche in assenza degli stimoli che lo hanno portato a quella condizione (prossima al collasso nervoso) di massima ricettività neuro-sensoriale.

Del Trucco dei Finti Virus e della Storia Contemporanea
La leggenda della finta pandemia mondiale del finto virus HIV iniziano più o meno 36 anni fa. Di tutte le previsioni apocalittiche fatte dai ruffiani in camice per le televisioni e la cartaccia stampata, non se ne è verificata nemmeno mezza. Un’industria colossale è costruita attorno al mito, un’industria miliardaria che succhia miliardi di denaro pubblico ogni anno, da 36 anni, senza che sia mai stata scoperta né la cura, né il vaccino e né trovato il finto virus. A onta di tutto ciò, la grande frottola continua a terrorizzare l’occidente e i contribuenti cretini del mondo occidentale, che mantengono quest’industria, senza volerlo o senza saperlo, hanno persino paura di scopare con il preservativo.
Ma la stupidità del contribuente è pari solo alla sua paura. I propagandisti delle grandi fabbriche di veleni lo sanno da tempo e ne approfittano, per fabbricare nuove balle, tutte più o meno simili e persino uguali, e costruire su quelle balle altre grandi industrie, che rastrellano altri milioni senza produrre un accidente di niente per il sistema economico nel suo complesso, vivendo in modo totalmente parassitario sul lavoro degli schiavi, contribuenti paganti, proprio come fanno le banche centrali, l’industria degli armamenti e dei fantocci in divisa, e come fa la chiesa di Roma dai tempi della memoria delle cose che si sanno.

Delle Tecniche per Terrorizzare i Bambini Disubbidienti
Come fanno gli adulti meschini che terrorizzano i bambini per costringerli a comportarsi secondo i loro schemi di obbedienza, come fanno gli uomini con le gonne, che sparano cazzate ridicole e assurde sulle terribili punizioni dell’inferno, che spettano a chi non dà loro la sua roba e la sua donna, il propagandista della medicina di monopolio spaventa il contribuente con dei nemici invisibili e quindi apparentemente inconfutabili, i finti virus.
Alcuni esempi esagerati di come il terrore panico sia indotto dai propagandisti della medicina di monopolio sono i terrificanti e continui rapporti su:
l’HPV, il finto papilloma-virus, correlato al cancro da gente che da più di un secolo non sa ancora, e non capisce, cosa sia il cancro, o fa finta di non capirlo;
il finto virus dell’influenza aviaria, H5N1; il finto virus della cosiddetta SARS; BSE, Epatite C, AIDS, Ebola, Poliomielite.   

E però questo casino della suggestione virale è ben distante dai fatti pratici della scienza e della tecnica. Tanto è vero che l’esistenza, la “patogenicità” e gli effetti mortali, degli agenti accusati di essere responsabili dei mali di qui sopra, non sono mai stati dimostrati.
OMISSIS... continua alla fonte
Il trucco COVIDioti-19 è tutta una messa in scena. Ma la messa in scena è iniziata proprio in Cina comunista. E allora? Agli investitori anglo-americani e tedeschi e francesi che operano in Cina non frega più di tanto, perché in Cina le fabbriche hanno chiuso solo durante il periodo del capodanno cinese, durante il quale periodo sarebbero state chiuse comunque. Stronzi, voi che credete al trucco dei ristoranti italiani mutilati. Ancora una volta, in Cina la produzione continua e, in Cina, nessuno è stato messo agli arresti domiciliari. Tutto continua come prima.

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[AIDS]

5 commenti:

  1. Sembra una pandemia, e invece è una guerra: scatenata contro tutti noi, da mani solo in apparenza ignote. Una strana guerra: contro la sicurezza sociale, la libertà, la democrazia. Contro il diritto di vivere come prima, contro il diritto alla felicità. Prima ci hanno provato con i golpe e gli omicidi eccellenti, poi con il cannibalismo mafioso di stampo finanziario, neoliberista. Per buon peso hanno aggiunto il terrorismo stragista, le Torri Gemelle, Al-Qaeda, l’Isis, i “regime change” delle rivoluzioni colorate, la sovragestione dell’emigrazione di massa. Ora ci riprovano, ma con un’arma ancora più micidiale: il virus. Attenzione, i registi sono sempre gli stessi. I loro antenati esordirono nel 1963, facendo saltare il cervello a John Kennedy. Dieci anni dopo, uccisero in Cile Salvador Allende. Poi annunciarono che la lunga marcia della democrazia doveva fermarsi, come ricordato (col sangue, ancora) dall’uccisione di Bob Kennedy, Martin Luther King e ogni altro leader veramente scomodo, dallo svedese Olof Palme all’africano Thomas Sankara fino all’israeliano Yitzhak Rabin. Oggi attaccano l’uomo che più temono, Donald Trump, perché ha osato ostacolare la loro principale macchina da guerra: la Cina e il suo alleato strategico, l’Oms. Strano: il flagello Covid è esploso a Wuhan subito dopo l’umiliante stop, imposto dalla Casa Bianca, all’ambiguo espansionismo cinese.

    Solo a un cieco può sfuggire il disegno: sembra una semplice emergenza sanitaria (sia pure abnorme, capace di paralizzare il mondo), e invece è soprattutto una guerra. Una subdola Terza Guerra Mondiale combattuta sotto falsa bandiera, dove niente èBob Dylancome appare e nessuno è davvero quello che dice di essere. Se la lente deformante del complottismo iperbolico dà una mano ai signori della guerra sporca e ai loro media, aiutandoli a screditare in partenza chiunque provi a leggere dietro la cronaca, c’è chi si sforza di unire i puntini. Lo psichiatra e criminologo Alessandro Meluzzi, per esempio. La sua tesi: il coronavirus è solo l’innesco. Ormai il morbo sembra praticamente estinto, ma la minaccia viene tenuta in vita a tutti i costi. Le cure oggi esistono, ma sono deliberatamente ignorate perché si vorrebbe imporre il vaccino universale, magari anche con il Tso per i refrattari. E il vaccino a sua volta è solo la premessa per tutto il resto: il tracciamento orwelliano, le App occhiute e il microchip sottopelle, magari gestito dalla rete wireless 5G di ultima generazione. Obiettivo: il dominio assoluto sull’individuo, sottoposto a una psico-polizia sanitaria, grazie al ricatto della paura. Fantascienza distopica: qualcosa di mostruoso sta per invaderci? Sì, certo: «Con il Sars-Cov-2 hanno fatto solo la prova generale. Domani, qualcuno potrebbe immettere un virus ben più letale, fabbricato in laboratorio».

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  2. Poi, naturalmente, ci sono gli altri protagonisti delle rivolte: le falangi eterodirette, gli squadristi truccati da “antifascisti”. «Un teatro grottesco, inscenato per dare del fascista al “puzzone” Trump: quasi fosse lui il responsabile della morte di Floyd, e non i suoi aguzzini, peraltro immediatamente arrestati». Estremismo pilotato, strategia della tensione: è possibile non accorgersene? Eccome: i fuochi fatui funzionano a meraviglia, per distrarre i meno attenti. In Italia c’è ancora chi perde tempo nel più tragicomico dei derby, quello tra Salvini e le Sardine, mentre il potere – quello vero – paralizza il paese condannandolo alla retrocessione, e gli squali mandano avanti il loro uomo, Vittorio Colao, con una proposta antichissima: svendere tutto quel che resta, ai soliti amici degli amici. Una spettrale riedizione degli anni Novanta, con analoga sequenza: prima la crisi (Tangentopoli, allora), la liquidazione giudiziaria della Prima Repubblica, le bombe mafiose a Milano e Firenze, l’eliminazione dei testimoni più scomodi di certi giochi (Falcone e Borsellino), e infine la grande svendita del paese affidata a terminali come Prodi e Draghi. Risultato: lo scalpo del Belpaese sull’altare di Maastricht, sacrificato al mercantilismo tedesco in cambio dell’adesione della Germania all’euro, pretesa dalla Francia. Insieme al Made in Italy, rottamata anche la politica: prima la finta guerriglia contro l’imbarazzante Berlusconi, poi l’avvento di Monti e le mezze figure a seguire, il fanfarone Renzi, lo sbiadito Gentiloni. E lo sconcertante Conte.

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  3. L’offensiva Covid è stata scatenata in tutta la sua potenza (imponendo il lockdown) dopo che il potere neoliberista aveva subito grandi rovesci. Il peggiore? L’elezione di Trump alla Casa Bianca. Ma non solo: «Christine Lagarde, Mario Draghi e la dirigenza del Fmi hanno abbandonato il fronte oligarchico per passare alla massoneria progressista, keynesiana». Parlano i fatti: Kristalina Georgieva, direttrice del Fondo Monetario, dice che l’Occidente muore, se non mette fine all’austerity. L’ex capo della Bce ha esposto il suo pensiero sul “Financial Times”, a fine marzo: servono oceani di miliardi da regalare all’economia, e subito, pena il collasso di sistemi come quello italiano. E la Lagarde, che ha preso il posto di Draghi a Francoforte, ha messo mano al bazooka sfidando la Germania: miliardi a pioggia, anche sull’Italia messa in croce da Conte. «Quelli della Bce – dice Magaldi – sono gli unici soldi veri che stanno arrivando: altro che le ciance sul Mes o sul Recovery Fund che scatterà forse nel 2021: quanti italiani arriveranno, vivi, al 2021? Qui si fanno solo chiacchiere, si dispensano briciole, molti aspettano ancora la cassa integrazione. Migliaia di aziende non riapriranno, decine di migliaia di famiglie non sanno come arrivare a fine mese. Cosa aspettano, a Palazzo Chigi? Vogliono vedere le strade invase da folle inferocite, con le auto rovesciate e incendiate?».

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  4. Le piazze già ribollono, ma col rischio di finire fuori bersaglio, in mezzo al solito chiasso mediatico depistante: «Sfottono Pappalardo e i suoi Gilet Arancioni per il teatro messo in scena, come se protestare fosse ormai vietato, ma è lo stesso Pappalardo a evocare obiettivi che, comunque li si giudichi, sono irrealistici se non in termini decennali: riforme costituzionali, l’uscita dall’Ue e addirittura dalla Nato». Sul fronte opposto, fino a ieri si agitava il perbenismo delle Sardine: «Da loro, solo proposte ridicole e irrisorie. O addirittura pericolose per la democrazia, come la pretesa di imporre sui social la censura ai ministri». In tanti, ancora oggi, si lasciano ipnotizzare dall’odio per Salvini, pesce piccolo (piccolissimo) nell’acquario-Italia, senza vedere la burrasca che sta devastando l’oceano: la guerra ibrida, spaventosamente insidiosa, contro la libertà e la democrazia. Qualcosa che non s’era mai visto prima, in questi termini: un’arma di distruzione di massa in grado di minacciare il mondo, fino a deformarlo per sempre.

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  5. Il primo a dirlo, a modo suo, è stato Bob Dylan: con la canzone “Murder Most Foul”, il grande cantautore, Premio Nobel per la Letteratura («e massone progressista», assicura Magaldi), ha messo in relazione l’esplosione del Covid con l’omicidio di Dallas: come se gli eredi dei killer di Kennedy avessero a che fare direttamente con il nuovo terrorismo sanitario. A scanso di equivoci, lo stesso Dylan ha presentato il brano “False Prophet” esibendo uno scheletro che impugna una siringa. Contro il “falso profeta” Bill Gates (a cui Conte si è impegnato a regalare milioni, per i suoi vaccini), Robert Kennedy Junior ha scatenato una polemica furibonda, puntando il dito contro il pericoloso triangolo formato da Gates, dal guru Anthony Fauci e dall’Oms foraggiata dalla Cina. Tutti fieri avversari di Trump. Ma il cognome Kennedy non dovrebbe essere all’opposizione del “puzzone” che siede alla Casa Bianca? In teoria, sì. In apparenza. Fino all’altro ieri, almeno. La verità – dice Magaldi, già iniziato alla superloggia “Thomas Paine” (quella di Gandhi) – è che nel 2016 la massoneria progressista ha appoggiato in modo decisivo proprio Trump: meglio lui, piuttosto che Hillary Clinton.
    “The Donald” avrebbe funzionato come ariete, per rompere il dominio dell’élite neoliberista: quella che con Bill Clinton ha regalato i pieni poteri a Wall Street, stracciando il Glass-Steagall Act che separava le banche d’affari dal credito ordinario, e che poi con il clan Bush ha progettato l’inferno del terrorismo “islamico”. C’era quasi riuscito, Trump: aveva fatto volare l’economia americana (meno tasse, più deficit) e aveva fermato l’inarrestabile avanzata della potenza cinese, fatta entrare nel grande gioco mondiale del Wto senza pretendere garanzie democratiche, diritti sindacali e tutele dell’ambiente. «Il problema – avverte Magaldi – non è la Cina, di per sé, ma il potere sovranazionale che usa il sistema-Cina come clava, per “cinesizzare” l’Occidente: lo si è visto benissimo con il lockdown di Wuhan, presentato come modello virtuoso e immediatamente replicato in Italia». Magaldi fornisce occhiali speciali, supermassonici: ricorda che fu Kissinger (superloggia “Three Eyes”) a sdoganare il gigante asiatico. Kissinger, grande regista del golpe cileno, fu il primo a scommettere sul regime dittatoriale di Pechino come alternativa all’Occidente democratico, contro la primavera dei diritti che animava il sogno della New Frontier di Kennedy.
    Siamo ancora a questo? Allo scontro tra democrazia e oligarchia? Assolutamente sì: è esattamente il tema della grande guerra in corso, sullo sfondo incendiario della rabbia crescente degli italiani e di quella esplosiva degli americani, oggi inferociti contro la polizia. In palio non ci sono singole elezioni, piccole carriere, politicanti di rango nazionale allevati da partiti-fantasma che ancora recitano il minuetto destra-sinistra, seppellito consensualmente col rigore neoliberista alla massima potenza, come nel caso del Rigor Montis (pareggio di bilancio, legge Fornero) convalidato senza fiatare dal “compagno” Bersani. Meglio resettare la lavagna, sollevando finalmente lo sguardo. L’obiettivo è il più alto possibile: la nostra libertà, minacciata dal ricatto del virus con l’alibi della sicurezza sanitaria. Magaldi però non è pessimista: «Non sono riusciti a distruggere la democrazia né col neoliberismo finanziario, né col terrorismo. E non ci riusciranno nemmeno stavolta. Ma bisogna capire che cosa sta succedendo davvero: siamo tutti in pericolo. E quindi occorre essere pronti a combattere, in modo democratico: perché chi ha gestito questo virus ha dichiarato guerra alla nostra libertà».

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