sabato 9 maggio 2020

Il dottor Hamer, i virus e la paura

Il dottor Hamer, i virus e la paura

Scrivo questo breve articolo dopo una pausa piuttosto lunga. Negli ultimi due anni, infatti, non ho potuto dedicarmi quanto avrei voluto alla medicina di Hamer, e alla divulgazione di altri argomenti che ritengo interessanti e importanti.
Riprendo in mano questo blog in un periodo di cambiamenti epocali nella  nostra società. Questi cambiamenti, ovviamente imposti alla popolazione, hanno come base (o scusa) proprio le convinzioni ufficiali riguardo all’eziologia delle malattie. Ci è stato detto, infatti, che un pericoloso e nuovo virus, nato (pur essendo materia morta…) da una mutazione di un virus normalmente presente nei pipistrelli, sta minacciando l’intera popolazione mondiale. Ci è stato detto che essendo un virus “nuovo”, potrebbe espandersi in modo incontrollato tra la popolazione, causando un numero imprecisato di vittime. Per questa ragione, ai fini di contenere la diffusione del virus, ci hanno imposto misure straordinarie di privazione di molte libertà personali. In pratica, ci hanno chiusi tutti nelle nostre case, e
possiamo uscire solo per fare la spesa o per esigenze mediche, con controlli militari per le strade che prevedono conseguenze penali per i “trasgressori”. Ma tutto avrà un termine, ci dicono. Quando i contagi saranno in diminuzione, gradualmente potremo dire che siamo fuori pericolo e tornare alla normalità. Questa la narrazione del sistema.

Le convinzioni sistemiche, in conseguenza delle quali è stato possibile dichiarare questo stato di polizia senza precedenti nella storia dell’uomo, sono dogmi mai dimostrati nati dalla teoria patogena dei microrganismi di Louis Pasteur. Conosciamo tutti la storia. Egli era un chimico che ad un certo punto si riciclò come biologo, e che aveva osservato con i rudimentali microscopi dell’epoca che in molti casi in cui un paziente stava male, si poteva trovare in lui la presenza di determinati microrganismi, e che tali microrganismi erano di solito assenti in chi stava bene. Formulò quindi la teoria secondo la quale l’intero stato patologico del paziente fosse causato da questi microrganismi.

Lui e i suoi seguaci, nei decenni successivi, avevano da affrontare però un grave problema: in molte malattie non si rilevava la presenza di microrganismi in azione. Si ipotizzò quindi che tali malattie fossero causate da microrganismi talmente piccoli da non poter essere visti con i microscopi dell’epoca. Gli si diede anche un nome: virus, che guarda caso significa veleno. Si aveva la certezza che in futuro la miglior definizione dei microscopi avrebbe permesso di vedere questi minuscoli microrganismi maligni in azione.
Passarono gli anni, e i microscopi in effetti diventarono sempre più potenti. Da ottici divennero elettronici. Ad un certo punto avrebbero potuto vedere anche creature 10 volte più piccole dei batteri, ma niente. 100 volte più piccole, ancora niente. 1000 volte più piccole, sempre niente. 10000 volte più piccole… attenzione, ad alcuni sembra di vedere dei minuscoli frammenti, delle cacarelle, immote, senza vita, che potrebbero essere tranquillamente frammenti causati dalla disgregazione, disidratazione e colorazione a cui i tessuti sono sottoposti per essere visti al microscopio elettronico. Va beh, in mancanza d’altro diamo la colpa a quelle cacarelle, diciamo che abbiamo finalmente visto il virus, pensarono gli scienziati. Ma, qualcuno obiettò, il virus è troppo piccolo per avere una vita biologica, non ha metabolismo, è materia morta, come possiamo sostenere che faccia qualcosa? Lo sosteniamo, risposero i capi, noi siamo la scienza, noi occupiamo tutte le riviste scientifiche, tutte le università, noi siamo l’autorità.
La gente ci crede anche se diciamo assurdità.
Siamo già riusciti a separare il corpo dalla mente, e a negare l’esistenza di anima e spirito, cosa vuoi che sia far credere anche questa balla dei virus? E in effetti…

La questione dei microrganismi (funghi e batteri) nostri simbionti è stata spiegata sensatamente da Hamer attraverso la quarta legge biologica. Ogni microrganismo nostro simbionte collabora con noi, e non è la causa di nessun stato patologico. Batteri e funghi, al contrario, intervengono in determinate fasi di processi speciali, svolgendo il loro indispensabile lavoro, al servizio del sistema corpo-psiche. Cellule, batteri e funghi formano un tutt’uno perfettamente organizzato. Niente prolifera nel nostro corpo senza un utilità, e senza il consenso del sistema corpo-psiche. Capite bene che in quest’ottica stare lontani dei microrganismi ed averne paura è un’assurdità.
Sulla questione specifica dei virus Hamer è stato sempre dubbioso. Inizialmente non aveva scartato la loro esistenza. Aveva osservato infatti che i tessuti dell’endoderma hanno come organismi simbionti i funghi, mentre quelli del mesoderma i batteri. Ipotizzò quindi che i tessuti dell’ectoderma, nei quali come detto non si rilevano mai batteri nè funghi, si ricostruissero nella fase di riparazione PCL grazie ai virus. La visione di Hamer, comunque, ribaltava la prospettiva: i virus, nel caso fossero esistiti, di certo partecipavano sensatamente ai processi come batteri e funghi, e non erano quindi nè da attaccare nè da temere in nessun modo. Per questo la questione se esistessero o meno aveva per lui, credo, un’importanza secondaria.

Con gli anni però si chiarì le idee anche su questo aspetto. Osservò infatti che le riparazioni dell’ectoderma avvenivano esattamente nello stesso modo sia che si risultasse positivi al test del virus in questione, sia che si risultasse negativi (ad esempio, nelle epatiti A B e C, ma anche non-A, non-B e non-C). Gli stessi test dei vari virus, poi, non cercavano mai il virus con il microscopio, ma ne deducevano la presenza in modo arbitrario sulla base di supposizioni. Probabilmente, infine, anche a livello logico, ritenne un insanabile controsenso credere che materia morta, forse minuscoli pezzi di materiale genetico comunque inerte, senza vita, possano “fare” qualcosa. Si convinse quindi che l’intera questione era campata per aria e affatto scientifica, e che quindi i virus non esistono.

Potremmo chiederci allora: quella che sta avvenendo ora è un’epidemia di che cosa? All’inizio non era nulla, non c’era incremento statistico della mortalità, e senza quello non ha senso parlare di nessuna epidemia.
Però si può fare terrorismo, si può dire che i pochi morti di oggi potrebbero diventare centinaia, migliaia, milioni, forse miliardi, come ci hanno fatto vedere in molti film.
Si può ripetere il tam tam del terrore all’esasperazione, attraverso i media. E si può obbligare l’intera popolazione a stare in casa a tempo indeterminato, senza neanche permettergli di lavorare e guadagnarsi da vivere, lasciando tutti nell’incertezza più assoluta per il futuro.
Queste condizioni, molto lontane dalla biologia ottimale, porteranno probabilmente ad un incremento di “malati”, e quindi anche ad una epidemia, questa volta reale. Potremmo dire che è un’epidemia della paura, come forse lo sono state tutte le altre “epidemie” del passato. Ma, per ora, mi fermo qui.
da usciredallorrore – Davide Cerutti

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4 commenti:

  1. I medici non tornano indietro a verificare le fonti e vedere se questo è vero o falso, no per loro Virchow è il fondatore della medicina scolastica. Pertanto possiamo dire che quello che noi oggi chiamiamo epigenetica dove si considera che lo stimolo viene dall’esterno e non dall’interno, che quindi la reazione della cellula non viene dal corredo del DNA, ma dallo stimolo fuori che produce poi una reazione cellulare. L’epigenetica parte da due presupposti errati: pretendono che l’acido nucleico abbia qualcosa a che fare con il materiale ereditario, ma è così complesso che non riusciamo a capirlo dicono, ci servono atri 30 anni di fondi per la ricerca per poterlo eventualmente comprendere e presuppongono che tutto parta dalla cellula e quindi dalla membrana cellulare. Quando parlo di cellule, intendo ovviamente sempre anche con membrana cellulare, al suo interno, acqua e sostanze, circondata da una membrana predisposta a tutta la comunicazione con l’ambiente esterno. A partire da Virchow che ha globalizzato questa idea che la cellula fosse l’unità della vita e che tutto il resto fosse morto, inanimato e che la cellula quindi fosse la componente base della vita, della salute, ma anche della malattia e che le cellule producano veleni cellulari, tossine, che producono il cancro e le malattie contagiose che si diffondono in tutto il corpo, da una cellula ad un altro tessuto: è l’idea delle metastasi, dal tumore intestinale al cervello, e così ho un tumore intestinale nel cervello ecc… Queste sono le idee che risalgono a Virchow, poi questo “veleno cellulare” questa tossina non è però stata trovata, poi si trovano i batteri e si presume che siano i batteri la causa delle malattie, poi ci si è resi conto del fatto che i batteri si trovano ovunque nel corpo, ah! Allora saranno le tossine dei batteri, poi no… in effetti, il tetano lo trovo solo nei cadaveri, solo in assenza di ossigeno, l’antrace pure e chi più ne ha, più ne metta.. E se guardiamo le cosiddette tossine, ci si rende conto che invece sono normalissime proteine, enzimi dei batteri che non sono velenose, ci si può cuocere il cibo, farci il bagno, si possono ingoiare, iniettare e non succede niente. Nella ricerca della tossina patogenica, si credeva infine che fosse qualcosa di più piccolo dei batteri che non era visibile al microscopio. Si è quindi spinta la spiegazione sempre più lontano verso l’invisibile, verso il non dimostrabile.
    Poi la virologia si è data per vinta nel 1952 e il centro di interesse si è quindi spostato altrove, verso una nuova sostanza ipotizzata. Se la cellula fa tutto, e se da una cellula nasce una persona come me e voi, allora ci deve essere un piano progettuale; sempre nella pura ottica cattolica Vaticana, nel pensiero spaziale greco, nel pensiero strutturale che è pure importante, senza questo pensiero non potremmo misurare lo spazio, nessuna statica e tutto crollerebbe. Questo spiega perché alla fine il focus si è spostato sull’acido nucleico ovvero su pezzetti di acido nucleico provenienti da cellule morte, si è solo idealmente concepita la composizione del materiale genetico di un virus. Ma questo non lo si è mai trovato nella sua interezza né ovviamente mai visto un virus.
    Però crediamo che la cellula fa ammalare, anche coloro che criticano questo concetto, rimangono comunque attaccati all’idea della cellula, perché mentalmente è difficile immaginarsi qualcosa di nuovo, Peter Augustin ha tolto questo modello e Lanka ammette che ha avuto bisogno di ben 4 anni prima di poterne verificare uno nuovo affinchè potesse capire a pieno, prima che quello vecchio venisse destrutturato e prima che il nuovo trovasse posto. Questo nuovo concetto è indispensabile per comprendere le scoperte di Peter Augustin, così da capire come funziona la vita e perché è il tessuto che vive, perché vive oltre al tessuto anche la cellula. Che cosa è una cellula e come funziona? Quali sono i componenti di una cellula? Perchè questi aspetti della teoria cellulare non sono corretti? E vengono sostituiti da una comprensione più profonda.

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  2. Da qui nasce un nuovo Paradigma, per esempio Bruce Lipton afferma che le malattie o le manifestazioni patologiche compaiono a causa dell’ambiente circostante, dall’impressione dell’ambiente sulla membrana cellulare. Questo modificherebbe la funzione della cellula e non il DNA. Quì abbiamo un altro argomento che, come dal Dr. Stefan Lanka dichiarato, ne è la naturale conseguenza. Questa teoria dei virus, che ovviamente si basa sull’esistenza di recettori sulla membrana cellulare, ai quali si agganciano i virus, vengono fatti entrare e avviene l’infezione, se queste teorie non possono essere vere, siccome i virus non esistono, sono state confutate in base alle stesse pubblicazioni menzionate, alle contraddizioni evidenziate e al metodo assolutamente non-scientifico, al confronto sequenziale, ecc.., allora si pone ovviamente la domanda: possono questi modelli essere veri? Prima di conoscere il sistema di conoscenze del Dr. Hamer, Lanka era sempre alla ricerca delle cause scatenanti che producono la malattia. A Lanka ormai era chiaro che tutta la teoria dell’infettivologia, dell’immunologia, la dottrina del veleno e antiveleno, e cioè corpo e anticorpo, non poteva essere corretta. Questo si evidenziava anche a seguito delle ricerche di laboratorio. Tutti gli esperimenti che si conducono sono specifici solo quando le condizioni vengono controllate esattamente. Nel corpo non possono mai funzionare, mai e poi mai. Non hanno in realtà alcuna rilevanza scientifica e anche tutti i modelli sono erronei. Ora Lanka introduce un nome molto significativo per il futuro (se sopravviveremo a questa falsa pandemia senza diventare zombie) e un altro nome per come le cose stanno veramente. C’era un neurologo che dal 1972, in centinaia di pubblicazioni scientifiche e conferenze ha mostrato chiaramente come i modelli di come pensiamo siano le cellule, ma non potevano essere reali, ciò è stato pubblicato e il suo nome è Professore Herold Hillmann. Hillmann ha scoperto che al microscopio elettronico, tutte le immagini di tessuti e di cellule presentano sempre gli stessi artefatti. Ha argomentato in modo logico e rigoroso che una cellula viva non può affatto avere quell’aspetto. Per definizione la cellula viva sarebbe un liquido, acqua, contenente varie sostanze in soluzione, sali, proteine e tutto intorno un tegumento, una membrana. Su questa membrana si troverebbero recettori con i quali la cellula comunica. Questi recettori non sono mai stati visti finora su nessuna immagine di microscopio elettronico. Eppure da qualche parte bisognerebbe vederli, dovrebbe essere pieno di recettori, dovrebbero essere visibili almeno su alcune sezioni di immagini elettroniche. Da 20 anni il potere di risoluzione dei microscopi elettronici è di fatto sufficientemente elevato per poter vedere questi recettori, per cui si sarebbe dovuto vedere questi recettori chiaramente, inoltre da 10 anni è molto aumentata e si dovrebbe quindi sapere quanto deve essere grande un recettore.

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  3. Punto 1 quindi: nessuno li ha mai visti!
    Punto 2 : la struttura della membrana cellulare dovrebbe essere doppia, con dei puntini e tutto il resto, se viene tagliata perpendicolarmente, essa dovrebbe avere un certo spessore, ma questo non succede mai; lo spessore è sempre lo stesso! Tutto ma proprio tutto viene contraddetto.
    Anche le strutture interne: il reticolo plasmatico, l’apparato di Golgi, con la stessa logica, con gli stessi argomenti rigorosi: sono tutti artefatti, cioè errate rappresentazioni.
    Questo succede perché al microscopio elettronico posso osservare solo ciò che è completamente asciutto, da cui ho eliminato ogni traccia di acqua. In quanto il microscopio elettronico funziona solo sotto vuoto, in caso contrario si crea vapore e questo sarebbe così impuro che non vedrei più nulla. Se voglio osservare un campione di tessuti, questi vengono introdotti nella resina e poi in una serie a sempre più alta concentrazione alcolica: bassa concentrazione, alta concentrazione fino al 95% di soluzione alcolica. Viene tolta tutta l’acqua e al posto viene aggiunto del colorante. Però il fascio di elettroni brucia questi campioni e resta semplicemente qualcosa ed è questo che viene interpretato: si crede che questo sia l’aspetto delle cellule. Abbiamo inoltre anche una visione completamente sbagliata della biochimica, in quanto tutto quello che si fa è di prendere un campione di tessuto, si distrugge il tessuto e le cellule contenute e da quel che ne è uscito, come per la virologia, ipotizziamo un modello di come dovrebbe essere una cellula e quindi con i pezzettini morti di componenti cellulari rimasti, si ricostruisce il modello della cellula, ma l’intera cellula non si vede mai. Ora, dove con microscopi ottici a laser e con tecniche di interferenza ottica, ecc.. si può ottenere una risoluzione simile a quella del microscopio elettronico, dove si può guardare il tessuto vivo, vengono confermate le ipotesi di Hillmann, devo dire le sue constatazioni. Con questi microscopi si ottiene un’immagine più realistica di come sono fatti i tessuti. Pertanto dopo decenni di applicazione di questo modo di pensare, dove tutto parla delle cellule, capire invece che il tessuto può vivere anche senza cellule, ciò è quello che si può osservare e si arriva proprio a questo punto. Grazie a Peter Augustin il Dr. Lanka ha potuto capire: cosa sono questi processi della vita, se non partono dalla cellula? Come biologo Lanka aveva studiato che solo la cellula era viva e tutto il resto è morto: Prendiamo una medusa, per esempio. Non ha una struttura cellulare, eppure è un organismo molto efficiente, la medusa è composta per il 98,5% di acqua, non ha un cervello e non ha vie nervose, alcune meduse hanno pure gli occhi come l’uomo, fatti allo stesso modo, hanno gli stessi geni, ma sono minuscole meduse, cubomeduse (cubozoa), molto dolorose e molto velenose. Nelle acque calde non c’è nutrimento, quindi devono cacciare e per questo hanno bisogno di occhi, quindi ciò di cui la vita ha bisogno, lo produce e basta. Ma per il fatto che ci siamo fissati sulle cellule, e crediamo che la cellula diriga tutto allora ci deve essere anche un progetto, un progetto funzionale e questo si pensava che fosse l’acido nucleico, ed eccoci ad un’altra ipotesi errata.
    L’acido nucleico, di cui si crede che abbia degli errori, mutazioni, e allora abbiamo geni cancerogeni, i geni virali, ciò è tutta una conseguenza della teoria impostata da Virchow solo che oggi ce lo siamo scordati.

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