LETTERA DI HANHEMANN AD UN SUO
PAZIENTE
Questa lettera fu inviata da Hahnemann ad un suo paziente,
sarto di professione, residente nella città di Gotha (Turingia, Germania), che
sarebbe morto molto più tardi alla veneranda età – anche per i nostri tempi –
di 91 anni. La lettera, del 1799, intessuta su una trama di saggia e sottile
ironia, contiene consigli ancora utili
per noi che viviamo in un periodo così pieno di stress e di falsi bisogni.
“Mio Caro, è vero che sto per andare ad Amburgo, ma ciò
non deve preoccuparla. Se non le pesa spendere i pochi soldi che le costerà
inviarmi una lettera, potrà ancora usufruire dei miei consigli quando sarò
laggiù. Per l’indirizzo le basterà semplicemente scrivere sulla busta il mio
nome e, al di sotto “Amburgo’: la lettera mi troverà”. Per ora, devo affermare che lei è
veramente sulla via della guarigione e che le principali fonti della sua
malattia sono state eliminate.
Tutte tranne una, che ancora persiste ed è la causa delle
sue ricadute. la delicata macchina umana non è stata costruita per essere
sottoposta ad un superlavoro: l’uomo non può strapazzare la sua energia e le
sue capacità senza pagar pegno. Sia che lo faccia per ambizione, sia per amore di
guadagno o per qualsiasi altro motivo degno di lode o di biasimo, l’uomo
finisce per mettersi in opposizione all’ordine naturale ed il suo fisico finirà
per subirne danni o addirittura la distruzione.
Peggio ancora se il fisico si trova già in condizioni di
debolezza.
Si ricordi: ciò che
non riesce a fare in una settimana, può tranquillamente farlo in due. Se i suoi clienti non vogliono
aspettare, neppure possono candidamente pretendere che lei si ammali per far
loro piacere e lavori così intensamente da finire sottoterra, lasciando sua
moglie vedova e i suoi figli orfani.
Non è soltanto
l’estenuante sforzo fisico che la danneggia quanto, maggiormente, la
concomitante tensione mentale che, a sua volta, finisce per compromettere la
tenuta fisica in un vero circolo vizioso.
Se non assumerà un atteggiamento d’imperturbabilità,
adottando il principio di vivere dapprima perse stesso e poi per gli altri,
allora ci sarà ben poca speranza che lei guarisca.
Quando lei sarà nella tomba, stia sicuro che gli uomini se
ne andranno lo stesso in giro vestiti, magari non con così tanta eleganza, ma,
in ogni caso, sufficientemente bene. Se si è saggi si può godere di buona salute
ed arrivare a vivere fino a tarda età. Se qualcosa la infastidisce o la turba,
non ci presti attenzione; se qualcosa è troppo per lei scelga di non averci
niente a che fare; se qualcuno la incalza, le sta addosso, la vuol fare troppo
sgobbare, rallenti e se la rida di questi matti che vorrebbero renderla
infelice.
Faccia solo quello che riesce a fare agevolmente senza
sforzarsi eccessivamente; per quello che non è in grado di fare, beh, non se la
prenda più di tanto. Che le nostre condizioni finanziarie terrene non
sono incrementate dal sovraccaricarci di lavoro. Si finisce allora per spendere
proporzionalmente di più e, alla fine dei conti, non si è guadagnato nulla.
Parsimonia,
limitazione del superfluo (due cose che il gran lavoratore spesso non sa fare), ci mettono in condizione di vivere con
maggiore comfort, in altre parole, in maniera più razionale, più intelligente,
più in armonia con la natura, più allegramente, più serenamente,più in
salute. Così si vive in maniera più degna di lode, più saggia, più prudente, piuttosto che lavorare ad un ritmo
mozzafiato, senza un attimo di
respiro, con tutto il nostro sistema nervoso costantemente sotto tensione fino
ad arrivare alla distruzione dei tesori più preziosi nella vita: un umore
tranquillo e felice ed una buona salute.
Sia, dunque, più
prudente, consideri se stesso per primo, lasci che qualsiasi altra cosa abbia per lei un
importanza secondaria. Qualora altri dovessero azzardarsi a sostenere che, per
onore, siete obbligato a fare di più di quanto è giusto per le vostre facoltà
mentali e fisiche, anche allora, per amor di Dio, non consentite a voi stesso di essere pressato a fare ciò che è
contrario al vostro benessere. Siate sordo alle lusinghe, alle lodi che
corrompono, restate freddo e calmo e
continuate per la vostra strada con tranquillità, come deve fare un uomo
assennato.
Vivere felice con
serenità d’animo e di corpo: per questo L’uomo è al mondo, e lavorare solamente quel tanto
che gli assicuri i mezzi per vivere con gioia certamente non per logorarsi e
stroncarsi per il lavoro. Il continuo
spingere e sforzarsi dei ciechi mortali allo scopo di guadagnare sempre di più,
di procurarsi questa o quell’onorificenza, di fare un favore a questo o quel
grande personaggio, tutto ciò è fatale al nostro benessere ed è causa frequente
d’invecchiamento precoce e di morte prematura per i giovani.
L’uomo
tranquillo, sereno, imperturbabile, che lascia placidamente scivolar via le
cose, raggiunge ugualmente il suo scopo, vive più serenamente ed in buona
salute, ed arriva bene alla vecchiaia. Un uomo così, che vive sereno e senza fretta, s’illumina per un idea giusta e propizia,
frutto di una seria ed originale riflessione, che fornirà ai suoi affari
terreni un impulso più redditizio di quanto possa mai aver prodotto un uomo
sovreccitato, che non riesce mai a trovare il tempo per riordinare le idee.
Per vincere una corsa, la velocità non è la sola qualità richiesta.
Si sforzi di conseguire un po’ d’imperturbabilità, di
calma ed, allora, lei sarà quello che le auguro di essere. Allora vedrà cose meravigliose; si renderà conto
di quanto si sentirà davvero in buona salute dando retta ai miei consigli.
Allora il sangue scorrerà nelle arterie senza sforzo né
ostacoli, né ci saranno crisi ipertensive. Nessun sogno orribile disturba il
sonno di chi si mette a letto per riposarsi senza avere i nervi tesi come una
corda di violino.
L’uomo libero dalle
preoccupazioni si sveglia al mattino senza ansia per tutte le molteplici
occupazioni che deve affrontare durante la giornata. Di cosa si preoccupa? La
gioia di vivere lo interessa più di qualsiasi altra cosa. Con rinnovato vigore attende alla
sua moderata attività lavorativa e, durante i pasti, nessun accesso passionale,
nessuna preoccupazione, nessuna ansia, proprio nulla gli impedirà di apprezzare
godersi il cibo che il benefico Preservatore della Vita gli ha messo davanti. E così, un giorno dopo L’altro in
tranquilla successione, fino al giorno in cui, in tarda età, arriverà al
termine di una vita ben spesa: allora riposerà serenamente in un altro mondo
così come serenamente ha vissuto in questo. Non è tutto ciò più razionale e
saggio?
Lasci che gli uomini irrequieti, autodistruttivi, agiscano
in modo tanto irragionevole quanto dannoso verso se stessi così come gli va;
lasci che si comportino da folli. Ma lei sia saggio! Non faccia che abbia
inutilmente predicato su ciò che è saggio nella vita. Le mie intenzioni sono buone.
Addio, segua i miei consigli e, quando tutto sarà andato bene, si ricordi di
me.
Dr. S. Hahnemann
P S. – Quando’ anche le dovessero rimanere in tasca
solamente pochi soldi, continui ad essere allegro e felice. La
Provvidenza vigila su di noi, e un fortunato cambiamento rimetterà tutto a
posto di nuovo. Di quanto abbiamo bisogno per vivere? di quanto cibo e bevande
per rimetterci in sesto, di quanto per ripararci dal freddo e dal caldo? Molto
meno che di un po’ di coraggio: quando l’abbiamo riusciamo a procurarci il
minimo indispensabile senza molta fatica. Il saggio ha bisogno di ben poco. La forza
di cui si fa saggio uso non ha bisogno di essere reintegrata dalle medicine”.
Lettera del Dr. Samuel Hahnemann ad un suo paziente.
Il dottor C.F. Samuel
Hahnemann (1755-1843) è il padre dell’omeopatia.
Pregevole...grazie
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