Malattia mentale: la verità nascosta
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Il
DSM, Manuale Diagnostico e Statistico delle malattie mentali. |
"Sappiamo con certezza che il DSM (Manuale
Diagnostico e Statistico, il testo sacro della psichiatria, con l'elenco dei
disturbi mentali) utilizzato da psicologi, psicoterapeuti e psichiatri per
emettere le loro diagnosi, non è basato su criteri scientifici", afferma
il dr. Antonio Pala, psicologo e psicoterapeuta. "Non solo, ma Il
trattamento psicofarmacologico che viene imposto presenta rischi
gravissimi"
Fin
dagli anni in cui frequentavo l’università come studente e non come professore
(ne son passati più di trenta) avevo grosse difficoltà nel comprendere e nel
digerire che le diagnosi si basassero su criteri che ai miei occhi sembravano
quantomeno poco scientifici. Non riuscivo a trovare il supporto clinico,
sperimentale, la verifica, la replicabilità, il controllo delle variabili, il
controllo della validità e dell’attendibilità nei testi che pretendevano di
essere il riferimento assoluto per la pronuncia di una diagnosi. Non li trovavo…
perché non c’erano!
Finalmente
qualcun altro, altre voci di scienziati e clinici seri, denuncia la verità
rispetto al mondo della psicologia, della psichiatria e degli interessi che ne
condizionano l’operato. Adesso possiamo dire in maniera chiara e con il corale
consenso della comunità scientifica libera dagli interessi economico-politici,
che il DSM (Manuale Diagnostico e Statistico – il testo sacro della
psichiatria, con l’elenco delle centinaia di disturbi mentali) utilizzato da
psicologi, psicoterapeuti e psichiatri per emettere le loro sentenze
diagnostiche, non è basato su criteri scientifici ma su opinioni personali
raccolte in base agli interessi delle solite lobbies al servizio del sistema che governa il mondo.
Bisogna inoltre ricordare che ”l’attendibilità e la validità” (criteri base
della statistica) dei test usati a supporto delle diagnosi effettuate in base a
tali manuali, se vogliamo essere ottimisti, indicano che le diagnosi sono
errate, da una volta su cinque a una volta su due (valori da 0.80 a 0.50) e
questo sarebbe già preoccupante se il DSM fosse il risultato di un approccio
scientifico. Ma i disturbi mentali non sono malattie mediche verificabili, le
diagnosi sono basate solo su una lista (DSM e ICD-10) di descrizioni di
comportamenti, talvolta sentimenti e sensazioni che non danno in nessun modo
l’idea della condizione interiore, psichica e mentale dell’essere umano che li
mette in atto.
Il
trattamento psico-farmacologico, che viene poi imposto, presenta rischi
gravissimi, talvolta letali. Basterebbe leggere il famoso “bugiardino” (chissà
perché questo nome), ovvero le istruzioni allegate, per farsi un’idea delle
conseguenze dell’assunzione degli psicofarmaci: danni biologici, a diversi
sistemi, apparati, organi, sviluppo di patologie devastanti, talvolta rischio
di morte. Il massimo dell’assurdità consiste nel fatto che, molto spesso,
l’assunzione del farmaco può provocare lo stesso sintomo per combattere il
quale è stato prescritto! E ancora, per contrastare gli effetti collaterali o
indesiderati di un farmaco, molto spesso, si ricorre alla combinazione di un
cocktail di farmaci ognuno dei quali porta con sé i propri effetti collaterali.
È bene ricordare che effetti “collaterali” non significa che essi abbiano
remote possibilità di presentarsi, significa connessi, concomitanti e
determinati dal farmaco.
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Lo
psichiatra Allen Frances ha dichiarato:
“Non esistono test oggettivi in
psichiatria” |
Tornando
al DSM, sottolineiamo di nuovo che esso non ha niente di scientifico e che,
quindi, tutte le diagnosi in tal senso sono solo strumenti manipolativi. Allen
Frances, psichiatra ed ex Direttore del Comitato di Redazione del DSM IV ha,
qualche tempo fa, dichiarato: “Non esistono test oggettivi in psichiatria,
immagini radiologiche, analisi o test di laboratorio, in grado di stabilire in
maniera conclusiva se qualcuno sia o meno affetto da un disturbo mentale, non
c’è nemmeno una definizione di disturbo mentale (…) non puoi definirle”.
A sua volta, il direttore del NIMH (National Institute for Mental Health, USA),
Thomas Insel ha smantellato la credibilità dell’ultima versione del DSM
dicendo: “Il suo punto debole è la mancanza di validità. A differenza delle
definizioni di cardiopatia ischemica, linfoma o AIDS, le diagnosi del DSM sono
basate solo sul consenso riguardo a gruppi di sintomi clinici, senza test
oggettivi. I pazienti con disturbi mentali meritano di meglio”.
La scienza non conosce la causa dei disturbi mentali
Attualmente sono disponibili dei protocolli finalizzati alla comprensione delle
cause, alla soluzione del problema e alla facilitazione della guarigione della
malattia fisica e del disagio mentale che integrano coerentemente diversi
contributi scientifici. La nuova scienza, la PNEI
(Psico-neuro-endocrino-immunologia), integra contributi dalla neurofisiologia,
dalla endocrinologia, dalla psicosomatica, dall’epigenetica, dalla Nuova
Medicina di Hamer, dalla psicologia transpersonale-psicosintetica, dalla
kinesiologia applicata, da PSYCH-K® e da altre discipline di confine,
accomunate da un approccio olistico integrante l’applicazione delle leggi della
fisica quantistica al sistema del genere umano.
“È
facile comprendere perché questi nuovi approcci alla guarigione vengano
combattuti dal sistema dominante”
Questi protocolli
implicano delle forme di diagnosi-comprensione e di terapia assolutamente
attendibili, valide, efficaci – sempre che vengano integrate tra loro –
monitorabili in ogni fase del processo; sono portati avanti da scienziati di
frontiera, all’avanguardia, tra cui psicologi, psicoterapeuti, medici,
psichiatri, genetisti, biologi. È facile comprendere perché questi nuovi
approcci alla guarigione vengano fortemente combattuti dal sistema dominante
(il modello classico si occupa di curare, non di guarire), che con ogni mezzo
tenta di metterli in ombra e di sabotarne la credibilità attraverso la
disinformazione, la calunnia e altri mezzi per lo più illegali.
Un modello di vita, basato sul male e sulla disperazione
Il problema è che andremmo aiutati nei momenti di difficoltà, quando è più
difficile affrontare la vita e i problemi, restando in equilibrio. Invece,
dicendoci che siamo malati, che abbiamo un disturbo, prescrivendoci farmaci o
orientandoci a psicoterapie, che di tutto fanno tranne che risolvere il
problema (il blocco mentale psicosomatico, all’origine della sofferenza), ci
vincolano ad un modello di vita, basato sul male e sulla disperazione,
alimentando il business sanitario sulla nostra pelle che ci costringe,
attraverso la manipolazione, a vivere in una sorta di schiavitù, determinata
dal fatto che, tutto ciò, ci impedisce di evolvere.
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La
psicoterapia dovrebbe comprendere l’origine del male
e individuare modelli
adattivi funzionali e risolutivi.
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È
questo che dovrebbe fare una psicoterapia: comprendere l’origine del male,
definire come gli eventi traumatici hanno modificato i nostri programmi mentali
e le nostre reazioni fisiche (adattamenti), procedere nell’individuare modelli
adattivi funzionali, risolutivi e sani in relazione alla condizione
disfunzionale, mantenerci in equilibrio e fiduciosi durante tutte le fasi del
processo, permettendoci di comprendere ciò che accade acquisendo, giorno dopo giorno,
sempre più “competenza” nella gestione della nostra vita. In poche parole deve
permetterci di evolvere. Perché, se ci pensiamo bene, nel mondo quantico in cui
viviamo, tutto ha un senso, niente avviene per caso, e ciò che avviene (gli
eventi che banalmente chiamiamo problemi) è sempre teso a permetterci di
evolvere, a migliorare e a darci una migliore capacità di godere la vita.
La nostra evoluzione non può prescindere dai processi di integrazione del
nostro sistema di esseri umani (anima-mente-spirito/energia-corpo).
Le persone
che affrontano un percorso di guarigione ringraziano il problema che li ha
portati in terapia. Infatti, attraverso il lavoro su di sè, hanno scoperto
prima di tutto “chi essi non sono”: non sono persone,
non sono chi il sistema gli ha fatto credere di essere, attaccando loro
etichette con le quali si sono identificati, vivendo in un interminabile
conflitto e disagio tra le istanze più elevate ed evolute che in fondo a se
stessi percepivano e i gretti e banali bisogni (artificialmente creati dal
sistema dominante per distrarci dal vero senso della nostra vita) che,
ogniqualvolta non possono essere gratificati, inducono senso di inadeguatezza,
disagio e malattie.
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Più
che persone (il cui significato originario é maschere)
dovremmo diventare
individui, liberi da condizionamenti.
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Diventare
individui, (letteralmente, non divisi) e abbandonare le sub-personalità, le
maschere (dal latino: persona, maschera, utilizzata nel teatro per
rappresentare un personaggio) che offriamo al mondo per essere accettati
(ovvero conformi ai modelli culturali), esprimere la nostra essenza più
profonda, liberi da condizionamenti, vivendo ognuno a suo modo, in modo
attento, presente, amorevole, armonico, questo, in un’era corrotta dalla brama
del possesso, dall’ossessione per l’apparenza, dalla compulsione a sottomettere
gli altri, potrebbe dare senso alla vita, restituendoci la dignità di essere
umani.
Diversamente continueremo ad essere burattini al servizio di un sistema,
la società che governa le persone, costruita con la finalità di farci
dimenticare chi siamo, di farci dimenticare la nostra umanità fino a quando
dimenticheremo di avere un’anima e la nostra vita sarà veramente,
irrimediabilmente, un vero inferno. La malattia mentale, quindi, non è altro
che il disagio di non essere se stessi, di non essere integrati, di essere
frammentati in tante sub-personalità spesso incompatibili tra loro e sempre
incompatibili con la nostra vera essenza. È triste riconoscere che questa
condizione sia stata creata dalla nostra cultura, dalla nostra mal-educazione,
ovvero dalla manipolazione culturale al servizio di interessi oscuri. è
rassicurante. È rassicurante e sano capire che la guarigione è a portata di
mano, che non è necessario delegarla a nessuno, ma sarà opera nostra in un
percorso alla scoperta di noi stessi, seppure, talvolta, sia necessario un
supporto da parte di quei professionisti (seri, competenti, con anni di
esperienza sul campo alle spalle) che, in accordo con noi, hanno a cuore la
nostra evoluzione e il nostro ben-essere.
Siamo umani e da umani vogliamo essere trattati! Ribelliamoci al sistema che ci
impone false diagnosi per prendersi prima la nostra mente e poi, casomai, la
nostra anima (in greco: psiché)!
Sarà una ribellione pacifica, attuata da
uomini e donne amorevoli, che condividono una visione fiduciosa in un universo
amorevole che li sostiene nel gratificarli nelle reali necessità, lungo il
cammino verso l’autorealizzazione.
Per saperne di
più:
– Giorgio Antonucci “I pregiudizi e la conoscenza critica alla psichiatria”,
Cooperativa Apache, Roma, 1986. E “Critica al giudizio psichiatrico, Sensibili
alle foglie”, Roma, 1993.
– Richard P. Bentall“Doctoring the Mind: Why psychiatric treatments fail”,
Penguin – New York, 2010.
– “Your Drug May Be Your Problem: How and Why to Stop Taking Psychiatric
Medications”, Da Capo Press, Boston, 2007.
– Giuseppe Bucalo “Malati di Niente – Manuale minimo di sopravvivenza
psichiatrica”, Cox 18 Books /Milano e Grafton 9 /Bologna, 1996.
– Roberto Cestari “L’inganno psichiatrico”, Lib&Res – Milano, 2012.
– Paola Minelli, Maria Rosaria D’Oronzo “Sorvegliato mentale. Effetti
collaterali degli psicofarmaci”, Nautilus, Torino, 2009.
– Joahnna Moncrieff “A Straight Talking Introduction to Psychiatric Drugs”,
PCCS Books, Monmouth, 2009.
– Thomas Szasz “Il mito della malattia mentale”, Spirali, 2003.
Vedi anche: www.ccdu.org/bibliografia
Sul significato di
“bugiardino”: http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/perch-foglietto-illustrativo-farmaci-viene-c