Uno
scienziato tedesco ha condotto ricerche dal 2000 e dice che il pianeta
ha aumentato la sua velocità nella sua rotazione. Così il giorno in cui
viviamo, è più breve di quanto pensiamo.
Lo
studio si chiama “Risonanza di Schumann”, ed è basata su Metafisica
Quantistica ed Astrofisica Quantistica, e spiega perché la Terra ruota
più velocemente.
Così, Dr. Schumann, del UTN Università di Monaco, ha fatto la scoperta per cui afferma che il giorno ha solo 16 ore anziché 24.
Secondo lui, per secoli la terra girava sul proprio asse a 7.8 hz. ma dal 1980, quel numero cambiato, è aumentato molto rapidamente in ultimi 6 anni per ragiungendo i 12 hz.
In
sostanza, il dottor Schumann dice il giorno viviamo come 24 ore,
infatti, dispone di 16 ore ed è per questo che abbiamo impressione che
il tempo di oggi è così accelerato.
Nella relazione, facendo
riferimento alle calamità atmosferiche come una possibile conseguenza
della perturbazione dei campi magnetici della terra, che sono stati
anche modificati a partire dal 2000 pure.
Traduzione- Tanja per il Risveglio di una Dea
Questo
ha una grande importanza anche per noi e per la nostra salute perché
siamo di natura bioelettrica, siamo nella stessa onda, cambiando il
battito di cuore della Terra, si sta modificando anche il nostro.
Che cos’è Risonanza di Shumann?
“L’identificazione è una pratica spirituale fondata sulla conoscenza di una legge fisica: la legge di risonanza. Se riuscirete a vibrare all’unisono con una creatura, la conoscerete, e non soltanto la conoscerete, ma inoltre le sue qualità si comunicheranno a voi. Finché non vibrate all’unisono con quella persona, finché non vi identificate in lei, potete studiarla, giudicarla, decretare che essa è questo o quest’altro, ma in realtà non la conoscete veramente. È il fatto di vibrare alla stessa lunghezza d’onda che avvicina due esseri e permette loro di conoscersi! E l’amore è anche questo. L’amore, così come la conoscenza, è il risultato di una fusione: due esseri che vibrano alla stessa lunghezza d’onda. Si può dunque dire che la vera conoscenza è la conseguenza del vero amore, e che il vero amore altro non è che un accordo su una stessa lunghezza d’onda.”
Omraam Mikhaël Aïvanhov
La mia scoperta della Risonanza di Schumann è stata sconvolgente.
Lo dico in senso relativo,
ovviamente, non si tratta di esperienze da Giorno del Giudizio. Lo dico
inoltre a livello personale, dato che è stata anche alquanto tardiva. La
mia prova dell’Acoustic Revive RR-77 mi è stata suggerita dall’amico
Giuseppe Trotto, è arrivata buona ultima nel panorama internazionale,
non se ne sentiva la necessità e il prodotto esiste, come ho scritto, da
buoni sette anni… Ci sarebbe motivo di finirla qui, insomma. Invece, io
raddoppio. Il miglioramento all’ascolto e il benessere psico-emotivo
provato non mi hanno portato dallo psicologo, come forse avrei dovuto
fare, ma ad approfondire l’argomento, che ritengo in realtà sia utile e
interessante ben oltre le nostre ambizioni audiofile.
Per l’occasione, mi viene quindi
in soccorso Andrea Amato, fondatore e proprietario della italiana
Ætere’s. Cito paro paro dal loro sito: Ætere’s “è un’azienda leader
nella Smart Energy Technology e fonda il suo lavoro su una visione
antica dello spazio che ruota intorno ai principi di armonia, bellezza e
sacralità. Gli ambienti abitativi e lavorativi contemporanei, al
contrario, sono spesso basati su una visione dello spazio di stampo
utilitaristico che, ponendo scarsa o nulla attenzione all’interazione
con la sfera biopsichica dell’uomo, apporta inevitabili e spesso serie
conseguenze alla salute e al benessere degli occupanti.
La ricerca ha portato Ætere’s
alla realizzazione di una strumentazione diversificata, progettata per
la biocompatibilità e ri-armonizzazione ambientale…”.
OK. Sento già le vostre risate.
Ecco un altro che vuole venderci l’olio di squalano per ungere i nostri
CD o raccomanda bagni criogenici per la salute dei nostri apparecchi…
Beh, a parte che sia il primo che il secondo trattamento funzionano
assai, a patto che si sappia cosa si sta facendo e come lo si deve fare,
qui si tratta di essere aperti mentalmente e, modestamente, “lo fummo”!
Domanda: Andrea, la ricerca sulla Risonanza di Schumann si ferma alla sua utilità, vera o presunta, nel campo dell’audio?
Andrea Amato,
Ætere’s: Grande attenzione e molta ricerca ruota attorno alla Risonanza
di Schumann e tra i suoi possibili impieghi pratici si sta facendo
strada l’ipotesi che essa possa essere la migliore soluzione
frequenziale per l’ascolto ideale. Ma qualsiasi ipotesi di lavoro corre
il rischio di non considerare tutte le implicazioni possibili, siano
queste matematiche, fisiche, statistiche, biologiche e anche
energetiche. Proviamo a infilarci in questo labirinto augurandoci che
alla fine del percorso sia possibile verificare questo assunto: se
emetto una frequenza costante e ben determinata in un ambiente d’ascolto
sentirò meglio il suono? Fantasia o realtà?
Domanda: Bene, proponi un approccio sistematico. Ricapitolando, quindi, qual è questa frequenza? Cos’è questa Risonanza di Schumann?
Amato:
Intorno agli ultimi anni dell’800 il genio di Tesla formulò una teoria
che, ripresa dalle ricerche di Schumann negli anni ‘50, venne confermata
come realtà. La “cavità” compresa tra la Ionosfera e la Terra contiene
un campo magnetico pulsante dove le onde elettromagnetiche si propagano
come “onde su una molla”, uno spazio in grado di riflettere la
radiazione elettromagnetica a bassa frequenza così come uno specchio
riflette la luce. L’insieme, rappresenta anche una sorta di
condensatore, dove la Terra funge da polo negativo e la Ionosfera da
quello positivo. L’oscillazione di queste onde avviene tra frequenze
comprese tra 1 e 50 cicli al secondo, cioè Hz, mentre la frequenza
fondamentale della Risonanza di Schumann ha un valore di circa 7,5 Hz.
Questa frequenza, ottenuta
inizialmente solo attraverso un calcolo matematico, è stata poi rilevata
strumentalmente trovando che ha un valore medio intorno ai 7,8 Hz. Come
qualsiasi altro suono prodotto in natura, la frequenza di base è sempre
accompagnata da altre frequenze, armoniche della fondamentale, che in
questo caso sono presenti a circa 14, 21, 26, e 33 Hz. La Risonanza di
Schumann e tutte le sue armoniche appartengono a una famiglia più
grande, definita come “banda geomagnetica” dal momento che proprio in
questo intervallo di frequenze si manifestano una grande varietà di
fenomeni elettromagnetici naturali.
Domanda: La teoria è affascinante, ma, in pratica, come si ottengono questi valori?
Amato:
Esatto, il concetto è chiaro e rilevato strumentalmente, ma occorre
fare due conti: la circonferenza della Terra misura circa 40.030
chilometri. Un segnale elettromagnetico viaggia intorno al globo alla
velocità della luce di 299.800 km/secondo. Un suo giro intero intorno
alla Terra dura circa 0,1335 secondi, ciò che corrisponde a circa 7,49
Hz. Già, ma non ci siamo, gli strumenti attuali rilevano 7,83 Hz, siamo
incappati nella prima approssimazione… ma nel nostro calcolo non abbiamo
considerato l’altezza della Ionosfera, abbiamo calcolato la frequenza
al suolo con una Ionosfera di altezza pari a zero. Ok, rifacciamo i
calcoli, incrementiamo il raggio della Terra e inglobiamo l’altezza
della Ionosfera, circa 150 km, così il valore dovrebbe essere più vicino
a quello misurato. Niente affatto, otteniamo un’ulteriore diminuzione
di valore, circa 7,32 Hz. Pare ora evidente che, nel determinare questa
frequenza intervengano altri fattori che alterano il semplice
ragionamento scientifico. O forse dobbiamo cominciare a inserire il
concetto di “gamma di frequenze”, in modo che anche la Risonanza di
Schumann possa essere interpretata e valorizzata come un “insieme di
frequenze” piuttosto che determinata con un singolo e rigido valore
medio. Questo valore, statisticamente più rilevante a 7,83 Hz, in realtà
contiene una dinamicità, un movimento, una oscillazione di frequenze di
spettro più ampio, più coerente a un sistema che necessariamente e
continuamente interagisce con moltissime altre realtà energetiche, sia
naturali che artificiali.
Domanda: Stiamo
parlando di valori frequenziali in fondo molto vicini: una ben precisa
frequenza può davvero influenzare così tanto il nostro sistema
energetico?
Amato:
La risposta è sì: il sistema energetico umano è estremamente
efficiente, oltre che dinamico e funzionale, se armonico. Chi ha
“progettato il sistema” ha fatto sì che organi e funzioni abbiano
massima attivazione e rendimento a determinate frequenze, lasciando che
il “resto”, non necessario in quel momento, funzioni con un consumo
energetico ridotto. Stati di coscienza e specifiche zone del cervello
entrano in risonanza con specifiche frequenze determinando lo “stato
operativo” di un organo o funzione.
Domanda: Urge qualche esempio…
Amato:
Ecco che arrivano… L’ippocampo, la parte del cervello localizzata nella
zona mediale del lobo temporale, svolge un ruolo importante nella
memoria a lungo termine e nella navigazione spaziale ed è estremamente
attivo a circa 7,8 Hz.
Il timo, ghiandola situata fra i
polmoni e sotto lo sterno, svolge un ruolo di “palestra del sistema
immunitario”, informando i linfociti per stimolarne la risposta
immunitaria, ed è molto operativo a circa 8 Hz.
L’epifisi, ghiandola situata
nella zona centrale del cranio, svolge un ruolo fondamentale come
“orologio del sonno” producendo melatonina, ed è fortemente attiva poco
sopra gli 8 Hz.
Domanda: E sotto queste frequenze?
Amato:
Tendenzialmente il range frequenziale al di sotto degli 8 Hz, cioè fino
ai 4 Hz, appartiene a quello che viene definito stato Theta,
sicuramente il più straordinario ed evasivo fra gli stati di coscienza.
In Theta, possiamo anche sperimentare flash di immagini di natura
piuttosto misteriosa. In questo stato si manifestano stati alterati come
quello della trance, della trance ipnotica, delle immagini ipnagogiche,
dell’accesso diretto all’inconscio, dove viviamo il massimo della
creatività, dell’intuizione e delle nostre percezioni extrasensoriali.
In questo stato emergono tutti quei comportamenti coscienziali in cui si
è privi degli schermi di difesa dell’Io e dove lo stato di
apprendimento viene messo nelle migliori condizioni.
Domanda: Avevo
appena scoperto che esiste una frequenza, quella di Schumann,
decisamente interessante e ora se ne sono aggiunte a bizzeffe…
Amato:
Esatto. Questo non significa infatti che tutto il sistema
improvvisamente lavori e risponda a un’unica frequenza. Attraverso
l’elettroencefalogramma o con il bio-feed back HRV o Hearth Rate
Variability – strumento che rileva una serie più vasta di dati relativi
al sistema nervoso, possiamo analizzare la variabilità della frequenza
cardiaca e di valutare il bilanciamento dell’attività fra sistema
nervoso simpatico e parasimpatico. Si ottiene una visualizzazione
grafica di una realtà frequenziale molto complessa, dove, pur aumentando
in una data circostanza l’attività di uno stato di coscienza
particolare e creandosi un picco di intensità in corrispondenza di una
determinata frequenza, si nota dal diagramma un ventaglio di armonie
delle altre vibrazioni necessarie a tenere in equilibrio dinamico il
sistema.
Domanda: Quindi,
una volta che ci siamo impadroniti di questi concetti, come potremmo
migliorare noi semplici audiofili il nostro ambiente d’ascolto?
Amato:
Veniamo al punto, dopo aver sinteticamente dipanato una serie di
concetti. Per mettere nelle migliori condizioni di ascolto una persona,
quindi l’ambiente in cui è inserito l’impianto di riproduzione sonora e
lo stesso ascoltatore, è preferibile emettere una frequenza fissa come
può essere quella di 7,83 Hz, identificata per molti e sinteticamente
come la Risonanza di Schumann. Oppure… creare i presupposti naturali di
comportamenti dinamici, differenziati e armonici di flussi di energia
eterica all’interno di un ambiente, determinando, sì, di conseguenza una
Risonanza di Schumann, ma in tutta la sua completezza vibrazionale.
Domanda: So che questo è proprio l’oggetto del vostro lavoro…
Amato:
Infatti. Noi della Ætere’s crediamo che la strada giusta sia nella
seconda ipotesi di lavoro. Abbiamo monitorato in bio-feed back HRV
alcune persone inserite in un contesto energetico naturale ideale e
opportunamente collocato geometricamente, tale cioè da essere il fulcro
di un “toroide” di flussi di energia. Tali studi dimostrano che i
soggetti risultano psicologicamente, biologicamente, energeticamente e
coscienzialmente nelle migliori condizioni di ascolto, sia ispirazionali
che analitiche.
Domanda: Tanta
roba, dovremo approfondire, so comunque che i risvolti pratici delle
vostre ricerche hanno portato anche voi a sviluppare dei “prodotti” e mi
scuso per l’involontaria approssimazione del termine, non voglio
allargarmi con definizioni improprie.
Amato:
I nostri studi, portati avanti da un gruppo di ricercatori e dai
fondatori Ætere’s, hanno avuto come naturale sbocco la creazione di una
tecnologia che noi definiamo OVER Space, cioè Optimized Vibrational
Environment Rebalancing Space, capace di operare sullo spazio,
ottimizzando e riequilibrando le vibrazioni ambientali. Si tratta di
realtà e non di fantasia, ma va tenuto presente che questa realtà
prevede complessità maggiori, sia teoriche che operative, di quelle
della “semplice” Risonanza di Schumann intesa in senso stretto.
Domanda: Grazie,
Andrea, ci rinuncio! Scherzi a parte, quel che credo infine di aver
capito è che la sola e semplice emissione della Frequenza di Schumann
sia già di per sé importante. Ma che allargare l’emissione a frequenze
molto vicine e farlo in modo dinamico, cioè non “fisso”, qualsiasi cosa
questo significhi all’atto pratico, è “meglio”.
Amato: Esatto – sorride – e grazie a voi!
http://www.remusic.it/IT/Intervista-AEtere-sbrsulla-Risonanza-di-Schumann-ac7c3e00
http://risvegliodiunadea.altervista.org/?p=7076
http://altrarealta.blogspot.it/
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