giovedì 20 giugno 2019

Gli anni che non hai e come non invecchiare mai

Gli anni che credi di avere, ma non hai e come non invecchiare mai
Mi dispiace dover ribadire alcuni concetti che alla fine riconducono sempre alla solita e nitida consapevolezza che ci hanno mentito su tutto e che quanto più essi vanno nelle nostre profondità più male ci fanno poiché l’integrazione di una nuova concezione di se stessi e della vita richiede adattamento, quindi sofferenza, tuttavia ogni cosa ottenuta col “sudore” ha un valore notevole, inaspettato a volte inestimabile.

Oggi mi lancio in alcune considerazioni forse un po’ pindariche sul tempo che misuriamo e sulla nostra presunta età.
Il nostro calendario, quello gregoriano, è stato inventato molti secoli fa dai signori della chiesa, il suo scopo di misurare ogni attimo della vita dei fedeli in realtà mascherava(e maschera) ben altre intenzioni, in particolare la suddivisione ed il continuo contare di determinati periodi di vita costituiva una sorta di scissione della correlazione uomo-cicli della natura che è sempre esistita poi sostituita dallo scandire incessante, inesorabile di questi piccoli-grandi periodi (ore, minuti, secondi, mesi, anni) innaturali ed imposti e sui quali sono state poi implementate tutte le attività dell’uomo, in particolare il lavoro.

Una volta suddivisa la vita dell’uomo in molte piccole parti avvenne il pagamento in varie modalità del tempo di lavoro per parti della giornata(ore) e quindi l’acquisto del tempo di vita degli individui che pian piano a causa del denaro hanno dovuto cederne sempre di più ai padroni(società e datori di lavoro) per poter far fronte alle sempre crescenti necessità via via più superflue introdotte dalla “civiltà” sino ai giorni nostri ove il superfluo ha acquisito più valore della vita stessa.

Nacque così il detto “il tempo è denaro” in quanto più tempo si lavorava più denaro si accumulava, in realtà il tempo è e sempre sarà solo la nostra vita e chi paga per il nostro lavoro di fatto compra la nostra vita, potrebbe sembrare assurdo, ma qualcuno che si alza la mattina col buio per andare a lavorare e torna a casa col buio solo per mangiare e dormire percepisce nel profondo questo concetto.

Il conteggio temporale introdotto quindi servì per sottomettere ancora di più l’uomo comune, l’eterno schiavo a sua insaputa, che ora addirittura chiedeva di lavorare di più per avere di più, sostituendo l’essere, la sua vita, con l’avere materiale su cui le società si sono sempre più focalizzate.

Questo tempo in cui stiamo vivendo è un tempo innaturale, irreale, immaginato, anzi deciso a tavolino e che oltre a rendere una merce la nostra stessa vita ha creato ben altri risvolti che cercherò di spiegare.
Abbiamo vissuto per migliaia di anni in un tempo artificiale, diviso a tavolino in 24 h, di 60 min. di 60 sec, cicli che non appartengono al tempo naturale e viviamo da millenni in questo tempo artificiale in cui ci siamo convinti che il tempo è denaro.(fonte)
Il continuo ticchettare del tempo scandito da velocissimi secondi, rapidi minuti e brevi ore condito dagli innumerevoli impegni e problemi(distrazioni) che la civilissima società moderna ci riserva non consente all’individuo di percepire se stesso, ancor meno il suo collegamento con la madre terra e con la natura tutta e questo, benché non consapevole, determina uno stato di malessere causato da un deperimento energetico-spirituale che mantiene lo schiavo(meglio chiamarlo col suo vero nome) lontano da ogni libero ragionamento-sentimento-percezione; tutto nella sua vita è abilmente pilotato, ma gli viene fatto credere di esserne lui l’artefice.

Tuttavia non è solo questo, lo scandire continuo degli anni costituisce anch’esso un grosso limite nell’individuo che da tempi immemori oramai sa che dopo un certo numero di anni deve morire… la paura per eccellenza!

L’essere umano da bambino non vede l’ora di diventare grande, di accumulare gli anni per essere sempre di più accettato(in un gruppo o nella società), dopo un po’ stranamente sente dentro di sé che quell’importanza va a scemare anno dopo anno e già verso i 20-30 anni sente che tutta quella fretta di arrivare non c’è più, tuttavia gli anni gli continuano a scorrere sempre più velocemente a causa di un incremento costante di impegni che è da esaurimento… col tempo si perde la concezione del tempo, anzi dell’attimo, perché lo stato di fretta indotto impedisce ogni percezione di sè quindi del proprio respiro che scandisce il tempo-ciclo naturale minimo di vita nell’uomo.
L’incessante “ticchettio” del tempo artificiale che fa oramai parte dell’inconscio individuale e collettivo, interrompe il continuum percettivo dell’essenza di noi stessi, allontanandoci inesorabilmente dall’unica cosa che conta veramente: questo momento, qui, ora.
Gli anni che si compiono, uno dietro all’altro, inesorabili, inevitabili, scavano un “solco” profondo nel nostro inconscio che adegua l’intero organismo agli anni che ritiene di avere, quindi difficilmente troveremo 70enni gioviali come 30enni, né troveremo 30enni saggi come 70enni, ognuno si lega al suo tempo di vita quasi come fosse un dogma perchè così viene sottilmente imposto dalla società civile.
Il tempo non controllato e misurato è un tesoro…(fonte)
Non per ultimo la giovinezza non è una questione attinente al corpo essa è indissolubilmente legata alla vitalità e alla spensieratezza della mente oggi invece  un 70enne non sarà giovanile come vorrebbe o come si sente poiché il programma mentale e biologico dell’età ha influito così tanto su di lui da farlo ritrovare in un corpo non proprio “fresco” e quell’età data per inconfutabile viene usata, suo malgrado, per rallentare, per giustificare le proprie incapacità che da una parte sono state indotte negli anni dal distruttivo sistema in cui ha vissuto, ma dall’altra costituiscono la mancanza di volontà dell’individuo.

Gli anni che dicono-diciamo di avere ci rendono vecchi, solo quelli, se non esistessero, come in effetti è, la vecchiaia non esisterebbe e con buona probabilità non esisterebbe nemmeno la morte perché si capirebbe nel profondo il ciclo vita-morte per quello che è ma come si può immaginare questo non va bene agli oppressori dell’umanità.

Se si vive la propria vita senza contare gli anni ci si trova nella condizione di non considerare neanche lontanamente le convenzioni di età definite gioventù, maturità e vecchiaia, non ci si sente né giovane ne adulto né tantomeno vecchio, semplicemente si percepisce se stessi per ciò che si è dentro, la componente più importante che di riflesso donerà un corpo correlato al proprio sentire…si vive con presenza i propri giorni usando all’occorrenza il tempo artificiale solo per interfacciarsi con una società fondata sul medesimo.
Non contare i tuoi anni, vivi i tuoi giorni(fonte)
In definitiva l'età, quella intesa da questa illustre società, non esiste in natura, si tratta di artifizi creati ad hoc in tempi molto remoti dalla nostra beneamata chiesa per scopi tutt'altro che benefici; il tempo che oggi si conta ha la funzione di desincronizzare l'essere dai cicli naturali e fargli vivere un tempo artificiale che non esiste e lo avvilisce.
In natura non esistono gli anni, i mesi, le ore, i minuti, sono invenzioni-convenzioni per suddividere la vita degli schiavi e comprarla attraverso il lavoro(le ore di lavoro) e con ciò il sistema diventa proprietario della vita degli individui, ma non solo.
L'età è un programma mentale arcaico difficile da scardinare ma una volta disinstallato tutto acquisisce un altro senso, il tempo, l'attimo, vengono vissuti in maniera totalizzante.

Quando mi chiedono l'età e dico che io non ho età la gente chiaramente mi guarda male, nessuno che si chiede quante cose non sappiamo sul tempo inventato in cui viviamo!
Non chiedermi se sono giovane o vecchio, l’eternità non ha età…
da quando Vivo il tempo è svanito,
è rimasto solo questo preciso ed impercettibile istante.(fonte)
Quando ho iniziato ad avere queste percezioni sul tempo all’inizio ho pensato veramente di essere andato fuori di testa, sapevo benissimo quanto fossi distante da tutti quelli che mi circondavano, poi pian piano ho trovato altre persone che la pensavano come me, come ad esempio il seguente video (la trappola del compleanno) e l’adattamento alla mia nuova condizione-percezione è stato meno impegnativo.
Gli anni e le altre convenzioni temporali odierne non sono reali, sono veri solo i nostri respiri ed i giorni, cicli naturali in cui eravamo presenti e sincronizzati. 
Dai commenti scambiati con amici sul web di recente venivo anche a sapere che l’attività-stato mentale scevro del tempo inventato genera di per se l’allungamento dei telomeri dei cromosomi che sono quelli che dettano il numero delle divisioni cellulari e di conseguenza la durata della vita... la mente è superiore ai geni(epigenetica docet).

Al di là di queste considerazioni vivere la vita senza quel tempo limitante ed opprimente consente di vivere più presenti a se stessi e più liberi dalle convenzioni, insomma ci si sente molto più sereni e liberi, anche se vessati dalle persone che ci circondano e che non ci capiranno, ma vuoi mettere arrivare alla veneranda età di… e non sapere quanti anni si ha, non dare importanza alcuna a quella che chiamano età, sentirsi focalizzati solo sulla vita, su se stessi e su quello che facciamo?

L’età è uno stato mentale, come la vita stessa del resto, una mente conscia di avere 30-40-50-60-70-80 anni restituirà un’esperienza psico-fisica correlata alle credenze ataviche della nostra specie connesse a quelle età, una mente senza età(programma mentale) vivrà la vita con presenza e serenità.
Insomma una vita piena ed attiva senza limitazioni inconsce.

Non sarà affatto facile distaccarsi dal tempo usuale in cui siamo nati e la maggiore limitazione ci verrà data proprio dalle persone che ci circondano, ma sarà comunque una grande liberazione che può essere conseguita solo con una ferrea determinazione.
Per cominciare bisognerebbe eliminare del tutto gli orologi dalla nostra vita… come? E’ quasi impossibile? Chissà perché?
Oggi l’orario lo troviamo ovunque, sul forno, sul frigo, sulla lavatrice, in tv, nella radio, nel pc, nel cellulare, sullo smartphone, in auto, in moto…negli autobus, nella metro, nei bar, nei locali pubblici, per strada ecc. ecc… è chiaro che se è così diffuso ci sarà più di un motivo, ma noi non ci chiediamo neanche un perché.
Pensaci bene, quanti anni hai? Ne sei proprio sicuro/a?
Ti senti proprio di quell’età? Non senti alcuna limitazione?

Senza il tempo(età) dovremmo vivere momento per momento e di invecchiare non se ne sentirebbe più parlare. 
Quando percepisci appieno l’inconsistenza del tempo misurato cominci a sentire forte l’eternità che è in te che si rinnova continuamente nell’attimo(qui e ora).
Ti senti dilatato nel tempo che diventa e diventi infinito e percepibile nelle pause tra i respiri, la connessione con tutto ciò che ti circonda torna a far parte di te, torna a farsi sentire dopo “eoni” di scollegamento il sentirsi parte attiva del tutto.
Ti senti senza “misura”, atemporale, puoi connetterti a chi eri prima di questa esperienza duale e a chi sarai dopo.
Quando comprendi l’effimera essenza del tempo
capisci di essere eterno.(fonte)
Noi non abbiamo età(tempo), noi siamo il tempo, ma solo il tempo che viviamo e se lo viviamo non lo contiamo. 
Non siamo né giovani né vecchi, siamo meravigliosamente VIVI.
Buona vita.
Marcello Salas

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8 commenti:

  1. complimenti a Marcello Salas, di cuore

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  2. La meditazione, la capacità di prescindere dai concetti formali e la riconsiderazione oggettiva di ciò che ci viene descritta come realtà, restituiscono una visione delle cose in cui il tempo risulta essere solo una convenzione o addittura una gabbia mentale, esattamente come descritto nell'articolo.
    Ho raggiunto facilmente questa consapevolezza perché mi sono accorto che tutte le volte che abbasso la visiera del mio casco, ho sempre la stessa età...

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    Risposte
    1. Ciao paso, concordo pienamente... gabbia mentale era proprio la definizione che cercavo e che rende meglio l'idea del concetto artato del tempo in cui ci fanno vivere.
      Splendida serata. :-)

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  3. Temo però che anche questo modo di prendere consapevolezza su ciò che è stato "studiato a tavolino" possa indurci in una ulteriore gabbia mentale.

    In fondo tutto è calcolato e rivalutato sempre con la "mente"...

    Se io non leggessi questi articoli,se percepissi solo me stessa proiettata in un mondo fuori dove il lavoro mi impedisce di e da dedicarmi del tempo per ascoltarmi,dubito fortemente che mi alzo di mattina e incolperei il sistema,io dovrò lavorare dentro di me prima che fuori...devo prendere la mia consapevolezza interiore che è l'indice di lettura di una mia probabile infelicità!

    Ripeto... credo che la gente stia trovando un ulteriore modo di sfuggire a se stessi incolpando un sistema di cui volente e nolente fa parte.

    L'età è quella che ci portiamo dentro a prescindere dai segni del tempo (e dalle rughe che dovremmo tenerci senza uso di botulino e simili) che fanno comunque parte della bellezza di un tempo vissuto !


    P.s

    Marcello c'è ancora qualcuno pronto a correggere i tuoi scritti?...questa cosa non ebbe risposta o anche qui c'entra il sistema che tanto contestiamo?

    L.
    Buonaserata

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    Risposte
    1. Hai colto un aspetto molto importante e veritiero… sfuggire da se stessi incolpando il sistema evitando quindi di prendersi le proprie responsabilità, almeno nel presente… siamo pieni di gabbie mentali il più delle quali a noi sconosciute.
      Mi trovi quindi d’accordo come sempre a parte la questione età che io non condivido poiché sono convinto che non esista, ma si sa che sono un tipo…
      Riguardo al tuo precedente commento a cui non ho risposto non l’ho fatto per superbia o perché non ero d’accordo, anzi era per l’esatto opposto, ne approfitto in questa circostanza per dirti le mia reazione dell’epoca: anche se io non ritenevo offensivo dovere correggere un articolo scritto di fretta compresi che tu avevi ragione da vendere, ho quindi fatto tesoro delle tue parole e ho lavorato su di me, non dimentico nessuna delle parole-discorsi che scambio con te o con altri che sono sulla mia lunghezza d’onda e quelle tue parole sono state una lezione importante a cui ho legato emozioni di rispetto, lezione che ritengo dover imparare bene… eppure la vita stessa più volte ha cercato di farmelo capire …
      “Mi sono fatto del male nel fare del bene in maniera indiscriminata”(è uno dei miei pensieri che ho scritto di recente e che pubblicherò chissà quando, che si addice al mio modo di fare spesso inadeguato).
      Comunque questo articolo non è stato modificato è rimasto così come mi era “venuto”.
      Grazie Linda di essere passata, dei tuoi splendidi pensieri e… di tutto, ricambio di cuore.
      Splendida vita :-)

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    2. “…personalmente ho compreso che esiste una cura alle molteplici vicissitudini dell’essere umano, non è un rimedio, ne tantomeno un farmaco, non si vede né si può toccare, non costa nulla ma ha un suo prezzo, pervade in ogni cosa dall'atomo all’universo intero, costituisce la stragrande percentuale di tutto ciò che esiste di misurabile (5%) e non (95%), è una forza, è intelligente, dona la vita, è una forma d’energia sconosciuta alla scienza tanto che la definisce oscura, viene anche chiamata forza elettro debole, ma di debole ha solo il nome, essa genera e modifica costantemente la materia, mai nessuno è riuscito a individuarla scientificamente, nonostante ciò l’uomo può accedere ad essa ed usarla, l’uomo la percepisce come un umore, come un sentimento; si chiama AMORE."

      Comunque nemmeno questo articolo è stato modificato è rimasto così come lo hai percepito!

      Non mettermi in una situazione di imbarazzo non ho mai pensato che vi fosse un omissione di risposta dovuta a superbia ma solamente che tu stessi bene e fossi te stesso ...

      Grazie a te...


      L.

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  4. il problema è poi vivere nella società ingabbiata..che ha ben altre percezioni e classificazioni e discriminazioni fatte sulla base dell'età

    RispondiElimina

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