... La coscienza si può cristallizzare nel passato, nella
rappresentazione interna di episodi non gestibili altrimenti …
La coscienza si può cristallizzare nel futuro, mediante
l’immaginazione automatica di situazioni diverse dalla realtà …
Ancora, la coscienza si può congelare in una credenza:
idee politiche, scientifiche, religiose, psicologiche etc. possono influenzare
pesantemente uomini e popoli, alterandone la capacità di esprimere il loro
pieno potenziale.
Logosintesi è il mezzo per riportare tutto al tempo ed al
luogo giusti, ovvero in allineamento con l’Essenza. ...
Per capire che cos'è la logosintesi partiamo dalla prima affermazione:
“Recupero tutta la mia energia legata a
questo ricordo, e la riporto nel posto giusto in me stesso/a”.
Un individuo che
pronunci questa frase dopo aver focalizzato un ricordo doloroso, molto
probabilmente farà un’esperienza memorabile.
Le caratteristiche sensoriali della scena tenderanno a
mutare, facendosi sempre meno definite. Le reazioni corporee ed emotive al
ricordo, quali tensione, rabbia, paura, dolore saranno sempre meno evidenti, ed
in taluni casi scompariranno come neve al sole. Magia?
Per qualcuno potrebbe sembrarlo, invece trattasi
di logos syn thesis ovvero riunire mediante le parole: si richiama quel
frammento del sé che si era “staccato” al momento dell’evento doloroso e che
era rimasto letteralmente congelato nello spazio e nel tempo, dando luogo ad
una sorta di enclave energetica.
Nel 2005 il Dr. Willem Lammers, psicoterapeuta con
esperienza clinica ultratrentennale, ha fatto una serie di scoperte che l’hanno
condotto ad ideare un nuovo modello di auto-aiuto e di cambiamento guidato:
Logosintesi.
Il metodo della Logosintesi
Le radici di questo metodo affondano nelle viscere della
storia umana, in tempi nei quali lo sciamano era considerato il punto di
riferimento del villaggio per le sue capacità di interagire con il mondo del
sovrasensibile. Tra le varie culture sciamaniche troviamo un’idea comune a varie
latitudini: un evento traumatico crea un “frammento d’anima”, una scheggia di
coscienza che si separa e si isola dal tutto per gestire l’evento e le sue
conseguenze. Uno dei ruoli dello
sciamano è quindi quello di aiutare il sofferente, mediante specifici
rituali, nel recupero di quel frammento
così che la sua consapevolezza possa tornare (un po’ più) intera. Inoltre,
spetta sempre all’uomo di medicina la cacciata degli spiriti maligni (leggi:
energia estranea) dalla coscienza dell’individuo.
“Allontano tutta l’energia estranea collegata a questo
ricordo, da tutte le mie cellule, dal mio corpo e dal mio spazio personale, e
la rimando nel luogo e nel tempo a cui realmente appartiene”.
Gli elementi percettivi dell’esperienza dolorosa, che il
soggetto ha inconsciamente trattenuto, vengono finalmente rilasciati in seguito
all’enunciazione di questa frase. L’energia di persone, luoghi, idee, credenze
viene restituita in flusso al legittimo “proprietario”, favorendo un
sostanziale riequilibrio ed una ulteriore presa di coscienza. La frase di
allontanamento costituisce il punto due del processo di Logosintesi, ed è
spesso risolutiva senza essere vanamente consolatoria.
Diversamente da
approcci che cercano di compensare un vissuto doloroso mediante la
reinterpretazione cognitiva, Logosintesi prevede il ripristino della coscienza
(energia) allo stato fluido, ovvero alla possibilità di rispondere alla vita
nei modi più efficaci. Nessun giudizio, nessuna comparazione: dato l’evento X
rimasto cristallizzato nell’orizzonte spazio-temporale, si utilizza il potere
della parola per recuperare il frammento del sé che si è staccato dalla
coscienza
(dissociazione), e per allontanare ciò che non appartiene ed è rimasto come un
ologramma nello spazio personale (introiezione).
A partire dall’accadimento di X e della sua cristallizzazione, l’individuo inizia a reagire ad esso mediante emozioni, sintomi fisici e azioni, che possono coagularsi in schemi cognitivi e comportamentali. Talvolta queste reazioni vanno avanti per anni (si pensi al disturbo post traumatico da stress) e continueranno a farlo fino a quando nella rappresentazione dell’evento non sia stato ripristinato il flusso.
Ecco allora la terza frase di Logosintesi:
“Recupero tutta la mia energia legata a tutte le mie
reazioni a questo ricordo, e la riporto al posto giusto in me stesso/a”.
Dopo l’enunciazione di queste parole il soggetto, che già
aveva trovato sollievo dalla vaporizzazione dell’evento, può smettere di
reagire ad esso
(anche se lo faceva da mesi o anni) realizzando una verità facile da afferrare
cognitivamente solo se la parte più arcaica del cervello è liberata. L’evento appartiene al passato, tuttavia la
sua traccia (che è stata bonificata grazie alle prime due frasi) veniva reiterata continuando così a
generare reazioni inutili e spesso dannose. L’individuo ha così elaborato
qualcosa fino ad allora indigesto, ha smesso di reagire in modo meccanico ad un
evento del passato ed ha a disposizione il suo potenziale di consapevolezza
(che varia da persona a persona) per poter vivere il presente.
I quattro principi
della Logosintesi
La Logosintesi è strutturata su quattro principi
fondamentali che illustrano l’origine della sofferenza umana, il modo con il
quale si perpetua ed una via per uscirne.
1. La sofferenza deriva da una perdita di contatto con l’Essenza, la
natura spirituale dell’essere umano.
2. Introiezioni e parti dissociate creano e mantengono questo stato di
disconnessione.
3. Introiezioni e parti dissociate sono ologrammi congelati presenti
nello spazio di percezione.
4. Il potere della parola permette di dissolvere questi ologrammi,
riportando l’energia in flusso.
La possibilità di manifestare la coscienza è il tratto
peculiare dell’essere umano. Possiamo definirla come la capacità di comprendere
ciò che accade, oltre che ad influenzarlo. La coscienza varia in base all’età,
alle esperienze pregresse, alle caratteristiche genetiche ed alle memorie
genealogiche, alle attitudini e alle abitudini cognitive e comportamentali.
Inoltre, la consapevolezza cambia anche in base ai periodi, alle fasi della
vita, alle situazioni contingenti ed a chissà quanti altri possibili fattori di
influenza. La tendenza è quella di una evoluzione della coscienza partendo
dalla nascita (o dal concepimento?) fino all’età adulta. Ciò che può turbare un
bambino è spesso fonte di ilarità per un adulto.