by Antonio Dessì
Nell’ambito
delle dipendenze, sempre più attenzione, a partire dagli anni 90, è stata data
alle dipendenze da internet. Con l’andare del tempo la vita virtuale si è
proposta per tante persone come estensione e “spazio di vita“, sottraendo sempre più elementi emotivi e relazionali
alla vita reale. Parliamo di dipendenze da internet,
una forma di dipendenza “senza droga“, che ha destato molta attenzione e tante riflessioni
nella comunità scientifica internazionale.
In particolare la persona che soffre di
una dipendenza da internet, molto spesso con scarso insight (consapevolezza) e
con l’illusione di poter controllare e smettere il comportamento quando vuole
(un po’ come per tutte le altre dipendenze “Posso smettere di fumare quando
voglio“, “Da domani non mi faccio più” …) presenta alcune
caratteristiche generali, anche se non
necessariamente tutte le persone che ne soffrono presentano tutti i criteri. Inoltre non necessariamente tutte le persone che
presentano caratteristiche tipiche delle dipendenze da internet riconoscono di
avere un problema, proprio per il fatto che l’invasione delle tecnologie ha
reso più socialmente accettabile tale comportamento. Il problema non è
tanto sulla quantità, ma l’effetto e la motivazione (a volte anche
inconsapevole) che spinge la persona a drogarsi di “like” o attività su
internet.
Nelle dipendenze da internet
tendenzialmente si vive con preoccupazione
o comunque con attivazione (pensieri,
emozioni …) il dominio legato a tutte quelle
che possono essere le manifestazioni del web prescelte(chat, se il soggetto utilizza questo strumento,
facebook, twitter, Instagram, E-bay, giochi on-line…). In particolare la
preoccupazione spesso è legata all’essere
a conoscenza di tutto ciò che è successo e
di non essersi persi niente. E’ un po’, in tanti casi, la trasposizione sul web
di un sentimento di inadeguatezza e di esclusione. Questa predisposizione
comporta lo sviluppo di un elemento essenziale nella psicologia delle
dipendenze, ovvero la tolleranza, che nel caso delle dipendenze da internet si
sviluppa con un aumento del tempo dedicato al web.
Il soggetto ha la tendenza a controllare di continuo
l’attività web prescelta,
con accessi continui sul proprio profilo. L’aspetto più interessante è legato
al fatto che tale attività spesso porta ad una graduale
chiusura in sé stessi ed una messa in secondo piano
delle relazioni sociali. E’ spesso nelle relazioni di coppia che questo tema
emerge come tema di conflitto, dove il /la partner vede costantemente il
partner dipendente concentrato/a sulle attività sul web, disinvestendo così
dalla relazione reale. Nella mente del dipendente possono esserci dei momenti
in cui pensa di poter ridurre la sua attività sul web, e il fallimento rinforza
il sentimento di inefficacia. In alcuni casi, anche se i social network sono
sempre più socialmente accettati e parliamo più di chat a contenuto erotico,
giochi d’azzardo ecc… il soggetto può tentare di nascondersi agli altri rispetto alla sua attività. I continui accessi al web possono comportare
difficoltà sul lavoro o nello studio, sia per quanto concerne i tempi
utilizzati, sia per l’impatto emotivo (pensiamo ai social network) possono
avere.
LA SINDROME DEL LIKE. Facebook e altri Social network non sono necessariamente dei mostri da evitare, ma anzi, possono rappresentare un utile strumento di comunicazione. Come tutti sappiamo, molto spesso questi social network sono caratterizzati per tante persone dall’accumulo di amicizie virtuali, a volte che si dimentica pure di avere in lista. Diventa una vetrina dove sbirciare, dove flirtare, dove mangiare il tempo … uno spazio che lentamente si rende disponibile per essere utilizzato, e nei casi di Internet Addiction, nel consentire ad una persona di esprimere un proprio disagio emotivo attraverso una dipendenza.
La sindrome
del Like è piuttosto interessante. Uno
studio dell’Università del North Carolina mette in evidenza come il sistema dei
Like in realtà rappresenti da un punto di vista neurobiologico una montagna di
scariche di dopamina, un neurotrasmettitore che tra tutte le sue funzioni è
coinvolto nelle dipendenze e nei sistemi di gratificazione. Alcune persone sono
particolarmente sensibili al mondo del social network, per svariati motivi, e i
social si impossessano di loro attraverso il loro funzionamento. Postare
commenti, foto, ed attendere con trepidazione i “like”. Si, molte volte “Like” da persone che nemmeno si conoscono, ma che fanno scattare la persona ad ogni trillo
sullo smartphone. A volte tutto questo si traduce in una fonte di gioia, a
volte in una fonte di frustrazione se non se ne sono ricevuti abbastanza (sulla
base del criterio che la persona stabilisce).
Estasi digitale, tanto che le ricerche parlano di circa 21 milioni di utenti in Italia, che si aggiudica la prima posizione nell’utilizzo
dei social network.
Ma con chi si è connessi?Sicuramente con persone che si conoscono personalmente
ma anche con tante che non si conoscono e sono li a riempire liste. Perché
diventa così importante collezionare friends? Probabilmente facebook non nasce
con questo proposito, ma sono le persone che ne hanno fatto questo utilizzo.
Facebook, Twitter, Instagram (per citare i più conosciuti), diventano per
alcune persone “le persone” da salutare la mattina quando si beve il caffé, “le
persone” che accompagnano la giornata, “le persone” che stanno vicine sino a
quando non si spegne la luce per dormire. Molte volte trascurando le
persone reali, e così, le persone che ne sono dipendenti e che si lasciano
intrappolare da questo sistema aumentano progressivamente il tempo in
rete tanto da compromettere la propria vita reale; se non possono connettersi
soffrono, diventano irritabili fino a stati di agitazione o depressione.
“Ci
sono anche io“, così sembrano dire le storie di tanti
dipendenti da social network. Così, vicino agli amici in carne ed ossa, durante
un pranzo di famiglia, durante il lavoro, con il/la propria/o partner si
sacrificano momenti di contatto reale. Si è più abituati a guardare il riflesso
degli schermi degli smartphone e quegli odiosi like, montagne di click a volte
messi a caso o con superficialità, che guardare negli occhi una persona reale o
affettivamente importante. Probabilmente poco importa una chiacchierata con il
vicino di ombrellone al mondo di Instagram, ma quello che emerge è che diventa
importante che in quella spiaggia ci sia una buona connessione ad internet.
Così se manca per una giornata, il dipendente da social si trova a dover fronteggiare stati di nervosismo e frustrazione. Un vissuto di esclusione rispetto ad un mondo
che in quel momento ha smesso di esserci.
Ma forse, così come dicono alcuni studi,
l’area su cui fa leva il social network e la like-addiction sta proprio nella
lettura della scarica di dopamina da un punto di vista neurobiologico e sistemi
di gratificazione da un punto di vista più psicologico. Un “mi piace” equivale,
biochimicamente parlando, a ingurgitare cibi che adoriamo, a fare sesso e,
purtroppo, a assumere sostanze psicotrope.
Uno studio svedese mette in evidenza
come per gli utilizzatori dei social network il 77% legge gli aggiornamenti di
status, il 69% mostra incoraggiamento e il 66% far sapere agli altri che
si ha un interesse per loro.
Il comportamento di controllare
costantemente le notifiche e il desiderio di like a post o foto sia il modo
principale per verificare la percezione che gli altri hanno della persona. Così
viene descritto nello studio. Anche da un punto di vista motivazionale, spesso
si innesca un meccanismo di competizione. Piacere di più rispetto ad altri, a
tutta questa schiera di “amici” che a volte di sfuggita mettono un “like”,
contribuiscono alla creazione di un’identità online. Nel mondo virtuale poco
importa se uno è timido o egocentrico, se affettivamente funziona o se è
algido. Il social diventa un palcoscenico dove mettersi in gioco. Poco cambia
dalla realtà, ma forse guardare uno schermo di uno smartphone è più semplice
che guardare gli occhi di una persona. E così, commentare, scherzare,
notificare diviene sempre più semplice.
Così il social diventa spesso un nido su
cui stare, lontani da una vita reale a volte frustrante, a volte che non si sa
gestire. Le possibilità sono tante sulla base del senso e il significato che
ogni persona, che soffre di dipendenza da internet, ha.
http://antonio-dessi.blog.tiscali.it/2015/04/01/ma-con-chi-si-connettono-la-dipendenza-da-social-network/
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