Dr Claudio Colombo: e se la teoria dei microbi fosse sbagliata?
Interessantissima esposizione del dr Claudio Colombo, omeopata, che avanza il dubbio: e se la teoria dei
microbi fosse sbagliata? Non è il solo a sospettarlo, come già presentato in
altri articoli su questo sito.
Una mia riflessione: la realtà non è “fissa” ma mutevole, come appare
anche dall’opera dei microrganismi nel nostro corpo, come leggiamo nel seguito,
che mutano, a seconda delle condizioni. Non esiste, quindi non siamo, materia
solida, come la ricerca quantistica postula da decenni. L’uso del dispositivo
SCIO, è una pratica molto utile per comprenderlo ed esperirlo.
dr
Claudio Colombo
Uno
dei padri fondatori della “Teoria dei
Germi della Malattia” fu il chimico francese (e non medico) Louis Pasteur. Il concetto da lui codificato, e
cioè che i batteri sono la causa di malattie specifiche, è stato ufficialmente
accettato come il fondamento della medicina allopatica e della microbiologia
verso la fine del 1800 in Europa e poi nel mondo intero.
Tale
teoria ovviamente fu accolta a braccia
aperte dall’establishment medico-scientifico e dal nascente cartello
farmaceutico che si stava organizzando attorno all’Associazione dei medici
americani (A.M.A.), perché diede origine
non solo alle vaccinazioni di massa ma anche allo sviluppo dei farmaci di
sintesi.
Analizzando
l’evoluzione delle teoria microbica è doveroso inquadrarla nella sua giusta
prospettiva filosofica e porla nel contesto di filosofia biologica che dominava
in quel periodo. Il XIX°
secolo fu infatti il secolo del grande sviluppo scientifico, nel quale avvenne
il grande capovolgimento delle idee
sulla malattia, la salute, la guarigione, la biologia stessa.
Fu il secolo per esempio della teoria evoluzionistica di Charles Darwin.
Di conseguenza quando il francese Louis Pasteur e il tedesco Robert Koch fecero la loro comparsa con la teoria dei microbi, avvenne la perfetta fusione con la filosofia biologica: nacque il germe maligno che invadeva il corpo, annientava le difese, si moltiplicava nei tessuti, proliferava, causava infezioni, malattie e distruggeva alla fine l’organismo. Cosa può desiderare di più una medicina sintomatica basata su una velenosa e tossica farmacopea, sempre più nelle mani delle lobbies?
Di conseguenza quando il francese Louis Pasteur e il tedesco Robert Koch fecero la loro comparsa con la teoria dei microbi, avvenne la perfetta fusione con la filosofia biologica: nacque il germe maligno che invadeva il corpo, annientava le difese, si moltiplicava nei tessuti, proliferava, causava infezioni, malattie e distruggeva alla fine l’organismo. Cosa può desiderare di più una medicina sintomatica basata su una velenosa e tossica farmacopea, sempre più nelle mani delle lobbies?
E
le case farmaceutiche possono desiderare qualcosa di meglio, di malattie
provocate da un “essere” non visibile ad occhio umano che può essere ucciso
solo da veleni chimici?
Secondo la batteriologia moderna, i microbi sono ovunque,
onnipresenti, vivono costantemente assieme a noi e dentro di noi. Viviamo tra
loro, siamo totalmente e completamente dipendenti dai batteri. Sono con noi
dalla nascita alla morte.
Se
analizzassimo al microscopio una qualsiasi sezione del corpo, la pelle, le
membrane mucose, le cavità, ecc. vedremmo milioni di questi microrganismi: il
tratto gastrointestinale del neonato, per esempio, non presenta batteri, ma nel
giro di qualche ora se ne riempie. Quindi i batteri costituiscono una realtà positiva e non possono
essere la causa della malattia, almeno non nel senso convenzionale del termine:
possono complicare certamente le malattie, ma non ne sono la causa! La vita senza batteri sarebbe impossibile su questo
pianeta: agiscono infatti da “spazzini” riducendo la struttura
molecolare complessa in una più semplice, operano fenomeni di scissione.
Nel terreno i batteri fissano l’azoto presente nell’aria e lo
convertono in nitrato necessario per l’assorbimento delle piante che poi grazie
a questo potranno fornire le importantissime proteine vegetali… L’essere umano
assimila le sostanze nutritive (vitamine, minerali, oligoelementi) che sono
alla base della vita, contenute negli alimenti, perché il nostro intestino contiene circa 120000 miliardi
di microrganismi (la cosiddetta “flora batterica”). I batteri,
come è stato detto prima, fungono da veri e propri “spazzini” che riducono i
tessuti morti o malati e non hanno alcuna influenza invece sui tessuti e sulle
cellule vive! Il fatto che i microbi siano incapaci di penetrare i tessuti sani
dovrebbe illuminarci sul fatto che qualunque sia il ruolo che giocano i batteri
nella produzione di alcuni tipi di malattia, sono sempre fattori secondari e
mai primari. Non possono annidarsi
nell’organismo, se non quando questo è stato sufficientemente alterato
da altre cause per permettere questa intrusione.
I batteri non sono la
causa della malattia, anche perché dal punto
di vista igienistico, la malattia non è qualcosa che arriva dall’esterno o che
è provocata da qualcosa, è un processo biologico che viene messo in atto dal
corpo stesso, con
l’obiettivo di eliminare le tossine che stanno inquinando pericolosamente
l’organismo stesso. Tutto questo lo aveva scoperto un contemporaneo di Pasteur,
il francese Antoine
Bèchamp. Questo batteriologo fece delle scoperte così straordinarie che
“giustamente” vennero dimenticate dalla scienza proprio perché quest’ultima ha
appoggiato in toto Pasteur.
Bèchamp
ha spiegato il processo della fermentazione per quello che è: un processo di
digestione di microrganismi; è stato il primo a descrivere il sangue non come
liquido ma come tessuto fluente. Bèchamp ha scoperto i microzimi (chiamati
anche somatidi) e che i germi, sicuramente sono il risultato e non la causa della malattia.
Ma nelle Università si studia Pasteur e non Bèchamp…
I microbi mutanti
Intorno agli anni ’30 e ’40 del secolo scorso, il dottor Royal Raymond Rife con il microscopio che prese il suo nome, ha dimostrato che i germi sono il risultato delle malattie e non la causa. Ma non si limitò a questo, perché riuscì a dimostrare la capacità dei microrganismi di modificarsi dal livello (o forma) di batterio a quello di fungo per giungere all’ultimo stadio: la muffa.
Il dottor Rife identificò ben 10 famiglie nello spettro dei microrganismi, all’interno delle quali, un membro qualsiasi poteva trasformarsi in qualcos’altro a seconda del terreno biologico. Quindi i batteri sono in grado di operare mutazioni in presenza di talune condizioni interne dell’organismo e infatti, ricerche scientifiche hanno dimostrato che cambia prima l’organismo e secondariamente i batteri.
Intorno agli anni ’30 e ’40 del secolo scorso, il dottor Royal Raymond Rife con il microscopio che prese il suo nome, ha dimostrato che i germi sono il risultato delle malattie e non la causa. Ma non si limitò a questo, perché riuscì a dimostrare la capacità dei microrganismi di modificarsi dal livello (o forma) di batterio a quello di fungo per giungere all’ultimo stadio: la muffa.
Il dottor Rife identificò ben 10 famiglie nello spettro dei microrganismi, all’interno delle quali, un membro qualsiasi poteva trasformarsi in qualcos’altro a seconda del terreno biologico. Quindi i batteri sono in grado di operare mutazioni in presenza di talune condizioni interne dell’organismo e infatti, ricerche scientifiche hanno dimostrato che cambia prima l’organismo e secondariamente i batteri.
In
Scozia nell’Università di Edimburgo per esempio, attraverso l’osservazione di
pazienti è stato dimostrato che la
flora batterica cambiava nel giro di poche ore parallelamente allo stato di
salute del paziente stesso. Nel giro di minuti o qualche ora i
batteri dentro e sul corpo si trasformavano proprio per il cambiamento
verificatosi all’interno dell’organismo.
Dai somatidi ai virus?
Dal punto di vista biologico i virus non soddisfano i requisiti che deve possedere un organismo vivente: non respirano, non digeriscono e non hanno alcun metabolismo. Sono semplicemente delle molecole di DNA (informazione) ricoperte da una membrana proteica. Quindi biologicamente parlando i virus non sono esseri viventi, non possono interagire con le cellule vive, ma solo con quelle morte.
Dal punto di vista biologico i virus non soddisfano i requisiti che deve possedere un organismo vivente: non respirano, non digeriscono e non hanno alcun metabolismo. Sono semplicemente delle molecole di DNA (informazione) ricoperte da una membrana proteica. Quindi biologicamente parlando i virus non sono esseri viventi, non possono interagire con le cellule vive, ma solo con quelle morte.
Parlare
quindi di “virus vivo” o di “virus
morto” è un falso biologico. Quando invece sentite parlare di
“virus attenuati” (come nel caso dei vaccini) sappiate che l’attenuazione si
ottiene ricoprendo la proteina tossica (cioè il virus) di formaldeide che è già
di per sé una sostanza cancerogena.
Con
il suo microscopio il dottor Rife
dimostrò che nel sangue di ogni essere vivente vi sono dei piccoli puntini
chiamati “somatidi” o “microzimi”. I somatidi sono microscopiche forme di vita subcellulare in grado
di riprodursi. Se l’ambiente che circonda le cellule, cioè il terreno biologico, diventa acido, inquinato
dalle tossine, questi puntini si legano tra loro e si modificano in virus,
batteri o funghi a seconda della situazione. Il loro lavoro,
come abbiamo visto, è quello di ripulire il terreno dai tessuti morti e
inquinati. Se invece il terreno biologico
è alcalino, i somatidi non si trasformano e i batteri non possono proliferare.
Tratto
da: thelivingspirits
Via: https://ununiverso.it/2018/03/12/dr-claudio-colombo-e-se-la-teoria-dei-microbi-fosse-sbagliata/
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