I SOCIAL NON SONO PIU’ SOCIAL!!
I tempi cambiano... i social pure
Alle
origini i social network erano nati per creare “nuove relazioni sociali e
lavorative”, e una nuova modalità di comunicare, REAL TIME e INTERATTIVA.
I punti
di partenza quindi erano la comunicazione, la diffusione di contenuti e
notizie, la possibilità di interagire in tempo reale con persone in qualunque
parte del mondo e in qualsiasi momento in tempo reale.
Non
solo il tempo doveva essere REAL. Anche le informazioni, i contenuti, gli
attori.
L’interazione
prevedeva uno scambio effettivo e reale. Con persone REALI. Poteva
aiutare nel lavoro, nel creare nuove amicizie, nel partecipare ad eventi, nel
conoscere nuove realtà, acquisire informazioni. Sociali. Reali.
Probabilmente
alle origini, Facebook aveva pressochè questo obiettivo e questo significato.
In
effetti, sempre alle origini, Facebook stava assumendo forti connotazioni informative.
Testate e giornalisti di tutto rispetto
hanno iniziato ad entrarci, e con essi associazioni di consumatori, stampa
alternativa, controinformazione, customer care di grandi aziende.
Il
presupposto era proprio la dialettica, l’interazione, la domanda e la risposta.
In tempo reale.
Poi nel frattempo sono successe un po’ di cose.
I
social hanno iniziato a suscitare un forte interesse economico.
Le
aziende e le multinazionali hanno intuito le potenzialità di questi
potentissimi mezzi di comunicazione e qui è iniziata la trasformazione.
In parallelo le stesse lobbies, le stesse
aziende, hanno iniziato a capire molto bene i pericoli di un social di questo
tipo.
Le
minacce per dirla con linguaggio di marketing.
Facebook ha iniziato a dare fastidio a
qualcuno….
è diventato un media di informazione
alternativa, talvolta di controinformazione.... è
diventato un media esposto a milioni di utenti dove lamentarsi di aziende e di
pratiche commerciali scorrette.
Capire
le potenzialità e le minacce di questo media così diffuso a livello mondiale,
ha fatto scatenare subito una serie di misure e contromisure, mirate a creare
il grande INGANNO dei social!
Su Facebook sono stati introdotti
meccanismi di super next product e big data analysis mirati ad intercettare i
termini utilizzati dagli iscritti per selezionare messaggi pubblicitari personalizzati.
Questo
per incrementare le vendite e aumentare a dismisura introiti delle
multinazionali.
In parallelo sono
stati introdotti algoritmi mirati a filtrare post “ troppo intelligenti” o
scomodi.
Si è
cercato di scoraggiare le persone a scrivere ed esprimersi troppo :
l’introduzione degli sfondi per attirare i likes, altro non è che una modalità
per limitare la comunicazione libera.
Se scrivi tanto sarai invisibile.
Se
scrivi poco puoi colorare le parole e limiti comunicazioni potenzialmente pericolose
perché troppo articolate.
Il livello del social si è fortemente
abbassato.
A fine
del 2017, su dichiarazione dello stesso Zuckerberg sono stati volutamente
ridotti i contenuti informativi e introdotti quelli interattivi.
I giornalisti di spessore e le testate alternative stanno
iniziando ad abbandonare facebook…
Il
target si è abbassato, l’interazione anche…
Del
resto il social stava rischiando di
diventare troppo intelligente, di unire troppe persone, di fare troppo contro
informazione.
Insomma iniziava a dare un bel po’ fastidio
Così
fastidio che allora gli investimenti si
sono spostati su un social molto
diverso: Instagram!
Io
stessa all’inizio non riuscivo a capirne bene la logica, non mi convinceva, ma
per curiosità ho iniziato ad entrarci e a postare.
Instagram è un social dove si
possono postare solo foto. Si può comunicare qualcosa, ma la foto è
imprescindibile e si parla tramite hashtag che per loro natura riducono
incredibilmente la possibilità di esprimersi in modo sensato e di trattare argomenti
di un certo livello.
Nulla può essere articolato. Prevale
l’immagine, nessuno legge i contenuti, gli hashtag servono per
ottenere follower!
E qui
entra in gioco la spietata e incredibile logica di business su cui si basa
Instagram.
Ebbene
si!
Su Instagram chiunque può diventare famoso!
è così!
senza fare troppa fatica, senza essere particolarmente intelligenti, senza
essere particolarmente istruiti, senza essere troppo capaci, senza essere
troppo determinati, su Instagram chiunque può diventare famoso.
Basta applicare quattro regoline banali
banali in croce e ops!
Sei famoso! Sei ricco!
Come? Beh ovviamente acquisendo followers
Followers attenzione… non più amici eh..
SEGUACI… proprio come nelle sette americane.. termine che fa orrore ma si è
così!
E cosa
fanno i seguaci in una setta? Esattamente quello che fanno i followers su
Instagram: arricchiscono il leader carismatico diventando seguaci… mettendo
like, incrementando costantemente il numero di ADEPTI
I
seguaci, gli adepti NON INTERAGISCONO. Seguono. Punto.
Il
leader non ha interesse ad interagire: dall’alto posta la sua foto, dichiara la
sua dottrina e si aspetta likes e follower.
I
follower non sono potenziali amici, non servono per interagire, non sono
conoscenti, non sono mirati a socializzare
I
follower sono semplicemente numeri che superata una determinata soglia, faranno
arricchire il LEADER.
più follower consegui, più vieni
intercettato da aziende, da multinazionali, da siti di e-commerce per diventare
SPONSOR.
E’
tutto molto semplice in apparenza: chiunque può postare contenuti e foto di
dubbio gusto per attirare target di un certo tipo.
Chiunque
può mettere likes a caso e iniziano a seguire persone a caso persone solo
affinchè dall’altra parte ricambino. (salvo ritirare il follow due secondi
dopo)
Chiunque
può iscriversi ad app studiate per incontrare persone, fare amicizia o
intraprendere relazioni e promuovere in maniera subdola e occulta o anche in
chiaro il proprio profilo instagram per farsi seguire.
Beh a
questo punto potete dirmi: beh quindi? chi se ne frega, se qualcuno trova il
modo per fare i soldi così, beh è lecito no?
Ahimè
ho scoperto mio malgrado e navigando parecchio tra un social e l’altro che la realtà è molto più inquietante,
triste, desolante.
Negli
anni 90, chi studiava e faceva l’università aveva prospettive leggermente più
rosee per entrare nel mondo del lavoro.
D’altro
canto però aveva a che fare con una grande e numerosissima concorrenza: era
figlio del baby boom degli anni 70, per fare carriera e ottenere posti di livello
e arricchirsi doveva laurearsi, prima degli altri, con votazioni migliori,
magari fare un master, e poi lavorare, lavorare lavorare.
Per le
donne ancora peggio: si entrava in un mondo ancora maschile e maschilista;
doppia fatica, doppio lavoro, dimostrare, dimostrare, dimostrare.
Mentre
facevi l’università, capitava di essere in famiglie non esattamente benestanti…
che facevano sacrifici per far studiare i figli
.. e li
molti dovevano arrotondare… facendo ripetizioni, lavorando nelle biblioteche,
come baby sitter, oppure nei call center.
Non
esistevano i social.
Arrotondare
significava lavorare nel mondo REALE
Era
necessaria presenza fisica, capacità di comunicare, di parlare, di scrivere e
di interagire con persone di diverso tipo e di tutti i livelli sociali.
Era
necessario mettere a frutto le proprie capacità, gli skills acquisiti, le
attitudini personali..
Era
necessaria costanza e anche un bel po’ di tempo!
Ora non
so, forse sto davvero facendo un discorso da “vecchia”, da una che non ha
capito come è cambiato il mondo o che, ancora peggio non accetta che sia
cambiato così.
La
sensazione è che le persone oggi siano abituate o comunque rincorrano a tutti i
costi il mito dei soldi facili; che utilizzino l’alibi del “manca lavoro” per
trovarne uno che costi il minor sforzo possibile che abbiano famiglie che
coprono loro le spalle, pagando case, macchine di lusso, scuole costose, abiti
costosi, accessori costi, palestre costose, divertimenti di ogni genere e tipo,
viaggi in posti che ho visitato solo quando ho iniziato a lavorare 12 ore al
giorno…
e poi… di
che lavoro parliamo se si tratta di qualcosa basato sull’inganno? basato sulla
facilità di acquisire amicizie di persone non sempre consapevoli dei meccanismi
sottostanti e quindi facilmente manipolabili?
Che lavoro è un lavoro che si basa sul
nulla, diseducativo, che non insegna alcuna professione che non si basa su
conoscenze effettive e su esperienze acquisite?
Detto
ciò, forse sono INGENUA, ma continuo ad essere un’inguaribile OTTIMISTA.
Continuo
a pensare che i social siano davvero dei mezzi potenti che potrebbero cambiare
il mondo in meglio, far circolare informazioni, creare opportunità avvicinare
le persone.
Continuo
a sperare che le nuove generazioni che si stanno affacciando ora a questo universo
vasto e tentacolare, riescano davvero a comprenderne le logiche di
funzionamento, i tranelli, gli inganni ma anche le incredibili potenzialità
Continuo
a sperare che si scardinino certi meccanismi viziosi a favore di meccanismi
virtuosi, di maggiore libertà di informazione e di espressione, di possibilità
di dialogare con un mondo che non conosciamo, di scambiare idee, di crescere
come società civile
Continuo
tutto sommato a sperare che i mezzi che al momento sono diventati lo strumento delle
lobbies e dei centri di potere per schiavizzarci, omologarci e renderci sudditi
di un sistema perverso mirato a renderci innocui e incapaci di reagire, possano
diventare invece un metodo per creare davvero dei network di persone capaci di
CAMBIARE qualcosa, di CREARE qualcosa.
Tratto da post condiviso su varie pagine Facebook
Vedi anche:
Tutto è un medaglia,c'è sempre la doppia faccia ,ed il problema è che questa medaglia chiamata Vita ,dove una faccia è rivolta al bene e l'altra al male ha bisogno di esistere nel suo insieme.
RispondiEliminaHo visto molte persone giocare a sorte per questa medaglia,senza minimamente capire che il bene fosse un male ed il male fosse un bene...Comunque vivi la medaglia o vedi la stessa devi evolvere in tutte e due le facciate!!
Molto interessante l'articolo,davvero...grazie
L.