di : Dionidream
PARACETAMOLO. STUDIO DIMOSTRA
CHE IL FARMACO PIU’ VENDUTO AL MONDO ELIMINA L’EMPATIA E LE EMOZIONI POSITIVE
Secondo i dati del ministero della salute il
farmaco più venduto in Italia è a base di paracetamolo, l’antidolorifico
e antipiretico più comprato dagli italiani però può avere gravi effetti
collaterali: i dati di uno studio
condotto presso l’Ohio State University
e l’Istituto Nazionale della Salute statunitense (NiH) dimostrano che il paracetamolo inibisce il sentimento di
compassione ed il coinvolgimento emotivo nei confronti del dolore e della
sofferenza altrui,
in altre parole, il paracetamolo toglie l’empatia.
I più noti effetti collaterali del paracetamolo
sono legati all’intossicazione
del fegato e dei reni, basti
pensare che 10 grammi di paracetamolo possono essere letali,
negli
Stati Uniti e nel Regno Unito l’avvelenamento da paracetamolo è la più comune
causa di insufficienza epatica fulminante.
Lo studio, condotto dal Dr. Mischkowski, ha voluto
analizzare un effetto collaterale ancora poco evidente e poco discusso (per
ora) ossia i danni che il paracetamolo provoca a livello relazionale, emotivo e
comunicativo.
Il
paracetamolo oltre ad eliminare il dolore “fisico” elimina anche la nostra percezione della sofferenza altrui,
ossia elimina l’empatia.
Cosa si intende per Empatia?
Il termine è composto da en: dentro e phatos: dolore, con empatia
si intende la capacità di percepire il dolore dell’altro e la capacità di
partecipazione e quindi di comprensione della sofferenza altrui.
L’empatia è da sempre tema di studio di varie
discipline scientifiche, dalle neuroscienze all’antropologia, passando per
psicologia e sociologia.
“L’empatia è
concepita come la capacità di immedesimarsi con gli stati d’animo e con i
pensieri delle altre persone sulla base della comprensione dei loro segnali
emozionali, dell’assunzione della loro prospettiva soggettiva e della
condivisione dei loro sentimenti”.
Silvia Bonino, psicologa e psicoterapeuta
Silvia Bonino, psicologa e psicoterapeuta
“L’empatia è quella
capacità di intendere l’altro al di là della comunicazione esplicita”.
Umberto Galimberti, filosofo
Umberto Galimberti, filosofo
L’empatia è la meravigliosa capacità (innata) che
abbiamo di percepire e
partecipare alle sofferenze altrui, è il nostro modo di sentire
che l’altro esiste e nella sua sofferenza, riflessa attraverso il nostro
sentire empatico, ne avvertiamo il dolore.
Nel riconoscimento del dolore altrui, come conseguenza
si possono (si dovrebbero) innescare processi di solidarietà, aiuto,
compassione, azioni volte al bene e quindi al superamento di quella sofferenza
che, sebbene di altri sappiamo e sentiamo che potrebbe essere anche nostra.
La ricerca condotta dal Dr. Mischkowski, è uno studio a doppio cieco,
svolto su oltre 200 studenti universitari volontari sottoposti a diversi test
psicologici che hanno messo alla prova il loro livello di empatia, valutato
secondo il loro maggior o minor coinvolgimento a situazioni dolorose di terzi.
- A metà è stata somministrata una dose di 1.000 mg di paracetamolo e
- all’altra metà un placebo.
I risultati hanno mostrato che coloro che avevano
preso il paracetamolo avevano meno capacità di sentire il dolore
di chi stava intorno. E non è tutto. Il
farmaco è in grado anche di diminuire la percezione delle emozioni positive e
quindi può assopire la nostra emotività. I ricercatori stanno ora testando
l’ibuprofene per vedere se i risultati sono gli stessi.
Il Dr. Dominik Mischkowski afferma:
“I nostri risultati suggeriscono che il dolore di altre
persone non sembra un grosso problema quando hai assunto paracetamolo. Il
paracetamolo può ridurre l’empatia.”
Il co-autore dello studio, il
dottor Baldwin Way ha dichiarato:
“L’empatia è importante. Se stai discutendo con il tuo
coniuge e hai appena assunto paracetamolo, la nostra ricerca suggerisce che ci potrebbe essere meno
comprensione nei confronti dei sentimenti del tuo partner.”
I risultati dimostrano che quando si assume
paracetamolo si è maggiormente estraniati e insensibili al dolore e alla sofferenza altrui.
Questa ricerca solleva importanti domande sull’impatto sociale del
paracetamolo.
Quali saranno le conseguenze di una popolazione non empatica?
La riduzione dell’empatia provocata dal
paracetamolo solleva preoccupazioni sugli effetti collaterali a livello sociale
di ampia portata, considerata anche la grandissima diffusione di questo
principio attivo, negli Stati Uniti un quarto della
popolazione assume settimanalmente il principio attivo in questione.
Le implicazioni non si fermano ad un affievolimento
di un mero sentimento compassionevole fine a sé stesso, l’empatia ha un ruolo sociale di
cruciale importanza, la partecipazione emotiva ed il
riconoscimento dell’altro sono colonne portanti del nostro vivere in società,
nel mondo e per il mondo.
“L’empatia per
il dolore di altre persone è particolarmente vitale nei processi di rilevanza
sociale in quanto regola il comportamento
prosociale e antisociale, ad esempio, l’empatia con un’altra sofferenza è
considerata un importante innesco di azioni prosociali e allo stesso modo,
l’empatia per il dolore di un altro può frenare il comportamento aggressivo.”
Daniel Batson, sociopsicologo
Daniel Batson, sociopsicologo
L’empatia è molto più rivoluzionaria di
quello che si può pensare, uno tra i più noti economisti americani, Jeremy Rifkin, vede
proprio nell’empatia una possibile soluzione alla crisi globale. Rifkin, parla
di “homo empaticus”, proprio per definire un nuovo tipo di umanità protagonista
di una nuova era: l’era dell’empatia.
Solo con l’empatia si può superare il
tecnocentrismo razionale autoreferenziale dell’era della ragione.
“I benefici che
traiamo dall’empatia sono incalcolabili. Se la
natura umana è effettivamente materialista, egoista, utilitarista e orientata
al piacere, ci sono ben poche speranze di risolvere il paradosso
empatia-entropia.
Ma se invece la natura umana, a un livello più fondamentale, è predisposta all’affetto, alla comunione, alla socialità e all’estensione empatica, c’è la possibilità di trovare una soluzione che ci permetta di ripristinare un equilibrio sostenibile con la biosfera.
Un’idea radicalmente nuova di natura umana sta lentamente emergendo e acquistando forza, con implicazioni rivoluzionarie sul modo in cui, nei secoli a venire, interpreteremo e organizzeremo le nostre relazioni sociali e ambientali.
Abbiamo scoperto l’Homo empaticus.”
Jeremy Rifkin, economista ed attivista
Ma se invece la natura umana, a un livello più fondamentale, è predisposta all’affetto, alla comunione, alla socialità e all’estensione empatica, c’è la possibilità di trovare una soluzione che ci permetta di ripristinare un equilibrio sostenibile con la biosfera.
Un’idea radicalmente nuova di natura umana sta lentamente emergendo e acquistando forza, con implicazioni rivoluzionarie sul modo in cui, nei secoli a venire, interpreteremo e organizzeremo le nostre relazioni sociali e ambientali.
Abbiamo scoperto l’Homo empaticus.”
Jeremy Rifkin, economista ed attivista
Riferimenti
1. Dominik Mischkowski, Jennifer Crocker and Baldwin M. Way. From painkiller to empathy killer: acetaminophen (paracetamol) reduces empathy for pain. Soc Cogn Affect Neurosci. 2016 Sep; 11(9): 1345–1353.
2. Batson D. The Altruism Question: Toward a Social-Psychological Answer, Psychology Press, 1991
3. Bonino S. Dizionario di psicologia dello sviluppo, Einaudi, 1994
4. Galimberti U. Dizionario di psicologia, Utet, 1992
5. Rifkin J. La Civiltà dell’Empatia, Mondadori, 2010
1. Dominik Mischkowski, Jennifer Crocker and Baldwin M. Way. From painkiller to empathy killer: acetaminophen (paracetamol) reduces empathy for pain. Soc Cogn Affect Neurosci. 2016 Sep; 11(9): 1345–1353.
2. Batson D. The Altruism Question: Toward a Social-Psychological Answer, Psychology Press, 1991
3. Bonino S. Dizionario di psicologia dello sviluppo, Einaudi, 1994
4. Galimberti U. Dizionario di psicologia, Utet, 1992
5. Rifkin J. La Civiltà dell’Empatia, Mondadori, 2010
Disclaimer: Questo articolo ha solo fine illustrativo e non sostituisce il parere del medico. Non è destinato a fornire consigli medici, diagnosi o trattamento. Disclaimer completo
Visto su: https://casabenessere.wordpress.com
Davvero interessante ,
RispondiEliminail paracetamolo è , per assurdo , il principio attivo tra gli antidolorifici in circolazione con meno effetti collaterali , pensando al fegato ad esempio .
Qui in svizzera ad esempio con paracetamolo abbiamo le compresse dafalgan .
Il costo di queste pastiglie ė davvero bassissimo e non abbisognano di ricetta medica , essendo poì "pubblicizzate " come facenti effetto senza rischi , viene veramente assunto quotidianamente dalla popolazione .
Se pensiamo al mal di testa , un male diffusissimo dei nostri tempi , immaginiamo quanto paracetamolo possa assumere la popolazione media settimanalmente ...beh occorre davvero riflettere bene bene , l'empatia è una preziosa e ormai rara virtù , le persone sensibili sono le più portate all'empatia nel contempo purtroppo la società moderna tende a ghettizzare le persone più sensibili.
Buona serata ...
Scusi ma in quali contesti 10 gr di paracetamolo possono essere letali? Perchè a me risulta che anche bere 10ml d acqua è potenzialmente letale in determinate e naturali condizioni... Ma mi sembra un po' esagerato dire di non bere acqua per questo!
RispondiEliminaOgni elemento in determinate circostanze può arrecare ingenti danni e questo vale ancora di più per i farmaci, tuttavia le circostnze specifiche in cui il paracetamolo possa rivelarsi letale l'autore dell'articolo non l'ha specificato.
EliminaPurtroppo questo a me fa perdere di credibiltà tutto l'articolo.. Il paracetamolo puó essere molto pericoloso in persone con insufficienza epatica.... Peró se si scrive così leggendo io potrei pensare.. Ma se 10 gr di paracetamolo possono essere letali pensa quante volte ho rischiato di morire quando avevo la febbre! Peccato che la dose negli adulti sia di 500- 1000 mg.. Alla volta.. E se ne prendo 10 gr tutti insieme probabilmente morirei anch'io perchè non darei il tempo al mio fegato di eliminare i cataboliti.. Ma nessuno si sognerebbe di prescrivere una dose simile
RispondiEliminaValentina, dagli articoli che si trovano in rete è necessario cogliere gli aspetti più salienti, in questo articolo ad esempio l'aspetto più saliente è l'effetto del farmaco sul nostro umore e quindi ognuno può optare consapevolmente o con l'ausilio del proprio medico di non usare quel farmaco e sostituirlo con qualcos'altro di meno "invadente" visto che ci sono fin troppe scelte alternative...
EliminaSe a qualcuno interessano i dettagli più reconditi allora fa una dettagliata ricerca personale, prende contatti con i ricercatori nel campo e cerca di capire ciò che per lui è molto importante... comunque nell'articolo c'è il link diretto allo studio(vedi parola evidenziata) in questione, magari potresti iniziare da lì.
PS: Alla fonte dell'articolo potresti trovare altre informazioni a te utili.
Buone cose. :-)
I tratti salienti li colgo da articoli con fonte scientifica documentata .. Grazie
RispondiEliminaMolt o strano che persone che ancora credono alle fonti scientifiche documentate perdano tempo a cercare/volere i dettagli su blog di pessimo livello, non credi?
EliminaAncora più strano è che persone colte e preprate tanto da ricercare le fonti scientifiche e documentate di un farmaco non si avvedono che si tratta delle stesse "fonti"(finanziamenti) che sono a capo della produzione del medesimo.
Il suo blog l ho trovato per caso per il resto mi viene solo da sorridere!
RispondiEliminaDietro ogni sorriso c'è sempre un motivo serio... Buona vita Valentina. :-)
EliminaIo di minchiate ne ho sentite, ma questa forse è nella top ten...
RispondiEliminaIl tema è che spesso si cerca di bloccare il dolore senza risalire alla causa e questo è purtroppo il punto di vista della medicina allopatica che non tiene ha una visione d'insieme dell'essere umano
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