sabato 30 settembre 2017

Quale uomo? - Il maschio, il femminismo e il sexodus

Quale uomo? - Il maschio, il femminismo e il sexodus
Prendo spunto dall’articolo che riporto a fondo pagina per rimarcare una considerazione che in maniera più soft ho già avuto modo di esternare in altri articoli[1][2] sulla donna e che riguarda gli uomini di oggi, gli uomini oggetto, oggetto di un sistema diabolico che li ha separati dalle donne, anch’esse oggetto dello stesso burattinaio malvagio.

In quest’epoca in cui si sospinge all’estremo la difesa incondizionata e insensata delle donne da violenze quasi sempre incrementate e rese più cruente al sol fine di generare una percezione di pericolo irreale rivolgo la massima solidarietà ai giovani maschi di questo tempo per le sfide che dovranno affrontare, anche contro loro stessi.

Detti nuovi uomini oggi sono le vere vittime di un femminismo sfrenato inculcato al di sopra di ogni cosa in ogni ragazza tanto da porla sempre in maniera guardinga verso l’altro sesso, additato oramai da decenni come insensibile, violento, stupratore o peggio.

Pensare tuttavia che il fenomeno non esista è sbagliato perché le discriminazioni e le violenze esistono, come sono sempre esistite, tuttavia l’entità del fenomeno è di gran lunga più circoscritto rispetto a quanto viene “pubblicizzato”, è proprio il caso di dirlo, fattore necessario a renderne grande la percezione e spesso l’emulazione ad opera di una pletora di “uomini” che si sono persi e che la società non ha alcuna intenzione di far ritrovare perché è esattamente quello che si era prefissata.

Per quanto il femminismo introdotto viscidamente nelle famiglie del mondo abbia di fatto rese “vuote” e sole molte giovani donne di questa cupa epoca un danno rilevante l’ha subito anche il maschio che dopo un bombardamento mediatico di indubbia(a loro dire) colpevolezza verso di lui che dura ormai da oltre 50 anni si ritrova impaurito ad approcciarsi all’altro sesso a causa di ripercussioni legislative e pratiche pesantissime che possono distruggergli la vita in un istante; tanti e in continuo aumento sono quelli che non scelgono più una compagna, ma si accontentano di qualche amica e sopperiscono con surrogati di ogni genere[3][4][5] al vuoto relazionale indotto.

Oggi appare davvero controverso parlare di violenza verso gli uomini, ma è una amara constatazione sotto gli occhi di tutti, ignorata da ogni media che esaltano ed impongono esclusivamente il rispetto della donna e la punizione della “bestia”, ma gli uomini sanno bene che non esiste alcuna bestia, è una bestialità inventata ed ingigantita per i fini di distruzione delle famiglie e del genere umano come lo conosciamo attuata dal più diabolico dei sistemi.

Come già rappresentato più volte è indispensabile ed urgente conseguire una solida conoscenza del sistema distruttivo in cui stiamo vivendo per poter rivivere nelle nostre reali “vesti” e non in quelle confezionate dalla dittatura disumana dell’essere un nulla, perché il nulla nulla può contro il potere che lo ha generato.

Questa è la prima consapevolezza che dobbiamo acquisire, questa è la prima minaccia che dobbiamo affrontare e vincere, ma contrariamente a quanto inizialmente si possa pensare sarà automaticamente debellata non appena verrà svelata alla nostra anima che non sarà più ad essa assoggettata, di seguito tutte le altre guerre saranno facilmente vinte perché se saremo uniti saremo invincibili… e loro lo sanno. 

*Tale condizione relazionale che via via si va inasprendo spero possa portare, in un futuro non molto lontano, alla creazione di nuovi legami di coppia che trascendano tutto ciò che oggi appare consueto e “corretto” per generare unioni solide, rapporti paritari, con ruoli definiti e la giusta importanza per ognuno, come già avveniva in passato nelle società gilaniche.

Il maschilismo ed il femminismo odierni sono degli strumenti di distruzione relazionale e sociale, sta a noi comprenderlo e far in modo che tutto cambi abbandonando le gabbie sociali e giuridiche come il matrimonio che nulla hanno di naturale.
Prima o poi la natura dell’essere umano ritroverà l'equilibrio tra i sessi che oggi è stato volutamente alterato.
Marcello Salas

*Aggiornamento del 03-10-2017.

 

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A seguire vi ripropongo uno stralcio dell’eccellente articolo di Emanuela di cui consiglio la lettura integrale, su enzopennetta.it...

Sexodus, parte 1: uomini che rinunciano alle donne e...

La criminalizzazione del maschio come mezzo per liquefare sempre più la società.

Ma colpisce anche le femmine spingendole verso una visione grottesca e alterata della loro identità.

Accademici, sociologi e scrittori affermano che un’ostilità sempre crescente e derisoria da parte dei media, e un certo numero di maschi un po’ confusi che collaborano col progetto femminista sono stati in parte responsabili di una generazione di ragazzi che, molto semplicemente, non ne vogliono più sapere niente.

mercoledì 27 settembre 2017

Politica e Psicopolizia

Governo Pd e la Psicopolizia

Fu il grande scrittore Eric Arthur Blair (1903-1950) alias George Orwell a inventarsi il termine di Psicopolizia o Polizia del Pensiero nel suo memorabile romanzo 1984.
Un fanta-romanzo che di fanta ha gran poco.
L’unico modo che Orwell aveva per denunciare al mondo il pericolo dei totalitarismi - in un momento storico molto delicato - era quello di romanzarlo.
Ma romanzi a parte egli conosceva molto bene il Sistema dittatoriale che si stava delineando nel mondo, e non a caso in 1984 la descrizione e la rappresentazione sono esemplari. Un Sistema governato dal Grande Fratello ha a sua disposizione lo strumento coercitivo più invasivo e pervasivo che l’essere umano potesse mai immaginare: il controllo totalizzante del pensiero.

Tale controllo si manifestava con l’annullamento del pensiero della gente, la cancellazione di ogni singola individualità e la totale schiavitù.
Il Grande Fratello osservava tutto e tutti, 24 ore su 24, per cui i milioni di sudditi dell’Impero erano costretti a non pensare, a non leggere, ad annullarsi completamente per evitare guai con la legge
.

Quanto distanti siamo oggi nel 2017 da questa apocalittica visione? Molto poco purtroppo.

Orwell non era certo un chiaroveggente, ma ha saputo delineare e mettere per iscritto i pericoli di un mondo in cui il potere era centralizzato e gestito da pochi.
Esattamente quello che si sta verificando oggi a livello ufficiale dove esiste solo il mono-pensiero dettato e amplificato dai media compiacenti e venduti.

Gli esempi sono nel cuore di ogni persona e sono numerosissimi: i vaccini pediatrici fanno benissimo e sono privi di effetti collaterali; l’Italia è flagellata da epidemie; il morbillo è una malattia incurabile; per sconfiggere il cancro esiste solo la chemio; uscire dall’euro è una pazzia, ecc. ecc.

Tutti coloro che escono dalla visione dettata dal Grande Fratello mettendo in discussione il Verbo sono pericolosi criminali che propagandano le Fake News e/o l’odio telematico e devono essere fermati con ogni mezzo e ad ogni costo.

Se questa non è la psicopolizia orwelliana…

I CONTROLLORI DEI SOCIAL
A censurare il web ci hanno provato in tanti, ma ci voleva ovviamente un governo firmato Pd per mettere la pietra tombale sulla libertà. Un partito che nonostante la propaganda e il marketing mentale (Partito Democratico) risulta essere autoritario e antidemocratico per cui hanno dovuto mettere nel nome, nel brand partitico, la parola «democrazia». Perché dover evidenziare nel marchio che il partito è democratico? Semplice: perché nella realtà non lo è!

Il Pd infatti è così democratico che protegge gli interessi economici e finanziari internazionali; salva le banche con soldi pubblici e non i correntisti; aiuta le lobbies farmaceutiche e non i bambini; svende i patrimoni e i gioielli pubblici; prepara la sostituzione etnica italiana andando direttamente a prelevare a casa milioni di immigrati (con la scusa di pagarci la pensione futura!) e per dar da mangiare alle coop rosse…

I decreti e le leggi che un tale governo ha fatto passare ne sono la prova evidente, almeno per coloro che ancora hanno un minimo di pensiero libero e un paio di neuroni sinapsati.

In questo brodo culturale il ministro Andrea Orlando - la mente geniale pagata da noi che gestisce il Dicastero della Giustizia - per ingraziarsi la pseudo-sinistra e un elettorato di non-pensanti (o per eseguire ordini dall’alto) prosegue la linea dittatoriale del Pd affidando a 51 organizzazioni e associazioni (vedere elenco alla fine) il compito di sorvegliare la Rete. Ufficialmente: i cacciatori di «odiatori».
Assai interessante è vedere che tra queste sigle figurano molte organizzazioni in odore di mondialismo. Molte infatti sarebbero collegate con il magnate-filantropo-speculatore George Soros: associazioni come Carta di Roma, Upre Roma (che promuove la cultura Rom e le relazioni interculturali), Arcigay, Associazione 21 Luglio, Cospe onlus, Asgi - Associazione per Studi Giuridici sull’Immigrazione, tanto per evidenziarne qualcuna…

Ma la cosa scandalosa che fa capire come il ministro sia chiaramente eterodiretto è che sarebbe bastata una veloce ricerca in Rete (che ovviamente lui e i suoi non hanno fatto) sui social per scoprire che molte di queste associazioni-sentinelle trasudano odio da tutti i byte e da tutti i pixel. Le loro pagine sono infatti pregne di offese pesanti, turpiloqui, commenti squallidi e soprattutto istiganti alla violenza.
E queste per il ministro Orlando sarebbero associazioni così moralmente integerrime da venire elette a controllori e denunciatori dell’odio nel web? Realtà come Arcigay, Arcilesbica, Gaynet, Circolo Mario Mieli e altre?
Se ciò fosse vero dovrebbero autodenunciarsi e/o denunciarsi a vicenda...

DAI VIGILANTES ALLA PSICOPOLIZIA

mercoledì 20 settembre 2017

La convinzione di guarire è la miglior cura

LA CONVINZIONE DI GUARIRE È LA MIGLIOR CURA

La convinzione di guarire è la cura più efficace per ristabilirsi da una malattia fisica o mentale, in quanto il pensare e il sentire la guarigione permettono al paziente di risvegliare le forze dell’anima che danno vita al corpo, ispirare idee creative, migliorare l’autostima, rinforzare la convinzione di essere efficaci e funzionali e attirare di conseguenza eventi di supporto che aiuteranno a sentirsi ristabiliti nella piena completezza.

Troppo semplice? No! Se ad esempio c’è bisogno di una guarigione, è bene concentrare i nostri pensieri sulla pianificazione da fare una volta guariti, anziché focalizzare la nostra attenzione sulla situazione problematica della malattia. Immaginando ciò che potremmo fare nel futuro, vicino o lontano che sia, ci permetterà di attirare situazioni che accelereranno la nostra guarigione! Al contrario, se c’è bisogno di guarigione e lasciamo che paura e ansia si impadroniscano di noi, allora al posto della convinzione di guarire subentrerà la convinzione di non farcela, di sentirsi soli, senza aiuto, e tutto ciò ci porterà a pensare in maniera irrazionale, le nostre emozioni entreranno in conflitto e il sistema immunitario ne risentirà a tal punto da non poter agire in maniera efficace.

Quando parlo di convinzione di guarire mi riferisco a quel pensiero focalizzante che non si limita a scaturire dalla testa, ma che racchiude emozione, immaginazione e per l’appunto, convinzione.
Un pensiero che è l’espressione del fatto che tutto l’organismo si trova d’accordo sul risultato da ottenere. Un pensiero di fiducia, o ancora di più, di fede.

È questa la convinzione capace di produrre cambiamenti nella nostra realtà, anche se si tratta di una realtà di malattia. Se il paziente è sicuro che un certo farmaco lo salverà, allora state pur certi che avverrà così, perché la guarigione avviene sulla base della convinzione personale del paziente. In questo caso si parla di effettoplacebo”. Naturalmente c’è anche il rovescio della medaglia, ossia l’effetto “nocebo”. Se focalizziamo la mente sulla guarigione, ma d’altra parte rifiutiamo le cure che ci vengono proposte, oppure non abbiamo fiducia nel medico che ci segue, o ancora, se siamo spaventati dalle sensazioni provenienti dal nostro corpo sofferente, allora inconsciamente sappiamo che non possiamo guarire.

A questo punto è evidente che la differenza la fanno il pensiero, la convinzione e l’emozione che il paziente lega alla cura, più che la cura in sé.
La fede, la fiducia, ossia tutto ciò che stimola l’effetto placebo, condurranno alla guarigione. La paura, la sfiducia e tutto ciò che stimola l’effetto nocebo, condurranno ad un triste epilogo. Non si scappa da questa Legge.

Ho già parlato delle innate capacità di autoguarigione del nostro corpo nell’articolo “Per Vivere In Salute È Necessario Comprendere La Malattia”, ora si tratta solo di appurare come la convinzione di guarire sia la miglior cura possibile. Non c’è trucco o inganno, bisogna essere consapevoli del fatto che ciò su cui concentriamo il nostro pensiero rappresenta la nostra realtà. Qualsiasi sensazione che sperimentiamo nella nostra vita non dipende dagli eventi che ci capitano, ma da ciò su cui ci concentriamo e dal significato che diamo a quel particolare accadimento. Quindi, se la nostra convinzione è stabilizzata sul “negativo”, il risultato sarà una realtà negativa. Ci sono persone che anche quando la loro vita sembra procedere per il meglio, sono tanto abili da focalizzarsi sull’unica cosa che va male, rendendola più grande e grave di quanto in realtà lo sia.

C’è comunque una variabile “esterna” che può favorire la nostra convinzione di guarire, ed è rappresentata dall’atteggiamento del medico. È importante che il medico curante creda nella guarigione del paziente, e creda nella terapia proposta. La sua fiducia, unita a quella del paziente, genera delle vibrazioni sinergiche che potranno condurre alla guarigione. Di conseguenza, un primo passo per riportare la medicina ad una dimensione umana, più olistica, è cambiare il rapporto medico-paziente.

Il corpo umano non è una macchina assemblata in vari pezzi, e il medico non è un operaio specializzato in quello o quell’altro organo, tanto da fargli perdere il più delle volte la visione d’insieme. Oggi troppo spesso si sente la mancanza del medico di famiglia, quel medico definito generico perché non specialista, ma che aveva la capacità di comunicare positivamente e di interagire con il paziente con umanità, fiducia e convinzione!
I farmaci non sono sempre necessari. La fede nella guarigione lo è sempre.” Norman Cousins

Tragicomico

Le cose belle succedono a coloro che sanno aspettare

Le cose belle succedono a coloro che sanno aspettare

Fonte https://lamenteemeravigliosa.it
Pazienza”, un’altra volta questa parola. Colui che aspetta si dispera e si confonde. Soprattutto quando si scontra con l’incertezza di non sapere quando avverrà ciò che aspetta.
Non stancatevi di aspettare. La ricompensa sta attendendo che abbiate pazienza.
Tuttavia, la pazienza è più che l’attesa: è l’aspettativa calmata, è una sorta di pausa dei nostri desideri. La pazienza non ci addormenta i sensi, bensì si impone contro l’angoscia e ci sveglia. 

La pazienza è amara, ma i suoi frutti sono dolci

È difficile da capire, ma avere pazienza non significa caricarsi di stress e sopportare fino a non poterne più ed esplodere. Si tratta di un’arte capace di liberarci da cariche emotive superflue, che ci permette di permanere in uno stato di pace.
“Se sarai paziente in un momento d’ira, sfuggirai a cent’anni di tristezza”.
Alcune filosofie orientali parlano del dono della pazienza cono se fosse una forza che la nostra mente utilizza per comunicare al resto del corpo che ciò che si aspetta arriverà.
Le cose belle del mondo richiedono pazienza: un amore complicato, una persona quasi inarrivabile, una preparazione fisica, un concorso, … Insomma, qualsiasi meta o qualsiasi traguardo che ci mettiamo in testa. Bisogna ricoprirsi di un velo di entusiasmo e passione.

Colui che aspetta senza disperare trova l’inaspettato

Spesso, crediamo che la vita ci stia dicendo “No”, mentre, in realtà, ci sta solo dicendo “Aspetta”. Diventiamo impazienti e, di conseguenza, il nostro nervosismo ci spinge a commettere errori.
A volte, ci sentiamo stanchi, avvertiamo che i nostri amici, il nostro partner o le nostre aspettative irrealizzate ci esasperano, che non arriva niente di quel che volevamo creare e che la vita non è fatta per noi.

La pazienza: una regina annientata dalla velocità

“Il segreto della pazienza è ricordare che il dolore è temporaneo e la ricompensa è eterna”.
Colui che resiste, vince. Tuttavia, se consideriamo l’interesse che, normalmente, mettiamo nel coltivare questa qualità, ci rendiamo conto che la pazienza è una regina ormai annientata. Ci viene insegnato che dobbiamo primeggiare in tutto, emergere sugli altri, correre.
Se affrontiamo le cose pazientemente, gli altri ci lasciano fuori dal gioco, ci fanno capire che non valiamo abbastanza. Ciononostante, è bene sapere che tutti i traguardi richiedono tempo e pazienza: questi due strumenti, infatti, sono gli unici che ci assicurano di raggiungere i nostri obiettivi.

Lavorare sulla pazienza per conoscere sé stessi

“Comprendere sé stessi richiede pazienza e tolleranza; l’Io è un libro composto da molti capitoli, impossibile da leggere in un unico giorno. Tuttavia, quando inizi a leggerlo, devi leggerne ogni parola, ogni frase, ogni paragrafo, perché in essi vi sono gli indizi della totalità. Il principio è in essenza il finale. Se sai leggere, potrai trovare la saggezza suprema”.
Jiddu Krishnamurti
I grandi saggi sono persone calme, pazienti e sicure di sé stesse. Questi elementi ci aiutano a capire che essere pazienti ci farà contemplare il mondo con più sensatezza e capacità di comprensione.
Quando non coltiviamo il dono della pazienza, ci comportiamo in maniera impulsiva e irrazionale, creando o aggravando i nostri problemi e lasciandoci sfuggire moltissime opportunità.
In realtà, per coltivare la vostra pazienza non avete bisogno di tante cose, ma di semplici soluzioni da voi perfettamente raggiungibili. Ve le esponiamo brevemente.

1. Respirate

Respirare profondamente è sempre un buon metodo che ci aiuta a riflettere. Quando ci prendiamo dei secondi per respirare, stiamo offrendo una pausa al nostro dialogo interiore.

2. Scoprite perché avete tanta fretta

Riflettete sulle ragioni che vi rendono impazienti. Se vedete che esagerate, riorganizzate le vostre priorità. Pensarci su, e magari scrivere, vi aiuterà a calmarvi.

3. Individuate gli elementi che vi rendono impazienti

Può trattarsi di altre persone, di situazioni stressanti o addirittura di voi stessi. Tuttavia, il semplice fatto di essere consapevole di tutto ciò vi aiuterà a ridurre l’ansia.

4. La vostra pazienza è utile o giustificata?

Rispondete a questa domanda in maniera sincera e vedrete che farlo vi infonderà calma. Cercate la risposta dentro di voi e non temete di abbandonare abitudini per voi nocive.

5. Prendetevi del tempo e aspettate l’inaspettato

Dovete capire che potete anche fare mille piani, ma le cose non sempre riescono come volete. Accettate il fatto che la ruota gira e che, prima o poi, si fermerà dove desiderate voi. Siate realisti nelle vostre aspettative e comprensivi con gli altri.

6. Non abbiate paura di cambiare e non dimenticatevi di allenarvi

La pratica rende maestri. Sviluppare la pazienza implica lasciare da parte molte cattive abitudini con le quali convivete da tempo. Così come assimilare qualsiasi insegnamento, coltivare il dono della pazienza richiede temperamento.

Diventerai ciò di cui ti nutri

Diventerai ciò di cui ti nutri

Spiacente per gli amici vegetariani o vegani, ma il nutrimento di cui parlo qui, oggi, ha poco a che fare con ciò che mangiamo, per quanto io trovi che a un certo punto anche le nostre abitudini alimentari cambieranno a seguito di un onesto lavoro su noi stessi.

Il nutrimento cui sarebbe importante prestare attenzione è quello sottile, vibrazionale, emotivo cui ci sottoponiamo in quei momenti in cui non ci siamo, quegli spazi che ci prendiamo per noi stessi e nei quali ci abbandoniamo a quelli che consideriamo momenti di rilassamento. Sono quelli i momenti di maggior permeabilità delle sfere inconsce e quelli, spesso, i momenti in cui ci mettiamo davanti a tv, cinema, film, libri e musica varia. Fin qui niente da eccepire.

Quello che dovremmo cominciare a vedere con consapevolezza è innanzitutto il contenuto emotivo di quello a cui ci esponiamo, il messaggio profondo che ciò cui ci esponiamo veicola. Sebbene questo contenuto possa essere usato per rilasciare, molto più spesso di quanto non pensiamo il materiale che ci attraversa viene preso e accettato inconsciamente senza censure e da lì passa direttamente a stimolare qualcosa nel subconscio.

Dall'horror alla soap-opera il messaggio 'esterno' solletica continuamente, a livello emotivo, le nostre corde interne richiamando contenuti non risolti, conti in sospeso, vecchi ricordi, aspettative e anche, purtroppo, memorie genealogiche (e probabilmente la nostra genealogia non ha mai brillato per consapevolezza e centratura).

Da quello stimolo esterno accettato passivamente scaturiscono bisogni, desideri ma anche inquietudini, paure e proiezioni negative d'ogni genere. Da quegli stimoli esterni possono scaturire comportamenti e azioni del tutto irrazionali.

Quello che leggiamo, la musica che ascoltiamo, i film che guardiamo e in generale la cultura alla quale partecipiamo, lascia solchi nel nostro subconscio, solchi tanto più profondi quanto più continuativa e ripetuta è stata l'esposizione. E questo influenza inevitabilmente la nostra vita e la nostra realtà, che noi lo vogliamo o meno.

Ciò dà una direzione alla nostra emissione senza che ce ne accorgiamo. Non c'è niente di male in questo perché chi più chi meno ne siamo tutti partecipi.

La domanda che dobbiamo farci è: ciò di cui mi nutro lo voglio davvero nel mio campo di esperienza?

Ciò di cui tutti si stanno nutrendo (perché così fan tutti, perché è giusto, perché va di moda o semplicemente perché non sembra esserci nulla di meglio in giro) è ciò di cui io voglio nutrirmi? Vi invito a rifletterci su. Vi invito a guardare quegli strati della sfocatura che affermano 'si fa così' solo perché hanno mutuato un modello dalla narrativa, dalla fantascienza, dai fumetti o da qualche cantautore. Se guardate bene ne troverete un bel po'.

Troverete strati di sfocatura nutriti da tradizioni, abitudini e tendenze millenarie che distruggono l'individualità delle persone e che nessuno ha il coraggio di cambiare perché dentro qualcosa dice che si è sempre fatto così. E il 'si è sempre fatto così' a mio parere, oggi, è il motivo di tanta mancanza di inventiva, di genio e di creatività.

Il 'lo fanno loro, devo farlo anch'io' è penetrato a fondo nella coscienza, così a fondo che oggi non si osa più pensare di potersi nutrire di qualcosa di differente da ciò che ci viene proposto dai canali 'ufficiali' e quindi di poter agire, pensare e creare in maniere differenti da quelle proposte dalla 'cultura' - anche purtroppo quella della cosiddetta spiritualità.

Allora a un certo livello di coscienza ci deve risultare chiaro che niente di quello cui ci esponiamo può più essere preso sotto gamba.
A un certo livello di coscienza tutto ciò che incontreremo ci mostrerà il suo vero scopo, non lo scopo di facciata, non la patina, ma il suo vero motivo di esistere e il suo vero messaggio. E magari un giorno sceglieremo di smettere di prestare attenzione a qualcosa che fino a poco tempo prima ci appassionava, ci avvinceva e ci teneva incollati alla tv o alle pagine di un libro, perché ne vedremo il vero senso (e molto spesso questo senso non ci piacerà).

Magari a un certo punto sceglieremo di nutrirci di qualcos'altro, qualcosa che avremo veramente scelto.

Andrea Panatta

lunedì 18 settembre 2017

Diventa come un GORILLA: SEMPLICEMENTE MANGIANDO VEGANO

Diventa come un GORILLA: SEMPLICEMENTE MANGIANDO VEGANO

Studi scientifici e tradizioni millenarie affermano l’efficacia delle dieta vegana, ma la paura di diventare magri e deboli è stata inculcata dalla tv e dal sistema sociale. In questo articolo spiegherò come questa sia solamente un idea senza fondamento e che la verità è molto diversa

UMBERO VERONESI: BASTA GUARDARE AI PRIMATI
“La gente si chiede se davvero l’apporto della carne possa essere sostituito con quello dei vegetali, se le stesse raccomandazioni si applicano anche ai neonati e ai bambini e se bisogna fare dei distinguo fra le forme di vegetarianesimo più o meno estreme e più o meno salutari. Dubbi legittimi, ma presto fugati.
Per semplificare, io ricordo sempre che l’uomo è un primate e faccio l’esempio del «vicino» (dal punto di vista evolutivo) gorilla: si ciba solo di vegetali sin dalla nascita e certo non è un animale debole e cagionevole. Non c’è motivo di pensare che anche l’uomo non possa seguire lo stesso modello alimentare.” Così afferma Veronesi che continua dicendo: “I dati sono incontrovertibili: i vegetariani si ammalano meno di cancro, diabete, malattie cardiovascolari, obesità, Alzheimer e Parkinson. Vivono dunque più a lungo e meglio.“
CI VORREBBERO PAGINE PER ELENCARE LE IMPRESE SPORTIVE DEI VEGANI

Anche io mangio vegano e sono TANTO FORTE
Il fatto che i più grandi maratoneti, i recordman mondiali nella corsa, i campioni di triathlon e di decathlon siano da sempre atleti vegetariani o vegani, dovrebbe bastare a chiudere ogni polemica.
L’unica persona al mondo ad aver vinto per 6 volte l’Ironman Triathlon è stato un vegetariano di nome Dave Scott. Un certo Miles, vegano, è stato per 10 volte di seguito campione del mondo di tennis. La sua collega Martina Navratilova, vegana sperticata, ha vinto il suo 167° titolo in Australia all’età di 47 anni, ridicolizzando campionesse di 20 anni. Emil Deriaz, campione mondiale di tiro alla fune, vegano. Maurizio Zanella, scalatore di montagne senza attrezzi, vegetariano, al pari di Enzo Maiorca e della figlia, campioni mondiali di immersione. Piero Venturato, due volte campione del mondo in tutte le categorie di culturismo. L’americana H. Crooks, vegetariana dalla nascita, che ha scalato il Monte Witney (4000 metri) per 26 volte, l’ultima volta a 90 anni.

IL MITO DELLE PROTEINE
Gli umani, come tutti gli altri animali, devono sintetizzare le proprie proteine dagli amminoacidi che trovano nel cibo. Le proteine di carne, pesce, uova e latte che s’ingeriscono devono prima essere suddivise in amminoacidi e in seguito ricomposte in proteine umane, a grande spesa di energie, visto che il corpo umano non è provvisto di un sistema per la propria digestione delle proteine animali. Quindi in realtá non abbiamo bisogno di proteine, bensí di amminoacidi. E qualsiasi amminoacido necessario nella costruzione delle proteine umane si trova (guarda un po’) anche nella frutta e nella verdura!

LA VERA MASSA MUSCOLARE NASCE DALL’ATTIVITA’ FISICA
Sembra un’affermazione ovvia e scontata, ma quante persone vogliono mettere massa mangiando? Quella massa che mettiamo non è altro che ritenzione idrica e grassi, non sono muscoli! I muscoli crescono con l’esercizio fisico ed è stato calcolato che i muscoli in allenamento necessitano dai 20 ai 40 grammi di proteine. Considera che:
  • Tutti gli aminoacidi essenziali sono presenti nei vegetali a foglia verde, senza eccezione
  • In una tazza di spinaci ci sono 5 grammi di proteine in forma di aminoacidi altamente assimilabili
  • Le proteine vegetali crude sono superiori e più complete di qualunque polvere proteica in commercio
  • 100 calorie di broccoli contengono 11,4 grammi di proteine, mentre 100 calorie di manzo solo 6,3
  • Tutta la frutta secca contiene proteine complete, compresi i semi di sesamo e di girasole
  • Contengono tutti gli amminoacidi essenziali: carote, cavoletti di Bruxelles, cavolfiore, pannocchie fresche, cetrioli, piselli, patate, melanzane, pomodori e zucchine ad esempio
  • La soia (organica e germogliata) contiene tutti gli amminoacidi essenziali, in verità una quantità maggiore di tutti gli amminoacidi che nella carne o nelle uova, a parità di peso.

MIGLIORANO LE PRESTAZIONI FISICHE E LA LUCIDITA’ MENTALE
Il mitico Carl Lewis nel 1990, durante la sua attività agonistica, per motivi etici e religiosi divenne vegano, e poco dopo stabilì il nuovo record del mondo dei 100 metri. A riguardo dichiarò: « Ho scoperto che un atleta non ha bisogno di proteine animali per essere un atleta di successo. Infatti il mio migliore anno nelle competizioni di atletica leggera è stato quando mi sono convertito al veganismo »

L’uomo non è fisiologicamente né chimicamente strutturato per assorbire le proteine animali; infatti queste creano una forte acidosi all’interno dell’organismo , il quale, per evitare il terribile fenomeno dell’acidificazione del sangue, preleva minerali come il calcio dalle ossa ( osteoporosi ), e dal cuoio capelluto ( calvizia ) per esempio.

Il corpo con un alimentazione vegetale ha più energia perché non deve sforzarsi di digerire qualcosa per cui non è programmato e cercare di buttare fuori le tossine prodotte in questo processo. Per questo tutti notano maggiore lucidità mentale, maggiore creatività e pensiero logico, migliori prestazioni fisiche, assenza di stanchezza e problemi digestivi.
 
Questo rivoluziona tutto quello che ci è stato insegnato. Ma i fatti parlano chiaramente.

giovedì 14 settembre 2017

Ogni cosa che vi circonda presto crollerà e scomparirà.

Ogni cosa che vi circonda presto crollerà e scomparirà.

Alcuni giorni prima della sua dipartita all’altro mondo, Peter Deunov si trovò in una profonda trance e fece una profezia straordinaria in merito all’epoca tormentata in cui stiamo transitando oggi, una profezia sulla “fine dei tempi” e la venuta di una nuova Epoca d’Oro per l’umanità.
Nel seguito il testamento molto coinvolgente. 
E’ così attuale e vibrante che si può persino dubitare che queste parole siano state dette più di 60 anni fa:
“Durante il trascorrere del tempo, la consapevolezza dell’essere umano attraversò un periodo molto lungo di oscurità. Questa fase che gli Indù chiamano “Kali Yuga”, è quasi alla fine. 

Oggi ci troviamo al confine tra due epoche: quella del Kali Yuga e quella della Nuova Era in cui stiamo entrando.

Sta già accadendo un graduale miglioramento nei pensieri e sentimenti degli umani, ma ognuno sarà presto soggiogato dal Fuoco Divino che purificherà e preparerà tutti per la Nuova Era.
Così l’individuo si eleverà ad un grado superiore di coscienza, cosa indispensabile per la sua entrata nella Nuova Vita.

Questo è ciò che si deve comprendere per “Ascensione”.

Passeranno alcune decadi prima che questo Fuoco arrivi e questo trasformerà il mondo portando una nuova morale. Questa onda immensa giunge dallo spazio cosmico ed inonderà tutta la Terra. Tutti coloro che vi si opporranno saranno spazzati via e trasferiti altrove.

Anche se gli abitanti di questo pianeta non sono tutti allo stesso grado di evoluzione, la nuova ondata sarà percepita da tutti. 
E questa trasformazione non toccherà solo la Terra ma l’insieme di tutto il Cosmo.

La cosa migliore e l’unica che l’individuo può fare ora è di rivolgersi coscientemente a Dio e migliorarsi per elevare il proprio livello di vibrazione, così da trovarsi in armonia con la potente ondata che presto lo sommergerà.

Il Fuoco di cui parlo, che accompagna le nuove condizioni offerte al nostro pianeta, ringiovanirà, purificherà, ricostruirà ogni cosa: la materia verrà raffinata, i vostri cuori saranno liberati dall’angoscia, dai problemi, dall’incertezza e diverranno luminosi; ogni cosa sarà migliorata, elevata. 
I sentimenti, i pensieri e gli atti negativi saranno consumati e distrutti.

La vostra vita attuale è una schiavitù, una dura prigione. Comprendete la vostra situazione e liberatevene.

Vi dico questo: uscite dalla vostra prigione! 
Dispiace veramente vedere così tanta confusione, così tanta sofferenza, così tanta incapacità di comprendere dove stia la vera felicità.

Ogni cosa che vi circonda presto crollerà e scomparirà. 
Nulla resterà di questa civiltà, non la sua perversione; tutta la Terra sarà scossa e non verrà lasciata traccia di questa erronea cultura che mantiene gli uomini sotto il gioco dell’ignoranza.

I terremoti non sono solo dei fenomeni meccanici, il loro obbiettivo è anche di risvegliare l’intelletto e il cuore degli uomini, così che essi possano liberarsi dagli errori e dalle loro follie e perché comprendano che non esistono solo loro nell’universo.

Ci saranno inondazioni, uragani, fuochi giganti e terremoti che spazzeranno via tutto. Il sangue scorrerà in abbondanza. 
Ci saranno rivoluzioni, terribili esplosioni risuoneranno in numerose regioni della terra. Là dove c’è terra, arriverà l’acqua, e là dove c’è acqua arriverà la terra. Dio è Amore, tuttavia qui abbiamo a che fare con un castigo, una risposta della Natura contro i crimini perpetrati dall’uomo dalla notte dei tempi, contro sua madre, la Terra.

Dopo queste sofferenze, coloro che saranno salvati, l’elite, conosceranno l’Era d’Oro, l’armonia e la illimitata bellezza.
Dunque tenete il vostro passo, e la vostra tua fede quando giungerà il tempo della sofferenza e del terrore, poiché è scritto che non cadrà un capello dalla testa del giusto. Non siate scoraggiati, semplicemente seguite il vostro lavoro personale di perfezione.

martedì 12 settembre 2017

Le conseguenze del 9/11, una prospettiva spirituale

Le conseguenze del 9/11, una prospettiva spirituale

11 Settembre 2014 di  Piero Cammerinesi
Sono trascorsi tredici anni dalla più incredibile, grottesca, criminale truffa di tutti i tempi: l’11 Settembre.
di Piero Cammerinesi (corrispondente dagli USA di Coscienzeinrete Magazine e Altrainformazione)

Houston, 11 Settembre 2014 - Un complotto mostruoso, una false flag la cui fantasiosa versione ufficiale è - incredibilmente - ancora ritenuta attendibile dalla maggior parte della gente.
Non entro neppure nel merito della questione, noto solo con piacere che oggi, nel tredicesimo anniversario di questa colossale menzogna, qualche timida voce inizia a far capolino anche sulla stampa mainstream nostrana[1].

Nonostante centinaia di scritti, di documentari[2], di prove documentali fornite da scienziati, piloti, tecnici indipendenti, che dimostrano come la versione governativa non possa scientificamente stare in piedi, la menzogna è stata più forte. Ha vinto.

La verità non ha avuto abbastanza vigore per farsi riconoscere.
Le forze in campo che l’hanno soffocata si sono dimostrate estremamente potenti ed organizzate.

Ora, magari, potremmo continuare a restare relativamente indifferenti di fronte a questa menzogna – ancora una volta l’anniversario delle due torri, ho altro a cui pensare, basta! - credendo che, in fondo, la cosa non ci riguardi direttamente.
Purtroppo non potremmo albergare in noi convinzione più fallace.

Quello che è scaturito da quella gigantesca truffa, le leggi speciali, la militarizzazione delle forze di polizia, il Patriot Act, lo spionaggio mondiale senza limiti, l’aggressione e la distruzione di Stati sovrani grazie a prove falsificate, le finte primavere, l’inarrestabile corsa verso un nuovo confronto militare globale, sono tutte dirette conseguenze di quella incapacità della verità di affermarsi.

Da un punto di vista personale sappiamo bene cosa significhi la menzogna.
Se ci accusano ingiustamente di un crimine che non abbiamo commesso, se ci rimproverano per un’azione che non abbiamo compiuto, sentiamo subito nascere in noi la ribellione, l’indignazione per l’ingiustizia patita. Se la persona che amiamo ci inganna o ci tradisce avvertiamo che qualcosa si rompe nella nostra esistenza.
Eppure di fronte ad un inganno globale, che raggira e tradisce non solo noi ma l’intera umanità, al massimo possiamo provare - oltre al dispiacere per le vittime innocenti – una pallida indignazione nei confronti degli autori di tale complotto.
Quanto pallida è facile riconoscerlo se ne paragoniamo l'intensità a quella del sentimento che proviamo quando qualcuno ci inganna personalmente.

Eppure gli effetti, le conseguenze di questo gigantesca menzogna superano di gran lunga per magnitudo le conseguenze di un inganno che subiamo personalmente.
Come è possibile, allora, una tale erronea percezione della dimensione reale di questo evento?

Il punto è che se guardiamo alla menzogna solo da un punto di vista personale, umano, ne vediamo esclusivamente gli aspetti egoistici immediati; quanto questa menzogna ci danneggia, quanto il mancato rispetto del reale svolgersi dei fatti può essere causa di conseguenze spiacevoli.
Ma quest’approccio alla verità è lo stesso che viene utilizzato da chi la verità tradisce e usa solo per il proprio tornaconto. Intendo dire che chi strumentalizza la storia non ha la benché minima considerazione per la verità; essa è un non-essere.
Non ha importanza come si siano svolti i fatti, quello che conta è quello che noi facciamo credere e che è utile ai nostri fini. Punto.

Da questa prospettiva nasce, sul piano umano, la totale alienazione dell’uomo rispetto alla realtà dei fatti, ma anche qualcosa di molto più grave, anche se ciò non è - a tutta prima - ravvisabile sul piano esteriore.
In realtà, da un punto di vista più ampio – comprendente sia il piano fisico che quello spirituale – la verità può essere definita un essere vivente.

Anche se in genere crediamo che i nostri pensieri siano poco più di ombre e che un pensiero di odio o di menzogna, in fondo, non possa danneggiare nessuno, se prestassimo maggiore attenzione alla nostra vita interiore, ci accorgeremmo che ogni pensiero, ogni sentimento è una realtà.
Ogni volta che sentiamo di detestare qualcuno, in effetti, inviamo a questa persona dei pensieri e dei sentimenti che lo danneggiano.
Oltre, naturalmente a danneggiare noi stessi.
Ogni pensiero e ogni sentimento è una entità sul piano sovrasensibile e – per chi percorre un sentiero spirituale - è possibile sperimentare come pensieri o sentimenti negativi siano altrettanto dannosi delle azioni da loro eventualmente scaturite sul piano fisico.

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