sabato 16 aprile 2016

Sciamane e Sacerdotesse

Sciamane e Sacerdotesse
Una donna conscia del suo ciclo, delle sue energie, acquisisce consapevolezza dei livelli invisibili della vita. Ella mantiene un collegamento intuitivo con le energie della vita, della nascita, della morte e percepisce la divinità nella terra e in sé stessa.

Per mezzo di questa consapevolezza la donna interagisce non solo con ciò che è visibile e di questo mondo ma anche con gli aspetti invisibili e spirituali della vita. Era attraverso questo stato alterato di coscienza mensile che le sciamane, le donne di medicina, e più tardi le sacerdotesse, portavano energia, ispirazioni e unione tra il divino e il mondo manifesto e la comunità. Guarigione magia, profezia, insegnamento, ispirazione e arte della sopravvivenza provenivano dalla sua capacità di percepire entrambi i mondi, di viaggiare e fare esperienze nell'uno e nell'altro.

L'aumento del predominio maschile nella società, nella religione, portò al declino dello status della donna sciamana e della sacerdotessa al punto che gli uomini si sostituirono completamente in questi ruoli. La figura della sacerdotessa fu repressa in modo così sistematico e completo che la posizione attiva della donna nelle religioni istituzionalizzate sparì completamente.

Il lavoro di queste donne sagge o streghe continuò in modo sotterraneo rappresentando l'ultimo legame con le antiche religioni matriarcali. La strega del villaggio conosceva la magia della natura, l'arte di guarire in delle giuste relazioni ed era in grado di interagire con il suo ciclo mestruale, il periodo del suo sé intuitivo e interiore. 

Ella offriva aiuto e guida nel passaggio dalla vita alla morte, iniziava e trasformava attraverso i riti di passaggio e conduceva rituali estatici per attirare e trasmettere fertilità, ispirazione e unità alla sua gente. La strega del villaggio bilanciava la società e la religione dominate dai maschi, con la coscienza e l'energia femminile.

Sfortunatamente i poteri femminili erano visti come una chiara minaccia alla struttura maschile della società e infatti le persecuzioni medioevali distrussero quasi completamente la tradizione magica delle "donne sagge" o streghe. 

Attaccando le streghe i persecutori si resero conto che esse avevano realmente dei poteri ma la vera distruzione della loro tradizione derivò, piuttosto, dalla negazione, che avvenne in seguito da parte della società, di questi poteri. La strega divenne oggetto di scherno, ritratta nei libri per bambini e nel periodo di Halloween come personaggio grottesco e comico.

Le punizioni inflitte nei tempi antichi e, in seguito, l'indottrinamento indotto con la paura e la vergogna, indussero le donne a non mostrare le capacità e le aspirazioni che avrebbero potuto portare a un risveglio della tradizione. Le conseguenze della caccia alle streghe si ritrovano ancora oggi nella mancanza pressoché totale di insegnamenti spirituali riconosciuti, di archetipi e di tradizioni che facciano conoscere alle donne la natura e l'energia del femminile nella mancanza di indicazioni per il loro uso.

Il risultato derivante dall'aver negato alle donne la pratica attiva nella spiritualità, è l'accettazione, da parte delle stesse donne, della religione strutturata e dominata dai maschi, senza più avere alcun riferimento o una vaga idea della loro innata spiritualità. Per diventare conscia di questa spiritualità una donna dovrebbe rimanere al di fuori della religione maschile riconosciuta e dalla maggior parte delle comunità religiose, cosa alquanto difficile se è cresciuta in un simile contesto senza alcun concetto alternativo; sarebbe un'esperienza piuttosto alienante per mancanza totale di guida e di tradizioni.

La disgregazione della spiritualità femminile è relativamente recente rispetto alla storia dell'umanità, ma fu così profonda che se ne possono trovare tracce soltanto nel folklore occidentale, nei reperti archeologici, nei miti e nelle leggende.

Nel ventunesimo secolo il riconoscere alle donne uno stato sociale sempre più parificato a quello dell'uomo, ha portato con sé un accresciuto bisogno di esprimere la spiritualità al femminile in una forma riconosciuta. A causa della pressione delle donne, alcune Chiese cristiane le hanno accettate nel ruolo di sacerdote; ma anche se ciò riconosce a esse la coscienza spirituale, nega loro la femminilità.

L'uso del termine "donna sacerdote" invece di quello di sacerdotessa rende la donna un "maschio onorario", non tenendo in considerazione la natura femminile e i poteri che incarna. Una donna non può essere un prete in virtù della sua femminilità ma è proprio questa che la lega alla coscienza del divino, ai ritmi della vita e dell' universo. Il sacerdozio offre alle donne un ruolo spirituale riconosciuto ma non conferisce nulla di più. 

Esistere come essere spirituale è una qualità innata nella natura e nel corpo di una donna. La capacità della sacerdotessa, della donna saggia, della sciamana o della strega di mediare i poteri del divino, è insita, in potenza, in tutte le donne e deriva dalla coscienza di sé.

Diventare sacerdotessa significa cercare dentro. L'immagine della donna che tiene un calice ha un significato diverso da quello dell'uomo nella stessa posizione, che ciò venga riconosciuto consciamente o inconsciamente; forse è questo che spaventa gli uomini quando pensano che le donne li potrebbe sostituire nei ruoli della “loro” religione. 

C'è il bisogno di risvegliare entrambe le polarità, che dovrebbero essere equilibrate e compatibili, accettate entrambe nei loro diritti. Il mito del maschio e il mito della femmina non sono uguali ma neanche separati; sono, anzi, legati strettamente assieme in armonia ed equilibrio.

Nel passato la natura lunare delle donne era riconosciuta come dimostrazione del legame tra queste e l'universo. Attraverso il suo corpo la donna sperimentava inconsciamente l'unità di tutto il creato, la mancanza di distinzione tra il divino e la creazione e i cicli della vita e della morte e della rinascita. Questa presa di coscienza manca nella società moderna ed è difficile comprenderla a meno di sperimentarla direttamente attraverso il corpo per le donne e attraverso le donne per gli uomini. Nella società di oggi non c'è posto per le danze estatiche, per la spiritualità espressa con la sensualità e il corpo, per gli oracoli e per le profezie.

La società è tagliata fuori dai poteri del femminile, dall'ispirazione e dall'empatia che portano con sé crescita e comprensione, il superamento della paura della morte e l'unità di mente, corpo, creato e il divino. La recente conquista del mondo maschile da parte delle donne ha portato a loro solo un progresso intellettuale svuotato della comprensione intuitiva e della creatività che e la base della loro natura. 

Non ci sono archetipi o tradizioni a guidare le donne nei loro bisogni e nelle loro capacità all'interno delle nuove aree di lavoro ed esperienza. E’ quindi di importanza vitale che le donne rimedino a questa lacuna e acquistino riconoscimento nella società per tutti gli aspetti della loro natura.

Lo sviluppo e la comprensione di ogni singola donna e importante e quindi e altrettanto importante che essa sia guidata nel passaggio dall'infanzia alla maturità. La società moderna ha perso molti dei suoi riti di passaggio, perciò se la società intende riappropriarsi dei doni del femminile è necessario ripristinare i riti di iniziazione della pubertà, i riti stagionali e lunari e quelli di trasformazione per la nascita e per la morte. 

Se vogliamo che la tradizione delle donne venga ristabilita è necessario scrivere storie e creare nuovi miti, cantare canzoni e far nascere nuovi archetipi. Questo risveglio potrebbe riconnettere le donne con la loro natura completa e offrire consapevolezza alle future generazioni, nella speranza che non si perdano mai più.
Tuttavia la cosa essenziale è creare un posto nella società per la donna sciamana, la donna saggia, la sacerdotessa dell'oracolo, la strega, la donna di medicina.

Nel racconto "Il risveglio", Eva capisce di appartenere a due mondi e di avere la capacità di viaggiare tra essi. Portando il velo rosso delle mestruazioni acquisisce i poteri e la natura del divino femminile e questa responsabilità accompagna il suo risveglio alla comprensione della sua vera natura. 

Per le donne moderne che non hanno la comprensione del loro ciclo, le mestruazioni sono una scusante per comportamenti considerati anomali ma persino quelle che lo comprendono sono incapaci di accettare la responsabilità che ne deriva perché la società non lascia comunque esprimere la loro vera natura.

1 commento:

  1. Condivido il post e l'articolo. La donna ha tutto per a posto per avvicinarsi al divino invece l'uomo deve passare attraverso la donna...
    In effetti la donna e strutturata diversamente poiché e più vicina alla natura anch'essa femminile.. come la terra ecc.. si l'uomo ha paura della donna essa più forte geneticamente strutturalmente. Ma ce bisogno di tutti e due per contribuire qualsiasi realizzazione. Umana, divina. Ecc..

    RispondiElimina

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