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Che cos'è la psicobiogenealogia
La psicobiogenealogia si occupa dell’individuo dal punto di vista soggettivo (biografico) e collettivo (famiglia)
La scienza contemporanea è ormai concorde nel definire la
realtà non come un dato di natura fisso e immutabile, ma dipendente dagli
strumenti di conoscenza che, di volta in volta, l’uomo ha a disposizione per
spiegarla.
Enormi sono stati i sacrifici per arrivare all’accettazione di quella realtà che oggi si conosce e ormai reputiamo scontata: la terra gira intorno al sole insieme ad altri pianeti e non è il centro dell’universo, ma un granello infinitesimale di un sistema planetario.
Con gli strumenti conoscitivi di cui si dispone oggi, però, la realtà per noi così ovvia è stata rimessa in discussione: basta aprire un qualsiasi testo divulgativo di fisica contemporanea e si scopre che, già solo per la fisica delle particelle e la teoria dei quanti, ciò che chiamiamo “realtà”, costituita di dati che ritenevamo certi, fissi, rigidi, immutabili, non è più tale.
Non esiste alcuna realtà definibile se non nell’interazione tra noi e ciò che è fuori di noi, il quale è, e resta, almeno per ora, inconoscibile. In partica vengono meno le dualità che avevano strutturato fino ad oggi sia il sapere che la visione dell’uomo e del mondo.
Brutto e bello, vero e falso, vita e morte, ordine e disordine, in poche parole tutte le antitesi su cui si sono costruiti il pensiero e la scienza classica sono crollate in quanto antitesi, per andare a configurarsi come elementi in relazione tra di loro e organizzati insieme nel sistema complesso del “vivente”. Se da un lato questo è vero per le scienze materiali, permangono tuttavia delle perplessità nelle cosiddette scienze umane: la medicina da una parte, la psicologia e la psicanalisi dall’altra parte, si ostinano infatti a restare vincolate a un modello ormai obsoleto. Anche in questi ambiti, tuttavia, la ricerca ha prodotto nuovi risultati ed uno di questi è rappresentato dalla cosiddetta psicogenealogia o psicologia transgenerazionale nel campo delle scienze umane.
Così come la nuova medicina si occupa della dimensione collettiva del vivente, la psicogenealogia si occupa dell’individuo dal punto di vista soggettivo (biografico) e collettivo (famiglia). Entrambe hanno cioè finalmente re-introdotto la dimensione antropologica e psichica dell’individuo, la quale è necessariamente collettiva: l’individuo non è il solo, isolato e unico referente dei propri disagi, ma un sistema complesso di elementi in una relazione dinamica continua in cui convivono, al medesimo tempo, la specie (dimensione biologica), la coscienza (dimensione psicologica individuale), la famiglia e la collettività (dimensione antropologica). In tal senso, la malattia non si configura più come una calamità o un destino, ma un prodotto dalla specializzazione evolutiva del sistema “uomo”.
Enormi sono stati i sacrifici per arrivare all’accettazione di quella realtà che oggi si conosce e ormai reputiamo scontata: la terra gira intorno al sole insieme ad altri pianeti e non è il centro dell’universo, ma un granello infinitesimale di un sistema planetario.
Con gli strumenti conoscitivi di cui si dispone oggi, però, la realtà per noi così ovvia è stata rimessa in discussione: basta aprire un qualsiasi testo divulgativo di fisica contemporanea e si scopre che, già solo per la fisica delle particelle e la teoria dei quanti, ciò che chiamiamo “realtà”, costituita di dati che ritenevamo certi, fissi, rigidi, immutabili, non è più tale.
Non esiste alcuna realtà definibile se non nell’interazione tra noi e ciò che è fuori di noi, il quale è, e resta, almeno per ora, inconoscibile. In partica vengono meno le dualità che avevano strutturato fino ad oggi sia il sapere che la visione dell’uomo e del mondo.
Brutto e bello, vero e falso, vita e morte, ordine e disordine, in poche parole tutte le antitesi su cui si sono costruiti il pensiero e la scienza classica sono crollate in quanto antitesi, per andare a configurarsi come elementi in relazione tra di loro e organizzati insieme nel sistema complesso del “vivente”. Se da un lato questo è vero per le scienze materiali, permangono tuttavia delle perplessità nelle cosiddette scienze umane: la medicina da una parte, la psicologia e la psicanalisi dall’altra parte, si ostinano infatti a restare vincolate a un modello ormai obsoleto. Anche in questi ambiti, tuttavia, la ricerca ha prodotto nuovi risultati ed uno di questi è rappresentato dalla cosiddetta psicogenealogia o psicologia transgenerazionale nel campo delle scienze umane.
Così come la nuova medicina si occupa della dimensione collettiva del vivente, la psicogenealogia si occupa dell’individuo dal punto di vista soggettivo (biografico) e collettivo (famiglia). Entrambe hanno cioè finalmente re-introdotto la dimensione antropologica e psichica dell’individuo, la quale è necessariamente collettiva: l’individuo non è il solo, isolato e unico referente dei propri disagi, ma un sistema complesso di elementi in una relazione dinamica continua in cui convivono, al medesimo tempo, la specie (dimensione biologica), la coscienza (dimensione psicologica individuale), la famiglia e la collettività (dimensione antropologica). In tal senso, la malattia non si configura più come una calamità o un destino, ma un prodotto dalla specializzazione evolutiva del sistema “uomo”.
Archetipi primari e patologie
Il femminile e il maschile rappresentano gli archetipi primari di
riferimento di qualsiasi individuo, sia per le scienze esatte che per quelle umane. È
evidente quindi come ogni conflitto che la coscienza non riesce a risolvere
trova la sua origine proprio in questi archetipi primari, sia essa una malattia
del corpo o della mente, perché in essi risiede la legge primaria della
conservazione, riproduzione ed evoluzione della specie.
In altre parole, qualsiasi manifestazione individuale di malattia corrisponde a un conflitto che, a sua volta, rappresenta una problematica primaria dell’archetipo maschile o femminile famigliare. Ogni patologia di uno dei due archetipi primari determina uno squilibrio anche dell’altro archetipo, causando una patologia complessiva che incide su entrambi. In sostanza: se la vita dipende, si conserva, si riproduce ed evolve tramite il dialogo complesso tra maschile e femminile, è proprio all’interno di questo dialogo che si deve rintracciare l’origine ultima di ogni patologia e di ogni possibile conflitto.
Siccome sesso e morte sono i due fattori evolutivi essenziali che incidono sui due elementi primari della vita, il maschile e il femminile, qualsiasi alterazione degli archetipi primari è di natura sessuale o mortale: eros e thanatos, come già individuò Freud, costituiscono le uniche due modalità essenziali di alterazione della vita.
Nella teoria dei conflitti che è alla base di ogni sintomatologia, dunque, possiamo risalire da un sintomo a un conflitto, da questo a uno degli archetipi primari (maschile o femminile), e dall’archetipoo alla sua patologia, che sarà inevitabilmente di ordine sessuale o mortale.
In altre parole, ogni manifestazione individuale (sintomo) ha alla base un conflitto scatenante, il quale non è che la manifestazione di un conflitto riguardante gli archetipi primari (maschile e femminile) sul piano famigliare, che risultano squilibrati a causa di un evento di sesso o di morte.
La psicobiogenealogia
In altre parole, qualsiasi manifestazione individuale di malattia corrisponde a un conflitto che, a sua volta, rappresenta una problematica primaria dell’archetipo maschile o femminile famigliare. Ogni patologia di uno dei due archetipi primari determina uno squilibrio anche dell’altro archetipo, causando una patologia complessiva che incide su entrambi. In sostanza: se la vita dipende, si conserva, si riproduce ed evolve tramite il dialogo complesso tra maschile e femminile, è proprio all’interno di questo dialogo che si deve rintracciare l’origine ultima di ogni patologia e di ogni possibile conflitto.
Siccome sesso e morte sono i due fattori evolutivi essenziali che incidono sui due elementi primari della vita, il maschile e il femminile, qualsiasi alterazione degli archetipi primari è di natura sessuale o mortale: eros e thanatos, come già individuò Freud, costituiscono le uniche due modalità essenziali di alterazione della vita.
Nella teoria dei conflitti che è alla base di ogni sintomatologia, dunque, possiamo risalire da un sintomo a un conflitto, da questo a uno degli archetipi primari (maschile o femminile), e dall’archetipoo alla sua patologia, che sarà inevitabilmente di ordine sessuale o mortale.
In altre parole, ogni manifestazione individuale (sintomo) ha alla base un conflitto scatenante, il quale non è che la manifestazione di un conflitto riguardante gli archetipi primari (maschile e femminile) sul piano famigliare, che risultano squilibrati a causa di un evento di sesso o di morte.
La psicobiogenealogia
Si può definire “psicogenealogia” lo studio dell’albero genealogico
che permette di capire come un individuo è strutturato e quali sono le sue
caratteristiche.
L’albero genealogico è infatti alla
base di qualsiasi nevrosi, ossessione e malattia dato che tutti ereditiamo
dalla nostra famiglia un’impronta psichica profonda che non siamo coscienti di
possedere.
La psicogenealogia studia le influenze della famiglia su quello che siamo oggi, esaminando il ruolo che i nostri genitori, i fratelli, gli zii, i nonni, i bisnonni e gli avi giocano nella nostra vita attuale.
Si sta parlando ovviamente di processi psichici del profondo e del loro meccanismo di trasmissione e di rafforzamento che avviene sempre a livello di inconscio famigliare all’interno di quel processo che chiamato “Originario” che si instaura già all’interno del ventre materno e si porta a compimento entro i primi tre anni di vita.
Psicogenealogia, archetipi primari e nuova teoria dei conflitti
La psicogenealogia studia le influenze della famiglia su quello che siamo oggi, esaminando il ruolo che i nostri genitori, i fratelli, gli zii, i nonni, i bisnonni e gli avi giocano nella nostra vita attuale.
Si sta parlando ovviamente di processi psichici del profondo e del loro meccanismo di trasmissione e di rafforzamento che avviene sempre a livello di inconscio famigliare all’interno di quel processo che chiamato “Originario” che si instaura già all’interno del ventre materno e si porta a compimento entro i primi tre anni di vita.
Psicogenealogia, archetipi primari e nuova teoria dei conflitti
I problemi fondamentali di ciascuno sono sempre collegati strettamente
ai genitori in primissimo luogo, i quali sono a loro volta in stretta relazione
con i propri genitori, i quali sono in stretta relazione con i loro, e così via. A loro volta, gli archetipi
maschile e femminile che ci vengono trasmessi nel processo dell’”Originario”,
archetipi che usiamo come modelli e identità e che influiscono in maniera
determinante sul nostro atteggiamento nei confronti della vita e degli altri,
sono sempre collegati in maniera evidente al sesso e alla morte.
La malattia non è altro che il modo in cui il nostro corpo e il nostro spirito ci avvisano degli errori che stiamo compiendo e ci indicano dove intervenire con la coscienza. Le malattie fisiche hanno pertanto una origine e la loro spiegazione nell’albero genealogico dell’individuo, così come tutte le ansie, i timori, le depressioni e i problemi psicologici o psichiatrici. Questa origine e questa spiegazione si possono ricondurre a ciò che è stata chiamata patologia degli archetipi primari, intendendo con ciò una disfunzione, un indebolimento o un eccessivo rafforzamento di uno o di entrambi gli archetipi fondamentali dell’inconscio famigliare: maschile e femminile.
Gli archetipi primari possono essere alterati in diverse maniere, ma la causa di ogni alterazione si può ricondurre in sostanza alle due motivazioni di base già individuate in precedenza: Eros e Thanatos, sesso e morte. Queste due cause primarie possono anche essersi manifestate due o tre generazioni precedenti; quello che è importante definire sono le cause originarie e scatenanti dell’alterazione dell’archetipo primario, il quale si struttura e si solidifica progressivamente nel passaggio transgenerazionale fino a radicalizzarsi in malattia. Esiste uno stretto legame tra la patologia dell’archetipo e la patologia del corpo e della mente, il che equivale a dire che le malattie sono in definitiva delle manifestazioni di un “fantasma psicogenealogico transgenerazionale”.
Volendo riassumere:
La malattia non è altro che il modo in cui il nostro corpo e il nostro spirito ci avvisano degli errori che stiamo compiendo e ci indicano dove intervenire con la coscienza. Le malattie fisiche hanno pertanto una origine e la loro spiegazione nell’albero genealogico dell’individuo, così come tutte le ansie, i timori, le depressioni e i problemi psicologici o psichiatrici. Questa origine e questa spiegazione si possono ricondurre a ciò che è stata chiamata patologia degli archetipi primari, intendendo con ciò una disfunzione, un indebolimento o un eccessivo rafforzamento di uno o di entrambi gli archetipi fondamentali dell’inconscio famigliare: maschile e femminile.
Gli archetipi primari possono essere alterati in diverse maniere, ma la causa di ogni alterazione si può ricondurre in sostanza alle due motivazioni di base già individuate in precedenza: Eros e Thanatos, sesso e morte. Queste due cause primarie possono anche essersi manifestate due o tre generazioni precedenti; quello che è importante definire sono le cause originarie e scatenanti dell’alterazione dell’archetipo primario, il quale si struttura e si solidifica progressivamente nel passaggio transgenerazionale fino a radicalizzarsi in malattia. Esiste uno stretto legame tra la patologia dell’archetipo e la patologia del corpo e della mente, il che equivale a dire che le malattie sono in definitiva delle manifestazioni di un “fantasma psicogenealogico transgenerazionale”.
Volendo riassumere:
- la causa di ogni malattia e malessere risiede nella famiglia di origine e ad almeno tre generazioni precedenti il manifestarsi di quella malattia;
- tale malattia o malessere è legato ad una patologia dell’archetipo primario;
- questa patologia ha la sua motivazione in cause primarie riguardanti il sesso e la morte.
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Colori Emozionali e Mappa Psico-Bio-Genealogica dei Desideri e delle Opportunità
Traendo
spunto dalle Antiche Conoscenze, dalla Fisica Quantistica, dall’Epigenetica,
dalla Psico-Biologia, dalla Psico-Bio-Genealogia ed in linea con le recenti
scoperte e conclusioni cui sono approdate le “NEUROSCIENZE” (vd. da ultimo la
pubblicazione sulla Rivista “Neuroscience” dell’esperimento eseguito dal “Brain
Research Institute” di Zurigo), è stato appurato che Noi Esseri Umani mettiamo
in memoria ogni nostra esperienza sotto forma di programmi bio-logici ed
ereditiamo, fin dal concepimento e successivamente attraverso i gameti
(spermatozoi ed ovociti), memorie, emozioni, esperienze, disarmonie non
risolte, vissute nella nostra linea genealogica paterna e materna.
Ogni volta che viviamo un problema cui non riusciamo a dare una risposta a livello psichico, il nostro cervello bio-logico darà la sua, ricercandola e trovandola nella memoria genealogica ereditata poiché la stessa disarmonia, sia pure con modalità e sfaccettature “apparentemente” diverse, è appartenuta a qualche nostro antenato.
Quest’ultimo, a suo tempo, non era riuscito a risolverla, lasciandola in eredità a noi quale “sequenza emozionale non conclusa” ed inducendoci a reiterare “schemi ripetitivi” disfunzionali ad una Vita felice, armoniosa, autentica ed in equilibrio con Noi Stessi e con l’intorno. A noi, pertanto, la possibilità di chiudere quella sequenza.
Farlo
è possibile, ma solo “insegnando al cervello” a rivisitare gli eventi in modo
diverso e da un diverso punto di vista. Per fare ciò non è sufficiente la
volontà né serve la razionalità. La nostra struttura mentale-razionale
intreccia coscienza e memoria cellulare non agevolando il ripristino
dell’Equilibrio e dell’Armonia.
Occorre
allora riappropriarci della nostra “storia familiare inconscia”, portare alla
luce le emozioni incompiute e seppellite dentro di noi e procedere sulla strada
che ci determina nel carattere, nel nostro modo di comportarci, nei desideri e
nelle paure che ci abitano. Occorre dare il senso personale ai fili della nostra
“trama” e tornare a fare della Nostra Vita una Bellissima Opera d’Arte, in
un’espressione, occorre “CAMBIARE PROSPETTIVA”.
Come
fare tutto questo?
La metodologia applicata da Giuliano Santucci attraverso i “manifestati”, l’albero genealogico, il genosociogramma e la Mappa Psico-Bio-Genealogica dei Desideri e delle Opportunità (che si calcola a partire dal nome, cognome e data di nascita, è molto importante sapere chi dei genitori o chi per loro ha scelto il nome di battesimo) individua:
La metodologia applicata da Giuliano Santucci attraverso i “manifestati”, l’albero genealogico, il genosociogramma e la Mappa Psico-Bio-Genealogica dei Desideri e delle Opportunità (che si calcola a partire dal nome, cognome e data di nascita, è molto importante sapere chi dei genitori o chi per loro ha scelto il nome di battesimo) individua:
- le sequenze emozionali non concluse e memorie genealogiche ereditate nella sua linea paterna e materna;
- i settori della vita della persona che presentano maggiori difficoltà e disarmonie (familiare, relazionale-sentimentale, sociale, lavorativo, risultanti dalla mappa);
- i bisogni-desideri, sogni ed opportunità nella persona strutturati e con i quali nasce (anch’essi risultanti dalla mappa).
Successivamente
alle suddette individuazioni, per dare l’opportunità alla persona di tornare a
vivere la propria Vita in armonia ed equilibrio con Sé Stessa e con l’intorno,
verranno utilizzate a livello consapevole le onde delta. Le onde delta sono a
bassa frequenza, 0,5-4 Hz, molto profonde e ad altissima vibrazione, proprie
della mente inconscia, del sonno senza sogni, dell’abbandono totale e del più
profondo rilassamento psico-fisico, e vengono prodotte dal cervello durante i
processi inconsci di auto-rigenerazione e auto-guarigione, vengono altresì
utilizzate per gli sblocchi energetici dei 4 Elementi, Acqua, Terra, Aria,
Fuoco.
Attraverso questa modalità, le onde delta verranno utilizzate al fine di ripristinare e riproiettare nel cervello della persona le immagini “mancanti” in quanto cancellate cautelativamente in virtù del principio bio-logico di sopravvivenza e conservazione della specie.
Attraverso questa modalità, le onde delta verranno utilizzate al fine di ripristinare e riproiettare nel cervello della persona le immagini “mancanti” in quanto cancellate cautelativamente in virtù del principio bio-logico di sopravvivenza e conservazione della specie.
Questo
metodo, tendente alla riarmonizzazione dell’intero sistema, consente di
individuare esercizi strategici finalizzati a risvegliare e rievocare le
Emozioni di Bellezza, Gioia e Armonia corrispondenti alle Immagini Archetipiche
Primarie del Maschile e Femminile, Uomo-Donna, Padre-Madre, Figlio-Figlia,
fornendo così una nuova e diversa informazione all’inconscio, per sottrarlo
alla “coazione a ripetere.
Questo articolo è stato rivelativo per me! Sono sicuramente un caso da studiare. Come posso saperne di più?
RispondiEliminaBuongiorno Elena, questo è un argomento affascinante e di notevole importanza, potrai saperne di più leggendo i molti libri sulla materia che ci sono (ad es. Psico-Bio-Genealogia - Le Vere Origini della Malattia di Antonio Bertoli) e partecipare alle conferenze e/o seminari in merito che si svolgono in Italia, su quest'ultimi però credo che dovrai fare una ricerca sul web per informazioni dettagliate.
RispondiEliminaPersonalmente anch'io voglio approfondire l'argomento ed ho il desiderio di partecipare a qualche conferenza sull'argomento e comprare il libro che ho prima citato, ma per il momento proprio non posso.
Un saluto.