Parliamo di Metastasi e di Tumori?
La parola «metastasi» deriva dal greco «metastasis»
che significa «cambiamento di luogo».
Secondo la
medicina classica, le metastasi sono focolai secondari generati dal tumore
originario, e una metastasi può formarsi nelle ossa a partire da un tumore al
seno oppure nei polmoni a partire da un tumore al colon.
Sostiene
anche che possono diffondersi da un punto all’altro dell’organismo attraverso
cellule trasportate dalla circolazione sanguigna, linfatica o attraverso una cavità
naturale del corpo, come tra le pareti esterne e interne della membrana
peritoneale che riveste l’addome. Si potrebbero nutrire dubbi su queste
convinzioni, visto che sono fondate su ipotesi.
Affinché delle cellule cancerose possano
raggiungere zone lontane dal focolaio tumorale non hanno altra scelta che
prendere la via arteriosa dato che, nel sistema venoso e linfatico, il sangue e
la linfa scorrono dalla periferia verso il centro, cioè verso il cuore.
Ora, molteplici esperimenti fatti sia con animali sia con uomini per trovare cellule cancerose nel sangue arterioso non hanno mai avuto successo.
Inoltre, è estremamente raro osservare un cancro
secondario in un animale.
Ancora più interessante è constatare che quasi
tutti gli organi possono essere colpiti da tumori primari, mentre quelli
secondari (per metastasi) colpiscono principalmente organi come le ossa, i
polmoni, il fegato e il cervello.
Si sente sovente parlare di donne con un tumore al seno che sono state in seguito colpite da un cancro alle ossa, ai polmoni o al fegato e infine al cervello.
Ma è
molto raro che si produca il contrario, ovvero che un cancro ai polmoni evolva
in cancro al seno.
Lo stesso per gli uomini: raramente si vedrà un
uomo avere un cancro ai polmoni per poi svilupparne uno ai testicoli, mentre il
contrario, ovvero un tumore ai testicoli come tumore primario seguito da un
tumore ai polmoni come secondario, è molto frequente.
Prendiamo il caso di una donna che ha appena
consultato il medico per un piccolo nodulo che ha notato nel seno.
Che succederà se lui le dice: «Ho una buona notizia
per lei, non è che un lipoma, un piccolo tumore benigno»?
La donna
avrà paura di morire o si sentirà sollevata?
Se, al contrario, il medico le dice: «Ho una triste
notizia da darle, ha un tumore al seno», l’annuncio la solleverà o aumenterà lo
stress che già c’era?
Potrà
forse causare uno shock, un nuovo grave stress?
Se, in più, la donna chiede al medico: «Potrei morirne?» e lui, volendo
essere sincero, le risponde: «È
purtroppo il tumore con la maggiore mortalità nelle donne, ed è per questo che
si deve intervenire rapidamente», questa risposta potrebbe
generare la paura di morire
e
dar luogo a noduli sui polmoni?
“Vediamo Tumore ai polmoni alla voce
Polmoni. :
POLMONI: organo principale dell’apparato respiratorio, forniscono
l’ossigeno a tutto il corpo ed eliminano l’anidride carbonica dal sangue. I
polmoni rappresentano la vita, il bisogno di spazio e di libertà. Malattie come
la polmonite, la broncopolmonite, il pneumotorace acuto sono molto spesso
collegate a un profondo scoraggiamento per cui non si ha più voglia di vivere.
Vedi le voci corrispondenti.
→ Tumore ai polmoni: ci sono
vari tipi di tumore ai polmoni, i più comuni sono il carcinoma e
l’adenocarcinoma. Sono per lo più in
relazione a una paura ossessiva di morire.
→ Macchie sui polmoni e tumore secondario ai polmoni: questo tumore, che sopravviene dopo un tumore primario, è
spesso chiamato tumore metastatico al polmone ed è legato alla paura ossessiva
di morire. La paura mantiene la persona malata in simpaticotonia, ovvero sotto
l’azione del sistema nervoso simpatico, che è biologicamente programmato per
mantenere in stato di veglia e di combattività. Esso accelera il nostro ritmo
cardiaco e respiratorio per preparare il corpo ad agire o a reagire in caso di
pericolo. Mantenendo il sistema nervoso in attività, il ritmo cardiaco aumenta,
il sangue circola troppo rapidamente e non ha il tempo per caricarsi in modo
sufficiente dell’ossigeno di cui i tessuti dell’organismo hanno bisogno.
Per sopravvivere il cervello utilizza una soluzione biologica
che consiste nella produzione di cellule speciali, ovvero alveoli polmonari,
che hanno la capacità di assorbire una maggiore quantità di ossigeno di quelli
normali, compensando così la carenza di ossigenazione dovuta all’aumento del
ritmo cardiaco.
Nella radiografia dei polmoni, dato
che questi ammassi di cellule contengono più ossigeno di quelle normali,
appariranno come macchie bianche.
È quello a cui ci si riferisce quando
si parla di «macchie bianche sui polmoni», che terrorizzano tanti pazienti.
È ciò che è accaduto al mio patrigno.
Durante il ricovero in ospedale per l’ablazione della prostata, gli fu fatta
una radiografia. Quando il medico gli disse che aveva delle macchie ai polmoni,
pensò di avere un cancro.
L’angoscia si impadronì di lui, il sistema simpatico accrebbe il
suo lavoro. Gli ammassi di cellule speciali aumentarono formando tumori
polmonari.
Non ci fu il tempo di operarlo.Il mio patrigno si arrese e si lasciò morire.Questo risale a ventisei anni fa.
A quell’epoca non avevo queste
conoscenze, anche se lavoravo in ambito medico.
Non possiamo fare niente per coloro che se ne sono andati, ma possiamo fare qualcosa per quelli che restano, a condizione di avere il coraggio di uscire dalle strade già battute.
Quindi:
Ho avuto molta paura di morire?Ho avuto paura che questo primo tumore si estendesse?
È possibile che una donna colpita da un tumore al
seno, che ne ha subito l’ablazione così come la perdita di capelli, si senta
svalutata e possa pensare: «Ora
come potrà desiderarmi un uomo, priva di un seno e senza capelli?»
E che questo sentimento
di svalutazione abbia una ripercussione sulle ossa, in particolare quelle
del bacino (osso sacro)
che corrisponde alla zona sacrale, luogo
dei rapporti sessuali?
Vedere Tumore alle ossa alla voce
Ossatura.