La
maledizione del giudizio
di Giorgio Beltrammi
La Natura parla il suo linguaggio che è attinente e finalizzato unicamente alla evoluzione. In questo linguaggio non c'è traccia di giudizio. Non c'è bene o male, non è previsto benigno e maligno.
Pur avendo generato tanti esseri diversi, parla un linguaggio unico che tutti i suoi figli possono sentire e conoscono. Tutti i suoi figli hanno strutture e funzioni adattate proprio a recepire questo linguaggio.
La Natura parla il suo linguaggio che è attinente e finalizzato unicamente alla evoluzione. In questo linguaggio non c'è traccia di giudizio. Non c'è bene o male, non è previsto benigno e maligno.
Pur avendo generato tanti esseri diversi, parla un linguaggio unico che tutti i suoi figli possono sentire e conoscono. Tutti i suoi figli hanno strutture e funzioni adattate proprio a recepire questo linguaggio.
Questo linguaggio prevede delle domande, semplici,
normali, talora speciali; ordini e istruzioni sensati e finalizzati unicamente
ad ottenere un unico, meraviglioso risultato: il mantenimento e la prosecuzione della vita.
Le risposte offerte dagli esseri viventi sono in sostanza relative a poche domande fondamentali, presupposti indispensabili per raggiungere lo scopo:
Le risposte offerte dagli esseri viventi sono in sostanza relative a poche domande fondamentali, presupposti indispensabili per raggiungere lo scopo:
1. Sopravvivenza
2. Difesa
3. Motivazione
4. Relazione
Nell'animale e nelle piante le risposte sono
prevedibili al punto da poter giungere alla corretta domanda osservando
attentamente la risposta. Nell'uomo le cose si complicano e non poco. La
risposta osservata non porta sempre, anzi quasi mai, alla domanda corretta in
quanto l'umano abusa di una funzione sua unica, il giudicare.
Chi ha insegnato all'uomo ad
applicare il giudizio ad ogni cosa è la religione, di qualsiasi
versante essa sia. Il presupposto che ci sia un giudice supremo che sarà
chiamato a giudicare la condotta di vita del singolo individuo, secondo metri e
misure posticce e pretestuose, estende all'individuo stesso il potere e il
diritto di giudicare. Egli potrà esercitare l'azione giudicante su qualsiasi
cosa, non importa conoscerne la ragione intrinseca, il giudizio giungerà a
cancellare la memoria della ragione di fondo di quella cosa.
Una
femmina di scimmia a cui viene strappato il figlio ad opera di un predatore,
non applica un giudizio all'evento. Ne fa certamente un conflitto doloroso tra il
suo mandato di madre e prosecutrice della specie ed il fatto di non poterlo più
fare, ma non applica un giudizio. Non applica quindi un filtro tra ciò che è
successo e ciò che è biologicamente sensato fare: rimanere nuovamente gravida e
dare alla luce un nuovo individuo. Il conflitto trova una soluzione rapida e
diretta.
Una femmina umana che si separa burrascosamente dal
compagno, il quale esercita il suo diritto di padre pretendendo di stare con il
figlio secondo le disposizioni di legge, può avviare un conflitto di
separazione applicando però un giudizio agli eventi, recidivando di volta in
volta il conflitto senza mai risolverlo.
Lei ascolta prima la voce del suo giudizio e può
farlo così intensamente da non udire la voce biologica della Natura, che le
potrebbe suggerire sensatamente di fare un figlio con un altro uomo, accettando
da subito il fatto che questi potrebbe/vorrebbe andarsene da lei.
Il
linguaggio naturale legato alla sopravvivenza, ad esempio, implica il concetto
di cibo, che per l'animale è unicamente il cibo vero e proprio.
Per l'umano il concetto di cibo passa attraverso l'etichetta del giudizio che potrebbe applicare l'etichetta di cibo a denaro (che non si mangia), lavoro (che non si mangia), premio (che non si mangia), riconoscimento (che non si mangia), contratto (che non si mangia), incasso (che non si mangia), ecc. ecc.
Al concetto unico e biologico di cibo, si confonde e si sovrappongono cose e concetti che nulla hanno a vedere con il cibo in se, ovvero nutrimento.
Per l'umano il concetto di cibo passa attraverso l'etichetta del giudizio che potrebbe applicare l'etichetta di cibo a denaro (che non si mangia), lavoro (che non si mangia), premio (che non si mangia), riconoscimento (che non si mangia), contratto (che non si mangia), incasso (che non si mangia), ecc. ecc.
Al concetto unico e biologico di cibo, si confonde e si sovrappongono cose e concetti che nulla hanno a vedere con il cibo in se, ovvero nutrimento.
Ma la Natura non parla unicamente il linguaggio
umano, l'uomo è venuto dopo la Natura
che continua saggiamente a parlare un unico linguaggio. Così, quando l'uomo
perde un contratto, la Natura potrebbe avviare la risposta che sta sotto alla
parola cibo.
È per
questo diabolico, maledetto sistema di giudizio immotivato e pericoloso, che
l'uomo si ammala più degli animali. Perché ha troppe cose nella vita a cui ha
applicato il concetto di cibo; applicazione che deriva dall'aver giudicato come
cibo cose che in realtà cibo non sono.
Sono talmente tanti gli stimoli oggi, che
praticamente qualsiasi cosa può portare qualsiasi etichetta e tutte queste
diciture improprie finiscono per occultare l'unica vera etichetta possibile,
quella naturale e sensatamente biologica.
Ad esempio il lavoro può essere caricato dell'etichetta di sopravvivenza, difesa, motivo, relazione; eppure il lavoro è solo una parte della vita umana, peraltro ingiustificata e unicamente umana.
Ad esempio il lavoro può essere caricato dell'etichetta di sopravvivenza, difesa, motivo, relazione; eppure il lavoro è solo una parte della vita umana, peraltro ingiustificata e unicamente umana.
L'errore, o la svista, o meglio il fraintendimento esercitati dall'umano
sono quelli di avere confuso le necessità biologiche con il giudizio applicato
ad esse. Lavorare può essere una parte della vita, non può biologicamente e
sensatamente esserne la ragione.
Va da se comprendere quali altri numerosissimi fraintendimenti rendono oggi la vita umana così
difficile; tutto per aver applicato giudizi laddove sarebbe bastata
l'accettazione o la consapevolezza.
Torniamo
ad essere nudi, puri e senza giudicare queste condizioni.
Che piaccia o meno, è l'unico modo sano di vivere la vita.
Che piaccia o meno, è l'unico modo sano di vivere la vita.
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