Il lato oscuro del mese della prevenzione per il tumore al seno
Sayer Ji
Lo Zeneca Group plc, una sussidiaria farmaceutica della
Imperial Chemical Industries, produttrice dei vendutissimi farmaci per il
cancro al seno Arimidex e Tamoxifen, nel 1985 ha istituito il Mese Nazionale
della Prevenzione del cancro al seno (MNP), con lo scopo di promuovere un'ampia
adozione della mammografia a raggi X, oltre alla vendita dei propri prodotti).
Mentre l’aumento degli esami di
routine ha dato come risultato la forte crescita delle diagnosi di tumore al
seno, il tasso di cancro invasivo al seno è attualmente aumentato in
alcune frange della popolazione. Un recente studio ed editoriale pubblicato nel
New England Journal of Medicine riporta che la mammografia ai raggi X può
“salvare” solo una persona su 2.500 tra quelle analizzate. Di queste 2.500,
almeno 1.000 avranno avuto un falso allarme, 500 si sottoporranno a una biopsia
non necessaria e 5 o più verranno minacciate da risultati anomali che non
diventeranno mai fatali, ossia le loro vite verranno accorciate per gli effetti
negativi dovuti a medicazioni, interventi chirurgici o stress.
Dati questi risultati, la mammografia a raggi X è molto
efficace per incrementare il numero delle diagnosi di tumore al seno e non
tanto per la “prevenzione” della malignità e della mortalità di questa
patologia. Al contrario, una quantità sempre maggiore di dati clinici indica
che i raggi X a bassa energia utilizzati in questi esami sono fino al 500% più
cancerogeni di quanto si pensasse in precedenza....
Il successo di un
modello di “prevenzione” molto diffuso tra la popolazione, ma che non previene
nulla, si spiega
guardando in profondità chi sta dietro AstraZeneca, lo sponsor fondatore del
MNP. AstraZeneca era, infatti, un sottoprodotto di una delle più grandi (e
cancerogene) aziende chimiche, la Imperial Chemical Industries (ICI). Prima di
essere acquistata da AkzoNobel nel 2008, ICI incassava milioni di sterline
all’anno dalla vendita di sostanze cancerogene per il seno, come il clorato di
vinile. Nel 1993 ICI scisse la propria divisione bioscientifico-farmaceutica
per formare Zeneca Group plc, che successivamente si fuse con Astra BP per dare
vita nel 1999 ad AstraZeneca (AZ). Il farmaco più venduto di AZ contro il
cancro, il Tamoxifen, è attualmente classificato come cancerogeno dall’OMS.
(Per vedere i dati tossicologici di questo farmaco visita il nostro Problem
Substances Database alla pagina Tamoxifen). Attualmente, tutti gli annunci per
la campagna e per gli eventi promozionali organizzati dal fondatore del MNP
(che opera nell’arco di tutto l’anno) devono essere “approvati”, ossia bagnati
di rosa, da AZ prima di essere rilasciati per il pubblico consumo.
Altre organizzazioni ed esperti
hanno posto l’attenzione su questo lampante conflitto d’interessi:
“Un patto
multimilionario decennale, stabilito tra gli sponsor del National Breast Cancer
Awareness Month e la ICI, ha prodotto una disinformazione sconsiderata sul
tumore al seno” – Dr. Samuel Epstein (autorità di spicco internazionale
per quanto riguarda gli effetti cancerogeni della contaminazione ambientale).
“ICI ha contribuito a formare
un’attitudine nell’establishment dei tumori che attribuisce la colpa alla
vittima. Questa teoria attribuisce sempre maggiore incidenza all’ereditarietà e
agli stili di vita sconsiderati, invece che all’evitabile esposizione alla
contaminazione cancerogena industriale che avvelena l’aria, l’acqua, il cibo, i
prodotti di consumo e luoghi di lavoro” - Cancer Prevention Coalition.
La prevenzione: un oculato
sciacallaggio
Purtroppo, il
National Breast Cancer Awareness Month non è diventato un momento di maggiore
attenzione alle cause prevenibili del cancro al seno e ha invece nutrito la
fame insaziabile di denaro delle industrie farmaceutiche, che cercano fondi per
cercare una cura e promuovere il loro concetto di “prevenzione”: una diagnosi
precoce con la mammografia ai raggi X.
In effetti, una
“cura” farmaceutica è tanto improbabile quanto ossimorica. I farmaci non curano
le malattie più di quanto i proiettili curino la guerra. Al di sotto dei grafici che
mostrano la contrazione delle patologie, le eroiche procedure “salvavita” e un
esercito di farmaci esotici dalla strana provenienza e dal potere ignoto, la
vera causa dell’apparente successo della medicina è, al di là della pompa e
della circostanza, la capacità del corpo di curare sé stesso.
Troppo spesso, nonostante quello che la medicina “tratta” o “salva” nel corpo, è lo stesso corpo che, mentre lotta contro
sostanze chimiche invasive e interventi chirurgici, prende in cura e salva se
stesso.
Se non fosse per le capacità del corpo davvero miracolose
di curare sé stesso, e per il processo incessante di auto-riparazione che
avviene in ogni momento e in ogni cellula, i nostri corpi perirebbero in pochi
minuti. Il mistero non è perché il nostro corpo soccomba al cancro; piuttosto
il mistero è perché, dopo anni o decenni di esposizioni alle sostanze chimiche
e di privazioni nutrizionali, i nostri corpi resistano al cancro per cosí tanto
tempo. La cause principali del cancro al
seno: deficienze nutrizionali, esposizione a contaminazione ambientale,
infiammazioni, dominanza di estrogeni e la conseguenza rottura dell’integrità
genetica e della sorveglianza immunologica. Queste cause vengono totalmente
ignorate dalla fissazione sulla terapia farmaceutica e sul suo cosiddetto
“proiettile magico” e dal concetto completamente muto e pseudo-scientifico che
“i geni causano malattie” (vedi DNA: Not The Final Word On Health).
Miliardi di
dollari vengono raccolti e incanalati della ricerca famaceutica, quando la più
piccola pianta di curcuma, il più umile cavolo e la più modesta tazza di zuppa
di muso possono offire molto di più nella prevenzione e nel trattamento del
cancro al seno rispetto ai farmaci tossimolecolari che offre il mercato (Per vedere
alcune dozzine di sostanze, vai su GreenMedInfo: Breast cancer).
L’ideologia patologica inerente alla medicina allopatica
non è mai così evidente tanto quando proviene dall’enfasi, dell’industria del
cancro al seno, nel far coincidere “prevenzione” con “diagnosi precoce”
attraverso mammografie a raggi X. Nemmeno uno dei fattori di rischio dello
sviluppo del cancro è la radiazione ionizzata utilizzata per identificare
lesioni patologiche, ma l’identificazione
della parola “prevenzione” con la parola” “diagnosi precoce" è una maniera
scaltra per dire che tutto quello che possiamo fare per prevenire il cancro è
individuare la sua presenza inevitabile prima di quanto sia possibile senza
questa tecnologia. (vedi la nostra pagine X-Ray Mammography nel
database Anti-Therapeutic Actions). Se le donne cedessero all’idea di
prevenzione intesa come il non fare nulla se non aspettare la scoperta della
malattia, molte vedrebbero emergere posteriormente una simile logica degradata,
quando la profezia autorealizzante della prevenzione-attraverso-fare-nulla si è
avverata e il “trattamento” è ora necessario.
“Trattamento”,
quando non strettamente chirurgico, che include l’uso di sostanze molto potenti
e alte dosi di radiazioni ionizzare che “avvelenano” le cellule cancerogene.
L’ovvio problema, con questo approccio, è che l’applicazione di entrambe le
forme di energia non è selettiva e, a lungo andare, molte donne muoiono prima a causa degli effetti secondari della terapia
“tossimolecolare” che del cancro stesso. Perché: ecco l’ovvia questione mai
posta: se l’esposizione agli effetti genotossici, dannosi per il sistema
immunitario, delle sostanze chimiche e delle radiazioni è causa del cancro al
seno, allora perché bombardare il corpo con sostanze e radiazioni, considerate
come cura, ancora più velenose? La risposta a questa questione ha molto più a
che fare con l’ignoranza che con il desiderio intenzionale di fare del male. Ma
i risultati sono gli stessi: dolore, sofferenza e morte non necessari.
Confrontata con una situazione dove le nozioni medievali
di prevenzione e cura del cancro al seno sono la norma, non ci si meraviglia se
oltre il 40% delle donne crede che prima o poi contrarrà un tumore, tre volte
in più del loro rischio reale. Ma qualcuna di loro è stata informata del fatto
che, al momento, si potrebbe prevenire la malattia in modo diverso dalla
“diagnosi precoce”?
Il rosa spazza via le cause
prevenibili di tumore al seno
Offuscando le reali misure di prevenzione accessibili alla
donna per combattere il cancro al seno e tutti i linfomi in generale, fonti
credibili e “autoritarie” come la Susan G. Komen Foundation hanno pubblicato
irresponsabilmente dichiarazioni come questa:“Non è chiaro quale sia l’esatta
relazione tra il nutrirsi di frutta e vegetali e il rischio di cancro al seno
[…] una piccola, se non esistente connessione fu trovata in un’analisi di
laboratorio che combinò dati di otto grandi studi”.
Siamo davvero arrivati al punto in cui il normale consumo
di frutta e verdura, considerato una prevenzione della malattia, può essere
messo in discussione? Davvero abbiamo bisogno di analisi cliniche casuali,
incrociate e controllate da placebo per provare senza ombra di dubbio che i
nostri corpi possono trarre beneficio dai fitonutrienti e dagli antiossidanti
presenti nella frutta e verdura per la prevenzione del tumore?
Un altro atroce esempio della cospirazione contro
l’identificazione delle ovvie cause e cure per malattie come il cancro è il
sito della National Breast Cancer Foundation. Andate al fondo della loro
homepage e scrivete “carcinogen” nel box di ricerca. Questo è quello che
apparirà nella pagina dei risultati: “Your search – carcinogen – did not match
any documents. No pages were found containing ‘carcinogen’.”Nel sito della
Susan G. Komen’s, il termine appare solo tre volte e il contenuto minimizza
sempre la connessione tra fumo, consumo di grassi polinsaturi provenienti da
carne e il cancro al seno.
Se è possibile cancellare la realtà delle sostanze
cancerogene facendo sparire dalla testa dei possibili malati la parola
cancerogeno, nascondendo la connessione tra esposizioni alimentari ed
ambientali ad una moltitudine di tossine, allora la "cura" che queste
organizzazioni di massa cercano mentre sprecano miliardi di dollari di donazioni
all’anno non verrà mai scoperta.
Esempi come questo fanno diventare sempre più evidente
come la medicina ortodossa, e la visione del mondo che rappresenta, si sta avvicinando a una fine del tempo,
definita come Pharmageddon. In
questo orizzonte le vitamine vengono ritenute tossiche, la frutta e la verdura
solamente per il contenuto calorico (povero, tra l’altro), e i farmaci che
causano il cancro sono concepiti come la sola legittima e, oltretutto, legale,
via per combattere il cancro. Siamo veramente al punto di non ritorno o c’è
ancora speranza?
Fortunatamente ci sono migliaia di studi scientifici che
parlano del valore terapeutico degli alimenti, delle erbe e delle spezie per la
cura del seno, molti dei quali possono essere trovati nel database biomedico
MEDLINE di proprietà del governo. Decenni di ricerca hanno confermato la verità
della frase di Ippocrate “Lasciate che
il cibo sia la medicina” e non sono necessarie ricette per comprare e
consumare cibo biologico, possiamo ancora scegliere tra una vasta cornucopia di
sostanze naturali, la cui sicurezza ed efficacia fanno vergognare la farmacopea
convenzionale.