Storia della Medicina
20 giugno 2020
Perla saggia:
"Un medico è un uomo che viene pagato
per raccontare delle fandonie nella camera del malato,
sino a quando la natura non l'abbia guarito
o i rimedi non l'abbiano ucciso." - Antoine Furtière
Tratto da Informa
giovani Adattamento e integrazioni di Giorgio Beltrammi
La medicina sacerdotale nacque quando l'uomo primitivo ebbe la
sensazione della presenza di uno o più esseri superiori responsabili di
qualsiasi manifestazione della natura, anche di quelle relative alle patologie da cui
veniva colpito. Le uniche vie di guarigione risultavano quindi essere la preghiera,
l'implorazione e il sacrificio (che non ha un significato negativo,
come di qualcosa a cui ci si sottomette di malavoglia, ma a qualcosa che
acquisisce una sacralità).
In seguito si ebbe la concezione
magica della medicina, per cui l'uomo credette di poter intervenire sui
fenomeni e addirittura di poterli comandare, sostituendosi così alla divinità:
nasce la figura dello stregone o del mago, opposta ed in contrasto a quella del
sacerdote.
Nell'operato
di maghi e stregoni si nota un primo abbozzo di scienza in quanto essi
seguivano principi sempre uguali che, pur basandosi su correlazioni
criticabili, costituivano comunque un ragionamento guidato da un'apparente
logica. Se quindi per scienza si definisce lo studio dei fenomeni naturali al
fine di stabilirne le leggi e di poterli riprodurre applicando le leggi stesse,
allora bisogna riconoscere che la magia tendeva allo stesso scopo.
La Medicina primitiva
I
popoli primitivi univano l'interpretazione soprannaturale a un empirismo spesso
assai progredito. Ogni malattia che avesse una causa nota e definita, venivano
trattate con rimedi naturali, quelle la cui causa non era evidente erano
attribuite alle divinità. In ogni caso la diagnosi e la cura sono esclusiva
competenza dei guaritori.
L'eziologia di qualsiasi patologia è spesso associata a un peccato commesso, anche involontariamente, dal paziente contro divinità, stregoni, individui o oggetti dichiarati tabù. Per difendersi dalle malattie si fa ricorso ad abluzioni, all'uso di amuleti, alla somministrazione di erbe medicamentose oppure anche a cerimonie e riti collettivi a cui partecipa tutto il villaggio con a capo lo stregone: talvolta si cerca di scacciare il demone responsabile della malattia spaventandolo, talvolta allettandolo, altre volte ancora si ricorre al sacrificio o all'allontanamento di chi è ritenuto la causa dei problemi.
L'eziologia di qualsiasi patologia è spesso associata a un peccato commesso, anche involontariamente, dal paziente contro divinità, stregoni, individui o oggetti dichiarati tabù. Per difendersi dalle malattie si fa ricorso ad abluzioni, all'uso di amuleti, alla somministrazione di erbe medicamentose oppure anche a cerimonie e riti collettivi a cui partecipa tutto il villaggio con a capo lo stregone: talvolta si cerca di scacciare il demone responsabile della malattia spaventandolo, talvolta allettandolo, altre volte ancora si ricorre al sacrificio o all'allontanamento di chi è ritenuto la causa dei problemi.
La medicina popolare
Medicina
primitiva, empirismo, magia e religione si fondono a creare una pratica che
conferisce a determinate persone, quasi sempre donne (le streghe), la capacità
di fare il male e di toglierlo. La magia del bene serve a rimuovere le malattie
provenienti da fatture, sia per le affezioni più comuni.
Il ricorso al misticismo religioso, visto malamente dalla Chiesa, sconfina nella superstizione, soprattutto quando arriva a far ingoiare polvere di intonaco di alcune cappelle o immagini di santi.
Il ricorso al misticismo religioso, visto malamente dalla Chiesa, sconfina nella superstizione, soprattutto quando arriva a far ingoiare polvere di intonaco di alcune cappelle o immagini di santi.
La medicina ebraica (1200 a.C.-550 a.C.)
Prevale
in essa il concetto teurgico della medicina: Dio è l'unica fonte di malattia e
di risanamento, per cui solo il sacerdote, cioè l'uomo scelto dal Signore, è
considerato strumento di guarigione.
La medicina assiro babilonese (1792 a.C.-323 a.C.)
Rappresenta
il punto di passaggio tra il concetto teurgico e quello magico: la parte
religiosa sta essenzialmente nell'eziologia in quanto l'ira di una divinità
verso una persona permette ai demoni maligni di aggredirla causando in tal modo
la malattia (c'è un demone per ogni patologia); il concetto magico ha invece
risalto nella parte terapeutica, nell'attuazione cioè degli esorcismi.
Nella fase diagnostica le due concezioni vanno di pari passo e un ruolo preponderante è giocato dall'ispezione del fegato, ritenuto l'organo più importante in quanto fonte di sangue.
Nella fase diagnostica le due concezioni vanno di pari passo e un ruolo preponderante è giocato dall'ispezione del fegato, ritenuto l'organo più importante in quanto fonte di sangue.
La medicina egiziana (3000 a.C.-1000 a.C.)
Notevoli sono la concezione
biologica (concetto umorale sanguigno e concetto pneumatico) e la conoscenza
dei vari quadri sintomatologici e la farmacologia. Gli elementi che costituiscono la sapienza medico empirica vengono
trattati solo in libri sacri accessibili unicamente agli iniziati. L'anatomia
non appare particolarmente progredita, mentre risultano molto precise le
indicazioni relative alla terapia ed alle sue varie forme di confezionamento e
di somministrazione: polveri, tisane, decotti, macerazioni, pastiglie erano
perfettamente conosciuti. Assai progredita
era inoltre la chirurgia e la sutura delle ferite.
Da notare infine la presenza di medici specialisti nelle malattie urinarie, nelle patologie delle orecchie, degli occhi e della pelle.
Da notare infine la presenza di medici specialisti nelle malattie urinarie, nelle patologie delle orecchie, degli occhi e della pelle.
La medicina indiana (2500 a.C.-1500 a.C.)
Ancora
oggi vi sono scuole che studiano l'antica medicina indiana nella sua forma
originale (Ayurveda), così come
viene trattata negli antichi testi sacri. Trattano molto accuratamente di grande e
piccola chirurgia, della cura delle malattie del corpo, di demonologia, della
cura delle malattie infantili, della tossicologia, della preparazione di elisir
e di afrodisiaci.
Notevoli la perfezione e la varietà dello strumentario chirurgico, le tecniche di medicazione, l'attenzione negli esami diagnostici e la particolare abilità negli interventi di litotomia e rinoplastica.
Notevoli la perfezione e la varietà dello strumentario chirurgico, le tecniche di medicazione, l'attenzione negli esami diagnostici e la particolare abilità negli interventi di litotomia e rinoplastica.
La Medicina Tradizionale Cinese
I
testi più antichi risalgono al 3500 a.C. e, come per la medicina indiana,
vengono ancora consultati e tenuti in considerazione. La malattia e la salute sono determinate dall'armonia o meno dei due
principi fondamentali: lo Yang
(il principio maschile) e lo Yin
(quello femminile). I medici cinesi introdussero per primi la rilevazione del
polso: ne conoscevano 200 tipi differenti tra cui 21 erano considerati indice
di esito letale; la farmacologia è senza
dubbio la più avanzata tra tutte le medicine antiche, comprende oltre 2000
farmaci e ne include molti ufficialmente usati nella moderna terapia
occidentale.
Non si può tralasciare infine l'agopuntura che consiste nell'infissione di aghi di diversi materiali in determinati punti in contatto con dei canali energetici, che sono in contatto con gli organi interni. Fu introdotta nel 2700 a.C. ed è ancora in auge ai giorni nostri sostanzialmente immodificata.
Non si può tralasciare infine l'agopuntura che consiste nell'infissione di aghi di diversi materiali in determinati punti in contatto con dei canali energetici, che sono in contatto con gli organi interni. Fu introdotta nel 2700 a.C. ed è ancora in auge ai giorni nostri sostanzialmente immodificata.
La medicina in Grecia
È
in Grecia che avviene la completa e definitiva emancipazione del medico sul
sacerdote con la costituzione del concetto di "clinica".
Nella Scuola di Coo c'è il passaggio all'osservazione diretta del malato eseguita con grande larghezza di vedute ed ottime intuizioni che distinguono indiscutibilmente questa scuola da tutte le altre: nasce qui il vero concetto di clinica e della conseguente diagnosi. Il medico è uomo, e la sua opera non ha sfumature soprannaturali, mistiche, astratte o filosofiche. La medicina deve essere una ricerca continua, serena e disinteressata alla quale bisogna dedicarsi solo per amore di essa.
La figura del medico è l'unione del perfetto uomo con il perfetto studioso: calma nell'azione, serenità nel giudizio, moralità, onestà, amore per la propria arte e per il malato sono i cardini della personalità del medico così come era concepito da Ippocrate. Ogni interesse personale passa in secondo piano. Non è certo un essere superiore ed infallibile come i sacerdoti degli antichi templi, ma deve sopperire alla sua fallacità con il massimo dell'impegno e della diligenza in modo da commettere solo errori di lieve entità. Deve inoltre essere filosofo, ma non tanto da farsi distogliere dalla vera scienza che è quella che si appoggia su solide basi pratiche. Il suo abito, infine, deve essere decoroso ed il suo aspetto denotare salute.
Nella Scuola di Coo c'è il passaggio all'osservazione diretta del malato eseguita con grande larghezza di vedute ed ottime intuizioni che distinguono indiscutibilmente questa scuola da tutte le altre: nasce qui il vero concetto di clinica e della conseguente diagnosi. Il medico è uomo, e la sua opera non ha sfumature soprannaturali, mistiche, astratte o filosofiche. La medicina deve essere una ricerca continua, serena e disinteressata alla quale bisogna dedicarsi solo per amore di essa.
La figura del medico è l'unione del perfetto uomo con il perfetto studioso: calma nell'azione, serenità nel giudizio, moralità, onestà, amore per la propria arte e per il malato sono i cardini della personalità del medico così come era concepito da Ippocrate. Ogni interesse personale passa in secondo piano. Non è certo un essere superiore ed infallibile come i sacerdoti degli antichi templi, ma deve sopperire alla sua fallacità con il massimo dell'impegno e della diligenza in modo da commettere solo errori di lieve entità. Deve inoltre essere filosofo, ma non tanto da farsi distogliere dalla vera scienza che è quella che si appoggia su solide basi pratiche. Il suo abito, infine, deve essere decoroso ed il suo aspetto denotare salute.
Con il passare dei secoli questa
concezione rimase sostanzialmente immutata al punto che il Papa Clemente VII
(Pontefice dal 1523 al 1534), in una sua bolla, stabilì che il laureato in
medicina si impegnasse solennemente ad osservare il testo del giuramento
ippocratico, cosa che oggi non è più richiesta.
L'anatomia non fu molto
approfondita
dalla scuola di Coo per due motivi principali: da una parte Ippocrate era più
indirizzato verso il lato pratico della medicina, aveva cioè una maggiore
propensione per la clinica; dall'altra la cultura greca aveva un rispetto
assoluto per i corpi dei morti, quindi non c'era la possibilità di studiare
l'anatomia esercitandosi direttamente sui cadaveri.
Alla base della medicina
ippocratica stava l'integrazione tra una concezione pneumatica della vita ed
una umorale, ma quest'ultima rivestiva senza dubbio un ruolo più importante.
Gli umori erano quattro: sangue (caldo umido) che
proveniva dal cuore, una sorta di muco detto flegma (freddo umido) dal
cervello, bile gialla (caldo secco) dal fegato, bile nera (freddo secco) dalla
milza. Lo stato di salute si aveva quando questi umori erano perfettamente
bilanciati tra loro; se invece la crasi era alterata per l'eccesso, la
corruzione o la putrefazione anche di un solo componente, allora insorgeva la
malattia.
Era la natura stessa con la sua
capacità curativa ad intervenire nel tentativo di ristabilire l'equilibrio
tramite l'espulsione degli umori in eccesso per mezzo di urina, sudore, pus, espettorato e
diarrea. Se invece la malattia risultava più forte del processo autoriparativo
dell'organismo il paziente moriva.
Il predominio di uno dei quattro umori conferiva anche particolari caratteristiche all'individuo (principio della costituzione e dei temperamenti): si avevano così i temperamenti sanguigno, biliare, flemmatico e atrabiliare (che rimanda alle grandi scoperte del Dr. Hamer al riguardo delle Costellazioni schizofreniche)
Altra novità fondamentale introdotta dalla dottrina di Ippocrate fu il fatto di considerare le patologie come fenomeni generali per l'organismo e non relativi ad un singolo organo (sembra che con l'avvento della medicina moderna questo concetto sia stato drammaticamente perduto).
Il predominio di uno dei quattro umori conferiva anche particolari caratteristiche all'individuo (principio della costituzione e dei temperamenti): si avevano così i temperamenti sanguigno, biliare, flemmatico e atrabiliare (che rimanda alle grandi scoperte del Dr. Hamer al riguardo delle Costellazioni schizofreniche)
Altra novità fondamentale introdotta dalla dottrina di Ippocrate fu il fatto di considerare le patologie come fenomeni generali per l'organismo e non relativi ad un singolo organo (sembra che con l'avvento della medicina moderna questo concetto sia stato drammaticamente perduto).
L'epoca ippocratica segna la
nascita della clinica intesa come studio dei segni e dei sintomi osservabili
sul paziente.
Da ricordare l'accuratezza con cui veniva esaminata l'urina, valutata come quantità, colore, sedimento e torbidità. Assai particolareggiata e minuziosa era inoltre l'anamnesi, pur essendo rivolta essenzialmente a conoscere solo la situazione presente del malato. La prognosi si basava sullo studio degli esiti delle varie patologie: essa era considerata infausta se si notavano fattori quali disturbi visivi, sudore freddo, anemizzazione delle mani, cianosi delle unghie e stato di agitazione.
Da ricordare l'accuratezza con cui veniva esaminata l'urina, valutata come quantità, colore, sedimento e torbidità. Assai particolareggiata e minuziosa era inoltre l'anamnesi, pur essendo rivolta essenzialmente a conoscere solo la situazione presente del malato. La prognosi si basava sullo studio degli esiti delle varie patologie: essa era considerata infausta se si notavano fattori quali disturbi visivi, sudore freddo, anemizzazione delle mani, cianosi delle unghie e stato di agitazione.
Varie erano le piante usate come
farmaci; tra le
più importanti ricordiamo: l'elleboro nero e la scilla (cardiotonici e
diuretici), la coloquintide (purgante drastico), il veratro bianco
(antireumatico, ipotensivo, contro le affezioni cutanee), l'issopo
(espettorante), il giusquiamo (antidolorifico, sedativo), l'oppio, la
mandragora e la belladonna (narcotici, analgesici locali), la ruta (abortivo),
la menta (stomachico). Pur conoscendo i principali gruppi di medicamenti, la
scuola di Ippocrate li usava con moderazione in quanto riponeva molta fiducia
nelle capacità autocurative del corpo umano. Venivano inoltre praticati
salassi, cure idroterapiche, inalazioni, irrigazioni e lavaggi vaginali.
Notevole l'uso di ventose come antiflogistico (che nella Medicina Cinese è
chiamata coppettazione).
Si passa dal concetto del similia similibus (provocare fenomeni simili alla sintomatologia del paziente per guarirlo) a quello del contraria contrariis (avvalersi di mezzi ritenuti contrari alla causa della patologia). La febbre è un ottimo mezzo per raggiungere la guarigione: il suo calore facilita infatti l'evacuazione degli umori in eccesso, che invece sappiamo essere un acceleratore metabolico che tenta di abbreviare la fase di riparazione.
Si passa dal concetto del similia similibus (provocare fenomeni simili alla sintomatologia del paziente per guarirlo) a quello del contraria contrariis (avvalersi di mezzi ritenuti contrari alla causa della patologia). La febbre è un ottimo mezzo per raggiungere la guarigione: il suo calore facilita infatti l'evacuazione degli umori in eccesso, che invece sappiamo essere un acceleratore metabolico che tenta di abbreviare la fase di riparazione.
Ippocrate considerava la dieta
come il complesso di regole e prescrizioni che il malato era tenuto a seguire
non solo relativamente al suo regime alimentare che, comunque, era di
fondamentale importanza. Lo scopo ultimo era il ripristino dell'equilibrio
degli umori tramite la prescrizione di cibi che, a seconda dei casi, erano umidi, caldi,
freddi, o asciutti. Il principio generale, come già accennato in precedenza,
era quello di aiutare le difese naturali dell'organismo a liberarsi degli umori
corrotti o in eccesso, per cui nella fase acuta della malattia erano
maggiormente indicati cibi leggeri e bevande poco nutrienti al fine di non distrarre
le forze dell'organismo nella manipolazione degli alimenti.
La scuola di Alessandria
Alessandria
fu indubbiamente il più importante centro culturale del IV sec. a. C., e la
medicina, come tutte le altre scienze e discipline, raggiunse un elevato grado
di specializzazione grazie alla scuola che sorse appunto nella città fondata da
Alessandro Magno. Partendo dalla
dottrina di Ippocrate approfondì gli studi sull'anatomia e sulla fisiologia anche
attraverso vivisezioni per conoscere meglio la struttura e la funzione degli
organi, dando così il primo impulso all'anatomia patologica. Nel periodo di
massimo splendore riuscì ad integrare perfettamente la parte clinica e quella
scientifica tentando di colmare le lacune che entrambe presentavano.
Erasistrato fu uno dei più famosi esponenti di questa scuola: mise per primo in dubbio la teoria umorale e ipotizzò che la causa delle malattie fosse da ricercarsi in un'alterazione dei vasi o dei tessuti; dette particolare valore all'esame del polso e fu inoltre assai rinomato per l'accuratezza delle diagnosi; scoprì per primo i vasa vasorum, studiò le valvole atriali e vasali, la vena e l'arteria polmonare, il fegato (notò la correlazione esistente tra cirrosi epatica ed ascite).
Altro caposcuola fu Erofilo, che si distinse per le precise descrizioni del cervello, dell'occhio e del nervo ottico. Fu inoltre famoso come ginecologo e ostetrico.
Erasistrato fu uno dei più famosi esponenti di questa scuola: mise per primo in dubbio la teoria umorale e ipotizzò che la causa delle malattie fosse da ricercarsi in un'alterazione dei vasi o dei tessuti; dette particolare valore all'esame del polso e fu inoltre assai rinomato per l'accuratezza delle diagnosi; scoprì per primo i vasa vasorum, studiò le valvole atriali e vasali, la vena e l'arteria polmonare, il fegato (notò la correlazione esistente tra cirrosi epatica ed ascite).
Altro caposcuola fu Erofilo, che si distinse per le precise descrizioni del cervello, dell'occhio e del nervo ottico. Fu inoltre famoso come ginecologo e ostetrico.
La Medicina Etrusca
Per
oltre mezzo millennio, la cultura e la tecnologia etrusca sono state trainanti
per i popoli italici e non è escluso che la stessa Roma ne sia stata largamente
influenzata.
Nel campo della prevenzione, essendo gli Etruschi profondi conoscitori della Terra e dei suoi tesori ed insidie, davano un'estrema importanza all'igiene personale, alla scelta dell'habitat in cui vivere, all'alimentazione ed all'attività fisica. Alla base di tutto c'era l'acqua che fortunatamente abbondava nel Paese che essi abitavano e le loro città erano tutte costruite su fiumi o torrenti che venivano regolarmente bonificati anche attraverso speciali gallerie dotate di lastre di piombo perforate e drenati nei punti dove avrebbero potuto ristagnare e quindi, provocare la formazione di agenti malarici.
Va ricordato che fu uno dei re Etruschi di Roma, Tarquinio Prisco, a costruire la famosa "Cloaca Maxima dell'Urbe". Le numerose sorgenti di acqua calda provenienti dal sottosuolo vulcanico dell'Etruria, erano intensamente sfruttate per la cura delle più svariate patologie, come d'altronde si continua a fare tutt'oggi negli stessi luoghi: Saturnia, Viterbo, Chianciano etc. La farmacologia Etrusca era sostanzialmente fitoterapica ma includeva pure alcuni minerali come la limatura e l'ossido di fer
ro (anemie) rame (infiammazioni) ed alcuni sali come sodio e potassio etc.
Le piante medicinali usate sono più o meno quelle in uso nella fitoterapia odierna come ad esempio: la scammonea (itterizia), il ricino (purgante), aglio e cipolla (battericidi), timo (vermifugo), camomilla etc. Altri "farmaci" molto usati erano il cavolo e il vino.
Nel campo chirurgico abbiamo molte testimonianze dell'attività Etrusca dal ritrovamento di strumenti conservati in diversi musei e soprattutto, per quanto riguarda l'ortopedia, dalle numerose fratture ricomposte riscontrate sugli scheletri ritrovati che dimostrano che il soggetto ha continuato a vivere dopo l'intervento. Il taglio cesareo era previsto ma solo in caso di minaccia di morte della partoriente.
Ma il settore nel quale gli Etruschi emergevano è senza dubbio l'odontoiatria. In diversi musei sparsi in tutto il mondo esistono teschi con protesi dentarie, prevalentemente d'oro, di fattura altamente perfetta e sofisticata tale da stupire i moderni odontotecnici e dentisti. Gli Etruschi erano rinomati in tutto il mondo allora conosciuto per la loro abilità nel lavorare qualsiasi metallo ma specialmente con l'oro ed il rame avevano scoperto delle tecniche rimaste ineguagliate per diversi secoli.
Per primi hanno introdotto e sviluppato la granulazione e la filigrana che permettevano lavorazioni precise, funzionali e raffinate. I denti che dovevano sostituire quelli mancanti sostenuti dai ponti in oro, non potendo essere ottenuti da cadaveri, venivano ricavati in prevalenza da animali e quindi sagomati e adattati perfettamente al sistema masticatorio del paziente.
La tecnologia e la perizia medica Etrusca è stata in seguito ereditata dai Romani che all'inizio del secondo secolo a.C., hanno aperto le porte pure alla emergente medicina Greca pur mantenendo come base quella appresa dai loro maestri Etruschi.
Nel campo della prevenzione, essendo gli Etruschi profondi conoscitori della Terra e dei suoi tesori ed insidie, davano un'estrema importanza all'igiene personale, alla scelta dell'habitat in cui vivere, all'alimentazione ed all'attività fisica. Alla base di tutto c'era l'acqua che fortunatamente abbondava nel Paese che essi abitavano e le loro città erano tutte costruite su fiumi o torrenti che venivano regolarmente bonificati anche attraverso speciali gallerie dotate di lastre di piombo perforate e drenati nei punti dove avrebbero potuto ristagnare e quindi, provocare la formazione di agenti malarici.
Va ricordato che fu uno dei re Etruschi di Roma, Tarquinio Prisco, a costruire la famosa "Cloaca Maxima dell'Urbe". Le numerose sorgenti di acqua calda provenienti dal sottosuolo vulcanico dell'Etruria, erano intensamente sfruttate per la cura delle più svariate patologie, come d'altronde si continua a fare tutt'oggi negli stessi luoghi: Saturnia, Viterbo, Chianciano etc. La farmacologia Etrusca era sostanzialmente fitoterapica ma includeva pure alcuni minerali come la limatura e l'ossido di fer
ro (anemie) rame (infiammazioni) ed alcuni sali come sodio e potassio etc.
Le piante medicinali usate sono più o meno quelle in uso nella fitoterapia odierna come ad esempio: la scammonea (itterizia), il ricino (purgante), aglio e cipolla (battericidi), timo (vermifugo), camomilla etc. Altri "farmaci" molto usati erano il cavolo e il vino.
Nel campo chirurgico abbiamo molte testimonianze dell'attività Etrusca dal ritrovamento di strumenti conservati in diversi musei e soprattutto, per quanto riguarda l'ortopedia, dalle numerose fratture ricomposte riscontrate sugli scheletri ritrovati che dimostrano che il soggetto ha continuato a vivere dopo l'intervento. Il taglio cesareo era previsto ma solo in caso di minaccia di morte della partoriente.
Ma il settore nel quale gli Etruschi emergevano è senza dubbio l'odontoiatria. In diversi musei sparsi in tutto il mondo esistono teschi con protesi dentarie, prevalentemente d'oro, di fattura altamente perfetta e sofisticata tale da stupire i moderni odontotecnici e dentisti. Gli Etruschi erano rinomati in tutto il mondo allora conosciuto per la loro abilità nel lavorare qualsiasi metallo ma specialmente con l'oro ed il rame avevano scoperto delle tecniche rimaste ineguagliate per diversi secoli.
Per primi hanno introdotto e sviluppato la granulazione e la filigrana che permettevano lavorazioni precise, funzionali e raffinate. I denti che dovevano sostituire quelli mancanti sostenuti dai ponti in oro, non potendo essere ottenuti da cadaveri, venivano ricavati in prevalenza da animali e quindi sagomati e adattati perfettamente al sistema masticatorio del paziente.
La tecnologia e la perizia medica Etrusca è stata in seguito ereditata dai Romani che all'inizio del secondo secolo a.C., hanno aperto le porte pure alla emergente medicina Greca pur mantenendo come base quella appresa dai loro maestri Etruschi.
La medicina nell'antica Roma
Lo sviluppo della medicina in Roma si può dividere in tre
periodi: la fase pre-galenica, quella galenica e quella post-galenica.
Medicina pre-galenica
Si
estende quasi fino alla metà del II sec. d.C. (dall'arrivo a Roma di Asclepiade
fino alla nascita di Galeno) ed ha come principale caratteristica la presenza
di una moltitudine di scuole, dottrine e tendenze varie tra cui vanno ricordate
la scuola metodica, quella pneumatica, quella eclettica e l'enciclopedismo.
• La scuola metodica prese questo nome perché si proponeva di razionalizzare e semplificare la propria dottrina per renderla accessibile anche alle menti meno brillanti. L'effetto che ottenne fu invece quello di togliere scientificità alla medicina e di avvilirne il significato. Ebbe come ispiratore Asclepiade di Bitinia (50 a.C. circa) il cui pensiero si basava sul fatto che la materia fosse composta da atomi che unendosi lasciavano tra loro dei pori attraverso i quali si muovevano altri atomi. Lo stato di salute era dato dalla perfetta proporzione tra atomi e pori; la malattia era data invece dall'eccessiva larghezza o strettezza degli stessi (status laxus che provocava pallore, flaccidità e astenia e status strictus che era caratterizzato da rossori, calori e sete ardente).
• La scuola pneumatica rappresentò una reazione a quella metodica e il ritorno ad alcuni principi cari ad Ippocrate. Deve il suo nome al fatto che individuava il pneuma, cioè il respiro, come la base dell'economia vitale dell'organismo anche se riteneva molto importante l'equilibrio degli umori sia per la costituzione fisica che per il temperamento.
• La scuola eclettica (dal 90 d.C.) tolse al sistema metodico la sua parte più ipotetica e assoluta mettendo invece in evidenza ciò che aveva di positivo e sperimentale, riprendendo inoltre la parte osservatrice di Ippocrate.
• L'enciclopedismo consisteva nella trattazione di argomenti o tematiche di qualsiasi genere. La medicina, essendo un settore ancora relativamente inesplorato, attirò molti tra i più famosi scrittori romani tra cui Cicerone, Vitruvio, Marco Terenzio Varrone, Lucrezio, Plinio il Vecchio, Gellio e Seneca che, pur non essendo medici, se ne occuparono comunque in maniera abbastanza approfondita.
• La scuola metodica prese questo nome perché si proponeva di razionalizzare e semplificare la propria dottrina per renderla accessibile anche alle menti meno brillanti. L'effetto che ottenne fu invece quello di togliere scientificità alla medicina e di avvilirne il significato. Ebbe come ispiratore Asclepiade di Bitinia (50 a.C. circa) il cui pensiero si basava sul fatto che la materia fosse composta da atomi che unendosi lasciavano tra loro dei pori attraverso i quali si muovevano altri atomi. Lo stato di salute era dato dalla perfetta proporzione tra atomi e pori; la malattia era data invece dall'eccessiva larghezza o strettezza degli stessi (status laxus che provocava pallore, flaccidità e astenia e status strictus che era caratterizzato da rossori, calori e sete ardente).
• La scuola pneumatica rappresentò una reazione a quella metodica e il ritorno ad alcuni principi cari ad Ippocrate. Deve il suo nome al fatto che individuava il pneuma, cioè il respiro, come la base dell'economia vitale dell'organismo anche se riteneva molto importante l'equilibrio degli umori sia per la costituzione fisica che per il temperamento.
• La scuola eclettica (dal 90 d.C.) tolse al sistema metodico la sua parte più ipotetica e assoluta mettendo invece in evidenza ciò che aveva di positivo e sperimentale, riprendendo inoltre la parte osservatrice di Ippocrate.
• L'enciclopedismo consisteva nella trattazione di argomenti o tematiche di qualsiasi genere. La medicina, essendo un settore ancora relativamente inesplorato, attirò molti tra i più famosi scrittori romani tra cui Cicerone, Vitruvio, Marco Terenzio Varrone, Lucrezio, Plinio il Vecchio, Gellio e Seneca che, pur non essendo medici, se ne occuparono comunque in maniera abbastanza approfondita.
Galeno (138-201)
Si batté con decisione contro
l'imperversare delle scuole che, in ultima analisi, stavano portando la
medicina verso un periodo di decadenza, ergendosi ad arbitro di tutto lo scibile medico: tentò
di separare il vero dal falso, indipendentemente dalla fonte di provenienza,
riunificando i vari sistemi di studio con la raccolta di tutto il materiale a
sua disposizione, esaminandolo e vagliandolo a fondo e cercando di perfezionare
il metodo sperimentale che stava alla base del suo pensiero. Dal momento che
dette anche particolare valore alla clinica ed alla patologia, si può
certamente dire che fu l'artefice della
più completa forma di medicina mai concepita fino a quel momento.
In anatomia non si limitò a sterili descrizioni morfologiche: cercò di capire la funzione e la finalità di ogni singola parte dell'organismo, anche se sezionò più che altro corpi di animali (principalmente maiali, cani e scimmie). Le parti più minuziosamente trattate sono l'osteologia e la neurologia.
In fisiologia quasi ogni studio fu suffragato dalla parte sperimentale: scoprì la differenza tra nervi motori e sensitivi, distinse le lesioni degli emisferi cerebrali da quelle del cervelletto, valutò la funzione escretrice dei reni, la circolazione fetale e si occupò particolarmente degli organi di senso. Si soffermò inoltre a lungo sulla funzione circolatoria che, nonostante grossolani errori, avrebbe formato un caposaldo della fisiologia medioevale fino al Rinascimento; i suoi punti fermi erano i seguenti: il fegato è il centro del sangue venoso e il cuore di quello arterioso; il cuore destro e quello sinistro comunicano tra loro; il sangue si esaurisce negli organi; le vene polmonari portano sangue sporco ai polmoni e lo riportano purificato al cuore.
In patologia non raggiunse invece livelli di eccellenza in parte per la costante preoccupazione di voler classificare ogni malattia, in parte per una venatura di filosofismo che emergeva nei casi in cui non riusciva a risalire alle reali cause del male.
In clinica fu invece assai minuzioso: grazie alla diretta osservazione del malato, alla profonda conoscenza dell'anatomia ed all'esperienza accumulata durante i suoi studi di fisiologia era in grado di spiegare fatti e fenomeni che sfuggivano ai medici della sua epoca. Galeno fu poi il primo vero esperto di medicina legale: si occupò di morti vere ed apparenti, iniziò la pratica della docimasia idrostatica polmonare per constatare, in caso di sospetto infanticidio, se il feto avesse o no respirato, e delle simulazioni delle malattie.
In terapia partì dal concetto ippocratico della forza medicatrice della natura basandosi sulla regola del contraria contrariis. Ogni medicamento doveva poi essere di provata efficacia e prescritto per una ragione plausibile; conosceva quasi 500 sostanze semplici di origine vegetale e una vasta gamma di origine animale e minerale.
In anatomia non si limitò a sterili descrizioni morfologiche: cercò di capire la funzione e la finalità di ogni singola parte dell'organismo, anche se sezionò più che altro corpi di animali (principalmente maiali, cani e scimmie). Le parti più minuziosamente trattate sono l'osteologia e la neurologia.
In fisiologia quasi ogni studio fu suffragato dalla parte sperimentale: scoprì la differenza tra nervi motori e sensitivi, distinse le lesioni degli emisferi cerebrali da quelle del cervelletto, valutò la funzione escretrice dei reni, la circolazione fetale e si occupò particolarmente degli organi di senso. Si soffermò inoltre a lungo sulla funzione circolatoria che, nonostante grossolani errori, avrebbe formato un caposaldo della fisiologia medioevale fino al Rinascimento; i suoi punti fermi erano i seguenti: il fegato è il centro del sangue venoso e il cuore di quello arterioso; il cuore destro e quello sinistro comunicano tra loro; il sangue si esaurisce negli organi; le vene polmonari portano sangue sporco ai polmoni e lo riportano purificato al cuore.
In patologia non raggiunse invece livelli di eccellenza in parte per la costante preoccupazione di voler classificare ogni malattia, in parte per una venatura di filosofismo che emergeva nei casi in cui non riusciva a risalire alle reali cause del male.
In clinica fu invece assai minuzioso: grazie alla diretta osservazione del malato, alla profonda conoscenza dell'anatomia ed all'esperienza accumulata durante i suoi studi di fisiologia era in grado di spiegare fatti e fenomeni che sfuggivano ai medici della sua epoca. Galeno fu poi il primo vero esperto di medicina legale: si occupò di morti vere ed apparenti, iniziò la pratica della docimasia idrostatica polmonare per constatare, in caso di sospetto infanticidio, se il feto avesse o no respirato, e delle simulazioni delle malattie.
In terapia partì dal concetto ippocratico della forza medicatrice della natura basandosi sulla regola del contraria contrariis. Ogni medicamento doveva poi essere di provata efficacia e prescritto per una ragione plausibile; conosceva quasi 500 sostanze semplici di origine vegetale e una vasta gamma di origine animale e minerale.
Medicina post-galenica
Generalmente
con la morte di Galeno si rappresenta la
chiusura del periodo aureo della medicina romana, anche se per almeno altri tre
secoli la scienza medica sarebbe stata ancora sulla cresta dell'onda. Dopo Galeno, ad ogni modo, si sviluppò una
sorta di dogmatismo e uno sterile canonismo portato avanti da figure a
volte degne di nota che tuttavia non aggiunsero nulla di nuovo a quanto già era
noto.
Oltretutto iniziò la tendenza allo sconfinamento del conoscibile nel campo dell'inconoscibile, caratteristica peculiare della medicina nel medioevo.
Oltretutto iniziò la tendenza allo sconfinamento del conoscibile nel campo dell'inconoscibile, caratteristica peculiare della medicina nel medioevo.
La scuola salernitana
È
considerata la più antica ed illustre istituzione medievale medica del mondo
occidentale; in essa confluirono tutte le grandi correnti del pensiero medico
fino ad allora conosciuto. Le prime testimonianze storiche certe risalgono
all'inizio del IX sec.: in quel tempo lo studio della medicina a Salerno era
principalmente pratico e, anche se la tendenza di questa scuola è spiccatamente
laica, erano i monaci che tramandavano oralmente gli insegnamenti.
Una
delle novità più importanti di questa scuola sta nel fatto di non accettare
passivamente la malattia: non solo non si arrende di fronte ad essa, la
combatte e la cura, ma soprattutto cerca di prevenirla con ben precisi strumenti
medici; si oppone inoltre alla teoria secondo la quale è inutile curare il
corpo in quanto la vera salvezza non appartiene al mondo terrestre. Alla base
del concetto di medicina della scuola di Salerno stanno approfonditi studi
anatomici sul corpo umano, l'importanza dell'armonia psico-fisica e il valore
di una dieta corretta ed equilibrata, principi che ancora oggi sono ripresi e
riaffermati dalla medicina psicosomatica e dalla scienza dell'alimentazione.
Altro
grande progresso è il fatto che i maestri salernitani sono disposti a scendere
dalla cattedra per avvicinarsi al letto del paziente e discutere con gli
allievi degli aspetti clinici delle malattie. Non era comunque facile diventare
medico a Salerno: prima bisognava studiare la logica per tre anni, poi altri
cinque erano di scuola medica (non solo la teoria sui classici greci, ma anche
la pratica con autopsie per poter riconoscere i vari organi e capirne la
funzione) ed infine si sosteneva un esame sia con il maestro del corso, sia
alla presenza di un collegio composto da altri medici. Da notare infine che la
scuola era aperta indistintamente a uomini e donne che tuttavia esercitavano soprattutto
la ginecologia.
Veramente
notevole era la conoscenza delle erbe medicinali; tra gli innumerevoli esempi
può essere ricordato l'issopo contro le bronchiti e le affezioni respiratorie,
la ruta per la vista (favorisce la microcircolazione oculare), il colchico come
antireumatico. Non si può poi dimenticare l'importanza che ebbe la chirurgia:
nella Practica chirurgia e di Ruggero Frugardi (il primo chirurgo salernitano)
sono menzionate tecniche come la sutura dei vasi sanguigni usando fili di seta,
le metodiche per la trapanazione del cranio, una sorta di rudimentale anestesia
effettuata con sostanze estratte dalla Spongia somnifera e il consiglio di
adoperare nella terapia medica del gozzo spugne ed alghe contenenti iodio.
Le università
Le
prime università sorsero a partire dal XIII secolo dove già esistevano centri
di studio sia laici, sia di ispirazione religiosa, famosi per l'abilità o per
il valore didattico di determinati insegnanti. Queste istituzioni erano molto
ben viste dai comuni e dai loro regnanti perché contribuivano alla loro fama:
c'erano vere e proprie gare per avere i migliori insegnanti e il maggior numero
di studenti. La prima università in Italia fu quella di Bologna (1088) e i
primi corsi di medicina partirono nel XII secolo dando a chi li frequentava le
qualifiche prima di Magistri, poi di Medici fisici, quindi di Professori ed
infine di Dottori. L'ufficialità alla facoltà di medicina (all'interno di
quella degli artisti) fu concessa dal papa Onorio III nel 1219 provocando non poche
proteste da parte degli universitari giuristi che fecero forti pressioni per
impedire il riconoscimento di uguali diritti ai nuovi arrivati, cercando di
allontanarli il più possibile verso altre città. Fu così che all'università di
Bologna fecero ben presto seguito quelle altrettanto famose di Padova (1222)
nata da un gruppo di insegnanti e studenti provenienti da Bologna, e di Napoli
(1224).
Da ricordare all'estero l'università di Montpellier, che risentì molto sia dell'influenza ebraica, sia di quella della scuola salernitana e l'università di Parigi, riconosciuta ufficialmente nel 1200, entrambe sotto la diretta dipendenza dell'autorità ecclesiastica; dall'esperienza di quest'ultima nacquero poi le università di Oxford e Cambridge.
Da ricordare all'estero l'università di Montpellier, che risentì molto sia dell'influenza ebraica, sia di quella della scuola salernitana e l'università di Parigi, riconosciuta ufficialmente nel 1200, entrambe sotto la diretta dipendenza dell'autorità ecclesiastica; dall'esperienza di quest'ultima nacquero poi le università di Oxford e Cambridge.
Il Medioevo
Le pestilenze
Con
la parola pestilenza si indicava qualsiasi genere di malattia epidemica
rapidamente diffusibile anche per cause diverse dal contagio vero e proprio
(intossicazioni, carenze alimentari...). Per spiegare queste morie
l'epidemiologia medioevale ricorse ad interpretazioni naturali e
soprannaturali: l'opinione più diffusa era la presenza nell'aria di vapori
nocivi contenenti un veleno pestilenziale; un'altra ipotesi era quella di
giganteschi incendi scoppiati in oriente che producevano fumi velenosi, oppure
il morbo poteva provenire anche dalle viscere della terra o dal cielo a causa
di maligne congiunzioni astrali. Ci fu poi anche chi pensava all'avvelenamento
dei pozzi da parte di ebrei o di lebbrosi, scatenando così vere e proprie
persecuzioni soprattutto in Francia, credenza che rimase radicata nella storia
dando luogo alle dicerie sugli "untori" in epidemie posteriori.
A partire dal XII sec. si può fare in Europa un conto approssimativo di una pestilenza più o meno grave in media ogni 10-15 anni. Senza contare la lebbra, una delle malattie più conosciute fin dall'antichità e di cui si parlava già nella Bibbia, le patologie che più frequentemente causavano queste morie erano: la malaria, il fuoco di S. Antonio, il vaiolo, il tifo, lo scorbuto e soprattutto la peste bubbonica. Quest'ultima raggiunse il massimo della mortalità nel 1348 manifestandosi nella forma polmonare che dava esito letale già nel terzo o quarto giorno di malattia: il contagio cominciò nel 1333 in Asia, si diffuse verso l'India ma colpì anche la Crimea e le altre zone intorno al Mar Nero da una parte e la Mesopotamia, l'Arabia e l'Egitto dall'altra; nel 1347 arrivò in Italia penetrando attraverso la Sicilia e le repubbliche marinare; si diffuse poi in Olanda, in Inghilterra, in Germania, in Polonia ed in Russia per estinguersi nel 1353 sulle rive del Mar Nero, suo punto d'origine, probabilmente perché lì trovò i superstiti dell'episodio di 20 anni prima ormai immunizzati.
A partire dal XII sec. si può fare in Europa un conto approssimativo di una pestilenza più o meno grave in media ogni 10-15 anni. Senza contare la lebbra, una delle malattie più conosciute fin dall'antichità e di cui si parlava già nella Bibbia, le patologie che più frequentemente causavano queste morie erano: la malaria, il fuoco di S. Antonio, il vaiolo, il tifo, lo scorbuto e soprattutto la peste bubbonica. Quest'ultima raggiunse il massimo della mortalità nel 1348 manifestandosi nella forma polmonare che dava esito letale già nel terzo o quarto giorno di malattia: il contagio cominciò nel 1333 in Asia, si diffuse verso l'India ma colpì anche la Crimea e le altre zone intorno al Mar Nero da una parte e la Mesopotamia, l'Arabia e l'Egitto dall'altra; nel 1347 arrivò in Italia penetrando attraverso la Sicilia e le repubbliche marinare; si diffuse poi in Olanda, in Inghilterra, in Germania, in Polonia ed in Russia per estinguersi nel 1353 sulle rive del Mar Nero, suo punto d'origine, probabilmente perché lì trovò i superstiti dell'episodio di 20 anni prima ormai immunizzati.
L'ospedalità medioevale
Già
poco tempo dopo la nascita della religione cristiana iniziò la pratica
dell'assistenza caritativa agli ammalati e ai poveri in appositi ospizi e
ricoveri: si chiamavano xenodochia quelli riservati agli stranieri, ptochia
quelli per i poveri, gerontocomi erano dette le strutture per gli anziani,
brefitrofi erano i luoghi dove si curavano i bambini e orfanotrofi quelli
destinati a chi aveva perso i genitori.
Sorsero praticamente allo stesso tempo delle associazioni dette ordini ospedalieri; essi avevano in realtà una triplice natura, e cioè erano ospedalieri, militari e religiosi, visto che spesso svolgevano la loro attività in terre straniere, tra gli infedeli e i nemici del cristianesimo.
La situazione di questo genere di strutture non era certamente rosea sotto il profilo del rispetto delle norme igieniche o della qualità dell'assistenza prestata: soprattutto il personale stipendiato lasciava piuttosto a desiderare per comprensione e carità. Anche il tipo di costruzione, sebbene impreziosito da sculture, pitture ed opere d'arte, non appariva certo funzionale alle reali esigenze.
Il primo ospedale sorto in Italia fu quello di S. Spirito in Sassia, fatto costruire dal papa Innocenzo III nel 1201 a Roma. A questo seguirono poi gli ospedali di Pistoia (1271), quello di Firenze (1288) e poi via via tutti gli altri nelle maggiori città della penisola.
Sorsero praticamente allo stesso tempo delle associazioni dette ordini ospedalieri; essi avevano in realtà una triplice natura, e cioè erano ospedalieri, militari e religiosi, visto che spesso svolgevano la loro attività in terre straniere, tra gli infedeli e i nemici del cristianesimo.
La situazione di questo genere di strutture non era certamente rosea sotto il profilo del rispetto delle norme igieniche o della qualità dell'assistenza prestata: soprattutto il personale stipendiato lasciava piuttosto a desiderare per comprensione e carità. Anche il tipo di costruzione, sebbene impreziosito da sculture, pitture ed opere d'arte, non appariva certo funzionale alle reali esigenze.
Il primo ospedale sorto in Italia fu quello di S. Spirito in Sassia, fatto costruire dal papa Innocenzo III nel 1201 a Roma. A questo seguirono poi gli ospedali di Pistoia (1271), quello di Firenze (1288) e poi via via tutti gli altri nelle maggiori città della penisola.
Fino
a questa epoca, la malattia continuava ad essere un mistero. Continuava a
imperversare il concetto che per i disturbi della persona si poteva fare poco.
Si poteva contare sulla erbologia, sulle pratiche termali, sulla prescrizione e
l'osservanza di diete e regole di vita. Molto rimaneva in mano alla preghiera,
al fato ed alle superstizioni popolari. Continuava ad essere sconosciuta la
causa di ogni tipo di malanno che non fosse determinato da traumi,
avvelenamenti ed eccessi alimentari o di altro genere. La malattia continuava
ad essere, appunto, una mala
abitudine, una maledizione,
un maleficio. Il
"male" imperversava e rimaneva la causa di ogni squilibrio di salute.
Poiché il male era frutto dell'opera del "maligno", continuava a regnare uno stato di sottomissione dell'umano nei confronti di tale entità soprannaturale.
Poiché il male era frutto dell'opera del "maligno", continuava a regnare uno stato di sottomissione dell'umano nei confronti di tale entità soprannaturale.
Il rinascimento scientifico (sec. XVII)
In
questo periodo iniziarono ad essere gettate le fondamenta di un nuovo tipo di
scienza che fosse libera dal retaggio del medioevalismo galenico e diretta alla
formulazione di leggi e principi generali attraverso l'esperimento, più che
all'osservazione scolastica dei fenomeni. Tutto questo fermento era inoltre
supportato dal punto di vista filosofico dalle teorie razionalistiche di
Cartesio, Francesco Bacone, Tommaso Campanella e Giordano Bruno: mettendo il
ragionamento al di sopra della pura sensazione, essi contribuirono ad aprire la
strada al metodo sperimentale, che non teneva minimamente conto della
singolarità di ogni essere vivente e del suo personale modo di percepire gli
accadimenti della propria vita.
Un tentativo di applicare il principio sperimentale anche alla medicina fu quello della sua interpretazione iatromeccanica e iatrochimica: entrambe tentavano di applicare ai processi fisiologici leggi e regole proprie dei corpi inorganici. La prima cercava la spiegazione di tutti i fenomeni biologici in regole di meccanica e di matematica, formule e calcoli numerici. Tutto si riduceva ad alterazioni meccaniche, senza considerare che ogni meccanismo si crea in base alle necessità biologiche del vissuto quotidiano.
La seconda interpretava la malattia come un'alterazione chimica, uno squilibrio tra acidi e basi, sconfinando talvolta nel campo dell'alchimia. Tutto si riduceva ad alterazioni della chimica, come se la chimica del corpo potesse essere distaccata totalmente dal percepito individuale.
Una ventata di novità arrivò grazie a personaggi come Marcello Malpighi (1628-1694) che, utilizzando i primi rudimentali microscopi, poté compiere indagini anatomiche piuttosto accurate osservando la struttura cellulare e scoprendo tra l'altro la prova della comunicazione tra vene ed arterie a livello degli alveoli polmonari. Grazie agli studi condotti sugli insetti contribuì poi alla demolizione della dottrina della generazione spontanea.
Da ricordare infine la nascita del concetto della natura vivente del contagio: Giovan Cosimo Bonomo (1666-1696), ad esempio, individuò la vera eziologia della scabbia con la scoperta del ruolo dell'acaro nella malattia, anche se la medicina ufficiale ignorò i suoi studi fino quasi alla metà del sec. XIX
Un tentativo di applicare il principio sperimentale anche alla medicina fu quello della sua interpretazione iatromeccanica e iatrochimica: entrambe tentavano di applicare ai processi fisiologici leggi e regole proprie dei corpi inorganici. La prima cercava la spiegazione di tutti i fenomeni biologici in regole di meccanica e di matematica, formule e calcoli numerici. Tutto si riduceva ad alterazioni meccaniche, senza considerare che ogni meccanismo si crea in base alle necessità biologiche del vissuto quotidiano.
La seconda interpretava la malattia come un'alterazione chimica, uno squilibrio tra acidi e basi, sconfinando talvolta nel campo dell'alchimia. Tutto si riduceva ad alterazioni della chimica, come se la chimica del corpo potesse essere distaccata totalmente dal percepito individuale.
Una ventata di novità arrivò grazie a personaggi come Marcello Malpighi (1628-1694) che, utilizzando i primi rudimentali microscopi, poté compiere indagini anatomiche piuttosto accurate osservando la struttura cellulare e scoprendo tra l'altro la prova della comunicazione tra vene ed arterie a livello degli alveoli polmonari. Grazie agli studi condotti sugli insetti contribuì poi alla demolizione della dottrina della generazione spontanea.
Da ricordare infine la nascita del concetto della natura vivente del contagio: Giovan Cosimo Bonomo (1666-1696), ad esempio, individuò la vera eziologia della scabbia con la scoperta del ruolo dell'acaro nella malattia, anche se la medicina ufficiale ignorò i suoi studi fino quasi alla metà del sec. XIX
Il sec. XVIII
In
questo secolo la scienza medica fu caratterizzata dall'affermazione delle
dottrine dei "sistemi", cioè una serie di principi fisiologici,
patologici e terapeutici tenuti insieme da una solida base filosofica, ma
limitati furono le applicazioni pratiche in campo medico-chirurgico: il ruolo
trainante spettava infatti ancora alle teorie filosofiche come quelle di
Leibniz e Kant.
I principali sistemi furono quelli elaborati da Friederich
Hoffmann e da Georg Ernst Stahl (1660-1734). Hoffmann teorizzò un sistema
medico che poggiava su basi essenzialmente meccaniche: l'intero organismo era
composto da fibre che si contraevano e rilasciavano a seconda di un fluido
regolatore contenuto nel cervello. Le malattie erano dovute alla modificazione
del tono normale e si manifestavano con una quantità eccessiva di sangue a
livello dello stomaco o dell'intestino, organi sui quali venivano così
concentrate le maggiori attenzioni terapeutiche.
Stahl sottolineava invece l'importanza dell'anima che ordinava ed equilibrava ogni processo fisiologico; la morte dell'anima portava alla putrefazione del corpo.
Altre teorie ebbero un discreto seguito in questo secolo: William Cullen (1710-1790) sosteneva che l'origine della vita fosse da ricercare nel sistema nervoso il cui equilibrio corrispondeva allo stato di salute.
Stahl sottolineava invece l'importanza dell'anima che ordinava ed equilibrava ogni processo fisiologico; la morte dell'anima portava alla putrefazione del corpo.
Altre teorie ebbero un discreto seguito in questo secolo: William Cullen (1710-1790) sosteneva che l'origine della vita fosse da ricercare nel sistema nervoso il cui equilibrio corrispondeva allo stato di salute.
Secondo
John Brown (1879-1788) la vita era uno stato mantenuto da continui stimoli che
agivano sulla eccitabilità degli organi. Ogni altro sintomo era da tralasciare,
tanto che egli vedeva l'unica via di terapia in sostanze stimolanti.
La concezione del Vitalismo della scuola di Montpellier (De Bordeu, Barthez) propugnava invece l'esistenza di una via intermedia tra materia ed anima: ogni singolo organo aveva in sé una forza vitale. Franz Anton Mesmer (1734-1815) era convinto che l'energia guaritrice proveniva dallo stesso organismo umano (teoria del magnetismo animale). Celebri sono i suoi studi sull'ipnotismo o sonnambulismo artificiale.
Purtroppo Edward Jenner (1749-1823) studiò il vaiolo ed osservò che le persone infettate una volta dalla forma vaccina non contraevano più quella umana; decise quindi di produrre artificialmente la prima infezione come misura profilattica ottenendo così l'immunizzazione da una delle patologie in quel tempo più pericolose. Paolo Mascagni (1755-1815) scoprì il sistema linfatico.
La concezione del Vitalismo della scuola di Montpellier (De Bordeu, Barthez) propugnava invece l'esistenza di una via intermedia tra materia ed anima: ogni singolo organo aveva in sé una forza vitale. Franz Anton Mesmer (1734-1815) era convinto che l'energia guaritrice proveniva dallo stesso organismo umano (teoria del magnetismo animale). Celebri sono i suoi studi sull'ipnotismo o sonnambulismo artificiale.
Purtroppo Edward Jenner (1749-1823) studiò il vaiolo ed osservò che le persone infettate una volta dalla forma vaccina non contraevano più quella umana; decise quindi di produrre artificialmente la prima infezione come misura profilattica ottenendo così l'immunizzazione da una delle patologie in quel tempo più pericolose. Paolo Mascagni (1755-1815) scoprì il sistema linfatico.
Il sec. XIX
Questo
periodo è caratterizzato da importanti scoperte scientifiche e tecniche. La
medicina fu condizionata in modo senza dubbio positivo dalle acquisizioni di
altre scienze quali la chimica, la fisica e la matematica. Decisivo fu inoltre
il sempre maggiore perfezionamento degli strumenti di ingrandimento ottico
grazie anche agli studi del modenese Giovanni Battista Amici (1786-1863).
Grandi progressi si ottennero nel campo dell'elettrologia in seguito alla diatriba sugli studi di Luigi Galvani (1879-1798) ed Alessandro Volta (1745-1827).
Anche la statistica fece il suo ingresso sulla scena della medicina: si iniziava a capire l'importanza di raccogliere, esaminare e classificare dati e informazioni riguardo salute e malattia per poter disporre di sempre più elementi al fine di studiare e sconfiggere le diverse patologie. Certamente all'inizio i metodi usati non erano perfetti e completamente attendibili, ma grossi passi in avanti furono fatti grazie all'opera dell'inglese William Farr (1807-1883) e di Melchiorre Gioia (1767-1829). E con l'ingresso della statistica, la medicina perse definitivamente il contatto con l'essere umano, considerando gli uomini e le donne tutti uguali e con il medesimo vissuto. Un grosso ostacolo nella comprensione del fenomeno biologico che chiamiamo malattia.
Grandi progressi si ottennero nel campo dell'elettrologia in seguito alla diatriba sugli studi di Luigi Galvani (1879-1798) ed Alessandro Volta (1745-1827).
Anche la statistica fece il suo ingresso sulla scena della medicina: si iniziava a capire l'importanza di raccogliere, esaminare e classificare dati e informazioni riguardo salute e malattia per poter disporre di sempre più elementi al fine di studiare e sconfiggere le diverse patologie. Certamente all'inizio i metodi usati non erano perfetti e completamente attendibili, ma grossi passi in avanti furono fatti grazie all'opera dell'inglese William Farr (1807-1883) e di Melchiorre Gioia (1767-1829). E con l'ingresso della statistica, la medicina perse definitivamente il contatto con l'essere umano, considerando gli uomini e le donne tutti uguali e con il medesimo vissuto. Un grosso ostacolo nella comprensione del fenomeno biologico che chiamiamo malattia.
Pietra
miliare del progresso in medicina fu poi la teoria cellulare portata avanti da
Mathias Jacob Schleiden (1804-1881) e da Theodor Schwann (1879-1882) che scoprì
la cellula nucleata del tessuto animale rendendola di pubblico dominio con le
sue osservazioni nel 1879. Poco più tardi Robert Remak (1815-1885) formulò la
teoria della proliferazione cellulare.
Da questo momento in poi la medicina iniziò a concentrare i suoi sforzi sull'osservazione microscopica applicando le nuove scoperte al campo della fisiologia e della patologia; Rudolf Virchow, considerato il primo patologo moderno, fu la figura di maggior spicco in questo settore della ricerca. Ed anche con questa spasmodica ricerca nel microscopico, si è persa di vista la ricerca nel macroscopico.
Da questo momento in poi la medicina iniziò a concentrare i suoi sforzi sull'osservazione microscopica applicando le nuove scoperte al campo della fisiologia e della patologia; Rudolf Virchow, considerato il primo patologo moderno, fu la figura di maggior spicco in questo settore della ricerca. Ed anche con questa spasmodica ricerca nel microscopico, si è persa di vista la ricerca nel macroscopico.
Louis
Pasteur (1822-1895), che era un chimico e non un medico, con i suoi studi
abbatté definitivamente le teorie della germinazione spontanea dimostrando che
i microrganismi erano la causa delle infezioni e non un loro prodotto, ma la
sua teoria non aveva alcuna dimostrazione scientifica e il solo fatto di
reperire i microorganismi nel tessuto malato, non dimostra che sia stato il
microorganismo a causare la malattia. Tra gli altri furono isolati il
pneumococco, il bacillo della tubercolosi, l'agente responsabile della
difterite, il vibrione del colera, il gonococco, l'agente causale della lebbra,
del tetano, della peste, della sifilide...insomma, prima del 1900 la lista degli
agenti infettivi era praticamente completa.
Anche la fisiologia conobbe un rapido sviluppo: si chiarì
la struttura del sangue, il ritmo e l'origine del battito cardiaco, i
meccanismi della respirazione, della digestione, del sistema
nervoso.
Più lento fu invece lo sviluppo della farmacologia anche se è da ricordare il brevetto da parte dalla Bayer dell'aspirina, messa in commercio nel 1899.
Verso la fine del secolo vennero poi introdotti strumenti importantissimi come il laringoscopio, l'esofagoscopio, l'otoscopio, l'oftalmoscopio, il gastroscopio, il cistoscopio. Da non dimenticare lo sfignomanometro proposto nel 1896 da Scipione Riva Rocci (1863-1937).
Rivoluzionari furono infine gli studi di Wilhelm Conrad Roentgen (1845-1923) che nel 1895 scoprì i raggi X.
Più lento fu invece lo sviluppo della farmacologia anche se è da ricordare il brevetto da parte dalla Bayer dell'aspirina, messa in commercio nel 1899.
Verso la fine del secolo vennero poi introdotti strumenti importantissimi come il laringoscopio, l'esofagoscopio, l'otoscopio, l'oftalmoscopio, il gastroscopio, il cistoscopio. Da non dimenticare lo sfignomanometro proposto nel 1896 da Scipione Riva Rocci (1863-1937).
Rivoluzionari furono infine gli studi di Wilhelm Conrad Roentgen (1845-1923) che nel 1895 scoprì i raggi X.
La
figura del chirurgo, fino a questo momento in posizione assolutamente
subalterna rispetto a quella ritenuta più nobile del medico, iniziò a
conquistare una maggiore dignità. Mentre prima il dolore aveva sempre limitato
la sua azione, tanto che il paziente doveva essere immobilizzato da aiutanti
robusti, poiché l'uso dell'alcol, dell'oppio, della radice di mandragora, delle
spongie soporifere non erano sufficienti a diminuire adeguatamente la sua
sensibilità, in questo periodo, grazie ad alcune scoperte della chimica,
vennero introdotte sostanze gassose come i cosiddetti gas esilaranti, l'etere,
il cloroformio, che aprirono nuove frontiere al progresso della chirurgia. In
seguito si cercò di studiare nuove vie di somministrazione (via rettale) e
nuove sostanze (morfina, cocaina...), ma l'uso dei gas dominò la scena fino al
nostro secolo quando si arrivò all'anestesia endovenosa. Un grande aiuto allo
sviluppo di nuove tecniche chirurgiche fu dato da tutte le sanguinose guerre di
questa epoca: moti rivoluzionari, guerra di Crimea, guerra di secessione
americana, guerre coloniali...: i chirurghi si impratichirono molto nelle
amputazioni, nelle resezioni articolari, nell'arresto di emorragie e nella
legatura dei vasi.
Il salto di qualità decisivo per la chirurgia fu infine dato dalla conquista dell'asepsi e dell'antisepsi. Nella seconda metà del secolo, pur tra pareri discordanti, qualcuno iniziò a notare prognosi postoperatorie migliori se prima dell'intervento si fosse utilizzata acqua di cloro per lavarsi le mani; nel 1878 si introdusse la bollitura degli strumenti e nel 1891 la sterilizzazione a secco; sempre in quegli anni apparvero sui campi operatori i primi guanti di gomma a coprire le mani dei chirurghi e a cavallo dei due secoli la preparazione della cute da incidere veniva effettuata con pennellature di tintura di iodio. Grazie a tutti questi passi in avanti si superò il rischio delle febbri e delle infezioni postoperatorie.
Il salto di qualità decisivo per la chirurgia fu infine dato dalla conquista dell'asepsi e dell'antisepsi. Nella seconda metà del secolo, pur tra pareri discordanti, qualcuno iniziò a notare prognosi postoperatorie migliori se prima dell'intervento si fosse utilizzata acqua di cloro per lavarsi le mani; nel 1878 si introdusse la bollitura degli strumenti e nel 1891 la sterilizzazione a secco; sempre in quegli anni apparvero sui campi operatori i primi guanti di gomma a coprire le mani dei chirurghi e a cavallo dei due secoli la preparazione della cute da incidere veniva effettuata con pennellature di tintura di iodio. Grazie a tutti questi passi in avanti si superò il rischio delle febbri e delle infezioni postoperatorie.
Il denaro e la politica nella medicina
La Rivoluzione Industriale, l'era del carbone, del petrolio,
dell'elettricità, delle macchine, del treno e delle automobili. Due figure
hanno torreggiato in questa epoca, che hanno avuto più potere sulla scienza,
l'industria, la finanza e la politica di chiunque altro nella storia: Andrew Carnegie (nella foto a destra) e J.D. Rockefeller (nella foto a sinistra). Il
controllo di Carnegie e Rockefeller sulla maggior parte della vita americana è
qualcosa di meraviglioso e visibile, che si estende fino ai giorni nostri. Il
cambiamento stava prendendo piede ad una velocità fuori dal controllo della
politica e per la prima volta nella storia, il controllo passava nelle mani di privati.
Tra le altre cose, Carnegie e Rockefeller controllavano le industrie del petrolio e del carbone. Nel 1900, si accorsero che queste industrie producevano montagne di rifiuti anno dopo anno. Venne presentata una idea originale: come tradurre questi rifiuti in ulteriore fonte di guadagno? Una idea capitale, ma come? Medicina, ecco come. Ma medicina come il mondo non aveva mai visto. Medicina basata sulla chimica. Farmaci.
Una
idea magnifica. Ma come il popolo avrebbe accettato una idea tanto strana?
Questo era il problema. Il popolo assumeva cure naturali e solo occasionalmente
ricorreva al medico per qualcosa di "serio". Il modo per guadagnare
accettazione delle nuove medicine divenne presto ovvio: standardizzare
l'educazione, la formazione e la credibilità dei dottori in medicina ed
elevando il loro livello economico al punto che avrebbero seguito il profitto.
Circa nel 1904 Andrew Carnegie si accorse che i lavoratori delle proprie industrie percepivano uno stipendio superiore a quello dei medici. Consultando il presidente del MIT, Henry Pritchett, fondò la Carnegie Foundation con 10 milioni di dollari. Il suo proposito originale era di offrire un fondo pensione per i professori a riposo. Ma presto emerse una nuova applicazione: controllo dell'educazione. Il nome fu cambiato a Carnegie Foundation for the Advancement of Teaching, e Pritchett espanse il proposito originale, chiamandolo ora "una grande agenzia votata a rafforzare l'educazione americana attraverso la ricerca scientifica." La Fondazione ebbe un immenso successo. Il controllo sugli standard educativi agì in questo modo: in funzione di qualificarsi per il nuovo sistema pensionistico, una istituzione partecipante doveva conformarsi agli standard della Fondazione. Nel primo anno, solo 52 dei 421 colleges furono accettati.
Circa nel 1904 Andrew Carnegie si accorse che i lavoratori delle proprie industrie percepivano uno stipendio superiore a quello dei medici. Consultando il presidente del MIT, Henry Pritchett, fondò la Carnegie Foundation con 10 milioni di dollari. Il suo proposito originale era di offrire un fondo pensione per i professori a riposo. Ma presto emerse una nuova applicazione: controllo dell'educazione. Il nome fu cambiato a Carnegie Foundation for the Advancement of Teaching, e Pritchett espanse il proposito originale, chiamandolo ora "una grande agenzia votata a rafforzare l'educazione americana attraverso la ricerca scientifica." La Fondazione ebbe un immenso successo. Il controllo sugli standard educativi agì in questo modo: in funzione di qualificarsi per il nuovo sistema pensionistico, una istituzione partecipante doveva conformarsi agli standard della Fondazione. Nel primo anno, solo 52 dei 421 colleges furono accettati.
Un
insegnante non-medico, Abraham Flexner (nella foto in basso), fu contattato
dalla Carnegie Foundation per viaggiare attraverso i paesi americani ed
"osservare" l'educazione medica. Il suo studio di riferimento,
conosciuto come Rapporto Flexner, fu pubblicato nel 1910. Sulla base delle sue
raccomandazioni, la
Fondazione uscì allo scoperto mostrando di non essere
solamente un piano pensionistico per professori, ma ben altra cosa che
interveniva in una precisa area: finanziamento alla ricerca. Le scuole che
aderivano al Rapporto Flexner, ovvero agli standard della Fondazione vennero
finanziate e fornite di sussidi. Quelle che non aderirono, non ricevettero nulla.
In questo modo i giganti dell'industria poterono dettare il tipo di cure
mediche. I metodi tradizionali di cure naturali caddero in disgrazia, in favore
di un approccio più "scientifico", il che alludeva a quelle scuole
che disseminavano i prodotti della neonata industria farmaceutica.
Per non essere da meno della Carnegie Foundation, la Rockefeller Foundation tese ad ascendere in importanza. Impiegando nuovamente la direzione di Abraham Flexner, la Rockefeller Foundation sviluppò gli standard per le scuole di medicina che cercavano un supporto "filantropico".
Per non essere da meno della Carnegie Foundation, la Rockefeller Foundation tese ad ascendere in importanza. Impiegando nuovamente la direzione di Abraham Flexner, la Rockefeller Foundation sviluppò gli standard per le scuole di medicina che cercavano un supporto "filantropico".
Le
scuole dovevano essere connesse alle grandi università. Le università dovevano
essere collegate ai dipartimenti clinici con laboratori ed un ospedale
universitario. Usando i fondi di Rockefeller, Flexner fu capace di sviluppare
un piccolo gruppo di scuole mediche di élite che fossero orientate alla
clinica. Esse avevano del materiale grezzo per i nuovi farmaci. Ciò che mancava
era una potente base accademica che legittimasse il loro sviluppo e l'uso
generalizzato.
L'infrastruttura educativa, i finanziamenti, la ricerca e l'organizzazione medica che persiste ancora oggi fu creata in pochi anni. La medicina popolare, che era rimasta negli usi comuni, fu gettata nell'immondizia molto presto.
Guidata dalle specifiche di due delle maggiori forze economiche mondiali della storia, Carnegie e Rockefeller, la medicina organizzata divenne una industria, con il suo obiettivo principale nella crescita del mercato. Avvenne che l'industria che si basa sulla malattia non cercò di distruggere se stessa curando le malattie. Questa è la ragione per cui in tutti questi anni le cure non farmaceutiche sono state sistematicamente soppresse. Divenne, ed è ancora oggi, una questione di buoni affari.
L'infrastruttura educativa, i finanziamenti, la ricerca e l'organizzazione medica che persiste ancora oggi fu creata in pochi anni. La medicina popolare, che era rimasta negli usi comuni, fu gettata nell'immondizia molto presto.
Guidata dalle specifiche di due delle maggiori forze economiche mondiali della storia, Carnegie e Rockefeller, la medicina organizzata divenne una industria, con il suo obiettivo principale nella crescita del mercato. Avvenne che l'industria che si basa sulla malattia non cercò di distruggere se stessa curando le malattie. Questa è la ragione per cui in tutti questi anni le cure non farmaceutiche sono state sistematicamente soppresse. Divenne, ed è ancora oggi, una questione di buoni affari.
Il sec. XX
Nel primo novecento furono oggetto di studi e ricerche
soprattutto la batteriologia, la parassitologia e la sierologia: si iniziavano
a capire le vere cause di molte malattie e le modalità con cui si
trasmettevano. In realtà la causa nota delle malattie riguarda solo il 5% dei
quadri patologici classificati.
Grande fu anche lo sviluppo della radiologia; purtroppo si ignorava ancora la pericolosità delle radiazioni ionizzanti e di conseguenza vi si faceva ricorso indiscriminatamente e senza protezioni.
Laparoscopie, pleuroscopie, biopsie muscolari e spirometrie erano prassi normale negli ospedali già nei primi venti anni del secolo.
Negli anni venti si affermò l'elettroencefalografia, nei trenta il microscopio elettronico, nei quaranta la diagnostica ecografica, la registrazione continua degli ECG secondo Norman Jeffers Holter (1914-1983); dal punto di vista farmacologico si scoprirono i primi antibiotici, alcuni antistaminici e anticoagulanti; negli anni cinquanta James Watson e Francis Crick descrissero la struttura del DNA; apparvero inoltre diuretici, cortisone, psicofarmaci, ipoglicemizzanti ed antiparkinsoniani.
La chirurgia, resa sempre più sicura ed affidabile grazie anche ai nuovi farmaci, arricchiva sempre di più il suo strumentario iniziando così a suddividersi in vari rami: tra le prime scuole specialistiche si annoverano l'oculistica, l'urologia, la traumatologia, l'otorinolaringoiatria.
Grande fu anche lo sviluppo della radiologia; purtroppo si ignorava ancora la pericolosità delle radiazioni ionizzanti e di conseguenza vi si faceva ricorso indiscriminatamente e senza protezioni.
Laparoscopie, pleuroscopie, biopsie muscolari e spirometrie erano prassi normale negli ospedali già nei primi venti anni del secolo.
Negli anni venti si affermò l'elettroencefalografia, nei trenta il microscopio elettronico, nei quaranta la diagnostica ecografica, la registrazione continua degli ECG secondo Norman Jeffers Holter (1914-1983); dal punto di vista farmacologico si scoprirono i primi antibiotici, alcuni antistaminici e anticoagulanti; negli anni cinquanta James Watson e Francis Crick descrissero la struttura del DNA; apparvero inoltre diuretici, cortisone, psicofarmaci, ipoglicemizzanti ed antiparkinsoniani.
La chirurgia, resa sempre più sicura ed affidabile grazie anche ai nuovi farmaci, arricchiva sempre di più il suo strumentario iniziando così a suddividersi in vari rami: tra le prime scuole specialistiche si annoverano l'oculistica, l'urologia, la traumatologia, l'otorinolaringoiatria.
Considerazioni finali
Da
quanto abbiamo avuto modo di leggere, la medicina è passata dagli stregoni
votati a contattare cerimoniosamente divinità e spiriti malvagi affinché
lasciassero la persona malata, agli stregoni del XXI secolo votati a spingere
lo spirito malvagio fuori dal corpo del malato usando farmaci e coltelli. Poco
è cambiato.
Si è passati dal non sapere come è fatto/funziona il corpo umano, al sapere come funziona e come è fatto, ma nel campo delle malattie i misteri rimangono oggi come 4000 anni fa.
Si è passati dal non sapere come è fatto/funziona il corpo umano, al sapere come funziona e come è fatto, ma nel campo delle malattie i misteri rimangono oggi come 4000 anni fa.
All'epoca di Ippocrate le cause
delle malattie erano sconosciute, ma si usavano erbe, abluzioni, alimenti,
massaggi per tentare di curarle.
Oggi le cause delle malattie
rimangono sconosciute, ma si usano farmaci (erbe), abluzioni, alimenti, bisturi
e massaggi per tentare di curarle.
Queste
nuove "armi terapeutiche" (vengono proprio chiamate così in
osservanza della dottrina militare che regna nell'attuale medicina)
sono solo pomposamente descritte come "rivoluzionarie" e
"risolutive", ma in realtà non
sono altro che nuovi modi per produrre denaro a scapito della salute della
persona.
Sia nella preistoria che a tutt'oggi
si continua a non voler esplorare il campo delle percezioni emotive, delle
relazioni tra umano e ambiente, delle relazioni tra psiche, cervello e corpo.
Si tratta di una negligenza non più tollerabile e giustificabile.
Temo che se non si cambia rotta
nell'approccio alla persona malata, la storia delle medicina è destinata a
rimanere immutata. Ci saranno solamente nuove teorie, nuovi farmaci e nuove
manipolazioni.
Voglio esprimere un concetto per me fondamentale formulato da Georg Groddeck, medico e psicanalista tedesco, fondatore della medicina psicosomatica .
RispondiEliminaEgli sostenne: ~“E’ il medico che cura, MA e’ il paziente che guarisce” ~
Con questa visione penetrante, riconobbe all’essere umano quello che ad oggi gli e’ stato progressivamente sottratto, il potere originario e immenso della forza vitale, un potere che agisce nel corpo, ma che si origina nella mente come intento di vivere o di morire.
Tranne le eccezioni connesse con situazioni del tutto particolari e funestate da eventi esterni incontrollabili, l’uomo puo’ forse (e non a caso dico FORSE) ancora attingere alla propria forza vitale per salvaguardare la propria esistenza dagli inevitabili attacchi patogeni ~ Buon proseguimento Marcello ~ Articolo molto ricco e interessante.
Nel corso del XX secolo, l'industria farmaceutica è stata sviluppata e organizzata con il fine di controllare i sistemi sanitari di tutto il mondo rimpiazzando sistematicamente le terapie naturali non brevettabili con farmaci di sintesi e brevettabili, perciò redditizi. Questa industria non si è evoluta naturalmente. Al contrario, è stata una decisione d'investimento presa da una manciata di imprenditori ricchi e senza scrupoli. Costoro hanno definito deliberatamente il corpo umano come un mercato finalizzato a generare ulteriore ricchezza. L’industria farmaceutica è responsabile della morte di centinaia di milioni di persone che continuano a morire di problemi cardiovascolari, cancro ed altre malattie che potrebbero essere evitate e che potevano essere eliminate definitivamente molto tempo fa. La morte prematura di milioni di persone non è né il risultato di una coincidenza né di negligenza. Tutto questo è stato pianificato ed organizzato sistematicamente dall'industria farmaceutica e dai relativi investitori con il solo scopo di espandere il mercato globale del farmaco dal valore di trilioni di dollari.
RispondiEliminaIl mercato dell'industria farmaceutica è il corpo umano ed il relativo ritorno sull'investimento dipende dal perdurare e dall'espandersi delle malattie. I relativi profitti dipendono dalla brevettabilità dei farmaci che rendono questa industria, l'industria più proficua del pianeta terra. Al contrario, la prevenzione e l'estirpazione di tutte le malattie ridurrebbe significativamente o eliminerebbe completamente il mercato del farmaco. Di conseguenza, le società farmaceutiche stanno ostruendo sistematicamente la prevenzione e l'estirpazione delle malattie.
Per commettere questi crimini, le società farmaceutiche usano un labirinto di esecutori e di complici arruolati nella scienza, nella medicina, nei mass-media e nella politica. I governi di intere nazioni sono maneggiati o completamente controllati da gruppi di pressione e dagli ex-quadro dell'industria farmaceutica. Per decenni, la legislazione di intere nazioni è stata corrotta ed usata per promuovere questo "business della malattia" multimiliardario mettendo a rischio la salute e la vita di centinaia di milioni di pazienti e di persone innocenti.
Un presupposto per l'incremento dell'industria farmaceutica come investimento di successo è l'eliminazione della concorrenza delle terapie sicure e naturali perché non sono brevettabili e quindi il margine di guadagno è molto basso. In più, queste terapie naturali possono contribuire efficacemente nel prevenire ed eliminare le malattie a causa del loro ruolo essenziale nel metabolismo cellulare.
Grazie all'eliminazione sistematica delle terapie naturali per la salute e del continuo cambio di gestione dei sistemi sanitari della maggior parte dei paesi del mondo, l'industria farmaceutica ha introdotto milioni di persone, in quasi tutte le nazioni, che sono alle loro dipendenze e che gestiscono questo commercio d'investimento.
L'industria farmaceutica come business per la truffa organizzata
RispondiEliminaL'industria farmaceutica offre la "salute" a milioni di pazienti ma non mantiene i propri impegni. Continuano a produrre prodotti che alleviano soltanto i sintomi, promuovendo la malattia come presupposto per il relativo guadagno futuro. Al fine di dissimulare questa truffa, l'industria spende per la copertura il doppio di quanto spenda per la ricerca su future terapie.
Questo inganno organizzato è il motivo per cui il business degli investimenti si è protratto per oltre un secolo dietro la cortina fumogena strategicamente creata di "benefattori dell'umanità". La vita di 7 miliardi di persone e le economie della maggior parte dei paesi del mondo sono tenute in ostaggio dalle pratiche criminali di quest'industria
Retroscena della crisi internazionale corrente e della guerra d'aggressione contro l'Iraq
RispondiEliminaAttualmente, quattro fattori principali stanno minacciando la sopravvivenza dell'industria farmaceutica e quindi la base stessa di un'industria per investimento a lungo termine dal valore di centinaia di miliardi di dollari:
1. Conflitti legali irrisolvibili, come conseguenza di una valanga di cause contro molte società farmaceutiche per responsabilità dei loro prodotti.
2. Conflitti scientifici irrisolvibili causati dalle innovazioni delle terapie naturali e non-brevettabili che efficacemente e largamente sradicano le malattie dal loro giro d'affari.
3. Conflitti etici irrisolvibili, con conseguente perdita di credibilità per l'intero commercio farmaceutico dato che le esorbitanti tasse per i brevetti limitano l'accesso alle medicine alla maggior parte delle persone, mettendo a rischio di morte prematura milioni di questi.
4. Conflitti aziendali irrisolvibili. Lo smascheramento del business farmaceutico come truffa organizzata.
Per decenni, il Pharma-Cartello ha fatto ogni sforzo per proteggere il relativo commercio globale dei farmaci brevettati, e per vietare la diffusione delle efficaci alternative non-brevettabili. Questo sforzo è stato condotto a livello internazionale, con infiltrazioni nel Parlamento Europeo e l'uso illecito dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e di altre organizzazioni delle Nazioni Unite.
Ora, che la più grande industria per investimenti sul pianeta terra è stata esposta come il più grande giro d'affari fraudolenti - perseguitati da decine di migliaia di cause processuali - una immediata e globale protezione industriale è diventata un'urgente misura per dissimulare questi crimini e cementare il controllo continuato del "business per investimenti della malattia" ai danni della salute del genere umano.
Queste leggi "protettive" formulate per un commercio fraudolento organizzato hanno implicato il restringimento dei diritti civili e di altre misure drastiche che non potrebbero essere altrimenti effettuate durante il tempo di pace. L'esecuzione di queste misure ha richiesto l'escalation di crisi internazionali, una serie di conflitti militari che deliberatamente portano all'utilizzo di armi di distruzione di massa e forse all'innesco di un conflitto mondiale.
La strada che attualmente hanno deciso di seguire è quella della (falsa) Pandemia Covid19 soltanto allora esisterebbe una situazione psicologica globale che permetterebbe l'abbandono dei diritti civili, il passare delle leggi marziali e l'esecuzione globale di quelle leggi protettive che permettono agli accusati di continuare il loro "business della malattia" ed altri crimini ancora.
In questa situazione, l'industria farmaceutica è diventata la più grande finanziatrice delle elezioni di dei presidenti americani, in modo da esercitare un'influenza diretta sul più potente centro politico e militare del mondo. Con l'elezione dei compiacenti presidenti americani, il gruppo per investimento dei Rockefeller ha avuto accesso diretto alla Casa Bianca, al Pentagono e alle decisioni politiche che vengono prese in quelle sedi. Un'influenza simile è stata impiegata dal gruppo dei Rothschild sui governi britannici in Gran Bretagna.
Quindi, non è stata una sorpresa che le due nazioni maggiori esportatrici di preparati farmaceutici, gli Stati Uniti d'America e la Gran Bretagna, abbiano rilanciato le crisi internazionali correnti e abbiano istigato le guerre in tutto il medio oriente. La presunta necessità di queste guerre è stata presentata alla popolazione in America, in Gran Bretagna e nel mondo intero sotto la falsa pretesa di una lotta globale contro il "terrorismo", l'eliminazione dei cosiddetti stati canaglia e la crociata contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa.
RispondiEliminaQuindi, gli stessi gruppi corporativi di interesse comune e gli stessi consegnatari politici responsabili di milioni di morti causati dal continuato "business della malattia" ora sono inoltre responsabili del rischio della morte inutile di centinaia di migliaia di persone innocenti in tutto il medio oriente e della morte dei giovani soldati americani, inglesi e di altri paesi. Sono responsabili di aver iniziato e condotto una guerra di aggressione contro l'Iraq/Libia/Siria/Yemen senza alcun mandato internazionale. Sono responsabili della schiavizzazione, dei saccheggiamenti, delle torture e di molti altri crimini che attualmente vengono condotti in questi territori illegalmente occupati.
Se questi gruppi di interesse comune ed i loro consegnatari politici non verranno giudicati responsabili per questi crimini immediatamente, è probabile che continuerà l'escalation delle crisi internazionali con l'ultimo rischio di una guerra con armi di distruzione totale.
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