Risveglio, Trasmutazione e Coscienza Cristica
di Carlo Dorofatti
La Coscienza Cristica rappresenta quel processo di risveglio totale, completo, che passa attraverso un percorso di dominio della nostra natura inferiore, in funzione di un risveglio di coscienza alla divinità potenziale che siamo. È la “seconda nascita”.
Noi, è vero che siamo Dio o, se preferite, un’emanazione di Dio, ma
non lo siamo finché non ci risvegliamo a questa consapevolezza; finché non
riscopriamo di esserlo attraverso la nostra coscienza umana. Non si può, come fa una certa new
age, giungere a conclusioni troppo affrettate. Sì, è vero che siamo Dio, che abbiamo una scintilla divina,
espressione di un essere cosmico assoluto… certo, tuttavia, noi qui siamo calati all’interno di
un’esperienza umana, attraverso la quale riscoprire la nostra divinità.
È vero che lo siamo, ma non lo siamo finché non riscopriamo di esserlo… è un
paradosso ovviamente, però noi dobbiamo diventare quello che siamo.
La
Coscienza Cristica è questo, il risveglio di questa
profonda consapevolezza; Cristo vuol
dire “unto”, unto attraverso il sacrificio; ma, sacrificio significa “rendere
sacro”, nulla a che fare con la sofferenza e con la pena. Ci
ammaliamo, soffriamo, peniamo se non capiamo. Se non ci rinnoviamo. Se non
siamo capaci di sacrificare le nostre illusioni per la Realtà. Ma, se capiamo, allora il nostro processo di risveglio
può essere felice, è un rendere sacro.
Nel momento in cui c’è un intoppo, è perché stiamo sbagliando
qualcosa: ci
identifichiamo con qualcosa di falso, proiettiamo qualcosa di falso, siamo attaccati a qualcosa che non è reale e allora
ecco lo squilibrio… e siamo subito messi alla prova con la malattia, la
sofferenza, ecc. La “guerra” contro i nostri aggregati psichici,
le nostre paure, i nostri limiti, ciò che noi non siamo, può anche essere faticosa,
sofferente, difficile, penosa, ma è
anche giusto che sia così poiché è una conquista reale, in cui
non c’è niente da dare per scontato.
Il risveglio della Coscienza Cristica, il ritorno di Cristo sulla
Terra, coincide perfettamente con le profezie Maya: noi siamo alle porte di una
Nuova Era dove, secondo molte profezie, l’essere umano ha la possibilità di
accedere a determinate possibilità di Coscienza. Ma deve sempre saperle
cogliere e riconoscere: c’è sempre il libero arbitrio di mezzo, nulla è
automatico.
In
altre tradizioni veniva prefigurato come il ritorno di Cristo sulla Terra, ma il ritorno di Cristo sulla Terra è proprio il
risveglio della Coscienza Cristica dentro ognuno di noi: questo
è il ritorno di Cristo sulla terra. Noi
dobbiamo crocifiggere la nostra falsa identità. È quella che
soffre, ma che attraverso la sua sofferenza rende possibile il sacrificio e ci
rende sacri e rende sacra la nostra realtà, ci fa andare oltre l’illusione. Quel superamento
sacralizza e riconduce la nostra esperienza umana al Dio che siamo.
Per
analogia, in base a dove è posizionato il nostro baricentro, momento per
momento, attiriamo aspetti più vicini alla natura spirituale, oppure aspetti
più vicini ad altri aspetti, che non sono di per sé giudicabili perché fanno
parte della nostra realtà. E tuttavia, domandiamoci, noi da quale parte ci
posizioniamo rispetto alla realtà?
Qual è la realtà alla quale possiamo davvero accedere per esprimere la nostra
coscienza?
Dov’è il baricentro della nostra identità? Su quale
piano?
Siamo davvero noi, viviamo
davvero, o siamo solo il riflesso su uno specchio fatto di illusioni?
Dove sono io? Qual è la mia aspirazione?
Allora ecco che mi regolo, in
base alla verità che fino in quel momento ho conseguito e all’onestà che sono
in grado di applicare a me stesso nel rispondermi alla domanda: “Dove sono io? Dove voglio orientarmi?”
Tutto dipende da dove Tu ti collochi…
e man mano farai delle scelte, collocherai il tuo baricentro, idealmente… se ti
poni il problema di dare credito a quella sensazione profonda dentro di te che
ti fa pensare di non essere solo “questo”, allora piano piano comincerai a dare spazio ad altre
aspirazioni e ad altre parti di te e quindi, proietterai possibilità nuove sul
tuo piano di esistenza.
E’
necessario imparare a muoversi partendo dalle cose semplici, dalla propria
posizione reale, dai propri limiti. È molto meglio fare le cose gradualmente,
anche attraverso dei compromessi consapevoli, piuttosto che adottare regole di
vita insostenibili. L’importante è cominciare. Adesso.
Questa ricerca spirituale, tutto questo impegno, questo scoprire e
sperimentarsi esigerà continuità, costanza nella ricerca, una certa serietà: un po’ come foste dei piccoli scienziati
che comunque sperimentano con mente aperta, con cuore puro, quindi con le
giuste motivazioni, con la giusta costanza, con il giusto investimento di
tempo, di energia, di buona volontà e allora ecco che con il tempo otterrete determinati risultati,
se ci starete dietro.
Se
saltellate da una tecnica all’altra, da una moda all’altra, da una curiosità
all’altra, potrete divertirvi, però difficilmente riuscirete a inanellare tutte
queste esperienze attraverso un filo conduttore che vi porti da qualche parte. Questi aspetti hanno bisogno di un investimento, di
un’energia, di tempo, di attenzione, quindi è tutto molto impegnativo, sebbene
da viversi con gioia e senso della scoperta, ovvero con entusiasmo, leggerezza,
ma con la dovuta profondità d’animo.
Grazie a questo revival spiritualista, che viene chiamato new-age (mi riferisco alla moderna
new-age perché la new-age degli anni ’70 è ben diversa dal fenomeno new-age che
stiamo vivendo oggi), molte cose sono
accessibili, ma occorre discernimento. È tutto molto interessante, in quanto
fornisce tanti stimoli, fornisce tantissimi spunti di riflessione, però a volte
rischia di indurre ad un atteggiamento un po’ superficiale.
Infatti,
quando si tratta di investire tempo, energia, buona volontà e mettercisi di impegno,
ecco che siamo un pochino pigri, perché veniamo educati al tutto e subito, ad
un atteggiamento consumistico, molto mentale. Questi aspetti, che hanno a che
fare con un investimento di sé molto concreto, non sono “prodotti”: non siamo
al supermercato della spiritualità.
E’ inutile che parliamo di tante belle cose spirituali, di facoltà interiori, di indagini
multidimensionali della realtà, quando
ancora siamo bestie tra bestie, in un recinto di fango. Prima
dobbiamo lavorare per renderci un po’ conto di che cosa siamo: lasciar elevare
un po’ di più la nostra animalità, la nostra umanità: noi siamo esseri divini, qui per imparare a
diventare finalmente “umani”. Non il contrario!
Non siamo esseri umani che devono diventare divini: noi siamo dèi qui per esplorare un’esperienza umana e ricondurla ad
un’altezza spirituale, nobile, elevata. Il nostro obbiettivo è diventare umani:
noi siamo molto lontani da questo obbiettivo. Raggiunto
quell’obiettivo, potremo richiudere il cerchio, ovvero reintegrarci in quell’unità
divina dalla quale sorgiamo, quella fonte dalla quale nasciamo tutti quanti.
E’
l’esperienza umana da conquistare: però noi, in questo particolare periodo storico, in questa dimensione, viviamo
un’esperienza molto “bestiale”, molto legata a necessità e percezioni,
direi identificazioni, piuttosto devianti rispetto alla nostra reale natura. Va
bene! È andata così, non è un problema, ci sono dei corsi storici: noi viviamo alla fine di un’epoca e questa civiltà,
questa manifestazione di realtà, sta giungendo alla sua apocalisse, al suo
collasso… ben venga, non c’è niente da cambiare, non c’è niente da salvare, va
bene, va benissimo così. È quello che abbiamo proiettato, è
quello che abbiamo saputo manifestare, però, giunto a questo capolinea, è
possibile pensare ad un rinnovamento di sé e dell’umanità, del mondo,
dell’universo…
Non c’è da temere alcunché, perché la morte non esiste. Lasciamo pure
che questa epoca, nella sua decadenza, collassi e salviamo quei semi di
rinnovamento che possiamo intuire dentro di noi. E da quei semi ripartiamo
verso una nuova epoca, una nuova era, una nuova possibilità umana, una nuova
manifestazione,
rinnovando però completamente il paradigma e tutti gli assunti, altrimenti
rischiamo di metter “il vino nuovo negli
otri vecchi”.
Bisogna veramente ritrovare, o creare, dentro di sé dei riferimenti
nuovi,
rinnovarsi radicalmente: non c’è niente da rivoluzionare. Non c’è da
distruggere per ricostruire con gli stessi mattoni. Non si tratta di imboccare
ora un ciclo evolutivo che ancora una volta si trasformerà in involutivo,
sempre sulla stessa ruota del criceto. Questa realtà è così: va bene così. Va
bene così, perché tutto questo è funzionale ad un fenomeno evolutivo.
Ma
c’è un rinnovamento potenziale ben più radicale che possiamo cavalcare: possiamo scendere dalla ruota del criceto, non per
salire su altre ruote, ma per scrollarci di dosso una melassa che non
corrisponde a niente che si possa chiamare davvero VITA. Si
tratta di uscire dalla “grotta di Platone”, di sconnettersi dalla Matrix, da
tutte le Matrix.
Non
confondiamo una possibile epoca nuova di evoluzione con quella che invece è ora
una possibilità di rivoluzione davvero autentica, una rivoluzione della coscienza, del concetto
stesso di esistenza, come nuova specie umana e spirituale rinata, o forse
finalmente nata, fuori da questo guscio d’uovo così angusto e
ormai asfittico.
Il tempo del rinnovamento è ormai giunto, evidentemente, necessariamente. Entriamo dentro noi stessi,
poniamoci le domande fondamentali, poniamoci domande nuove, meditiamo, indaghiamo le nostre potenzialità reali,
quelle della nostra anima, non crediamo più a niente se non alla nostra
intuizione profonda, non stiamo più a nessun gioco, a nessun
compromesso con l’illusione. Senza
paura. Senza suggestioni, aspettative, finzioni, drammi. Svegliamoci,
finalmente.
Articolo di Carlo Dorofatti
Fonte: https://www.verdechiaro.com/articoli/spiritualita/risveglio-trasmutazione-e-coscienza-cristica/
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