Luigi di Maio, le prove a suo carico
Luigi di Maio, lecca-suole da gennaio a gennaio(video vimeo)
La
fabbricazione di una coltre di complicazioni e difficoltà da infliggere ai
cittadini contribuenti, per far loro implorare il paternalistico perdono da
parte dello stato tiranno, è una delle tante attività nocive e totalmente
gratuite che impegnano a tempo pieno i burocrati degli enti di stato. Per
esempio, esiste un solo commercialista in Italia che sia in grado di garantire
che la posizione amministrativa e fiscale di uno solo dei suoi clienti è
perfettamente in “sintonia” con la moltitudine di indicazioni e
controindicazioni imposte dagli aguzzini dell’erario ai contribuenti?
Il sistema tributario è un labirinto di complicazioni e di
articolate fabbricazioni esoteriche che non permette a nessuno di essere “in
regola” al 100% e ciò
favorisce la pratica dell’oppressione e dell’oppressione fiscale, sia in via
preventiva che consuntiva. Il contribuente soffre costanti stati di ansia e
sensi di colpa, perché sa di non essere mai completamente “in regola”, e il
tiranno si atteggia per l’estensibilità e la flessibilità della sua capacità
repressiva. In qualunque momento può decidere di portare via la roba di Tizio o
di Caio, sapendo di non dover faticare ad inventare i pretesti e, con la
normativa “liberticida-giustizialista” prodotta fraudolentemente negli
ultimi anni, lo può fare con semplice atto amministrativo,
senza dover andare per la via giudiziaria.
senza dover andare per la via giudiziaria.
È un sistema corrotto e pervertito in ogni parte e alla sua
corruzione e perversione hanno partecipato, quantomeno assistito senza dire mai
nulla, in questi ultimi penosissimi 18 anni, i bravi ragazzi del movimento delle cinque palle. Oggi, il loro patetico
rappresentante, Luigi di Maio, divenuto attore
televisivo compulsivo, presenta in televisione le nuove trovate per
complicare la vita degli umiliati e degli oppressi, ostentando la farsa del
“reddito di cittadinanza condizionato”.
Lo stato paternalistico dà, sì, perdona, sì, ma il
cittadino non deve fare “il furbo”, deve mettersi in fila, compilare il modulo
di richiesta delle successive richieste e abbandonarsi all’inesauribile serie
di ostacoli e condizioni e complicazioni che la burocrazia impone agli umiliati
e agli oppressi. Che sia una farsa si
vede da subito e vedremo fra qualche mese se, effettivamente, qualche
cittadino più uguale degli altri sarà riuscito ad ottenere un gettone-viveri,
come le schede che usano le massaie russe a Mosca per la razione del pane,
durante la seconda guerra mondiale. Il trucco qui è questo: non ti dico di no,
ti dico di sì ma, grazie alle complicazioni e alle condizioni e agli ostacoli che ti
faccio incontrare lungo il percorso, alla fine la tua razione di pane non
l’avrai, o l’avrai ridotta ad una quota tanto ridicola da non giustificare il
tempo e lo sforzo prodotto per ottenerla. Tutto questo, naturalmente,
salvo complicazioni lungo il tempo e per la via, perché le
crisi fabbricate e le finte emergenze sono degli ottimi catalizzatori di
attenzione mal diretta e con quelle si può sempre trovare nuovo pretesto per
non mantenere nemmeno per finta le promesse fatte molti decenni prima.
Per chiunque si sia mai rivolto agli enti di stato in Italia, è sempre stato così, tutto si ottiene al prezzo di una tale e inutile perdita di tempo che si fa prima a pagare per ottenere ciò che si vuole da qualche associazione concorrente ai tiranni dello stato; forse possono fare eccezione alcune regioni autonome, forse, come il Trentino Alto Adige, forse. E ora arrivano i nuovi, i ragazzi rivoluzionari del movimento delle cinque palle, perfettamente allineati ai trucchi e all’immobilismo della burocrazia delle penne d’oca, ragazzi adeguati alle leggi e alle complicazioni addotte dal parassitismo dei burocrati degli enti di stato, e perfettamente adeguati già da imberbi, già da ancora prima di essere cresciuti oltre la pubertà e di aver imparato un mestiere.
Come spiega chiaramente Rothbard, lo
stato è un’organizzazione che: (A) ottiene i suoi redditi mediante la
coercizione fisica dei contribuenti di quello stato; (B) si assume il monopolio
obbligatorio dell’uso forza e il potere decisionale sulla roba e sulla terra di
un dato territorio.
Le due attività fondamentali dello
stato, quindi, sono essenzialmente atti di aggressione criminale per depredare
i cittadini dei loro diritti sulla proprietà privata.
La prima delle
due attività fondamentali dello stato, l’esercizio d’imporre imposte, tasse e gabelle, è
fondamentalmente rapina, o furto aggravato esteso su scala nazionale, che si
accompagna all’estorsione aggravata su scala nazionale, e la seconda costituisce
l’inibizione perpetua della libera concorrenza sui diritti di legittima difesa
della vita e della roba, sui diritti di disporre e decidere sulla
propria roba e sulla propria terra in un dato territorio, proibendo l’acquisto
e la vendita volontaria di servizi giudiziari e di difesa alternativi. “Senza
giustizia” conclude Rothbard con Sant’Agostino “lo stato non è altro che una
banda di rapinatori”.
Il monopolio territoriale della protezione e della
giurisdizione dello stato è l’inizio di un inammissibile atto di espropriazione
indebita che fornisce, ai monopolisti e ai loro ruffiani armati, la licenza
per praticare altre espropriazioni e per praticarle perpetuamente. Esso implica
che al
cittadino è proibito di rinunciare al rapporto con il tiranno che gli impone la
protezione e che a nessuno, tranne che ai monopolisti, è consentito il
privilegio di esercitare la giurisdizione finale sulla sua proprietà. Tutti,
tranne i privilegiati della cricca dei monopolisti, perdono il loro diritto di
difesa personale contro possibili predatori e soprattutto contro i rapinatori
dello stato. Con il trucco della “protezione imposta dallo stato”, i cittadini
contribuenti restano disarmati e indifesi per decisione dei monopolisti, che
possono così rapinarli e disossarli senza troppi disturbi. Il prezzo della
giustizia e della protezione dello stato continuerà a crescere, tenendo lo
stato i poteri in regime di monopolio, e la qualità dei servizi di protezione e
giustizia offerti dallo stato continuerà a calare.
Un’organizzazione
che offre protezione e giustizia mentre insiste con l’imposizione fiscale è
una contraddizione in termini e continuerà, se non viene ostacolata e fermata,
a dissanguare sempre di più le sue vittime con l’imposizione
fiscale, dispensando sempre meno protezione oggettiva. Allo stesso modo,
l’esistenza di un monopolio della giustizia determina il costante
deterioramento della giustizia. Non potendo il cittadino rivolgersi ad altri
che allo stato monopolista per ottenere giustizia, le corti e i tribunali
saranno sempre pervertiti in favore dello stato e dei suoi aguzzini. L’idea
delle leggi immutabili poste a fondamento dell’ordinamento di una nazione in
definitiva svanisce completamente ed è rimpiazzata dal concetto della legge
positiva della produzione normativa dello stato.
A questa perversione del sistema, in cui la
produzione normativa serve le iniziative e i vantaggi d’altri, partecipano
anche gli scalda-poltrone del movimento delle cinque palle, per tutto il tempo
che segue i finti auto-attentati di Nuova York del 2001. È da quella nuova
messa in scena del 2001 che si cavano, a livello internazionale, i pretesti
artificiali per imporre le
nuove leggi liberticide, le finte
misure di emergenza contro il finto terrorismo e la
finta lotta alla criminalità organizzata.
I decretacci delle finte misure di emergenza sono recepiti in
tutto il mondo industrializzato, quasi contemporaneamente, e
qui ci sarebbe già da indagare meglio sull’origine di questa volontà
unificatrice, o meglio, CHI
ha questo potere di coordinamento della volontà di tutti i legislatori di tutte le nazioni del mondo, sia in oriente
che in occidente, sia “comuniste” che “capitaliste”, sia tra le ganasce dei governi
continentali che offshore. Per quanto riguarda la vituperata penisola italiana,
sappiamo che i suoi ruffiani non fanno altro che recepire le scemenze imposte
dai rappresentanti dei loro padroni del sistema del colonialismo delle banche
centrali, la commissione europea.
E però, i bravi ragazzi del movimento delle cinque palle, essendo sempre presenti in classe ed impegnati nello studio dei lavori parlamentari di questi squallidi ultimi 18 anni, scaldando le poltrone dell’opposizione in parlamento, non si querelano mai né in aula e né in piazza, sulle misure arbitrarie della dittatura europea, che ricalcano poi le misure arbitrarie della dittatura coloniale del resto del mondo. Non ne fanno mai neppure cenno, contribuendo con gli altri a spostare l’attenzione dalle politiche realmente corrotte e dittatoriali, a ciarlare confusamente in rapporto a problemi diversi, sempre assetati di sangue nei confronti di qualche ladro di galline e sempre così distratti dai problemi fondamentali.
Uno può dire che le cose vadano avanti così, negli
ultimi 18 anni, perché questi bravi ragazzi, in fondo, sono ignoranti, non
hanno esperienza, e si lasciano distrarre facilmente non solo dai loro finti nemici in parlamento e al governo ma
pure dagli altri loro finti nemici fuori, i finti giornalisti delle televisioni
e della cartaccia stampata. Anche lo stesso Grillo, non si capisce bene se
sia maggiormente ignorante o maggiormente infiltrato. Tutto potrebbe dipendere
da equivoci, distrazioni, disattenzioni, ingenuità, sprovvedutezza,
dabbenaggine eccetera.
Ma guarda ora il giovane disoccupato Luigi Di Maio,
che con Renzi, Salvini e altri cretini, condivide la sorte di fare l’attore
della televisione, di non aver mai dovuto, o potuto, lavorare un solo giorno in
vita sua, guarda come si ritrova a suo agio dicendo scempiaggini nei salotti
dei ruffiani giornalisti, proprio lui, l’uomo di punta del movimento delle cinque
palle, quello che aveva dichiarato guerra aperta al mondo delle falsificazioni
sistematiche del sistema
della disinformazione organizzata, e in particolare di stampa e tv italiane.
Fai attenzione. Non si querela mai in passato, delle nuove norme liberticide con le quali si mette il contribuente in
ginocchio e si calpestano i precetti costituzionali. Non solo. Le sposa
integralmente e le recepisce persino nell’uso del suo stesso inutile linguaggio.
Stai attento alla frase: “…soprattutto per chi si macchia di reati come
auto-riciclaggio…”
Il “reato” di auto-riciclaggio non macchia. Con il trucco delle definizioni surrettizie, i nuovi pacchetti normativi adeguano alla normativa antimafia, e/o alla normativa anti-riciclaggio, certi comportamenti che con la finta lotta alla finta criminalità organizzata e al vero riciclaggio non hanno proprio niente a che vedere. Chiunque oggi, magari per un errore di calcolo, versa all’erario una lira in meno rispetto a ciò che l’erario si aspetta o pretende, se poi spende quella lira per comprare una caramella alla bambina sua figlia commette “il reato di auto-riciclaggio e la sua roba può essere sequestrata con un atto amministrativo che si basa solo su “sospetti”. Il fatto che il fantoccio Di Maio faccia suo questo linguaggio repressivo “chi si macchia di reati (gravi? Ma qualche anno fa neppure esistevano) come l’auto-riciclaggio..” dimostra chiaramente la sua condizione di ruffiano e di esecutore totale delle politiche di monopolio del cartello bancario internazionale.
Il “reato” di auto-riciclaggio non macchia. Con il trucco delle definizioni surrettizie, i nuovi pacchetti normativi adeguano alla normativa antimafia, e/o alla normativa anti-riciclaggio, certi comportamenti che con la finta lotta alla finta criminalità organizzata e al vero riciclaggio non hanno proprio niente a che vedere. Chiunque oggi, magari per un errore di calcolo, versa all’erario una lira in meno rispetto a ciò che l’erario si aspetta o pretende, se poi spende quella lira per comprare una caramella alla bambina sua figlia commette “il reato di auto-riciclaggio e la sua roba può essere sequestrata con un atto amministrativo che si basa solo su “sospetti”. Il fatto che il fantoccio Di Maio faccia suo questo linguaggio repressivo “chi si macchia di reati (gravi? Ma qualche anno fa neppure esistevano) come l’auto-riciclaggio..” dimostra chiaramente la sua condizione di ruffiano e di esecutore totale delle politiche di monopolio del cartello bancario internazionale.
Anche questa presa in giro del finto “reato di
auto-riciclaggio” riflette comportamenti che appaiono coerenti con lo spirito
finto-giustizialista dei colpevolisti storici del movimento delle cinque palle
ma che in realtà non fa altro che accreditare le imposizioni delle commissioni
anonime, delle associazioni anonime, perché queste norme provengono tutte
dall’estero e non si sa ancora da chi.
E poi, a proposito delle frottole sul “reddito di cittadinanza condizionato”, dice:
“..quello lì, che si rivolge al centro per l’impiego, prima di tutto ci andrà per appuntamento…il software….lavori di pubblica utilità…troverà un COACH (che significa presa per il culo) …prima di tutto bisogna far tornare a credere in se stesso la persona che si rivolge al centro per l’impiego (cioè, tu cerchi lavoro, perché devi mantenere la famiglia, e loro ti aiutano a “credere in te stesso”, anziché restituirti il denaro che è tuo e che si sono fottuti).
L’italiano deve sempre essere diffidente rispetto
ad un altro italiano. Ci deve essere sempre “chi fa il furbo” e quello può
essere qualunque dirimpettaio che non fa la raccolta differenziata, chi sale
sulla metropolitana di Napoli senza comprare il biglietto, chi evade le imposte,
chi elude le imposte, chi accetta una bustarella e chi ruba tacchini.
I veri delinquenti non solo non si toccano ma neppure si
nominano, perché a quelli si deve obbedire.
Questa intervista è la prova
definitiva della malafede del disoccupato, senz’arte ne parte, Luigino di Maio,
esecutore d’ordini dei legislatori delle banche centrali, fantoccio della finta
lotta al riciclaggio, pupazzo della finta lotta all’evasione fiscale,
bambolotto del finto reddito di cittadinanza “condizionato”, pagliaccio della
finta rivoluzione del movimento del giuggiolone, che vi libera dal male, dalla
corruzione e vi mette in fila per distribuirvi le gabelle con la vostra razione
alimentare di guerra.
Luigi di Maio, lecca-suole da gennaio a gennaio(video vimeo)
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