Ecco come quello che ti circonda può farti ammalare o
guarire!
La
Società Americana per il Cancro ha recentemente pubblicato una statistica che
afferma che il 60% dei tumori sono evitabili, cambiando stile di vita e dieta.
Quest’informazione proviene da un’organizzazione che ha cercato per circa 50
anni i geni del cancro.
Si
sono focalizzati sul cancro come se fosse una questione genetica, ma solo
il 5% dei cancri ha una connessione genetica. Il 95% dei cancri in effetti non ha
nessuna connessione coi geni. L’epigenetica lo ha affermato 15 anni fa: è l’ambiente
(alimentazione, stile di vita, emozioni, relazioni) a creare le condizioni
per la salute o la malattia.
Ecco come torna a noi il potere della nostra vita.
“Piuttosto che esser vittime dei nostri
geni, lo siamo stati delle nostre percezioni.” afferma Bruce Lipton, biologo cellulare statunitense,
conosciuto per le sue ricerche riguardanti le relazioni fra attività genetica,
ambiente e pensiero.
E continua: “La medicina cerca di guarire le cellule dalla malattia andando
a intaccare i meccanismi biochimici innescati dall’ambiente esterno. La medicina agisce sull’uomo mentre il
problema è l’ambiente.” Non sorprende quindi che ci ammaliamo spesso sempre della stessa
malattia o che dopo aver
curato un cancro questo ritorna.
Al ricercatore Bruce Lipton è
stata posta questa domanda: allora
in un ambiente sano possiamo guarire spontaneamente? Ecco la
risposta:
“In teoria sì ma in termini pratici è tutto più
complesso perché la nostra mente interpreta l’ambiente esterno
a suo modo. Magari noi siamo posti in un ambiente sano ma la nostra mente
inizia a leggerlo come un ambiente negativo e dannoso, il nostro sistema
nervoso genera così una sostanza chimica che ci renderà ugualmente malati.”
Quindi
più che l’ambiente è la percezione dell’ambiente a
decidere la nostra vita. La mente conscia e sopratutto quella subconscia, sono
programmate secondo schemi mentali che risalgono ai primi anni di vita. Diventare consapevoli di questi schemi
limitanti è il primo passo verso la riprogrammazione.
“E’ dimostrato che se un bambino adottato è
cresciuto da una famiglia dove uno dei genitori ha un tumore, nella vita adulta il soggetto adottato ha più
probabilità di sviluppare un cancro.
Quando si vibra ad una certa frequenza,
tutto ciò che sta là fuori che vibra alla stessa frequenza sarà imbevuto della
nostra energia. Così se noi abbiamo un pensiero positivo allora un evento
positivo risonante risponderà e sarà imbevuto di quell’energia. Se manifestiamo
un pensiero negativo allora anticiperemo qualunque cosa ci sia là fuori che
potrà risuonare con quel tipo di energia. In pratica nutriamo l’ambiente con la
nostra energia.” Così il Dott. Lipton spiega
in un’intervista, arrivando anche a parlare di come non si può
sperare di avere una relazione soddisfacente finché non siamo in grado di
generare la nostra felicità:
“Se
non si è in grado di ri-programmare da soli i vecchi modi di pensare si ha
bisogno di qualcun altro che ci renda felici e, se si necessita di qualcuno per
il proprio completamento, ci si trova in una relazione di reciproca dipendenza.
Questo tipo di relazioni sono costellate di fallimenti poiché se un partner non
viene incontro all’altro, l’altro si sente una vittima. In ogni caso in cui si
è in grado di procurarsi felicità e gioia e di rispondere alle necessità da
soli, allora si è liberi
dalla esigenza di avere un partner che lo faccia al posto nostro. Di conseguenza, quando due persone indipendenti
iniziano insieme una relazione, ricatti e manipolazioni non avranno alcun ruolo
all’interno della loro storia d’amore. Questo è quanto ho imparato dalle mie
precedenti relazioni che erano basate sul soddisfare dei bisogni. Nel momento in cui fui in grado di
provvedere io stesso alla mia felicità la
mia vita è cambiata improvvisamente. Sono diventato soddisfatto di me, potevo
anche essere impegnato tutto il giorno, godermi il mondo e divertirmi.”
Per questo divulghiamo informazioni su tutto
quello che riguarda il nostro ambiente, tutto quello con cui entriamo in
relazione, a partire da ciò che mangiamo (corpo) fino alla
meditazione e quindi i pensieri che abbiamo (mente) e ad indagare la natura
dell’esistenza attraverso la spiritualità (spirito).
Alcuni ricercatori dell’Università di
Tokushima, in Giappone, hanno studiato gli effetti di
periodi difficili su un gruppo di studenti di medicina. Hanno prelevato loro
del DNA nove mesi prima dell’ultimo esame e l’hanno confrontato con campioni
prelevati due giorni prima del momento in cui lo stato ansioso era al massimo. Hanno
dimostrato che uno
stress psicologico cronico genera dei cambiamenti nei geni: si
erano modificati 24
geni codificati, soprattutto per il sistema immunitario.
In un altro studio il Dott. Dean Ornish ha
modificato la dieta e
le relazioni sociali di
pazienti malati di cancro alla prostata: dopo 3 mesi erano cambiati 501 geni e la malattia stava
regredendo.
Insomma la vita non può essere
parcellizzata: tutto è connesso e interdipendente.
Cosa aggiungere? Non mi sorprende alla
luce di queste informazioni, come un tempo quando qualcuno stava molto male gli
si faceva cambiare aria e portare in un tranquillo posto nella natura con
persone che se ne prendevano cura amorevolmente. Insomma lo stesso ambiente
degli ospedali di oggi
FONTE: Dionidream
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