Come fare un lavoro su di sé con i Vangeli
Questo post ha lo scopo di spiegare a chi
ancora non mi conosce, cos’è un corso di lavoro su di sé basato sui Vangeli;
perché ciò non ha nulla a che vedere con una lettura dogmatica e moralistica di
questi ultimi; perché se siete interessati alla spiritualità,
all’evoluzione personale, alla crescita interiore o come cavolo volete
chiamarla, non potete fare a meno di conoscere i Vangeli.
Partirò dall’ultimo punto.
Partirò dall’ultimo punto.
Perché è necessario conoscere i Vangeli?
Semplice. Perché qualunque pratica di lavoro su di sé
o di auto-miglioramento attualmente conosciuta in occidente ha origine dagli
insegnamenti contenuti nei Vangeli o trova in essi il suo compimento.
Dalla psicanalisi alla meditazione; dalle terapie essene alla gurdjieffiana
Quarta Via; dal Reality Transurfing ai manuali in stile americano su come
diventare seduttori perfetti, investitori di successo, leader-di-se-stessi,
eccetera, passando per il filone The Secret e la “miracolosa” Legge
dell’Attrazione. Tutto ciò che tali manuali, pratiche, discipline possono
insegnarvi è racchiuso nei versetti dei Vangeli. Se
imparerete a leggere e interpretare correttamente il Nuovo Testamento,
scoprirete che grazie a un testo che potete acquistare per il costo di un euro
e cinquanta centesimi, potrete comprendere nel modo più chiaro,
autentico e approfondito tutti i principi essenziali relativi all’evoluzione
della coscienza e alla struttura metafisica del mondo.
Perché il senso
ultimo dei Vangeli non ha nulla a che vedere con un insieme di precetti morali
o con l’affermazione di verità dogmatiche?
Se si è in grado di leggere correttamente i
Vangeli è possibile incontrarne il senso mistico o spirituale. Al livello più
profondo – e ciò non è rinnegato nemmeno dai teologi della tradizione cattolica
– le Scritture non descrivono più fatti storici o indicazioni morali, magari
sottese dalla minaccia di eventuali punizioni ultra-terrene. Essi descrivono nel modo più semplice la
struttura oggettiva dell’essere e della coscienza.
L’eterna disputa tra credenti, atei, scettici
e “dietrologisti” della storia di vario tipo verte di solito sull’effettiva
verità degli eventi riportati nei Vangeli, ovvero sul loro significato letterale:
Gesù è realmente esistito? Era chi diceva di essere? Davvero è morto sulla
croce ed è risorto il terzo giorno?
La vera risposta è: chi se ne frega! Perché se mi accorgo che la morte in croce di Gesù e la sua resurrezione sono un simboli che mi permettono di accedere a un processo di trasformazione interiore; se comprendo che tale processo altro non è se non la dis-identificazione dai limiti della mia personalità (morte) e la conseguente realizzazione del Sé, ovvero dell’integrità psichica originaria (resurrezione); se comprendo che i Vangeli contengono le istruzioni esatte su come svolgere, passo dopo passo, questo processo; bene, ecco che allora la questione della loro verità storica perde di senso. Nessun dogma cui credere o meno, nessun precetto morale da seguire o meno; semplicemente essi descrivono un processo di guarigione interiore oggettivo, di cui posso fare esperienza concreta.
Cos’è un corso di Lavoro su di Sé basato sui Vangeli?
I Vangeli descrivono per mezzo di
figure simboliche un processo di trasformazione e di guarigione interiore
interiori e in più forniscono le indicazioni pratiche che è necessario attuare
per iniziare e portare a termine tale processo.
Il messaggio di Gesù può essere interamente riassunto con Luca 17, 21:
«…ecco
il Regno di Dio è già in mezzo a voi!»
Il
Regno di
Dio è l’espressione evangelica che designa uno stato di felicità
piena, paradisiaca appunto; uno stato di serenità e di pienezza che non
può più essere turbato da nulla. Prefigurando (e per molti versi ancora
superando) le scoperte della psicologia con un anticipo di duemila anni Gesù
rivela che tutti noi siamo nati in questo stato, che questo altro non è se non
la condizione di integrità psicologica in cui dimorano i bambini nella fase
pre-egoica (l’Eden). La “caduta”
o “peccato originale” di cui si parla
nella Genesi descrive in questo senso il processo di formazione dell’ego o
personalità individuale, processo che passa necessariamente per
un’identificazione selettiva con alcuni aspetti (di solito quelli approvati dai
genitori e dal contesto sociale) della nostra psicologia a discapito di altri.
L’individuo guadagna una consapevolezza di sé come individuo, appunto, e acquisisce un “io” sociale, ma al prezzo di una frattura interiore permanente. Gli aspetti di sé che vengono estromessi dalla personalità sono sospinti nell’inconscio, rifiutati, e tale scissione interiore diviene una ferita permanente che affligge l’individuo sul piano cognitivo, emotivo e fisico. Tale frattura interiore, una volta avvenuta e fintanto che non sarà resa consapevole, sarà proiettata incessantemente all’esterno creando quell’illusione mentale secondo la quale noi non siamo felici perché nella realtà esterna ci manca qualcosa (più denaro, un lavoro più gratificante, l’anima gemella, più tempo libero, eccetera.)
Ecco che qui ci torna utile l’insegnamento evangelico: la felicità non è il risultato del verificarsi di certe condizioni esterne; è solo l’espressione del nostro normale funzionamento psicofisico. La “Redenzione” ovvero la cura proposta da Gesù è l’unica soluzione possibile: è necessario smettere cioè di inseguire la felicità all’esterno. Dobbiamo svegliarci e fare l’unica cosa sensata: guardarci dentro e lavorare pazientemente sul nostro corpo, sulle nostre emozioni e sui nostri schemi mentali fino a che non saremo guariti, finché la ferita originaria che abbiamo contratto non sarà reintegrata nella nostra coscienza, amata e sanata. Allora i nostri occhi si apriranno di nuovo e vedremo ciò che abbiamo dimenticato: che il paradiso è già qui, che la realtà per com’è adesso è perfetta e che la gioia più piena che noi potessimo sperare non è che la placida, serena, presa di coscienza della verità.
Tornare in uno stato di felicità permanente,
tornare nel Regno di Dio è possibile. Nei corsi di Lavoro su di Sé dedicati ai
Vangeli noi non facciamo altro che mostrare le indicazioni che Gesù fornisce
per compiere questo ritorno a se stessi, questa guarigione.
1) Tieni presente che
quando vedi qualcosa di sbagliato all’esterno ciò è il riflesso
di questa tua “stortura” interiore che ti impedisce di vedere. Ovvero: «perché guardi la
pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è
nell’occhio tuo?» (Mt 7, 3).
2) Distaccati dagli
asserti mentali che senza sosta giudicano e misurano la realtà facendoti poi
subire le conseguenze di questo giudizio che ti impedisce di accogliere la
realtà per com’è. Ovvero: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché col
giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale
misurate sarete misurati.» (Mt 7, 1-2)
3) Non amare solo gli
aspetti di te che hai già integrato nella tua personalità (il prossimo). Accogli anche le
tue emozioni negative, e in generale gli aspetti di te che sinora hai rifiutato
e che puntualmente, a causa del meccanismo di proiezione, affiorano sotto forma
di situazioni che sembrano turbare continuamente la tua serenità (i nemici e i
persecutori). Ovvero: «Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il
tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri
persecutori» (Mt 5, 43).
4) Divieni consapevole
degli schemi comportamentali, fisici e persino posturali che metti in atto
involontariamente. Se puoi, fai addirittura l’opposto di ciò
che faresti abitualmente per rendere consapevoli gli aspetti di te che i
comportamenti abituali escludevano (il malvagio). Ovvero: « ma io vi dico di
non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli
anche l’altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la
tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un
miglio, tu fanne con lui due.» Mt 5, 39-40
5) Per fare tutto ciò
e per poterti trasformare interiormente devi sviluppare la capacità di essere
sempre vigile. Devi praticare uno stato di presenza
attentiva a te stesso, ai tuo gesti, ai
tuoi pensieri, alle tue emozioni, e devi divenire in grado di praticarla
costantemente. Ovvero: «vegliate in ogni momento» (Lc 21, 36).
Tutte queste indicazioni non vanno assunte in
modo generico e semplicemente “pensato”. Non basta conoscerle cioè a livello
intellettuale. Esse devono essere messe in atto per mezzo di specifici esercizi
estremamente accurati che vengono spiegati e assegnati a ogni lezione. Nel coso
sui Vangeli che terrò presso Un Nuovo Mondo mi avvalgo della pratica del
Ricordo di Sé, di specifiche forme di meditazione e di preghiera, della
recitazione, del ballo e di molto altro ancora.
Il corso sui Vangeli si articola in seminari
di una giornata con cadenza mensile, un weekend al mese, che prevedono tanto
accurate spiegazioni teoriche quanto esercitazioni pratiche. Per informazioni
sui corsi o per prenotare la vostra partecipazione al prossimo incontro
contattatemi via e-mail: alessandro.baccaglini@gmail.com
Christo era l'axis mundi. Diventa l'Axis Mundi...
RispondiEliminaPerché devo seguire dei corsi se e' il mio CUORE a guidarmi ...a seguirmi e ad inseguirmi?
RispondiEliminaL.
Questo tuo articolo credo si riferisca alla sola pubblicità del tuo lavoro, perché non trova nessun fondamento storico e spirituale sulle terapie scritte nei vangeli,essi sono il frutto di invenzioni ,mistiche di teologi ,tramite interpretazioni, allegorie, metafore con nessun riferimento e significato letterale,quando poi citi ,le parole " il regno di dio è già in noi,non cera bisogno di scomodare Gesù( storicamente mai esistito) tutti sanno che la spiritualità interiore proviene dalla propria coscienza (o anima)io la ricerco sempre in me stesso,perché appunto se dio è onnisciente e in ogni luogo, allora dio è anche dentro di me.Si capisce che sei un credente e di basarti sulla fede ,personalmente non mi basta,se poi uno come te si professa cristiano dove tutto questo artificio è sostenuto dal peccato originale e dalla resurrezione essendo apici di salvezza,e vengono a mancare e lo dice l'ultimo libro della Sapienza non ne parla assolutamente e descrive la figura di Gesù uno come tanti insignificante di quel tempo, poi lascia stare le terapie degli Esseni, quelli si esistiti storicamente e vennero molto prima del cristianesimo, erano nomadi vegetariani, predicavano l'umiltà e vivevano in povertà, il cristianesimo si è impossessato dello loro era storica. Grande rispetto per il tuo lavoro ma confondi spiritualità interiore con la religione. un saluto
RispondiElimina