Women Power – riconsegnare il potere al mondo femminile, incomincia da noi donne.
Fonte Originale:
Le ferite inflitte sulle donne, da parte del mondo
femminile, sono le più profonde, le più dolorose da
supportare, perché sono oscurati dal tradimento della sorellanza femminile,
quella forza della natura, tipica delle culture tribali, che protegge, assiste
e sostiene una donna quando riceve un’attenzione malsana: un’invasione sia fisica, sia
emozionale, che offende e danneggia la sua femminilità, trascinandola in una
spirale di sofferenza tutta femminile.
La qualità della femminilità è la ricettività, ma come
‘forza’, abbiamo perso il significato, confondendo questa naturale
caratteristica ‘non attiva’ con la passività, la sottomissione, la pretesa e
l’invasione del corpo e tutti i livelli della coscienza umana, però… non sono solo gli uomini a confondere le differenze, ma la donna stessa,
giudicano duramente alcune sue coetanee
in modo disdegnoso, smontando e odiando con un’intensità incomprensibile,
lasciando l’altra donna spiazzata davanti a tanta rabbia e disprezzo, perché
paradossalmente, sono le donne ed esprimere gli aggettivi più dispregiativi e
più duri nei confronti di un’altra donna che fa l’errore di scambiare il sesso
per l’affetto, il denaro per la sicurezza, che sceglie di abortire perché non
si sente di affrontare una gravidanza non voluta, o perché per ‘sentire’
nuovamente predilige il dolore ritornando più volte dal marito che abusa di
lei.
Questa energia aggressiva che morde, non è femminile, ma
una specie d’intolleranza quasi bellica, e il
nemico è il mondo maschile che deve pagare per il dolore inflitto su milioni di
donne attraverso il tempo. Questa crociata che separa i sessi, crea scompiglio
anche tra lo stesso genere femminile, perché solo le donne sono in grado di
distruggere emotivamente con la stessa capacità con cui sono in grado di
procreare.
Le donne che poi cadono nella trappola di ‘ricevere’
attenzioni malsane dagli uomini, sono le nemiche più grandi. Giudicate deboli,
stupide e superficiali, sono meritevoli del dolore inflitto su di loro, sono
considerate traditrici della causa, quel
movimento dell’emancipazione femminile che tuttora sta rallentando un
macchinario secolare che ha obbligato il mondo femminile a sottomettersi nel
ruolo della vittima, vista dal suo carnefice come un oggetto sessuale, una
mera dispensatrice di piacere, lavoratrice gratuita e contenitore per la
riproduzione. Ora però, il pendolo oscilla dall’altro estremo, le donne moderne hanno
acquistato il diritto di tenere una spada in mano per difendersi, e per alcuni,
l’intento è di dare indietro quello che hanno ricevuto – dolore.
Emmeline Pankhurst 1858-1928, attivista e politica
britannica, guidò il movimento Suffragista nel Regno Unito per ottenere il
diritto al voto femminile; finalmente liberando le donne dalla loro posizione
sociale declassate. Questa donna straordinaria non fu contro gli uomini, al
contrario, egli dichiarò:
“Dobbiamo liberare metà della razza umana, le donne,cosi
loro possono aiutare a liberare l’altra metà”.
una visione rivoluzionaria appunto perché, come movimento
di diritti femminili, l’intento della sua missione era di liberare, partendo
dalle donne come matrice – tutti gli esseri umani.
L’Era femminile è
tornata per equilibrare questa mondo maschile che vaga per secoli senza la sua
sposa. Prima che
questo accada pienamente, come donne forte e libere, è il nostro compito di
accogliere, senza pregiudizi, le nostre sorelle ancora indebolite da un sistema
sociale che tuttora resiste nel restituire il potere alle donne in modo
autentico e rispettoso.
La donna deve essere nuovamente ‘empowered’ ovvero, il potere femminile va riconsegnato
nelle mani delle donne, non gestita dagli uomini che spesso la vedono come
figura più debole e bisognosa, da mantenere, consolare, oppure come una
minaccia, un avversario a malapena assecondata, la non benvenuta, supportata
in-generosamente come figura politica ‘rosa’ in Italia con uno spazio giusto
per avere i voti e le sovvenzioni.
Tuttavia, non tutte le donne sono fatte per correre con i
lupi, esiste chi non è predisposto alla lotta, alcuni utilizzano strategie di
sopravvivenza come ‘usarsi’ reciprocamente in uno scambio – il corpo per il
mantenimento, altri rimangono congelati per non sentire, apparendo falsi e
superficiali, facendo male solo a se stessi, molti si sacrificano per i figli.
Queste donne non vanno disprezzate ma
accolte come sorelle ferite nel profondo. Tuttavia, la guerriera con le spine e la dama indifesa, che ne è priva,
non sono così diverse, quello che lì unisce è la paura dell’uomo con la sua
energia penetrante come una spada filata, che non sa riconoscere il valore del
suo ‘ricevere’ femminile, che come un rosa delicata, va approcciata con premura
e rispetto, perché nel ‘ricevere’ l’uomo, la donna è vulnerabile e fisicamente
indifesa. Nella sua apertura, rischia di essere devastata, invasa nella
carne viva, nell’intimo, un’angoscia che solo un’altra donna può comprendere,
perché l’ha vissuto, o perché rischia di vivere sulla propria pelle.
Come donne, siamo connesse tramite la nostra vulnerabilità
sessuale e la capacità di procreare la vita. La scelta di diventare madre
oppure no, il dolore di una donna sterile, la disperazione di chi ha perso un
figlio, o il senso di colpa a causa della decisione di terminare una gravidanza
per necessità oppure per volontà propria, sono circostanze che dovrebbe unirci invece di allontanarci; perché solo una
donna può capire cosa significa essere negata dal potere di gestire e vivere il
proprio corpo come lei crede. Solo una donna è in grado di comprendere i
traumi subiti dagli abusi nelle mani di chi ha tolto quella libertà di scelta
con la forza sia fisica, sia psicologica.
La solidarietà femminile è una forza che va incoraggiata e
diffusa, perché la vita entra solo dalla porta del femminile – un mondo
misterioso e cosi potente da far scatenare le guerre!
Mentre scrivo quest’articolo, sento l’energia femminile
vibrare dentro di me e riconosco che anch’io ho giudicato alcune donne deboli,
senza fermare e onerare il loro ‘perché’. Non ho accolto il loro dolore, ho
sentito invece, un senso di superiorità e sollievo contemporaneamente, perché
ero fuori pericolo, salva da potenziali invasori, in grado di mettere le
distanze, ed essere rispettata – sentita, ovvero, dire ‘no’ per il
‘no’, e ‘si’ per il ‘si’.
Chiedo umilmente scusa a queste donne, perché nel non
accogliere loro, ho continuato a escludere me stessa. Il riflesso che loro specchio
scomodo mi ha mostrato è l’immagine della mia vulnerabilità che io stessa
proteggevo a spada tratta. Ora capisco che all’epoca, la mia forza non era una
vera trasformazione, affinché non ho rischiato coraggiosamente di aprirmi al
‘ricevere’, mettendo giù le armi, mostrando le mie debolezze, nell’essere
indifesa; e nella mia fragilità, dipendente sugli altri per ricevere amore.
Tutto ciò è accaduto senza cadere nell’autocommiserazione,
di conseguenza, la mia ‘ricettività femminile,’ improvvisamente, ha iniziato a
sbocciare in modo più autentico, come un rosa, privo di spine, delicato ma
resistente, libero del peso e costrizione del vittimismo.
Sento che il potere
femminile manca ancora della solidarietà tra di noi, perché siamo noi la forza
creativa nel mondo. La donna è il cuore della famiglia. Siamo come la luna: vergine,
giovani donne, madri e poi donne sagge, dolci e amare, profonde e leggere,
terrificanti come le streghe e poi sfuggenti come le fate, misteriose a tal
punto da portare l’uomo a perdere se stesso tra le nostre braccia, a non
riconoscere più se stesso, perché diventato un uomo sensibile.
Questa è la forza
che ci unisce, il potere creativo che fa nascere le generazioni future, la
potenza che crea, che nutre, che cura, che dona….questo è essere donne, unite
insiemi, al servizio della vita.
Caroline Mary Moore
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