I sintomi dell’ego spirituale
I sintomi attraverso i quali possiamo riconoscere se essere affetti o
meno da questa “sindrome”, sempre più comune, sono:
1. Etichettarci come “persone spirituali“: iniziamo a percepire noi stessi
come “persone spirituali” e, di conseguenza, più “elevate”, rispetto alla massa
di “dormienti” che ci circonda. Questo è il primo passo per ammalarci di “Ego
spirituale“.
2. Strettamente connesso al punto precedente: tracciamo un confine tra un “noi” e un “loro”, iniziamo a circondarci solo di persone che reputiamo evolute come noi, snobbiamo tutte le persone che dal nostro punto di vista illuminato, viaggiano a frequenze verso cui non abbiamo intenzione di “abbassarci”.
3. Il mondo ci appare come un luogo ostile, i terrestri una razza cruenta e immatura, capace solo di atrocità e facile alle debolezze carnali. Desideriamo sempre più tornare in quel lontano pianeta di una galassia lontana lontana da cui proveniamo…
4. Ci isoliamo e parliamo solo con il nostro maestro spirituale via Skype o con il nostro spirito guida via etere…ma anche questo, d’altronde, dal nostro punto di vista “illuminato”, è normale perchè stiamo percorrendo il sentiero della Buddità.
2. Strettamente connesso al punto precedente: tracciamo un confine tra un “noi” e un “loro”, iniziamo a circondarci solo di persone che reputiamo evolute come noi, snobbiamo tutte le persone che dal nostro punto di vista illuminato, viaggiano a frequenze verso cui non abbiamo intenzione di “abbassarci”.
3. Il mondo ci appare come un luogo ostile, i terrestri una razza cruenta e immatura, capace solo di atrocità e facile alle debolezze carnali. Desideriamo sempre più tornare in quel lontano pianeta di una galassia lontana lontana da cui proveniamo…
4. Ci isoliamo e parliamo solo con il nostro maestro spirituale via Skype o con il nostro spirito guida via etere…ma anche questo, d’altronde, dal nostro punto di vista “illuminato”, è normale perchè stiamo percorrendo il sentiero della Buddità.
Se
ti sei riconosciuto in uno o più di questi sintomi, fermati un attimo e
respira…
L’ego immaturo chiede a gran voce l’illuminazione
Questo è ciò che si scorge guardando bene dentro i
variopinti ambienti della cosiddetta spiritualità (qualunque cosa voglia
significare questo termine).
“Non sono nessuno nella vita normale. Ma sarò qualcuno in quella spirituale.”
La rinuncia al denaro e al successo come gratificazione ultima dell’ego. L’incapacità di affermarsi come vincente nella vita materiale mascherata da rinuncia alla vita materiale stessa.
“Non sono nessuno nella vita normale. Ma sarò qualcuno in quella spirituale.”
La rinuncia al denaro e al successo come gratificazione ultima dell’ego. L’incapacità di affermarsi come vincente nella vita materiale mascherata da rinuncia alla vita materiale stessa.
Dipendesse
da me metterei la regola che solo chi ha raggiunto la piena gratificazione nel
mondo della materia può dedicarsi alla ricerca spirituale. Come si è sempre
affermato in psicologia – da Jung in poi, passando per la Psicologia
Transpersonale – solo un ego maturo e sano, che è stato capace di raggiungere
obiettivi concreti in campo lavorativo, artistico, sportivo piuttosto che
politico o economico… insomma, solo un ego realizzato, contento di sé, non
patologico… è davvero pronto per morire. Gli altri stanno fingendo… recitano
una parte… proprio per non morire mai. Si tratta del tristemente noto “ego
spirituale”.
La
patologica insoddisfazione di un ego immaturo lo indirizza verso una spasmodica
ricerca in campo spirituale. Se l’ego non è ancora maturo,
autodeterminato, soddisfatto di sé, non potrà mai “rinunciare a sé”; inizierà
quindi a cercare nelle “esperienze spirituali” quel completamento di sé che gli
è mancato negli altri campi della vita.
Non mi stanco di ripetere che per rinunciare al proprio ego è prima necessario averne uno maturo. Se gli alchimisti avevano previsto l’ »albedo” come tappa intermedia dello svilupppo psicologico di un individuo, la fase in cui si “fabbrica” l’Anima, prima della divinizzazione finale nella »rubedo”… un motivo ci sarà. Un ego abortito darà come risultato una ricerca spirituale deviata, ansiosa, competitiva, intrisa di esperienze mistiche allucinatorie. Questo è ciò che vediamo accadere continuamente: gli ashram sono zeppi di persone FULMINATE che si credono ILLUMINATE.
Non mi stanco di ripetere che per rinunciare al proprio ego è prima necessario averne uno maturo. Se gli alchimisti avevano previsto l’ »albedo” come tappa intermedia dello svilupppo psicologico di un individuo, la fase in cui si “fabbrica” l’Anima, prima della divinizzazione finale nella »rubedo”… un motivo ci sarà. Un ego abortito darà come risultato una ricerca spirituale deviata, ansiosa, competitiva, intrisa di esperienze mistiche allucinatorie. Questo è ciò che vediamo accadere continuamente: gli ashram sono zeppi di persone FULMINATE che si credono ILLUMINATE.
Ho
avuto la sfortuna di comprendere “nella carne” che non c’è nessuno dentro
questa forma corporea. Proprio quando finalmente ero “qualcuno”, con una
»centratura” perfetta e mi sembrava di avere il mondo ai miei piedi… sono
morto. Che sfiga! Ciononostante, nulla di ciò che questo apparato psicofisico
ha realizzato nel corso di anni di sforzi è andato perduto. Per esempio, questa
forma è rimasta ben conscia delle verità che conosceva prima che accadesse il
“fattaccio”; per questo motivo insegno che solo a partite da un ego
psicologicamente adulto – sebbene finto – si può verificare una morte
iniziatica e ottenere una comprensione diretta della Verità Ultima.
Questo
è il motivo per cui a qualcuno succede e a qualcuno no. Se non ci fossero
ostacoli, questa comprensione accadrebbe in tutti gli apparati psicofisici del
mondo in questo stesso istante. Invece non accade, né a te che stai leggendo,
né agli altri. Tu hai capito perfettamente che il tuo “me” separato non esiste
e non è mai esistito… ma non accade nulla! Ti senti sempre come esistente
dentro un corpo specifico.
Ovviamente,
tutti voi, appassionati di Advaita Vedanta, Tao e Zen siete convinti di essere
pronti per il “grande salto nell’Abisso”. Oramai le gratificazioni dell’ego le
avete lasciate alle spalle. Non siete più come gli altri comuni mortali che
ancora compiono sforzi per “ricordarsi di sé”, oppure, più prosaicamente, si
preoccupano di mettere da parte i soldi per l’auto nuova.
Invece non è vero. Non siete pronti. Siete come vergini che parlano di
Tantra!
Dimostrare che non siete ancora pronti a balzare
nell’Abisso è facile. Non siete pronti… perché non vi è ancora successo. In
realtà avete ancora necessità di sentirvi un individuo, un “me” dentro un
corpo. E il fatto che stiate percorrendo un cammino verso qualcosa che invece
si trova QUI e ADESSO, indica che avete ancora bisogno di muovervi attraverso
l’ego. Il fatto stesso che decidiate di non fare più nulla, è ancora sempre un
bisogno dell’ego. Le vostre azioni vi tradiscono. Non c’è via d’uscita!
Se avessi di fronte una forma corporea nella quale è accaduta questa piena comprensione, le darei ragione. Ma dal momento che di solito a blaterare sull’inesistenza dell’ego e l’inutilità di fare sforzi sono persone che si trovano sul medesimo piano di coscienza di un giornalista sportivo… la loro stessa “mancata illuminazione” le tradisce. Hanno ancora bisogno di temporalità e di sforzi, in qualunque direzione questi sforzi siano condotti.
Se avessi di fronte una forma corporea nella quale è accaduta questa piena comprensione, le darei ragione. Ma dal momento che di solito a blaterare sull’inesistenza dell’ego e l’inutilità di fare sforzi sono persone che si trovano sul medesimo piano di coscienza di un giornalista sportivo… la loro stessa “mancata illuminazione” le tradisce. Hanno ancora bisogno di temporalità e di sforzi, in qualunque direzione questi sforzi siano condotti.
L’
“ego spirituale” ha spostato le sue aspettative dal mondo della finanza a quello
dell’Advaita Vedanta o dello Zen, così da poter finalmente sperimentare la
beatitudine. Ma la beatitudine come traguardo di vita non ha più dignità di una
carica politica, poiché sono entrambi traguardi disposti lungo il tempo. Sono
entrambe esperienze esperite da “qualcuno” dentro un corpo. “Qualcuno” che
farebbe meglio a occuparsi delle sue finanze piuttosto che dell’illuminazione!
Finché non siete pronti per accettare la fine del senso di identità
separata, cercate l’illuminazione in maniere che vi impediscono di
raggiungerla. Desiderate l’Unità ma allo stesso tempo vi opponete ad essa ogni
singolo istante della vostra vita.