LA FEDE E’ L’INGREDIENTE SEGRETO DELLE TERAPIE EFFICACI
La maggior parte delle terapie efficaci sono accomunate da un ingrediente segreto: la fede.
Si
potrebbero usare altri termini per descrivere questo ingrediente che c’è, ma non si
vede. Tuttavia
la parola fede ha, a mio avviso, la capacità di portare la nostra attenzione
direttamente al centro della questione. La maggior parte delle terapie efficaci
funzionano anche perché le persone ci credono. Ci crede chi le riceve e ci crede chi le
esegue.
Qualcuno potrebbe obiettare che oggi, nell’epoca moderna, crederci non
sia più così importante, dal momento che le terapie che mettiamo in atto in
medicina sono rigorose, scientifiche e dimostrate.
Tuttavia,
chi è un po’ più avvezzo alla medicina praticata e vissuta, sa bene che ci
sono numerosi “ vuoti” di
dimostrazione colmati da piccoli grandi atti di fede.
LA FEDE: UN INGREDIENTE SEGRETO, MA NON CELATO
La
fede è un ingrediente segreto di molte terapie efficaci. Segreto ma non celato.
Medici o pazienti dicono o pensano
spesso “Speriamo!” e ancora più spesso “Proviamo!”. In quei momenti stanno
esercitando la fede.
È vero, non mettono la fede nell’elenco degli ingredienti del loro
successo terapeutico. Tuttavia, la esercitano. La esercitano, ma non la
praticano. Ne fanno un uso “spontaneo”.
UN TEMPO LA FEDE FU … PARTE ESPLICITA DELLA TERAPIA
La
fede, il crederci, tuttavia, non è sempre stato un ingrediente segreto. In
molte epoche medico e paziente si sono reciprocamente esortati ad avere fede
nella terapia. Il medico diceva al paziente “Abbi fede! Credici!”. E il
paziente diceva al medico “Ci credo! Fai tutto quello che serve per guarirmi”.
Medico
e paziente hanno coltivato la loro fede nella terapia per secoli. Hanno
considerato per tanto tempo il crederci importante tanto quanto il sapere e il
fare.
POI CREDERCI E’ DIVENTATO UN FATTO SEGRETO
Poi, il crederci è diventato simbolo di fragilità. Se devi crederci vuol dire che
quello che fai non è così certo, così convincente. Se devi crederci … stai
dicendo che non ne sei certo.
Così
è giunta l’epoca delle dimostrazioni scientifiche. Dimostrare la certezza
di una terapia prima di eseguirla per non aver più la necessità di credere.
Se
non ci credo abbastanza sarà meglio che prima lo dimostri!
Ma
a cosa servono le dimostrazioni se non a ridurre l’incertezza e a rendere
spontaneo il crederci? Lo dimostro affinché io stesso e altri possiamo
crederlo.
E
che dire dei momenti in cui ancora la certezza non c’è, ma c’è la possibilità
che qualcosa che ancora non è certo possa funzionare? I momenti in cui emerge
un’idea, una nuova idea! Una nuova idea di terapia …
Se
si vuole dimostrare l’efficacia di una nuova terapia … si dovrà prima tentare e
per tentare sarà necessario per un attimo crederci e avere fede.
O
sbaglio? Possiamo dimostrare qualcosa senza prima sperare, credere e aver fede
che funzioni?
UNA SCIENZA SCARAMANTICA
Se
la medicina fosse così scientifica, ci sarebbe un lungo elenco di ipotesi
tentate, ma non riuscite. Possibili terapie miracolose, smentite.
Invece
oggi quell’elenco è molto piccolo. E difficile da reperire. E’ come
se ogni terapia che è creduta efficace … prima o poi viene dimostrata efficace.
In realtà sappiamo che solo
la metà dei risultati dei trial medici sono pubblicati (vedi Alltrials).Tendiamo
infatti a non pubblicare la maggior parte dei trial clinici con risultato
negativo.
Tendiamo a non rendere pubblici quei documenti che negherebbero l’efficacia
delle terapie. Come se evitassimo di metterci davanti all’evidenza del fatto
che stiamo continuando a credere nelle terapie e a forza di credere prima o poi
le rendiamo quasi tutte efficaci.
LA
MEDICINA E’ FAR FUNZIONARE E NON DIMOSTRARE CHE FUNZIONA
Credere nelle terapie è ancora
molto importante.
Se
infatti tutti i risultati dei trial clinici fossero
pubblicati, emergerebbe che non ci sono evidenze scientifiche sufficienti
per dichiarare molte terapie di uso quotidiano efficaci o più efficaci di
altre. Eppure … funzionano! Il risultato arriva. A volte è un po’ oneroso, ma
arriva.
Ci
troveremmo davanti alla realtà: il fatto che medico e paziente credano o non
credano nella terapia conta ancora molto. La medicina non è eseguire pratiche solo se certe, ma è rendere
funzionanti pratiche anche se incerte.
Noi
non siamo razionali e rigorosi come crediamo. O meglio … essere razionali e rigorosi non è il nostro forte!
Insistere a dipingerci come tali ci fa appassire … e forse morire.
Quando si crede si trascurano le
incertezze e si scommette solo sulle possibilità. I risultati dubbi sfumano
come neve al sole, le possibilità fioriscono come germogli innaffiati con la
fede, la speranza
… la dedizione.
Viviamo in un’epoca in cui credere
nelle terapie non sembra importante, mentre in realtà è forse più importante
oggi che in passato.
E
di per sé non sarebbe un problema. Soprattutto per un medico, per cui
l’importante è che possa funzionare non che sia certo.