Diventerai ciò di cui ti nutri
Spiacente per gli
amici vegetariani o vegani, ma il
nutrimento di cui parlo qui, oggi, ha poco a che fare con ciò che mangiamo, per
quanto io trovi che a un certo punto anche le nostre abitudini alimentari
cambieranno a seguito di un onesto lavoro su noi stessi.
Il nutrimento cui sarebbe importante prestare attenzione è
quello sottile, vibrazionale, emotivo cui ci sottoponiamo in quei momenti in
cui non ci siamo, quegli spazi che ci prendiamo per noi stessi e nei quali ci
abbandoniamo a quelli che consideriamo momenti di rilassamento. Sono quelli i
momenti di maggior permeabilità delle sfere inconsce e quelli, spesso, i
momenti in cui ci mettiamo davanti a tv, cinema, film, libri e musica varia.
Fin qui niente da eccepire.
Quello che dovremmo
cominciare a vedere con consapevolezza è
innanzitutto il contenuto emotivo di quello a cui ci esponiamo, il messaggio
profondo che ciò cui ci esponiamo veicola. Sebbene questo contenuto possa
essere usato per rilasciare, molto più spesso di quanto non pensiamo il
materiale che ci attraversa viene preso e accettato inconsciamente senza
censure e da lì passa direttamente a stimolare qualcosa nel subconscio.
Dall'horror alla soap-opera il messaggio 'esterno' solletica
continuamente, a livello emotivo, le nostre corde interne richiamando contenuti
non risolti, conti in sospeso, vecchi ricordi, aspettative e anche, purtroppo,
memorie genealogiche (e probabilmente la nostra genealogia non ha mai brillato
per consapevolezza e centratura).
Da quello stimolo esterno accettato passivamente
scaturiscono bisogni, desideri ma anche inquietudini, paure e proiezioni
negative d'ogni genere. Da quegli stimoli esterni possono scaturire
comportamenti e azioni del tutto irrazionali.
Quello che leggiamo, la musica che ascoltiamo, i film che
guardiamo e in generale la cultura alla quale partecipiamo, lascia solchi nel
nostro subconscio, solchi tanto più profondi quanto più continuativa e ripetuta
è stata l'esposizione. E questo influenza inevitabilmente la nostra vita e la
nostra realtà, che noi lo vogliamo o meno.
Ciò dà una direzione
alla nostra emissione senza che ce ne accorgiamo. Non c'è niente di male in
questo perché chi più chi meno ne siamo tutti partecipi.
La domanda che dobbiamo farci è: ciò di cui mi nutro lo
voglio davvero nel mio campo di esperienza?
Ciò di cui tutti si
stanno nutrendo (perché così fan tutti, perché è giusto, perché va di moda o
semplicemente perché non sembra esserci nulla di meglio in giro) è ciò di cui
io voglio nutrirmi? Vi invito a rifletterci su. Vi invito a guardare quegli
strati della sfocatura che affermano 'si fa così' solo perché hanno mutuato un
modello dalla narrativa, dalla fantascienza, dai fumetti o da qualche
cantautore. Se guardate bene ne troverete un bel po'.
Troverete strati di sfocatura nutriti da tradizioni,
abitudini e tendenze millenarie che distruggono l'individualità delle persone e
che nessuno ha il coraggio di cambiare perché dentro qualcosa dice che si è
sempre fatto così. E il 'si è sempre fatto così' a
mio parere, oggi, è il motivo di tanta mancanza di inventiva, di genio e di
creatività.
Il 'lo fanno loro,
devo farlo anch'io' è penetrato a fondo
nella coscienza, così a fondo che oggi non si osa più pensare di potersi
nutrire di qualcosa di differente da ciò che ci viene proposto dai canali
'ufficiali' e quindi di poter agire, pensare e creare in maniere differenti da
quelle proposte dalla 'cultura' - anche purtroppo quella della cosiddetta
spiritualità.
Allora a un certo livello di coscienza ci deve risultare
chiaro che niente di quello cui ci esponiamo può più essere preso sotto gamba.
A un certo livello di coscienza tutto ciò che incontreremo
ci mostrerà il suo vero scopo, non lo scopo di facciata, non la patina, ma il suo vero motivo di esistere e il suo vero
messaggio. E magari un giorno
sceglieremo di smettere di prestare attenzione a qualcosa che fino a poco tempo
prima ci appassionava, ci avvinceva e ci teneva incollati alla tv o alle pagine
di un libro, perché ne vedremo il vero senso (e molto spesso questo senso non
ci piacerà).
Magari a un certo
punto sceglieremo di nutrirci di qualcos'altro, qualcosa che avremo veramente
scelto.
Andrea Panatta
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