Carnivori per dissociazione: la mente si rifiuta di collegare un piatto di carne a un animale vivo
Eppure
la maggior parte delle persone continua a mangiare carne, perché?
Se
lo sono chiesti due ricercatori dell’Università norvegese di Oslo che hanno
cercato di dare una risposta
scientifica a questa domanda, attraverso uno studio dal titolo ‘Carnivori per dissociazione’.
Quali sono i meccanismi psicologici per cui continuiamo a mangiare
carne pur amando gli animali? Il modo in cui la carne viene presentata nel nostro
piatto. Oltre mille volontari
onnivori provenienti da Norvegia e Stati Uniti sono stati
sottoposti a un test.
Davanti a loro sono stati proposti
cibi con carne e cibi vegetariani
con lo scopo di capire cosa avrebbero scelto tra le due alternative. Quando nel
menù comparivano le parole bistecca o
cotoletta, la stragrande maggioranza dei volontari, sceglieva
il piatto con la carne, quando invece le parole venivano sostituite da mucca e maiale, la scelta ricadeva
sul vegetariano.
E ancora, quando venivano mostrate
immagini di animali arrostiti interi
o di un piccolo agnello vivo trasformato poi in cosce al forno, i volontari
mostravano una maggiore empatia con
l’animale e il disgusto per piatto con carne.
In
sintesi, secondo i due ricercatori, raramente nell’immaginario il piatto di carne fa direttamente pensare all’animale.
“Carni maggiormente lavorate rendono più facile distanziarsi dall’idea
che essa provenga da un animale. Meno la gente pensa che il cibo fosse prima un
animale e più si sente a suo agio nel mangiarlo”, si legge nella ricerca.
Questo è quello che si traduce in essere carnivori per dissociazione,
ovvero la dissonanza cognitiva che non
ci fa associare un piatto di carne un animale vivo, perché se
così fosse, da quanto emerso dallo studio, a continuare a essere carnivori si
rimarrebbe davvero in pochi.
Dominella Trunfio
Purtroppo credo si tratti di semplice insensibilità che non può essere "curata". Si nasce sensibili verso questi argomenti. Da bambina piangevo davanti ad un piatto di carne e mi rifiutavo di mangiarla, appena maggiorenne sono diventata vegetariana ed oggi sono vegana da più di dieci anni. Non si può indurre nell'altro la consapevolezza, deve arrivarci con i suoi tempi e spesso si impiegano molte vite.
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