La disinformazione e la denigrazione cominciano con ANSA….
di Marco Pizzuti
L’Agenzia Nazionale della Stampa Associata che tutti conoscono con il semplice acronimo ANSA, è un’agenzia che ha un indiscusso ruolo di primo piano nel campo della divulgazione. Si tratta di una cooperativa composta da 36 soci editori dei principali quotidiani italiani e oltre a disporre di 22 sedi in Italia, possiede ben 81 uffici in altri 78 paesi. Le sue news diventano la “bibbia” dei giornalisti in quanto le agenzie ANSA trasmettono oltre 3.500 notizie e più di 1.500 foto al giorno che poi vengono ricevute dai mezzi d’informazione italiani, dalle istituzioni nazionali, locali ed internazionali, dalle associazioni di categoria, dai partiti politici e dai sindacati. Le sue notizie vengono diffuse anche in lingua inglese, spagnola, tedesca, portoghese e araba. Molti degli editori membri dell’ANSA ricevono contributi (diretti o indiretti) di denaro pubblico senza i quali, alcuni di essi sarebbero costretti a cambiare lavoro a causa dello scarso numero di copie vendute.
In regime di democrazia, un’agenzia che si sostiene anche grazie ai finanziamenti pubblici dovrebbe essere garanzia d’imparzialità, pluralismo e rispetto della libertà di espressione delle minoranze. Nella realtà invece sembra che l’ANSA si cimenti nello svolgere la funzione completamente opposta di sostenere il verbo dell’establishment denigrando la minoranza che si oppone in maniera pacifica e democratica (attraverso libri e social network) all’informazione ufficiale autoreferenziale (priva di qualsiasi controllo diverso “dall’autorevolezza” della fonte).
Il seguente articolo pubblicato il 30 novembre 2015 dall’ANSA (lo vediamo scritto in corsivo e commentato in rosso da altrainformazione), è infatti caratterizzato dallo stile diffamatorio tipico delle macchine del fango.
Titolo: Terrorismo e immigrati nel mirino dei complottisti del Web
Sottotitolo: Organizzati in tribù diffondono bufale, algoritmi li riconoscono
Dal sottotitolo si evince che i cosiddetti “complottisti” (etichetta che
ha sostituito quello di sovversivo/dissidente) del web sarebbero persone
bugiarde o ignoranti che “diffondono bufale”.
“Gli attacchi terroristici? Solo una messa in scena per toglierci
libertà; l’immigrazione fa parte di un piano per indebolire gli europei; quanto
ai vaccini, sono il ‘trucco’ delle aziende farmaceutiche per assicurarsi una
clientela ‘fissa’: sono gli ultimi arrivati fra gli argomenti più gettonati dai
‘complottisti’ di Facebook e degli altri social media,
Con queste prime frasi ci viene detto che se hai qualche dubbio sulla versione ufficiale del terrorismo o sulle
assoluta efficacia e innocuità delle vaccinazioni allora sei un complottista
(un pazzo, un ignorante, un bugiardo o tutte e tre le cose insieme). In pratica
non è ammesso avere dubbi e non ha
alcuna importanza il modo pacifico e circostanziato in cui li esprimi poiché
vieni insultato a prescindere.
utenti fai-da-te di Internet che si rafforzano a vicenda scambiandosi
con fervore informazioni dall’attendibilità dubbia, bufale che finiscono per
cementare legami in vere e proprie ‘tribù’.
per “utenti fai da te” si vuole lasciar intendere che si tratta solo
di persone
senza alcuna preparazione o qualifica. Le loro fonti d’informazione
prima vengono classificate “dubbie” e poi “bufale” mentre i loro legami
sarebbero quelli di una tribù, un’espressione che evoca il passato più buio e
primitivo della storia dell’uomo. Chi non è d’accordo con l’informazione
ufficiale è una specie di troglodita che trova il conforto in altri
trogloditi…..
“Per ogni tipo di narrativa c’è una comunità”, spiega Walter
Quattrociocchi, dell’Istituto Imt Alti Studi di Lucca, che ha presentato gli
ultimi dati sul ‘complottismo’ online nel convegno sui Big Data organizzato a
Roma dagli Archivi di Stato di Venezia e Roma, Politecnico di Losanna,
università Ca’ Foscari e Tor Vergata di Roma, Ambasciata svizzera in Italia.
Avere opinioni diverse, anche quando fondate su
argomentazioni dimostrabili e verificabili significa diventare oggetto di studi
antropologici perchè mettere in dubbio le VERITA’ dell’informazione ufficiale
equivale a essere classificati pazzi cospirazionisti a prescindere dalle prove
che si hanno….
“A cementare le tribù del Web “è la combinazione di una vastissima
quantità di contenuti, molto eterogenei, accettati senza controllo e senza
mediazione”, rileva Quattrociocchi.”
In questa frase “i trogloditi delle tribù cospirazioniste”, dopo attenti studi antropologici vengono
presentati al pubblico come dei fessi che credono a tutto senza nessun
controllo. In realtà è assolutamente vero il contrario in quanto chi ha una
fiducia cieca nell’autorevolezza delle fonti, sono i giornalisti mainstream e
le masse che credono a tutto quello che gli viene detto dai giornali e dalla
televisione senza mai effettuare alcun tipo di accertamento personale.
“A farla da padrone – osserva – è la tendenza a prendere
per buono solo ciò che è affine alle proprie credenze”, una tendenza che gli
esperti definiscono ‘pregiudizio di conferma’. In più i complottisti della rete
hanno l’abitudine di rilanciare le notizie ‘gradite’ senza verificarle: un
comportamento che i ricercatori chiamano ‘analfabetismo funzionale’, inteso
come incapacità di capire un testo.
Qui con tono paternalistico da grande studioso del fenomeno
antropologico “troglodito-cospirazionista”, si vuole attribuire un
atteggiamento superficiale a chi ha dubbi e domande sulle versioni ufficiali quando
nella maggior parte dei casi è assolutamente vero l’esatto
opposto.
Da questo mix di elementi nascono le tribù ‘social’. In sostanza ci
sono utenti della rete che rilanciano, senza controllarle, le informazioni che
confermano il proprio punto di vista. Sui social media trovano facilmente chi
la pensa come loro e solo con questi si confrontano. Una volta formata la
tribù, al suo interno ogni membro “piano piano – osserva il ricercatore – tende
a prendere la strada del personaggio e diventa uno stereotipo”.
Anche qui si cerca di far apparire qualsiasi legittimo dubbio (non è
ammessa alcuna differenza e viene fatto di tutta l’erba un fascio) come un
qualcosa che scaturisce da comportamenti tribali primitivi e
ossessivo-compulsivi che sono oggetto di studio di psicologi e antropologi.
Localizzare le tribù non è affatto semplice: “sondiamo i
diversi social media utilizzando algoritmi di riconoscimento dei topic”, ossia temi
oggetto di discussione. Quindi – prosegue Quattrociocchi – altri algoritmi
permettono di calcolare quanto un utente sia coinvolto in una narrativa”.
Una tecnica chiamata ‘Sentiment analysis’ permette inoltre di calcolare quanto le emozioni contino nell’interazione online. Sull’importanza dell’emotività la dicono lunga anche gli scontri che vedono coalizzate più tribù contro un nemico comune. Di solito il nemico è chi ha una posizione opposta, sostenuta in modo ugualmente radicale.
Una tecnica chiamata ‘Sentiment analysis’ permette inoltre di calcolare quanto le emozioni contino nell’interazione online. Sull’importanza dell’emotività la dicono lunga anche gli scontri che vedono coalizzate più tribù contro un nemico comune. Di solito il nemico è chi ha una posizione opposta, sostenuta in modo ugualmente radicale.
Infine, ciliegina sulla torta, si lascia intendere che perseguitare
e spiare i dissidenti attraverso dei software di riconoscimento (algoritmi)
degli “insani di mente”, sia qualcosa di giusto e legittimo.
Ecco cos’è oggi l’ANSA, una delle principali agenzie di
stampa nazionali che dovrebbe essere tutto fuorché veicolo di disinformazione e
denigrazione….
un prolisso sacco di cazzate provenienti dalla testa piena di merda distillata di un complottaro imbecille. Fatticurare e vai a lavorare invece di scrivere noiose e insulse puttanate.
RispondiEliminaMolto eloquente il tuo commento.
EliminaCaro Marcello, probabilmente sono una complottista anche io, ma credo che non ci voglia poi tanto a capire che le notizie che ci danno sono manipolate, incomplete, parzialmente false (perchè qualcosa di vero ce lo devono mettere per poter essere credibili!). Vaccini, medicina, medici.....basta riflettere, pensare con la propria testa, fare esperienza personale e osservare le esperienze altrui......non siamo così imbecilli come dicono quelli dell'ANSA, non beviamo tutto, non crediamo a tutto.....ragioniamo con la nostra testa e valutiamo le informazioni del WEB. E poi....ops! scopriamo quello che loro non vogliono!
RispondiEliminaCinzia stai facendo un ragionamento fin troppo libero, sensato e condivisibile, sei irrimediabilmente complottista aha aha ah.
EliminaQuesto tuo pensiero libero è da curare, ti dovresti far vedere da un bravo dottore. :-)))
Buongiorno, l'ANSA mi fa venire l'ansia, voi dei complottisti io non sono n'è carne n'è pesce (eppure sto bene così nella mia diversità) sta a vedere che etichetta mi metteranno:))) meglio ridere che fa bene alla salute, serena giornata Marcello
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