Virus del
pensiero, che cosa sono? Ve ne sarete accorti. I social media e gli spot
pubblicitari sono ricchi di immagini, video, frasi e discussioni che catturano
la vostra mente e che si depositano nei vostri pensieri come ospiti
indesiderati...
Alcuni parlano dei virus del pensiero come di idee che possono "infettare" la
mente e le emozioni. Sarebbe come uscire all'aperto o andare in un luogo
affollato ed esporsi al virus dell'influenza. Accediamo ai social media, siamo
online e nello stesso tempo siamo esposti ai pensieri di tutti. Gli utenti dei
social network che hanno bisogno di cercare e di trovare dei punti di
riferimento nelle idee degli altri potrebbero lasciarsi trascinare più
facilmente da questi pensieri, che possono diventare insistenti e ossessivi.
Potrebbe esistere anche un rischio di manipolazione da
questo punto di vista, legato soprattutto ai messaggi martellanti degli spot
pubblicitari e delle campagne politiche.
Pensare con la propria testa e prendere delle decisioni da
soli, in autonomia, sulla base del proprio intuito sembra sempre più difficile
per chi si lascia trascinare dalla folla (siamo davvero tutti pecore o
esistono ancora delle pecore nere capaci di andare contro corrente?). O meglio,
forse non tutti sono in grado di farlo perché si lasciano influenzare troppo
dai pensieri e dalle idee degli altri.
Basta aprire una qualsiasi pagina Facebook per imbattersi
in discussioni chilometriche, scontri e litigi su qualsiasi argomento. Ormai
online si discute su tutto senza pudore e senza limiti, fino al litigio e
all'insulto. Ci si confronta su tematiche politiche o ambientali importanti ma
si arriva a scontrarsi anche su argomenti molto futili, persino su quanto sale
mettere nell'acqua di cottura della pasta o sull'ultimo scandalo nella vita di
qualche personaggio famoso.
Come possiamo fare per difenderci da questi "virus del
pensiero" che occupano la nostra mente inutilmente e che ci rubano tanto
tempo prezioso?
Forse, innanzitutto,
dovremmo imparare a utilizzare i social network in maniera più intelligente.
Non ha senso scegliere Facebook - o altri canali online -
come valvola di sfogo o come pretesto per innescare liti (con utenti che magari non
conosciamo nemmeno di persona). Eppure dando un'occhiata a Facebook è evidente
come situazioni simili siano all'ordine del giorno.
Riprendiamoci la nostra vita e le nostre idee. Creiamo dei
punti fermi nel nostro modo di pensare e nello stesso tempo rimaniamo elastici
per riuscire a comprendere le opinioni degli altri senza farci trascinare e nello stesso tempo senza
ritrovarci a generare scontri inutili ad ogni costo su qualsiasi
argomento.
Ricordiamo che è il
nostro pensiero a generare la realtà (qui trovate un approfondimento interessante) e che in ogni momento possiamo analizzare le
nostre emozioni per capire da dove nascano e prenderci il tempo per agire –
con calma – di conseguenza. Ricordate che anche online ci si può chiarire in
modo cortese ed educato. Il rispetto prima di tutto, ovunque..
Fonte: www.greenme.it
Buongiorno.Credo che usare un socialnetwork per discutere con toni accesi su qualsivoglia argomento sia la cosa più squallida ed incivile che si possa fare...mi sono capitate provocazioni di persone che cercavano lo scontro polemico ma esiste sempre un modo elegante di sottrarsi...anche cambiando aria! E triste a dirsi non è questione di cultura perché a volte è capitato con persone "acculturate" che dovrebbero essere di esempio..ma a quanto pare i titoli non sempre sono indice di buone maniere e confronto civile.Vorrei fare una semplice quanto singolare precisazione:troppo spesso si usa l'immagine della "pecora" in senso deteriore e questo è certamente vero in molti contesti compreso l'articolo qui sopra.Non lo è nel linguaggio figurato usato da Gesù che si definì Il pastore per eccellenza facendo riferimento ai suoi seguaci come le pecore:in questo caso l'accensione e senz'altro positiva in quanto fa riferimento al l'attitudine a lasciarsi plasmare dal suo insegnamento per diventare persone migliori.Credo sia l'unico caso in cui l'immagine della pecora assume un significato tutt'altro che svalutazione. Grazie.
RispondiEliminaGrazie Anna Rita non posso che concordare col tuo pensiero.
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