domenica 23 febbraio 2020

Coronavirus, globalismo e instabilità mondiale - L'influenza uccide 1000 volte di più!

L’influenza stagionale uccide 1.000 volte più del coronavirus

Se il coronavirus si rivela grave, poiché al momento non sembra esserlo, molte economie potrebbero essere influenzate negativamente. La Cina è la fonte di molte parti fornite ai produttori di altri paesi e la Cina è la fonte dei prodotti finiti di molte aziende statunitensi come Apple. Se non è possibile effettuare spedizioni, le vendite e la produzione al di fuori della Cina ne risentono. Senza entrate, i dipendenti non possono essere pagati. A differenza della crisi finanziaria del 2008, si tratterebbe di una crisi di disoccupazione e di un fallimento delle grandi società manifatturiere e commerciali. Questo è il pericolo a cui il globalismo ci rende vulnerabili.

Se le società statunitensi producessero negli Stati Uniti i prodotti che commercializzano negli Stati Uniti e nel mondo, un’epidemia in Cina influenzerebbe solo le loro vendite cinesi, non minaccerebbe i ricavi delle società. Le persone sconsiderate che hanno costruito il “globalismo” hanno trascurato che l’interdipendenza è pericolosa e può avere enormi conseguenze indesiderate. Con o senza un’epidemia, le forniture possono essere tagliate per una serie di motivi. Ad esempio, scioperi, instabilità politica, catastrofi naturali, sanzioni e altre ostilità come guerre e così via.
Chiaramente, questi pericoli per il sistema non sono giustificati dal minor costo del lavoro e dalle conseguenti plusvalenze per gli azionisti e bonus per i dirigenti aziendali. Solo l’uno per cento beneficia del globalismo. Il globalismo è stato costruito da persone motivate dall’avidità a breve termine. Nessuna delle promesse del globalismo è stata mantenuta: il globalismo è un errore enorme. Tuttavia, quasi ovunque i leader politici e gli economisti sono protettivi nei confronti del globalismo. Questo per quanto riguarda l’intelligenza umana. A questo punto, è difficile comprendere l’isteria sul coronavirus e le previsioni della pandemia globale.

In Cina ci sono circa 24.000 infezioni e 500 morti in una popolazione di 1,3 miliardi di persone. Questa è una malattia insignificante. Rispetto alla normale influenza stagionale che infetta milioni di persone in tutto il mondo e uccide 600.000, il coronavirus finora non equivale a nulla. Le infezioni al di fuori della Cina sono minuscole e sembrano essere limitate ai cinesi. È difficile sapere con certezza, a causa della riluttanza a identificare le persone per razza. Eppure la Cina ha vaste aree in quarantena e i viaggi da e verso il paese sono limitati.

Nulla di simile a queste precauzioni è preso contro l’influenza stagionale. Finora questa stagione influenzale nei soli Stati Uniti 19 milioni di persone sono state ammalate, 180.000 ricoverate in ospedale e 10.000 sono morte. L’ultimo rapporto è che 16 persone negli Stati Uniti (forse tutti cinesi) hanno avuto il coronavirus, e nessuno è morto. Forse il coronavirus si sta appena scaldando e molto peggio deve arrivare. In tal caso, il Pil mondiale subirà un colpo.
Le quarantene impediscono il lavoro. I prodotti e le parti finiti non possono essere realizzati e spediti. Le vendite non possono avvenire senza prodotti da vendere. Senza entrate le aziende non possono pagare dipendenti e altre spese. I redditi diminuiscono in tutto il mondo. Le aziende falliscono.

Se scoppia una micidiale pandemia di coronavirus o di qualcosa’altro e c’è una depressione mondiale, dovremmo essere molto chiari nella nostra mente che il globalismo ne sarà stata la causa. I paesi i cui governi sono così sconsiderati o corrotti da rendere le loro popolazioni vulnerabili a eventi dirompenti all’estero sono instabili dal punto di vista medico, economico, sociale e politico.
La conseguenza del globalismo è l’instabilità mondiale.

(Paul Craig Roberts, “La conseguenza del globalismo è l’instabilità mondiale”, dal blog di Craig Roberts del 5 febbraio 2020).

mercoledì 19 febbraio 2020

La malattia non è nel corpo, è nella mente! - La vita prima di essere sana deve essere felice.

La vita prima di essere sana deve essere felice
Svetlana Kasina scrive: SE SOLO SAPESTE ...
"Se solo sapeste quanti amici che conducevano una "vita sana" ho visto morire"...
Lo dice una viaggiatrice, pittrice e fotografa russa, Svetlana Kasina. 20 anni fa ha lasciato una grande città per trasferirsi nelle montagne di Altaj, in una casetta senza l'acqua, senza servizi igienici riscaldati e spesso anche senza l'elettricità. Non se n'è mai pentita. "La natura ha tutto perché noi siamo felici".
La sua affermazione è: "La vita prima di essere sana deve essere felice."
E scrive:
1. Le malattie arrivano non perché ci sono problemi dell'ambiente, l'acqua è sporca, il cibo è di plastica e noi facciamo una vita sedentaria.
Credetemi, il nostro organismo è una macchina ideale capace di adattarsi a qualsiasi ambiente e cibo
Noi paesani ormai non possiamo mangiare il vostro cibo fatto di semilavorati, bere la vostra acqua e respirare la vostra aria. Ma non perché è roba sporca, è soltanto diversa, non ci siamo abituati. Noi ci siamo adattati al nostro ambiente, ma voi non sopportate bene l'aria d'alta quota e la nostra acqua di sorgente.
Non è questo il problema; anche in montagna la gente si ammala e in città c'è gente che vive a lungo.
2. Se una persona vive in armonia con la natura, prega, recita i mantra, medita e porta i capelli acconciati per somigliare a Gesù o alla dea Kali, e in più, fa delle donazioni agli orfanotrofi, questo non vuol dire che potrà vivere 200 anni e morirà in salute. 

Sapeste quanta gente ho seppellito, tutta gente che conduceva una vita sana. Non fumavano, non bevevano, non bestemmiavano... tutti morti di cancro,
Lo sapete perché ci si ammala?
Lasciate perdere le parole "vietato", "dieta, "peccato".
Queste non allungheranno la vostra vita, perché la malattia non è nel corpo, è nella testa.

CERCATE DI VIVERE TRAENDO PIACERE DALLA VITA. FATE CIO' CHE VI RENDE FELICI!
Quindi: 
- Imparate a mangiare ciò che vi piace e non ciò che è salutare, ma mangiate e non vi abbuffate.

- Non riuscite a smettere di fumare? Non lo fate. Ma fumate con piacere e non con i rimorsi. Non si deve smettere di fumare, occorre non volere fumare, perché i divieti fanno l'effetto paradosso.

- Lasciate il lavoro che non vi piace, oppure imparate a goderlo, qualsiasi esso sia.

- Lasciate perdere le mode dell'epoca, non indossate le maschere dell'apparente spiritualità. Quelle dei muri con i mandala o i simboli di yin e yang e le citazioni dei guru. Siate ciò che siete: persone normali con le carie, con i bruciori di stomaco, con la suocera o con un amore infelice.

- Fate ciò che avreste voluto fare da piccoli: suonate la chitarra, il piano... imparate a dipingere ad acquerello, e fare la ceramica. Non esistono persone senza talenti, credetemi. Non accumulate i sogni che poi vanno in decomposizione!

- Vi piace la solitudine? Isolatevi, con il massimo piacere. Avete paura della solitudine? Cercate la compagnia.

- Cercate e trovate la gioia in tutte le cose. Anche dove non esiste, apparentemente.

IMPORTANTE: IL MODO DI VIVERE NON DEVE ESSERE SANO, DEVE ESSERE FELICE!
Volete conoscere il mistero del senso della vita? Eccolo: la vita non ha senso. C'è soltanto la vita. 
La mattina, il pomeriggio, la sera, la notte, e di nuovo la mattina. C'è il pianeta, esistono le persone, gli animali e le piante. Ci sono i giorni feriali e quelli festivi. C'è la gioia e la disgrazia. E c'è la morte, che può venire a qualsiasi età. Credete di avere tempo per vivere i sogni altrui, le idee imposte e le norme sociali?
Cercate di vivere con piacere, con gioia, senza impedire di gioire a nessuno. Ma se vi fa piacere cercare il senso della vita, sappiate che sta nella gioia.
Questo non significa che cercare qualcosa è un male. Se vi fa piacere farlo, fatelo.
Vi prego, non dimenticatelo: la felicità non vive nelle città o in campagna, sta nella testa. 

Viviate con piacere e non confrontate la vostra felicità con quella degli altri. La vostra felicità non potrà essere compresa dagli altri.
E se la gente non cercasse il confronto tra le felicità, i valori e le religioni, non esisterebbero le guerre."
(Svetlana Kasina)


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venerdì 14 febbraio 2020

Tu pensi davvero?

Tu pensi davvero?

Si fa largo uso del verbo “pensare”.
Largo e spesso completamente inappropriato.
Pensare non significa ripetere un pensiero altrui. Pensare non significa aver sentito un pensiero in TV, o letto da qualche parte, e farlo proprio. Quello si chiama condividere pensieri, nella migliore delle ipotesi. Noleggiare pensieri, nella peggiore.

Pensare significa elaborare per conto proprio dei dati. Cercare e proporre uno schema, una relazione tra elementi. Ricordate la Settimana Enigmistica? La rubrica “che cosa apparirà” offre una buona rappresentazione di cosa significhi pensare: prima hai tanti puntini. Poi li unisci e ne esce un disegno: quello è pensare. Unire dei puntini disegnando uno schema. Solo che i puntini devono essere senza numeri, sei tu a decidere quali unire, in che modo unirli. Se hanno i numeri sopra, il disegno che esce sarà lo stesso per tutti. Allora non state pensando, state ubbidendo a un pensiero già disegnato per voi.

_in COSA SEI LAUREATO?
Non fatevi fregare dall'alibi del “non ne sai abbastanza”. La scemenza arrogante che solo chi ha una laurea in una materia possa parlarne. La conoscenza di un argomento varia solo il numero di puntini disponibili. Più informazioni hai su una questione, più puntini puoi giostrarti nel creare i tuoi disegni su quell'argomento. Una persona molto informata avrà tanti puntini, una che ne sa pochissimo ne avrà pochi, ma questo non cambia di una virgola la possibilità di unirli secondo schemi originali, non limita la capacità di pensare. Certo, chi ha più elementi da considerare, più dati, più informazioni, potrà creare disegni più elaborati, complessi, più grandi e dunque anche più precisi. Così come, chi ha degli elementi “falsi” sottomano, potrà disegnare schemi che risultino “falsi” a loro volta. Ma il processo di elaborare, quello resta il vero motore del pensiero. Quando c'è quello, c'è un essere senziente che sta pensando per davvero. Senza quello, qualsiasi numero di informazioni si includano, non stiamo pensando, stiamo solo noleggiando pensieri altrui.

Il dramma è che quando parlate di una guerra, di religione, di politica, di vaccini, di storia, di sesso o amore o sport o qualsiasi altro argomento possibile, nel 99% dei casi non state pensando, state noleggiando pensieri altrui. State seguendo puntini numerati da altri per voi. E credete anche di stare pensando.

_a SCUOLA DI NOLEGGIO
Questo è l'inganno tragico di questa epoca: un inganno nato nelle scuole, quando dalla educazione nozionistica si è passati alla educazione critica. Si riteneva - immagino in buona fede - che passare dal fare imparare e ripetere “dati” a memoria al fare studiare “pensieri elaborati” si sarebbe stimolato il processo di elaborazione stessa. Invece è accaduto qualcosa di tremendo: gli studenti si allenano a imparare e adottare pensieri già fatti da altri come fossero pensieri propri. Quando vengono interrogati, non viene loro chiesto “cosa ne pensi della guerra di secessione” né “cosa pensi che volesse dire Leopardi in questa poesia”, gli viene chiesto cosa ne pensa quello storico, cosa ne pensa quel critico. E lo studente deve ripetere quello, un pensiero altrui, già fatto e finito, come fosse proprio.

Questo facciamo nelle scuole: alleniamo i giovani a noleggiare pensieri precostituiti. E inevitabilmente poi continuano a farlo per tutto il resto della vita.
Quando sentono di un evento in televisione, o dai giornali, o da internet, aspettano di leggere “che opinione noleggiare”. La risposta viene ricercata nello stesso "luogo mentale" (o “fonte” se preferite) della domanda stessa. E così il pensiero diventa solo una parodia di se stesso, nessuna effettiva elaborazione, un mero "noleggio".

_come TI PERMETTI DI PENSARE?
E a questo si affianca, inevitabilmente, la sanzione sociale per chi invece davvero cerchi di elaborare, di pensare in modo autonomo, perché diventa immediatamente una "minaccia". Il pensare autonomo, indipendente, originale, inizia di conseguenza ad essere osteggiato, deriso, aggredito.
- "ma tu questa idea dove l'hai letta?"
- "veramente la ho pensata io"
- "ah sì? e chi ti credi di essere per poterla pensare da solo?"

Questo è il lato più spaventoso di questa epoca di pensiero noleggiato. Il pensiero indipendente, originale, diventa un crimine.

Il cervello lo abbiamo tutti, possiamo tutti elaborare dati. Non lo facciamo solo per pigrizia, per timidezza, per paura di sembrare arroganti o strani. Perché ci hanno inculcato in testa che creare pensieri nuovi è roba per gente speciale, filosofi o scienziati o grandi statisti. Gente che la sa lunga, gente che viene incensata dai media.
E si arriva al completo paradosso quando, nei social, osservi qualcuno di questi “eletti”, siano essi Scienziati o Filosofi o Politici o anche soltanto conduttori di un telegiornale, che si arrogano il diritto di deridere i propri commentatori quando essi esprimano un pensiero nuovo, diverso dal loro, diverso dal coro dei “pensieri legittimati”.
Il massimo del paradosso è proprio quando si tratti di un conduttore di telegiornale, cioè quello strumento che per definizione diffonde a noleggio quotidianamente pensieri di massa su ogni tipo di materia possibile. Della serie: sono io che spaccio cosa si deve pensare e come si deve farlo, se provi a farlo “in proprio” mi fai concorrenza e mi tocca “blastarti” pubblicamente, che sia di lezione a chiunque altro abbia la tentazione di elaborare un pensiero proprio e divergente.

Non dobbiamo vergognarci di pensare. Devono vergognarsi coloro che non ne hanno il coraggio, coloro che usano il cervello come una fotocopiatrice, coloro che vivono come degli zombie aspettando un pensiero precotto nella ciotola per farne il loro *finto* pensiero quotidiano.

Pensare è tutto ciò che ci rende umani. È la più preziosa delle nostre facoltà.
Non sprecatela.

Stefano Re 2017 - https://sfero.me/article/pensi-davvero

vedi anche:

giovedì 13 febbraio 2020

Chi ha costruito la Luna?

Chi ha costruito la Luna?

Potrebbe sembrare ozioso interrogarsi sulla natura del nostro enorme satellite in un periodo storico come questo, funestato da ripetuti tentativi di restringimento dei nostri già esigui gradi di libertà, eppure riflettere sulle evidenze astronomiche e fisiche della Luna può portarci a scenari del pensiero inattesi e utili per riconsiderare il nostro ruolo nell'universo e le potenti energie manipolatorie che hanno creato questa matrix, energie che continuano anche oggi a lavorare nell'ombra per piegarla sempre più ai loro desideri.

Il libro di Knight e Butler mette in risalto le corrispondenze numeriche e astronomiche della Luna oltre a considerarne le numerose anomalie. Questo ottimo lavoro di ricerca approda all'unica soluzione possibile, che la Luna sia un satellite artificiale. Dalla presentazione su Amazon, traggo e traduco questa introduzione al loro libro:

Gli autori di Civilization One tornano in libreria,  portando nuove prove sulla Luna che sconvolgeranno il nostro modo di pensare. Christopher Knight e Alan Butler hanno capito che l'antico sistema di corrispondenze geometriche presentato nel loro precedente lavoro rivoluzionario funziona perfettamente per la Luna così come per la Terra. Hanno trovato una sequenza coerente di numeri interi che si possono applicare a tutti gli aspetti principali della Luna; tale schema non emerge per nessun altro pianeta o satellite del sistema solare.  

Le antiche culture di tutto il mondo parlano di un tempo "prima della luna".
Inoltre, Knight e Butler hanno scoperto che la Luna non possiede nessun metallo pesante e non ha un nucleo, cosa che non potrebbe essere possibile. La loro conclusione persuasiva: se la vita superiore si è sviluppata sulla Terra è solo perché la Luna è esattamente quello che è e dove si trova, diventa quindi irragionevole aggrapparsi all'idea che la Luna sia un oggetto naturale, un'idea con implicazioni profonde. 

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[Luna]

mercoledì 12 febbraio 2020

La vana speranza e la disciplina dell’istante (gnosi e alchimia)

La vana speranza e la disciplina dell’istante (gnosi e alchimia)

La presenza all’istante equivale a ridestare profondamente la coscienza.
Volendo disistimare ogni dottrina ingannevolmente consolatoria, ciò che di noi potrà essere salvato, noi stessi non potremo averne contezza.
Per questo e' fondamentale realizzare il senso l'esistenza come se fosse una missione senza speranza.

La pura determinazione di pervenire al fondamento dell’intuizione trascendente non può in alcun modo costituire il senso di una gratificazione ordinaria.

La propria risolutezza avvia l’elaborazione alchemica del solve et coagula, coinvolgente la totalità della materia e dell’intelligenza in essa pulsante.
La fase conclusiva dell’Opera (la paradigmatica albedo) non potrà mai risolversi in un mero perfezionamento della personalità legata all’identificazione storica dell’io operante.

L’impegno quotidiano nel rettificare i propri pensieri e azioni, è inteso come il necessario preludio affinché, nel nucleo della vigilanza interiore, possa maturare il seme dell’essere; la cui fioritura non e' compiuta in questa realtà.
Il suo esito ultimo, in alcun modo potrà riassumersi nelle categorie della mente, poiché questo significherebbe il suo stesso essiccamento.

La sostanza sacrificale è integralmente costituita dall’io sociale, che è l’ego ordinario presente a questa vita. Dovremmo essere serenamente persuasi nel ritenere che in noi la personalità comune non ha alcuna speranza di sopravvivenza all’avvenuto decadimento del corpo fisico.
La speranza di una sopravvivenza umbratile della coscienza, individuata nella personalità comune, costituirebbe un penoso sviamento di senso rispetto alle originarie intenzioni di chiarità interiore e confidarvi passivamente è indizio stesso di un’avvilente povertà morale.
Solo l’identificazione ordinaria, trascinata dalla corrente del divenire, cerca di aggrapparsi disperatamente alle lusinghe di facili astrazioni mistiche.

Noi siamo una sorta di sacro involucro biomeccanico, custode (forse nostro malgrado) di un preminente mistero.

In alchimia, (disciplina attentissima quanto mai attuale, benché spesso la sua essenza venga troppo spesso fraintesa come un mero pretesto di gratificazione intellettuale) l’inizio dell’Opera, altrimenti nota come fase al nero, indica specificamente la facoltà della coscienza di attuare il principio sacrificale dell’uomo ordinario, nella finalità di preordinare il proprio intimo disfacimento/liquefazione (la totale dissoluzione di se stessi) verso un fine superiore che, di fatto, rimane inesprimibile nei suoi esiti ultimi.

La prima fase dell’Opera coincide con una paziente, intima, dissoluzione di ogni impurità emozionale. L’autoglorificazione è un veleno per la salute dell’animo, così come la disistima o un’immotivata contrizione e la tristezza stessa.
Quando si parla del disfacimento delle sostanze impure, non s’intenderebbe null’altro che il disfacimento stesso delle molteplici ombre emozionali interne all’uomo; (distorsione dei principii affettivi) alle quali l’identita’ ordinaria, oggi piu’ che mai, sembrerebbe essere irrimediabilmente soggiogata.
L’intero sistema massmediatico, la gigantesca macchina della propaganda, l’intera dimensione industriale, formano la sostanza di un unico blocco persuasivo, preordinato per assolutizzare il dominio dell’ombra e il suo variegato corteggio di fisime e paure a discapito dell’autentica consapevolezza.
La produzione in serie, la replica meccanizzata, ottenebra l’istante.
La coscienza vigile sa che ogni singolo istante costituisce per l’esistenza un punto di non ritorno.
La determinazione cosciente consiste nel saper guardare in se’ l’abisso del divenire, essendo consapevoli di precipitarvi (di partecipare a tale illusione quadrimensionale) e che non vi sarà sopravvivenza alcuna di ciò che ora siamo.
Nulla di quanto qui rassicura è vero, così come nulla di quanto dispera o smarrisce è reale.

L’alchimia è la scelta maggiormente estrema, la piu’ estrema di tutte.

giovedì 6 febbraio 2020

IL BLUFF DEL CORONAVIRUS

IL BLUFF DEL CORONAVIRUS, CON SCIENZIATI IMMUNOLOGI A CORTO DI SCIENZA E DI COSCIENZA

IL BLUFF DEL CORONAVIRUS
LETTERA Una domanda che mi sembra legittima. Il suo amico parla di virus. Ma i virus non esistono, vero? Quindi c’è una marcia indietro, e ci deve essere considerato che i casi si stanno allargando a macchia d’olio, e continueranno ad aumentare per gli spostamenti che in quell’immenso paese ci saranno per la prossima ricorrenza.
Non credo che anche qui le vittime del contagio siano persone con gli stessi deficit di alimentazione. Io la seguo su tutto, ma sulla storia dei virus sono scettico. Sinceri e cordiali saluti.
Salvatore Salvato

RISPOSTA –
IL RIFUGIO DELLE MENTI DEBOLI E FRAGILI DELLA MEDICINA
Nessuna marcia indietro e nessun ripensamento. Nell’articolo “Vaccini contro infarto e polmonite” dei giorni scorsi ho voluto soltanto evidenziare le reazioni di fastidio e di scocciatura che un medico esperto, brillante e pure dotato di buon senso, oltre che di notevole spirito umoristico, prova di fronte alle solite campagne virali che partono non appena qualcuno si ammala assieme ad altri suoi simili, scatenando un’orda ridicola di caccia al virus e al batterio, un’atmosfera da contagi e pestilenze tali da riprecipitare il mondo nella paura e nel panico.
Bruno Giove è tutt’altro che uno sprovveduto, per cui cestina queste notizie 9 volte su 10, come la maggioranza dei medici pensanti. Io lo farei 10 su 10. Il fatto è che il panico viene ampliato a dismisura grazie alla collusione, mista a profonda ignoranza, da parte dei media televisivi, dei giornalisti televisivi, dei direttori responsabili dei vari canali e delle varie testate.
Le parole della Florence Nightingale, che la sapeva molto più lunga di tutta questa massa di persone a corto di scienza e di memoria, è che “il contagio è il rifugio delle menti deboli e fragili della medicina”.

SENZA LA PREZIOSA COLLABORAZIONE DEI BATTERI SAREMMO TUTTI STECCHITI
Per quanto riguarda i batteri, microorganismi vivi che si sviluppano e si ritraggono secondo schemi di logica e intelligenza funzionale, ricordo a tutti che per lungo tempo sono stati demonizzati, mentre oggi si sta imparando a rispettarli come preziosi soci e collaboratori, tanto che ogni interferenza col macrobiota, e col microbiota intestinale in particolare, viene vista come un autentico attentato alla salute.

Non per niente il microbiota è accreditato della produzione del 90% della serotonina corporale, ormone della calma, della serenità e del buonumore, tutte cose di cui abbiamo estrema necessità.

I VIRUS SONO MATERIALE CELLULARE MORTO, POLVERE ESAUSTA DI NOI MEDESIMI
Per quanto riguarda i virus, non ho mai pensato o detto che non esistono. Esistono eccome. Virus è parola latina per dire veleno. Trattasi infatti di materiale morto, ovvero di polvere e detriti, di spazzatura e sporcizia cellulare. Una vera e propria incombenza da smaltire prontamente e regolarmente senza alcuna esitazione.
Nulla di anormale in quanto fenomeno fisiologico in una macchina umana che vive consumando carburante e rilasciando residui e veleni. Nulla di strano in un organismo che, diversamente da un motore meccanico, è strutturato in 100 trilioni di cellule che muoiono e si ricambiano a ritmo continuo di centinaia di miliardi al giorno.
Se queste non vengono smaltite subito creano ostruzione e caduta di vitalità all’intero sistema, visto che il flusso di cellule morte o detriti cellulari procede ininterrotto per tutta la vita.
Il problema virale è quindi principalmente un avvelenamento interno di origine endogena, proprio per il fatto che la moria cellulare, il ricambio e il metabolismo cellulare producono una massiccia quantità di detriti a getto continuo.

SMETTIAMOLA UNA BUONA VOLTA DI BRUTALIZZARE IL CORPO E L’ANIMA
Fin quando usiamo il corpo in modo impeccabile e intelligente godiamo della massima efficienza del sistema immunitario e tutto procede in piena regola e normalità.
Ad ogni nostro sgarro e a ogni nostra deviazione dal retto percorso, sopravviene un indebolimento dei meccanismi protettivi, una enervazione e un segnale-sintomo di malattia acuta da intasamento o da imperfetto-ritardato-insufficiente smaltimento delle tossine.

Esistono ovviamene anche veleni esogeni o esterni acquisiti mediante l’alimentazione. I maltrattamenti, le paure, le sofferenze che subiscono gli animali negli allevamenti intensivi e nei macelli causano pure in essi degli intasamenti tossici e del materiale di scarto. Mangiando la loro carne e i loro sottoprodotti ci esponiamo pertanto a una accumulazione tossica aggiuntiva.

Il danno grave è anche per l’anima. Assumere del materiale cimiteriale non è certamente privo di inconvenienti mentali e di cadute nella propria autostima. Questo è il corpo umano che ci è stato dato. Funziona così come un orologio preciso ed extra-sensibile, e da tale realtà non si scappa.

L’immagine televisiva di Bastianich che azzanna il Big Mac alla carne di maiale gli fa guadagnare milioni o perdere milioni? “Nulla al mondo può essere conveniente, salubre e redditizio se basato sulla crudeltà e sulla sofferenza del prossimo”. Non si tratta solo dell’insegnamento del grande Marco Tullio Cicerone (106-434 a.C), mia di insegnamento divino e immortale. Esiste un evidente principio di causa ed effetto da capire e da rispettare.

TROPPO COMODO FARSI DEL MALE CON LE PROPRIE MANI E POI SCARICARE IL BARILE SUI MICROBI
Ignorare tutto questo e voler intervenire per modificare i meccanismi di pulizia interna, come pretende di fare la medicina, è semplicemente assurdo, inutile ed auto-lesionista.
È una interferenza insensata.

La vaccinazione, ossia la pretesa di abituare ed allenare il corpo ad avvelenarsi e ad intasarsi a piccole dosi, pensando così di fare un atto di prevenzione e di salvaguardia, può solo produrre degli effetti aberranti, imprevisti e indesiderati, sballanti e rovinosi sia all’atto della inoculazione che a lunga scadenza.

La vaccinazione, al pari di ogni interferenza chimica, è un procedimento innaturale, un indebolimento e un abbattimento delle difese, una soppressione della reattività corporale, una offesa improponibile che si paga carissima nel prosieguo della vita.

Non è che il vaccino toglie qualcosa al veleno e alla tossina (o al presunto mostro secondo la medicina), non è che migliora o rafforza la resistenza corporale al veleno. Dà semplicemente una mazzata alla capacità reattiva e auto-depurante del corpo, impedendogli letteralmente di esprimersi coi suoi strumenti escretori-emuntori. Si tratta di un mascheramento del problema e non certo di una risoluzione.

I MOSTRI ESISTONO SOLO NELLA MENTE BACATA DEGLI INOCULATORI
Un principio base dell’Igiene Naturale è che il terreno è tutto e il microbo niente, per cui non esiste una responsabilità batterico-virale ma sempre e solo una responsabilità tossica e ostruttiva.

Non esistono mostri batterici e non esistono mostri virali, ma solo mostri di ignoranza umana e mostri di voracità economica delle multinazionali e di coloro che ci succhiano sotto.

A questo punto vorrei solo ricordare che tra i molti titoli di miei articoli sul blog, ce ne sono alcuni che vanno riletti e ristudiati, come ad esempio Virus e Viresse, dove ho definito senza mezzi termini il contagio come la più grande truffa organizzata dell’era contemporanea.

IL PANICO RIMANE IL PRIMO FATTORE DI MALATTIA OLTRE CHE L’UNICA FONTE DI CONTAGIO

martedì 4 febbraio 2020

Corona(e gli altri) Virus: anatomia di particelle innocue e di contagi reali

Corona(e gli altri) Virus: anatomia di particelle innocue e di contagi reali
Non si sa bene come, ma è arrivato questo super virus Corona che sta facendo non pochi danni e tutti ne parlano da più punti di vista, insomma un ottimo strumento di distrazione che durerà finché vorranno, basterà tenere accesi i riflettori e lui vivrà e spaventerà in ogni dove.
Tutti parlano di questo mostro chimerico che contiene innesti presi addirittura dal famigerato virus Hiv, nonostante quest’ultimo non sia mai stato isolato(scoperto), ma tant’è, così ci dicono come potremmo dubitarne noi?

E’ quasi certo, solo per l’informazione alternativa ovviamente, che la bestia sia stata scatenata di proposito e per molti più propositi di quanti ne potremmo individuare che vanno dalla guerra commerciale alla Cina all’avvio di una pandemia globale che possa consentire ai governi di limitare le libertà personali degli schiavi ed imporre cure più dannose di qualsiasi malattia.

Visto che “tutti” dicono la loro su questa creatura mitologica allora vorrei anch’io dire qualcosa in più sull’argomento prima che diventi reato esprimere un’opinione anche su questi argomenti.
Dopo diverso tempo torno a trattare la materia dei virus, particelle(non microorganismi) microscopiche che causano danni inimmaginabili in tutto il mondo pur non avendo alcuna caratteristica di un essere vivente, infatti, come già rappresentato innumerevoli volte, essi non vivono[1] e non si capisce come siano in grado di fare tutti questi danni e causare tutte queste malattie, quindi ora cercherò di spiegare come questi residuati mitocondriali/proteici cellulari causino tutti questi problemi pur essendo inermi, morti.

Come sempre è necessaria una premessa fondamentale, bisogna essere consapevoli che noi poveri mortali, medici compresi, non sappiamo niente di niente e in fatto di salute e malattia ancora meno, le cose a cui abbiamo accesso sia nelle università di medicina(non di salute, la salute è altra cosa) che altrove sono solo informazioni riguardo a farmaci, ai vaccini, alle malattie, incertezze e paure senza limiti, o mi sbaglio?
La medicina è un mezzo, la salute è un fine,
ci sono milioni di esperti(laureati) ad usare il “mezzo”
ai quali è stato nascosto come raggiungere il “fine”
Coscienti di ciò possiamo iniziare un percorso nei meandri del nostro essere, della sua malattia e della sua salute che si discosterà di molto dai soliti discorsi e dalle solite conoscenze quindi per chi non è avvezzo alle mie esternazioni è meglio allacciare le cinture o chiuderla qui.

La malattia dell’uomo non è, dico non è, causata da agenti esterni siano essi virus, batteri, cibo o altro no, la malattia è avviata dall’interno attivata dalla percezione(negativa) biologica(non psicologica) dell’individuo, percezione che nel 90% dei casi è completamente inconscia e quindi al di fuori della volontà del soggetto.
Quindi anche se appare assurdo, con il consueto paradigma di conoscenze odierno, l’introduzione nel corpo di virus, batteri, cibo insano o altro non genera malattia, eccezioni ed eccessi a parte, qualora l’individuo(inconscio) non abbia la percezione del pericolo di quanto ingerito o iniettato, pertanto ciò che entra in svariati modi viene espulso senza che vi sia alcuna reazione(malattia).

Questa notizia da una parte ci mette al sicuro da molti pericoli ma dall’altra ci espone ad altri “pericoli” anche inesistenti di cui però ne abbiamo(o ci inculcano) una percezione biologica negativa/pericolosa.

Capita dunque che situazioni di estremo disagio e di minacce vissute dalle persone le inducano a sentirsi al pericolo anche se il pericolo non è reale ma solo paventato o inventato di sana pianta, in dette circostanze l’organismo umano attiva dei processi di sopravvivenza automatici che gli consentono di superare il pericolo percepito(non sempre reale); di conseguenza ci si può ammalare solo per paura[2]. 

Ora bisognerebbe chiederci qual è lo strumento che più diffonde la paura ai giorni nostri?
Avete già pensato a quanta paura viene instillata giornalmente nelle nostre menti dai TG e dalla televisione in genere?
Già; la televisione in questo senso è uno strumento di condizionamento percettivo e quindi di “contagio” di qualsivoglia patologia.
Strano, impossibile? L’avevo detto prima che noi poveri mortali non dobbiamo sapere nulla di nulla e sulla nostra salute ancor meno, quindi…
Il panico rimane il primo fattore di malattia oltre che l’unica fonte di contagio(fonte)
Se ne deduce quindi che quello che noi intendiamo come infezione, contagio, diffusione della malattia in realtà ha tutt’altra natura rispetto a quella che ci viene propinato da secoli dagli stessi untori della “peste”; la diffusione della malattia, sia essa reale o solo immaginata, è possibile solo attraverso la percezione(inconscia) dell’individuo che trovandosi in uno stato di paura/pericolo(anche inconscio) diffuso o incerto attiva le difese del corpo che sfociano nella malattia, la quale a sua volta è ben diversa da quello che ci dicono, ma non ho voglia di prolungarmi oltre, sono cose di cui ho già parlato a sufficienza.

Tornando a monte ai diabolici virus c’è quindi da non dimenticare mai la loro vera natura di residui cellulari prodotti dal corpo stesso in ogni momento ed in particolar modo nel corso di un processo biologico di ripristino definito dalla medicina ufficiale malattia, ne deriva pertanto che essi non generano malattia, soprattutto perché endogeni e quindi la loro presenza è il segnale che la malattia è in atto, non causata da loro i quali ne costituiscono solo una conseguenza.