venerdì 24 gennaio 2020

La via d'uscita

La via d'uscita

di Penelope London
La via d'uscita esiste ed è una sola. È questa la verità che nessuno vuole sentire, perché è una verità scomoda. Siamo in un momento di crisi e molti soffrono per problemi pratici effettivi: per mancanza di lavoro, di liquidità, per diminuite possibilità di vita.
Altri soffrono per paura di ciò che hanno davanti, perché temono di perdere ciò che hanno e cercano soluzioni pratiche per salvare il salvabile.
 

La verità è che la società, per come la conosciamo e per come esiste ora, l'abbiamo costruita noi. 
Noi siamo i responsabili per i governi che ci rappresentano, votati o no, perché gli permettiamo di esistere e perché abbiamo permesso a tutto questo di crescere, di mettere radici e di proliferare.

La società non è mai stata giusta.

La crescita delle società si è basata per secoli sullo sfruttamento delle persone più deboli. Le civiltà sono diventate grandi sempre grazie al sacrificio di molti esseri umani. La corruzione fa parte della storia dell'uomo, così come le menzogne.
Ma adesso che l'ingiustizia tocca a noi piangiamo. A nessuno piace considerare che siamo stati anche noi, Italia, italiani, ad essere complici di questo sistema ...

Volendo anche solo considerare gli ultimi 50 anni, siamo stati noi (per esempio) a creare il “must del brand” di tutto ciò che è italiano: vuoi un bel vestito e ben fatto? Allora lo paghi e anche moltissimo, perché un italiano di talento ma molto furbo l’ha firmato… Vuoi un mobile, un’auto, un paio di scarpe italiane? Allora devi pagare in modo sproporzionato, spropositato, quello che dovrebbe essere di per se stesso bello e ben fatto per il semplice motivo che creare qualcosa di bello è giusto, è meraviglioso; perché è già un dono avere la possibilità di creare.

Noi abbiamo sfruttato questo sistema, abbiamo venduto a prezzi altissimi a tutto il mondo “l’italianità”. Non ci è bastato avere successo, guadagnare, creare benessere, siamo anche andati a produrre i nostri prodotti all’estero, dove la manodopera costava di meno e dove pochi di noi hanno potuto guadagnare di più, sempre a scapito di qualcun altro.
Perché non ci è bastato avere successo, non ci è bastato avere benessere; bisognava avere di più, sempre di più.

Non ci è bastato riprenderci dalla seconda guerra mondiale, costruire un “made in Italy”, comprarci casa, due case, tre case… Abbiamo dovuto affittarle a prezzi spropositati a chi non poteva permetterselo; abbiamo dovuto sfruttare i turisti che venivano a trovarci. 
Anche oggi, in questo momento di crisi profonda dove ci sono professionisti che hanno perso tutto, che sono costretti ad andare a mangiare nelle mense pubbliche, esiste ancora un mercato dello sfruttamento dei beni primari (la casa è proprio uno di questi) con costi impossibili da sostenere, perché vogliamo ancora guadagnare sulle difficoltà degli altri… sfruttare la situazione di chi non è stato fortunato.

Ma di che cosa stiamo parlando? Di quale cambiamento auspicabile stiamo parlando? Fino a quando non cambieranno gli esseri umani non cambierà nulla. 
In Grecia, stanno morendo di fame e di stenti e noi siamo preoccupati di salvare i nostri risparmi. Con quale diritto pensiamo di dover salvare le nostre cose pratiche, materiali.
Magari andiamo in chiesa, ma non abbiamo un occhio di riguardo, una parola, un gesto per i nostri vicini di casa che sono stati ingannati, sfruttati, traditi ed ora soffrono ingiustamente perché vittime di un sistema che vuole impoverire, stritolare e renderci schiavi, e non capiamo nemmeno che i prossimi potremmo essere proprio noi. Comunque, il primo vero interesse di tutti resta salvare ciò che si ha: il proprio “piccolo orto”.

Se continuiamo così, non ci sarà nessun cambiamento… è questa la verità, perché siamo noi i primi a dover cambiare.
Volete uscire dal sistema? Allora usciteci! Lasciate il lavoro, la scuola, il sistema. Uscite fuori dai giochi.
Lo impariamo da bambini ma poi lo dimentichiamo: l’unico modo di uscire fuori dai giochi, è sempre stato smettere di giocare.
Fonte: www.astronavepegasus.it
Tramite: www.fisicaquantistica.it

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