Annotazioni sull'inganno divino umano
Al di la di ogni cosiddetta ragionevole
fondatezza, ciò che palesano alcuni incontrovertibili risultati ostentati,
imposti, dalla rigorosa logica innovativa, è solo la spietata e desolante aridità di
una laboriosa ma aberrante preordinazione.
Non è nemmeno un problema d'intelligenza, quanto invece di sensibilità o, più opportunamente si dovrebbe dire, di coscienza
L’intelligenza applicata senza coscienza dimostra di distruggere il supporto della propria manifestazione (la contaminante dimensione industriale paleserebbe appieno tale assunto, ma l’uomo minore non sembra persuadersi di ciò)
Non è nemmeno un problema d'intelligenza, quanto invece di sensibilità o, più opportunamente si dovrebbe dire, di coscienza
L’intelligenza applicata senza coscienza dimostra di distruggere il supporto della propria manifestazione (la contaminante dimensione industriale paleserebbe appieno tale assunto, ma l’uomo minore non sembra persuadersi di ciò)
L’uomo è propriamente Uomo Maggiore, ovvero un
essere risolutamente intenzionato a trasmutare l’humus in cui è desolatamente e
mortalmente impastato, poiché perviene alla propria rammemorazione: a quando fu
ancestralmente incubato nel ventre di un caldo fervore, sognato splendente da
antichissime Madri voraci e veggenti, che furono davvero tetragone
nell'allevare la loro prole di schiatta semidivina.
Una genia voluta da entità elusive e cosiddette divine e che da tempo immemore tengono l'uomo sotto un formidabile scacco astrale
Una genia voluta da entità elusive e cosiddette divine e che da tempo immemore tengono l'uomo sotto un formidabile scacco astrale
Gli dei amano i travestimenti, le mimetizzazioni, i
trasformismi, cambiando continuamente sembianze, maschere e nomi, volendo
attingere senza posa al nostro prezioso quid animico-energetico.
Loro, provenienti da dimensioni morenti, s'insinuarono fin dentro le più recondite aspirazioni, sovrapponendosi assai subdolamente ai nostri più alti ideali di salvezza, ricattandoci fin dentro le ragioni degli affetti più profondi.
Platone nel Crizia ci mise sull’avviso rammentando che l’uomo è il bestiame degli dei (così anch' essi allevarono noi uomini che eravamo per loro possesso e gregge…Così appunto gli dèi conducevano e dirigevano la stirpe umana:
secondo il loro disegno, con la forza della persuasione ne tenevano l'animo quasi ne reggessero il timone.)
Peraltro, lui sembra fosse favorevole alla nostra remissione incondizionata verso questi astutissimi vampiri eterici.
Alla malora qualsiasi credo o istituzione che sostiene una tale perversione, propriamente arcontica.
Dovremmo essere persuasi che la totalità del cosmo è una formidabile prigione percettiva
Loro, provenienti da dimensioni morenti, s'insinuarono fin dentro le più recondite aspirazioni, sovrapponendosi assai subdolamente ai nostri più alti ideali di salvezza, ricattandoci fin dentro le ragioni degli affetti più profondi.
Platone nel Crizia ci mise sull’avviso rammentando che l’uomo è il bestiame degli dei (così anch' essi allevarono noi uomini che eravamo per loro possesso e gregge…Così appunto gli dèi conducevano e dirigevano la stirpe umana:
secondo il loro disegno, con la forza della persuasione ne tenevano l'animo quasi ne reggessero il timone.)
Peraltro, lui sembra fosse favorevole alla nostra remissione incondizionata verso questi astutissimi vampiri eterici.
Alla malora qualsiasi credo o istituzione che sostiene una tale perversione, propriamente arcontica.
Dovremmo essere persuasi che la totalità del cosmo è una formidabile prigione percettiva
La tanto decantata
armonia delle sfere, testimonierebbe null’altro se non il prodigio sincronico
di stupefacenti serrature astrali concentriche, che sigillano inesorabilmente
il nostro profondo esilio spirituale
Aveva ragione Eraclito nel diffidare della dottrina promulgata da Pitagora e a diffidare delle stesse cerimonie misteriche
Nè con dio nè con gli dei e i loro emissari
Non possiamo non essere contro dio e gli dei
Proprio perché matematico, il demiurgo è nemico dello spirito
L’uomo odierno, che appartiene al Ciclo maggiormente degradato e oscuro, dovrà necessariamente dare prova di una determinazione sovrana.
Evocare in sé lo splendore sopralucente e farlo contrariamente ad ogni ambizione di realizzazione meramente terrena, sebbene è questa stessa materia che ne darà il fondamento cangiante
Aveva ragione Eraclito nel diffidare della dottrina promulgata da Pitagora e a diffidare delle stesse cerimonie misteriche
Nè con dio nè con gli dei e i loro emissari
Non possiamo non essere contro dio e gli dei
Proprio perché matematico, il demiurgo è nemico dello spirito
L’uomo odierno, che appartiene al Ciclo maggiormente degradato e oscuro, dovrà necessariamente dare prova di una determinazione sovrana.
Evocare in sé lo splendore sopralucente e farlo contrariamente ad ogni ambizione di realizzazione meramente terrena, sebbene è questa stessa materia che ne darà il fondamento cangiante
Unicamente al singolo
spetta la prova di condurre una irreprensibile disciplina trascendente
L'uomo ha testimoniato
la Vir attraverso
rinnovate vicissitudini e continue oscillazioni interiori, spingendo
l'intuizione oltre qualsiasi abilità edificatoria, innalzandola oltre il
sovvertimento dei sensi e dei pensieri, pervenendo al torcimento inaudito dei
sentimenti.
L’uomo, del quale si potrebbe dire
essere quasi auto divorantesi e autorigenerantesi, ha ideato la Polis che è essenziale
nucleo di Poesia, alimentando con essa l’idea Civiltà, realizzando, nonostante tutte le possibili interferenze, la sua eminente inquietudine ispirativa,
come emergente dagli abissi delle sue contraddizioni
esistenziali e, per questo, potersi riconoscere come creatura tragica e,
dunque, ideando il proprio tormento non
volendo rassegnarsi a confidare nel solo "dato di fatto", il quale,
di fatto, proprio per il fatto di reiterare una inesorabile sequenza di
uniformi ripetitività, (ciò oggi sarebbe anche pienamente acclarato)
costituisce il binario morto di ogni divenire