lunedì 22 giugno 2015

Infarti e colesterolo: altro luogo comune da sfatare

Il 75% degli attacchi cardiaci presenta normale livello di Colesterolo!

, infarti al miocardico acuti. Insomma l’infarto.

Un altro luogo comune da sfatare? Per bocca della stessa medicina? Sembra crollare un altro mito: che il colesterolo sia relazionato agli attacchi cardiaci. Quanti altri presunti “evidenze mediche” dovremo scoprire essere altrettanti miti capaci di giustificare solo favolosi guadagni all’industria farmaceutica?

David H. Newman, M.D. – medico e ricercatore – lo racconta a modo suo:
Lo studente di medicina era confuso e si diceva: “Non va bene”
Stava guardando, nero su bianco, i rischi e i benefici delle statine. Dopo che per anni gli avevano continuamente inculcato il potere terapeutico della riduzione del livello di colesterolo per scongiurare attacchi cardiaci, quella fu la prima volta che aveva potuto esaminare i dati.

“Non riesco a comprendere. Ho sempre pensato che il colesterolo fosse la causa principale degli attacchi cardiaci.”
E invece Non era così. Oggi si è evidenziato che 3 persone su quattro che hanno un attacco cardiaco per la prima volta, ad esempio, hanno un livello normale di colesterolo.

Non ci poteva credere e si domandava : “Seriamente?”
50 anni fa durante una studio (studio Framingham)  i ricercatori coinvolti furono i primi ad evidenziare che il colesterolo fosse un debole fattore di rischio per le malattie cardiovascolari. Questo portò a tutta una serie di farmaci (fibrati, ezetimibe, niacina, ecc.) che, anche se abbassando il livello di colesterolo, non aiutarono le persone a vivere più a lungo o ad evitare gli attacchi cardiaci.

“Non avevo mai sentito parlare di tutto questo finora.”
Quando lo studio fu completato e furono analizzati i dati raccolti in 30 anni, la maggior parte dei gruppi per fascia d’età con presenza di colesterolo alto, non presentavano un maggior numero di morti. Infatti, nelle persone più anziane, la maggior parti delle morti avviene in presenza di colesterolo basso.
“Aspetta. Le statine sono considerate da tutti come un vero e proprio farmaco miracoloso. Le malattie cardiache stanno diminuendo sempre più, giusto?”
Per la verità, le morti per cause cardiache cominciarono a calare fortemente 40 anni fa e il tasso di questa diminuzione non è mutato da quando le statine sono usate in maniera così diffusa. A livello di salute pubblica, le statine sono un fallimento.

“Tutto questo è assurdo.”
E’ assurdo anche che nelle facoltà di medicina non vengano insegnati i fallimenti del modello basato sul colesterolo per le malattie cardiache. Anche nei pazienti cardiopatici, un gruppo in cui i benefici delle statine sono ampiamente accettati, si riscontra che per 80 persone sotto trattamento farmacologico sola una vita viene salvata. E si riuscirà ad evitare un attacco cardiaco ogni 40 persone. Per questi piccoli benefici c’è un prezzo da pagare: un nuovo caso di diabete ogni 50. Queste erano i dati che stava esaminando il mio studente.
Le nuove linee guida dell’American Heart Association comporteranno ancor meno benefici, espandendo la raccomandazione dell’utilizzo delle statine anche nelle persone senza patologie cardiache riscontrate. In questo gruppo di persone la probabilità di presentare diabete a causa dell’uso di statine sarebbe la stessa di evitare un attacco di cuore non fatale. E anche se preferirei evitare entrambi i casi, il diabete è una condizione cronica che condiziona pesantemente la qualità della vita mentre un attacco di cuore non fatale comporta solamente alcuni giorni di malessere.

Se questi farmaci non salvano vite, o anche se ne salvano qualcuna, questo tema è ancora fortemente dibattuto. C’è anche un’altra ragione per dubitare dei benefici delle statine: la maggior parte dei trial clinici sono effettuati delle stesse aziende farmaceutiche con diversi precedenti di cattiva condotta o vera e propria frode nel riportare i risultati delle ricerche. Le cifre pubblicate tendono a sopravvalutare i benefici e a sottostimare i rischi.
Infine, i cardiologi della commissione che ha redatto le linee guida sono in stretti rapporti con le aziende farmaceutiche che producono statine, avendo legami finanziari diretti in 7 casi su 15 componenti. La storia giudicherà gli effetti che provocheranno le linee guida dell’American Heart Association.

Al momento possiamo riscontrare una vera e propria epidemia di statine con il 25% degli adulti con più di 45 anni sotto terapia farmacologica, la maggior parte dei quali senza patologie cardiache e senza che abbiano avuto la possibilità di vedere i dati. Eppure sono chiari, e disponibili.
Nessun dottore dovrebbe prescrivere statine e nessuna persona dovrebbe assumerle, prima di aver visto quelle cifre. Se un numero crescente di persone senza patologie cardiache prenderà le statine, sarà a causa di una vera e propria azione di informazione ingannevole.
E anche io concorderò con il mio studente: Tutto questo è assurdo e insano.

David H. Newman, M.D. – medico-ricercatore, docente ed esperto di medicina basata sull’evidenza scientifica.
originale www.huffingtonpost.com/david-h-newman-md/statins_b_4277001.html
traduzione a cura di  www.saluteattivaonlus.it/news/lassurdita-delle-statine
a cura di Andrea Leone


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