Gli alieni siamo noi
L’esistenza
di forme di vita “extraterrestre” è ormai suffragata da un’infinità di prove la
cui consistenza cresce esponenzialmente non solo grazie al supporto di una
tecnologia più sensibile ma soprattutto per l’attenzione e gli investimenti che i governi dedicano alla controversa
materia fin dai tempi dei Foo Fighters e della celeberrima
“battaglia di Los Angeles” (recentemente documentata da Jose Escamilla). In questo piccolo viaggio,
proveremo a prendere in esame alcune idee, per così dire rivoluzionarie, e a
ritrovare tra di esse quel collegamento perduto che potrebbe restituirci una visione d’insieme.
LA VERITÀ MEZZA NASCOSTA
Verso
la fine degli anni ’70, appellandosi al Freedom Of Information Act (FOIA), un folto gruppo di cittadini
aderenti al CAUS, fece pressioni alle principali agenzie
governative americane affinché i documenti classificati sugli UFO venissero
resi pubblici. Tutti, per quanto in tempi diversi, si conformarono alla
richiesta e dovettero rendere disponibili i numerosi dossier raccolti dopo il Project
Blue Book, chiuso ufficialmente nel 1969. Emersero dagli archivi casi
notevoli, molte volte corroborati dalle testimonianze degli stessi “addetti ai
lavori”, protagonisti di incontri ravvicinati ed altre esperienze sconvolgenti.
Il fermento crebbe quando, tra i successivi anni ’80 e ’90, trapelarono dei
rapporti che sconcertarono l’intera comunità ufologica: il SOM 1.01 (ovvero il manuale operativo
del Majestic
12) e il Blue Planet Project. Le
rivelazioni contenute in questo materiale, la cui provenienza non è facilmente
verificabile e che sicuramente non è esente da censura e alterazioni,
dovrebbero essere essenzialmente percepite come tracce di una trama più
intricata. La riprova del persistente
insabbiamento in corso si ebbe poi nel 2000, quando l’hacker britannico Gary McKinnon
si conquistò gli onori della cronaca per aver violato i server della NASA e
visionato dati secretati su presunti “agenti non terrestri”.
La gente non era pronta alla
verità e per
scongiurare eventuali putiferi, gli enti coinvolti nella “questione aliena”, confezionarono per il pubblico un quadro
offuscato e claudicante, lanciando la “patata bollente” ai
documentaristi, alle emittenti televisive o ai più famosi registi di Hollywood,
i quali forniscono a loro volta notizie
frammentarie filtrate dalle potenti organizzazioni che
gestiscono i flussi informativi.
Non
dimentichiamo mai che i mass media sono
da sempre i mezzi prediletti per condizionare (e disinformare) l’opinione
pubblica e che l’assenza di una versione ufficiale permette il libero
diffondersi di teorie fuorvianti lasciando così ai pochi che sanno il vantaggio
utile a mantenere la loro autorità sui molti che non sanno o sanno poco.
Il progressivo tam tam mediatico
sugli alieni, sapientemente condotto negli anni successivi, doveva saziare i
curiosi senza però fornire convalide o spunti di riflessione concreti. Sommessamente il “mistero UFO”
venne relegato al mondo dell’intrattenimento e, alla stregua di qualsiasi
noioso spettacolo, smise presto di emozionare. Dopotutto banalizzare i fatti fa parte dello “showbiz”, ma è altrettanto vero che
non si può pretendere di capire una faccenda così complicata attendendosi
che le prove definitive vengano servite dopo il telegiornale. Come è
plausibile, ricercare autonomamente dati più accurati comporterebbe un
dispendio di energia e di tempo che non tutti possono o vogliono accollarsi.
Anche
per questi motivi, con cieca fiducia e paziente attesa, siamo soliti affidare
ciò che non capiamo al sapere della scienza, la quale, nel caso specifico,
dichiara dai canali ufficiali di non
disporre di elementi sufficienti a produrre risposte soddisfacenti. In
parole povere, la tecnologia aliena sembra non tener conto di ciò che sentenzia
la fisica a noi nota. Comunque sia, pur
sapendo di non saperne abbastanza, la stragrande maggioranza degli scienziati
ortodossi ha sempre creduto nell’esistenza degli extraterrestri, se non
altro in virtù di un assunto logico: in un universo composto da un numero
pressoché smisurato di galassie, di cui abbiamo esplorato una parte
infinitesima e che ha un’età stimata attorno ai 13,8 miliardi di anni, non
possiamo pretendere di essere la sola forma di vita intelligente sviluppatasi,
sarebbe un enorme spreco e la Natura, come è risaputo, non ne ammette. Basti
pensare che al momento conosciamo solo 118 elementi chimici, il 5% dei nostri
oceani e non abbiamo ancora correttamente classificato tutte le creature
viventi del nostro pianeta (ne è un esempio l’enigma delle specie Lazarus). Possiamo anche aggiungere
che il nostro spettro visivo riceve soltanto il 10% delle emanazioni di quella
che comunemente chiamiamo realtà.
Ciò
che dovrebbe far riflettere è la
mancanza di interesse con cui una mente conformata affronta il cosiddetto
“ignoto”, un atteggiamento che la società promuove per plasmare esseri
obbedienti, abituati a delegare qualsiasi cosa esuli dalle loro deboli
conoscenze a figure che ricoprono il ruolo dell’esperto, dato che qualsiasi
versione apparentemente razionale e rassicurante, ancor meglio se fornita da un
“camice bianco”, pare essere più attendibile di qualsiasi ragionamento
personale. Allora succede che spesso e
volentieri ci ritroviamo a ripetere a mo’ di pappagallo frasi e pensieri altrui
senza nemmeno averne verificato il senso. Conoscere il vero è una necessità
oltre che un diritto ma, in una società che tende a mentire, anche un affanno
che le opinioni preconfezionate possono alleviare.
Il problema che sta alla base della comprensione del fenomeno è quindi
dovuto principalmente a due fattori, la grande confusione che è stata indotta
nel tempo dai media e il conseguente turbamento che l’idea dell’alieno provoca
oggi nella persona comune, indaffarata nelle più concrete faccende quotidiane e
ormai invischiata nella visione ristretta che il sistema
propaganda per proteggersi.
Considerati
questi deterrenti, non c’è da stupirsi se alla sola parola UFO qualcuno tuttora
sogghigni evocando le immagini di quella stessa cultura popolare che li ha intenzionalmente
confinati tra l’orrido e il bizzarro. Di solito si dice che sono cose che si
vedono nei film e infatti si ha motivo di credere che buona parte delle
produzioni di fantascienza, dagli albori del genere ad oggi, abbia veicolato
al pubblico delle mezze verità al fine di introdurlo gradualmente a idee e
concetti con cui, per forza di cose, dovrà presto fare i conti. Un quadro
poco rassicurante, che sottintende l’esistenza di un’agenda costituita da
piccoli e grandi passi programmati. Ma, per quanto possa sembrare paranoica, la
tesi complottista dovrebbe indurci quantomeno a preservare un approccio critico
nei confronti di ciò che ci viene detto o mostrato dall’alto.
dal film “Mars Attacks!”
GLI SCOPI ALIENI
Dando per assodato che quelle che
vediamo siano le manifestazioni intelligenti di forme di vita non terrestri, è
perfettamente terrestre tentare di verificarne gli scopi. Sarebbe indubbiamente
ridicolo percorrere anni luce solamente per giocare a “bu-bu-settete”, deve
esserci qualcosa di più profondo.
Spinti
da questo sospetto, ricercatori e appassionati, iniziarono a distinguere i
velivoli osservati in base alla loro probabile funzione come ricognitori, sonde
e astronavi madri e a supporre che fossero stati sollecitati in primo luogo dal
nostro rozzo utilizzo dell’energia nucleare (iniziato con il Progetto Manhattan) e poi dai successivi programmi spaziali, passaggi obbligati per
qualsiasi civiltà in evoluzione e indicativi di un preciso grado di
maturazione. Ma è davvero così?
Tuttavia,
l’osservazione della tecnologia aliena ci fece più che altro comprendere la
nostra piccolezza. Stranezze come luce solida, raggi traenti, velocità e manovre
impossibili, propulsione silenziosa, mutazioni improvvise di forma,
invisibilità ai radar, utilizzo di stargate, ecc., ci resero si curiosi ma anche preoccupati per l’incapacità oggettiva di
difenderci da un potenziale attacco. Con l’aiuto della meccanica
quantistica, la quale contempla la tesi del multiverso,
le rappresentazioni del mondo e della vita si fecero via via più complesse e capimmo, tra le altre cose, che potevamo
essere visitati da esseri inter/extra-dimensionali (ossia capaci di eludere le
leggi fisiche che governano la nostra dimensione).
dal film “Interstellar”
Potrebbero
davvero esserci molte razze coinvolte nel processo, ognuna con un fine
specifico, oppure, una parte di esse potrebbe avere un unico, comune obiettivo.
Non vi sono ovviamente certezze, ma tra i teorici del movente alieno c’è chi
propende per questa ipotesi parlando addirittura di veri e propri gruppi
confederati, richiamati in questa porzione di spazio per presenziare ad un
evento i cui effetti si ripercuoteranno in tutto l’universo. Non sono del tutto
chiare la fonte, l’entità e la durata di tale evento ma ciò che è certo, a dir
di molti, è che ne stiamo già subendo le prime influenze sia nella sfera
materiale che in quella spirituale.
Volendo essere ottimisti potremmo
pensare che delle “razze benevole”, molto più antiche e progredite, si siano da
tempo accordate per assistere il nostro avanzamento in qualità di “fratelli
maggiori”, per trasmetterci senza invadenza che facciamo parte di una grande
comunità, che la
strada verso una più ampia comprensione di chi siamo e dove stiamo andando è
ancora lunga e loro ne sono il simbolo evidente. Decisamente meno new age ma
altrettanto verosimile, è l’ipotesi che qualche altra razza aliena autonoma,
slegata da qualsiasi vincolo che ne vieti l’intrusione e ancora interessata
alla seducente prospettiva del potere, possegga la tecnologia adatta per
muoversi nello spazio e sfruttare altri mondi ma non il buon senso per
rispettarli. In effetti, un pianeta abbondante di materie prime e popolato da
menti ingenue e facilmente manipolabili, potrebbe essere allettante per degli
esseri spiritualmente arretrati ma dediti al commercio o al ricatto.
Buoni
e cattivi convivono indubbiamente anche la fuori e, visto il tempo da cui
perdurano le visite, si potrebbe quasi azzardare
che entrambe le parti abbiano già tentato un contatto diplomatico con delle
delegazioni terrestri. Se ciò fosse realmente accaduto, non è del tutto
illogico supporre che le “razze
malevole”, a un certo momento, abbiano segretamente contrattato con i terrestri
giusti e con essi stretto un patto del tipo: “io ti do un assaggio della mia
tecnologia, tu mi dai libertà e copertura per i miei affari!”. Se i “buoni”
tentarono un accordo volto a fornire un ausilio per la soluzione di una miriade
di problemi sociali e ambientali, i “cattivi” prospettarono lauti guadagni alle
industrie e prolungato potere all’ordine esistente.
I fratelli Wright nel 1903
Il LEM della missione Apollo 11 nel 1969
Vista
la circostanza, possiamo confessare che quest’ultimo incontro sembra essere
documentato nei lontani anni ’50. Il
presunto accordo che ne scaturì prese il nome di Trattato Greada e diede un primo impulso
all’eccezionale sviluppo tecnologico che abbiamo in parte percepito e a chissà
quale altra diavoleria occulta.
Si crede
che nel patto fossero incluse conoscenze sulla propulsione anti-gravitazionale,
sull’ingegneria genetica e sul controllo mentale. Restano perciò vivi i dubbi
su cosa si sia veramente barattato e sull’origine di molti oggetti avvistati
che potrebbero quindi essere frutto della retroingegneria terrestre piuttosto che
dell’autentica tecnologia aliena. Un’altra perplessità riguarda l’incremento dei casi di abduction
avuto nei decenni successivi al patto, gli addotti a oggi sarebbero milioni e
non solo negli USA. Di accordi con leader umani ce ne furono naturalmente
altri, probabilmente con lo scopo di coinvolgere tutte le superpotenze del
globo per garantirsi il sostegno logistico e l’immunità totale sul pianeta.
Com’era prevedibile, questi contatti accesero una sorta di competizione per la
supremazia tecnologica che stimolò il concepimento di nuove tipologie di
guerra.
La base di Pine Gap (AU), centro operativo ECHELON e di
studi sulla tecnologia aliena
La base di Dulce (USA), centro operativo per l’ingegneria
genetica aliena e teatro di una battaglia tra umani e
alieni negli anni ’70
La base di Plum Island (USA), centro studi armi
batteriologiche e di sperimentazioni genetiche su umani e animali
Detto
ciò, viene spontaneo chiedersi da dove
provengano quelli veri. Considerando le distanze interstellari, che
l’intenzione d’origine sia benevola o malevola, per sorvegliare da vicino la
razza umana, o semplicemente le proprie attività, risulterebbe certamente
pratico sfruttare degli avamposti situati in zone strategiche (come negli
oceani, sotto la crosta, nelle catene montuose, nei deserti, in orbita, sulla
Luna, su Marte, ecc.) e, se lo scopo dovesse persistere, magari istituire una
vera e propria missione con tanto di installazioni permanenti. L’intento delle
razze “amiche” non sarebbe quello di spiare passivamente ma quello di offrire
sostegno limitando danni irreparabili al pianeta e alla coscienza collettiva.
Per le “nemiche”, quello di perseguire i propri oscuri scopi e impedire
spiacevolezze che possano minare, ove sia contemplata, la collaborazione in
corso con le organizzazioni terrestri. Non
possiamo inoltre escludere che diversi gruppi alieni, prescindendo dai
propositi, convivano da lungo tempo con noi e si siano per molti aspetti
integrati, ma di questo parleremo in un altro articolo.
una presunta base aliena sulla Luna
nel 1960 venne scoperto in orbita stabile sui poli un
satellite alieno in disuso che emetteva onde radio. L’oggetto, poi chiamato “The Black Knight“, sembra avere
circa 13000 anni (foto NASA STS088-724-66)
particolare ingrandito
In ogni caso, pare che sia in atto
una sorta di indagine approfondita sull’umanità, come se si stessero allestendo
i preparativi per qualcosa di grande. Dopotutto, se l’intenzione di qualche
razza ostile fosse stata realmente quella di annientarci lo avrebbe già fatto
senza troppa fatica.
Si rammenta che non sarebbero necessarie armi di offesa futuristiche per
piegare e decimare intere nazioni, basterebbe sabotarne la rete elettrica o
progettare un virus selettivo. Ma se il movente riguardasse
lo sfruttamento dell’umanità, allora sarebbe lecito prendere le dovute
informazioni sui soggetti da sottomettere e studiare un accurato piano per
raggirarli, senza agire platealmente. Potremmo in sostanza
risvegliarci, nostro malgrado, in una situazione a dir poco paradossale, dove distinguere
chi osserva chi e quale realtà dei fatti stiamo vivendo non sarebbe affatto
facile.
GLI ALIENI SIAMO NOI
Una
volta immersi in questo affascinante scenario dove coesistono alieni filantropi, da sempre appassionati
alle nostre vicende, e alieni mercenari, che si dedicano al parassitaggio con
la connivenza dei governi ombra terrestri, il
passo successivo comporta l’accettazione della più audace delle congetture: il
concetto di “discendenza extraterrestre”. Riguardo alle teorie che
attribuiscono all’uomo origini aliene è opportuno fare un’ulteriore distinzione
tra due visioni, per certi versi correlate:
la
panspermia, la quale afferma in
sintesi che i semi della vita sono
sparsi nell’universo e che attecchiscono solo dove vi sono le condizioni
favorevoli. La vita sulla Terra sarebbe dunque stata possibile grazie alla
collisione con altri corpi celesti (come le comete) portatori di batteri e
altra sostanza organica aliena raccolta nello spazio. In soldoni, una sorta di
fecondazione galattica che si verifica seguendo modalità fortuite. A tal
proposito si ricorda un evento recente:
la prolungata pioggia rossa che nel 2001
interessò il Kerala conteneva materiale biologico sconosciuto.
L’avvenimento sconvolse le popolazioni locali che videro il fatto come un
nefasto presagio della fine dei tempi. La teoria della panspermia potrebbe
quindi essere valida anche per i virus e tutte le malattie la cui causa è
sconosciuta? In ogni modo, a meno che non si voglia attribuire a simili eventi
astronomici un’origine intelligente (panspermia guidata), questa ipotesi
darebbe ancora una volta al caso tutto il merito della creazione;
la
paleoastronautica
o clipeologia, si basa sullo studio di
reperti antichi e sostiene che le visite dallo spazio non sono eventi
circoscritti ai giorni nostri ma che molti popoli dell’antichità erano già
pienamente coscienti del fenomeno. In sostanza, implica la possibilità di esser
stati “contaminati” innumerevoli volte da altre razze intelligenti attraverso
indottrinamenti e manipolazioni genetiche. Non è difficile comprendere
come dei possibili contatti con civiltà più avanzate abbiano determinato dei
cambiamenti profondi nella nostra evoluzione, modificando più volte il nostro
sapere e le nostre caratteristiche (a loro immagine e somiglianza). Questo inquadrerebbe l’uomo in una diversa
tassonomia e gli attribuirebbe una storia più lunga e ricca di colpi di scena
di quella raccontataci. Curiosamente, dall’analisi di numerosi reperti che
testimonierebbero l’antica conoscenza di moti celesti complessi (oggi visibili
solo con le più moderne apparecchiature) e dalle anomalie
temporali riscontrate in molti altri ritrovamenti, si nota come il percorso
evolutivo dell’uomo abbia attraversato varie stagioni per poi arrestarsi più
volte ripartendo quasi da zero, come se antichissime e avanzatissime civiltà
terrestri fossero scomparse (si pensi alle leggendarie Lemuria e Atlantide)
portandosi via la conoscenza raggiunta fino a quel momento. Sostenitore
per antonomasia della teoria degli “antichi astronauti” è l’arcinoto Zecharia Sitchin e altrettanto interessanti sono
le considerazioni di Barry Downing, oggi rievocate e approfondite
da Mauro Biglino.
un “jet” d’oro precolombiano
il prototipo della Boeing. Funziona!
pittura rupestre scoperta nel distretto di Hoshangabad, in
India
ricostruzione della nave di Pakal
Queste due originali interpretazioni
hanno come comune denominatore la genesi aliena ma c’è anche chi, destando ancor
più scalpore, arricchisce queste ipotesi sostenendo che il “progetto umano” sia
stato realizzato altrove e poi impiantato su questo pianeta in un secondo
momento. Un’ardita deduzione che anni fa aveva già impensierito l’ecologista
Ellis Silver e che sarebbe stata recentemente confermata da uno studio condotto
da dei ricercatori Kazaki denominato Seti Biologico, il quale avrebbe rintracciato nel
genoma umano un singolare “messaggio intelligente”. Insomma, ci sono
molte probabilità che la vita sulla Terra sia sempre stata poco terrestre per
effetto di numerose interferenze esterne. Ed effettivamente, viene
da domandarsi se questo anelito irresistibile che abbiamo sempre conservato
verso un’intelligenza creatrice non sia invece una sorta di tributo, una firma
impressa in qualche parte di noi affinché fossimo intimamente riconoscenti verso
“chi”, a suo tempo, si preoccupò di donarci una coscienza e un aspetto più
raffinati.
Secondo il Blue Planet Project, certe entità starebbero
visitando da migliaia di anni il “nostro” pianeta che, per sua natura ricco di
sostanza organica, fu teatro in un passato lontano di numerosi esperimenti
scientifici da parte di molte civiltà. Uno di questi esperimenti fu l’uomo e
non vi sono garanzie che tale progetto sia stato del tutto accantonato. Come se
non bastasse, sempre nel medesimo, si legge che una stirpe autoctona e molto antica di esseri avrebbe addirittura
creato un mondo dentro al mondo, rifugiata da millenni nelle immense cavità
della Terra.
Stiamo parlando in fondo degli stessi Rettiliani
che hanno ispirato le stravaganti teorie di David Icke e i cui “mimetici
emissari”, infiltrati da tempo immemore nella nostra struttura di potere,
starebbero pianificando dall’interno l’estinzione dell’umanità.
dal serial anni ’80 “Visitors”
La possibilità che potremmo
essere noi i gli ultimi arrivati andrebbe perciò presa seriamente in
considerazione, poiché tutto quello che pensiamo sia nostro potrebbe in realtà
esserci stato concesso a tempo determinato.
Potremmo inoltre apprendere con
sgomento di essere i soggetti di un test biologico su vasta scala,
temporaneamente collocati in un luogo adatto a prosperare per essere un giorno
sottoposti all’insindacabile giudizio degli stessi sperimentatori, super-ingegneri dell’universo
che probabilmente, spinti da un’etica a noi ignota, fanno questo di mestiere,
contribuendo più o meno accidentalmente alla nascita e al propagarsi di culti e
religioni. La tradizione ebraica li chiama Elohim (plurale di Eloah che
significa Dio).
NON SOLO PICCOLEZZE
In
ambiente scientifico, quando si parla di qualcosa di potenzialmente
rivoluzionario, si è soliti usare un’espressione: “ad una teoria eccezionale
devono corrispondere riscontri eccezionali”. Volendo rispettare questa
esigenza, senza mettere in ballo la fede, una delle prove più impressionanti
sull’esistenza di una civilizzazione aliena, è il probabile ritrovamento di un immenso velivolo sulla
superficie nascosta della Luna. La NASA, padrona indiscussa delle
esplorazioni spaziali avvenute fino ad ora e principale sostenitrice del
cover-up sulle forme di vita extraterrestre, da sempre ci racconta che, tutto
ciò di anomalo che è possibile notare nello spazio oltre la Terra, è
attribuibile a piccoli meteoriti, spazzatura derivata da precedenti missioni o
satelliti in orbita. Se fosse così, con quale proposito, durante la missione
Apollo 11, venne lasciata sulla superficie lunare una capsula contenente il Goodwill Disk, un autentico gioiello di
micro-tecnologia terrestre? La risposta è che la NASA sapeva bene di trovare
qualcosa di più intelligente dei consueti pezzi di roccia che ci ha mostrato
con orgoglio.
il Goodwill Disk
Pare che la Luna celi
un’infinità di misteri mai svelati pubblicamente e che la direbbero lunga sulla
storia delle civiltà che popolarono il Sistema Solare. Molto si è detto già sul primo
allunaggio, sulla sua dubbia autenticità e sulle controverse motivazioni che
avrebbero spinto i governi a saperne di più su questo satellite che dista da
noi appena un “secondo luce”. Vere o false che fossero, tutte le missioni
Apollo che hanno portato l’uomo sulla Luna, si conclusero ufficialmente con
l’Apollo 17 nel 1972 ma diverse fonti asseriscono che la NASA continuò ad
esplorare segretamente la superficie lunare per appropriarsi dei reperti alieni
rinvenuti. L’Apollo 20 fece appunto parte di quella serie di missioni
top-secret (ne sarebbe un altro eclatante esempio la discussa missione Red Sun su Marte) che dovevano indagare
sulle strutture artificiali precedentemente fotografate da sonde come la Ranger
7. Altre indiscrezioni riferiscono che le missioni lunari vennero
formalmente interrotte perché fu in qualche modo intimato ai terrestri di non
tornare più a ficcare il naso o sarebbero stati guai seri.
Dai
primi resoconti inizialmente diffusi dal sito Angeli Smarriti (nel 2007 si occupò del controverso
caso il giornalista freelance Luca Scantamburlo), l’Apollo 20 venne lanciato
dalla base di Vandemberg in California, raggiunse la Luna il 16 Agosto 1976 e
fu una missione congiunta tra USA e URSS a cui parteciparono gli astronauti
William Rutledge, Leona Snyder ed Alexei Leonov. La destinazione della missione
fu il cratere “Iszak D” che si trova nel lato oscuro del satellite, dove venne
rilevata una gigantesca nave aliena sigariforme adagiata sul suolo da
lunghissimo tempo (si è calcolato intorno a 1,5 miliardi di anni), come
testimonierebbero le tracce di perforazione provocate da meteoriti sulla
carlinga. La storia è stata resa nota attraverso video e fotografie solo nel
2007 dallo stesso William Rutledge che attualmente vivrebbe sotto copertura.
Alcune foto a bassa risoluzione scattate durante la missione Apollo 15 sono
ancora disponibili dal sito del “Lunar and Planetary
Institute” di Houston, che è un istituto di ricerca che fornisce servizi di
supporto alla NASA: link 1, link2.
Le
confessioni di Rutledge strabiliarono tutti, ciononostante, verificando i
dettagli, pare che nel suo racconto vi siano diverse incongruenze e omissioni.
Astuto disinformatore, affidabile “gola profonda” o un mix di entrambi? Da quando l’uomo ha potuto osservare da
vicino la Luna, di anomalie se ne sono riscontrate così tante che si potrebbe
allestire un intero catalogo. Tuttavia, il caso Apollo 20 potrebbe
essere l’ennesimo depistaggio con l’obiettivo di manipolare l’opinione pubblica
per tutelare l’esito di operazioni decisamente meno nobili della divulgazione.
Il dibattito resta acceso ma, anche se tutti gridassero alla bufala, quelle
foto negli archivi del LPI sono difficili da confutare.
Si
potrebbe disquisire all’infinito di UFO, USO, RODS, CRITTERS, ORB, EBE, Grigi,
Rigeliani, Pleiadiani, Rettiliani, Arturiani, o ancora di griglia magnetica, tunnel spazio-temporali, telepatia, ibridazioni,
mutilazioni animali, rapimenti, ma mettere troppa carne al fuoco non sortirebbe
effetti duraturi sulla consapevolezza di chi sta leggendo.
Ciò che davvero è importante
comprendere non sono le conclusioni teoriche, non è scoprire di essere alieni
piuttosto che umani d.o.c per ritrovarsi in questa o quella fazione, ciò che
dobbiamo assolutamente capire è come decideremo di affrontare quello che sembra
essere a tutti gli effetti un paradigma morente. I segni e la tensione, di cui
oggi siamo spettatori e protagonisti allo stesso tempo, sono gli ultimi colpi di coda del “vecchio pensiero”, ma il
punto esatto in cui ci troviamo non è ancora chiaro a tutti. Facciamo quindi un
passo indietro, tanto per complicare le cose.
LA FUNZIONE DELLA CIVILTÀ
Se
descrivessimo tutte le vicende della Terra in un libro dedicando ad ogni pagina
un milione di anni il volume consisterebbe di circa cinquemila pagine. Ora, se
volessimo rilegare l’intera opera in cinque volumi da mille pagine ciascuno ci
accorgeremmo che negli ultimi due volumi ci sarà la descrizione della
diffusione della vita sul pianeta, finché nell’ultima pagina dell’ultimo
volume, nelle ultime due righe, vi sarà scritto: “è comparso l’Homo Sapiens”.
“La civiltà non è che un breve momento nella storia della terra. La
civiltà è un inevitabile stadio di sviluppo dell’universo.” Konstantin Korotkov
Analizzando questo assunto,
capiamo che esiste un ordine nell’evoluzione, come se ci fossero delle classi e
si potesse passare alla classe successiva solamente dopo aver acquisito le
opportune conoscenze e capacità. La civiltà fa
parte del modello evolutivo della materia di questa dimensione, è un elemento
imprescindibile che compare solo al momento giusto e scaturisce dal
soddisfacimento delle tappe evolutive precedenti. L’uomo agisce come uno
stadio dell’evoluzione del sistema che lo supporta, cioè partecipa come
elemento formatore di struttura per le tappe evolutive successive del pianeta. Ovvero,
l’intero processo evolutivo sulla Terra e l’umanità sono uno “strumento di
lavoro” della Natura.
Se
è dunque vero che il linguaggio della Natura è la matematica e che i numeri generano schemi, ne deriva che
esiste un ordine che organizza tali schemi e perciò la Natura costruisce la
vita ed evolve attraverso schemi ordinati che si ripetono e divengono sempre
più complessi, ciclo dopo ciclo, poiché questa è la maniera ottimale e meno
dispendiosa per farlo. Qualsiasi forma esiste, si combina e si sviluppa
attraverso la regola proporzionale della “spirale aurea” che è in stretta
relazione con la sequenza di Fibonacci.
Un’altra cosa è che una “massa
critica” di individui può generare un campo informazionale che, se
mantenuto in risonanza, riesce a sua volta a influenzare l’intera coscienza
collettiva, come se si trattasse di un singolo organismo pensante.
Al
contrario, se una massa critica viene distrutta, avviene una distorsione nella
struttura del campo collettivo che si riflette sui livelli direttamente
superiori ed inferiori. Risulta pertanto chiaro come un’attività creativa possa essere generata e palesarsi solo se vi è una
certa quantità di popolazione in un dato luogo a formare la sua matrice di
informazioni.
Alla
luce di quanto appena detto, notiamo
come ogni singola persona sia una cellula elementare, una fonte
primaria di informazioni nella struttura di campo della sua nazione, poi di
tutto il genere umano e così via, verso il sistema di riferimento superiore.
L’uomo può quindi contribuire, attraverso la sua attività creativa, ad
arricchire il campo globale di informazioni e quest’ultimo può mettere a
disposizione tali informazioni all’intera collettività che lo genera. Molti
uomini di scienza hanno beneficiato di questo procedimento intuitivo in stati
alterati di coscienza (il famoso “lampo di genio”) ricevendone illuminazioni
che si sono poi dimostrate utili a tutta l’umanità. Ed è per questo che
scoperte e invenzioni, in un determinato periodo e dietro una determinata
esigenza collettiva, vengono fatte simultaneamente in più parti del globo. Ora,
se questo è il principio generale, va da sé che i mutamenti avvenuti nella
coscienza collettiva terrestre dovranno giocoforza riverberarsi su qualcosa di
più grande come la coscienza universale.
Esiste
dunque una stretta correlazione tra singolo e collettivo e tra collettivo e
universale. Ecco forse svelato il motivo
principale che giustifica tanto interesse da parte di esseri che crediamo
estranei: le civiltà che hanno a cuore l’aspetto evolutivo della creazione
stanno tentando di esortarci a compiere quel salto che porterà l’umanità ad
intraprendere un nuovo sentiero di conoscenza. Il passo consisterà nel fondersi
con un sapere più avanzato che includerà
la consapevolezza di appartenere ad una struttura incredibilmente più vasta.
Perderanno significato molte delle cose che stiamo facendo (e che ci dicono di
fare), ma avremo finalmente accesso ad una verità superiore e ciò rappresenterà
un impulso positivo per tutto il creato, un
evento che andrà ben oltre le comuni aspettative e che farà crollare l’attuale
sistema di credenze tanto caro ai nostri burattinai.
RIASSUMENDO
Se
adesso provassimo a riassumere i concetti fin qui esposti, eliminando
temporaneamente il condizionale e decorandoli con qualche altra famigerata
supposizione teorica, la relazione che ne conseguirebbe avrebbe a dir poco
dell’incredibile:
la Terra esiste da circa 5 miliardi di anni, l’uomo da molto meno e il
suo sviluppo rappresenta un battito di ciglia per la Via Lattea. Facciamo inconsapevolmente parte di una
gerarchia galattica di cui siamo il fanalino di coda e il nostro pianeta è
stato visitato da centinaia di razze aliene nel corso di migliaia di anni.
Per quanto realizzare di non essere soli possa sconcertare, è tutto
perfettamente normale perché, in barba al paradosso di Fermi, il cosmo pullula di vita
intelligente come già asseriva coraggiosamente negli anni ’60 l’equazione di Drake. Siamo stati
l’oggetto di un imponente progetto genetico che disconosciamo ma attualmente ci
troviamo ad uno stadio relativamente basso nella scala evolutiva, possediamo
però un corpo incredibilmente adattabile le cui peculiarità fanno gola a molte
razze geneticamente imperfette. In fin dei conti, per poter
sperimentare la vita, siamo stati perfezionati nel tempo da esseri le cui
capacità sono per noi inimmaginabili e ciò è avvenuto a più riprese e per mano
di svariate entità. Vi sono state in
epoche remote delle guerre di proporzioni bibliche che hanno sconvolto il
nostro Sistema Solare e i quali effetti vennero percepiti persino sulla Terra. I resti di questi conflitti sono seminati
anche sugli altri pianeti solidi come
vediamo nelle nostre rudimentali e rischiose visite spaziali (la magnetosfera
di Marte fu annientata con la sua civiltà e i superstiti costretti a migrare
altrove mentre il pianeta Malona, tra Marte e Giove, esplose creando la
cintura degli asteroidi, ndr). Le prime civiltà della Terra, radunatesi in
piccole colonie, hanno già goduto di incredibili livelli tecnologici e intellettuali
ma sono andate distrutte per motivi sconosciuti. Siamo tuttora
visitati da alieni benevoli, neutrali e malevoli. Le razze coinvolte nelle visite hanno un
aspetto prevalentemente umanoide ma possono appartenere anche a dimensioni
differenti dalla nostra e possedere sembianze non sempre riconoscibili.
Velivoli in avaria provenienti da altri sistemi si sono schiantati sul nostro
pianeta e ne sono stati recuperati i resti dai governi di tutte le potenze
mondiali. I primi sforzi riguardo l’acquisizione di tecnologie extraterrestri
hanno avuto successo e, grazie a ciò, il nostro reale livello di conoscenza ora
supera di gran lunga quello percepito dal pubblico. Ci sono state interazioni tra civiltà di questo universo e
popolazioni del passato così come nell’epoca moderna, seppure con
modalità diverse. I governi degli Stati Uniti, della Russia, della Germania e
della Cina hanno certamente avuto rapporti di collaborazione con forze aliene
con il preciso scopo di emularne la tecnologia. Per effetto di questi accordi,
con cui abbiamo concesso a tali creature il prelievo di campioni biologici,
sono stati mutilati milioni di capi di bestiame e sono stati rapiti altrettanti
umani. Esiste ancora una corrente di
presenza aliena su questo pianeta che tenta di controllare diversi elementi
della nostra società. Le autorità
coinvolte fino al midollo negli scambi, ci stanno tenendo allo scuro per
preservare l’ordine sociale, purtuttavia, nonostante il maniacale impegno, sono
trapelate diverse informazioni che minacciano la copertura in atto. Le razze con cui abbiamo deciso di trattare
sono disinteressate al nostro benessere e hanno intenzioni per lo più malevole
e commerciali. Con lo zampino alieno, un manipolo di oligarchi sta mettendo
a punto un piano volto a impadronirsi delle risorse del pianeta, “bestiame”
compreso. Non è la prima volta che questo accade nella storia dell’uomo. Sono
presenti basi aliene sulla Terra, sulla Luna e sugli altri pianeti vicini. I
programmi spaziali, finanziati da fondi privati e pubblici, sono in realtà un
insieme di operazioni segrete che hanno prevalentemente lo scopo di mantenere
le relazioni con gli extraterrestri e studiarne la storia attraverso i numerosi
ritrovamenti. Dal canto loro, le razze
amiche, non potendo intervenire direttamente sulle nostre decisioni per
questioni di ordine superiore, cercano con prudenza di impedire il nostro
assoggettamento e di salvaguardare la salute del pianeta. Del resto non
sarebbero venute qui per imporci un modello collaudato di “democrazia stellare”
ma, in linea di principio, per farci
comprendere che il futuro dell’umanità è in pericolo e che operare un
cambiamento spetta a noi, non a qualche “salvatore spaziale” pronto a risolvere
gratis i nostri problemi.
A
questo punto, sia pur disordinatamente, il quadro complessivo inizia a
delinearsi assumendo le classiche
fattezze dell’atavica lotta tra forze del bene e forze del male. Una guerra
che si svolge dietro le quinte, che prosegue da un tempo indefinito e che noi
percepiamo solo di tanto in tanto attraverso fatti, che solitamente vengono
contraffatti.
UNA CIVILTÀ USA E GETTA
A
coloro che tra voi credono a tutto ciò che leggono e che, quasi certamente,
sono rimasti colpiti da questo racconto da quattro soldi, preferisco rammentare la versione ufficiale,
una miscela di indiscutibili convinzioni che, tutto sommato, vi ha mantenuto
integri fino ad oggi e non vedo per quale motivo non debba continuare a farlo:
i dischi volanti non esistono e pertanto non cadono in nessun luogo,
sono solo fenomeni meteorologici mal interpretati o abbagli dovuti alla
suggestione di persone annoiate e facilmente impressionabili. Il fenomeno UFO,
in questo sporco mondo, è in verità una redditizia montatura ideata da burloni
perdigiorno nel tentativo di “vendervi” qualcosa tanto per campare. Nelle basi
militari di tutto il mondo si fa del bene, si cerca cioè di creare armi che
possano difendervi efficacemente da tutti quei malintenzionati invidiosi che
vogliono farvi del male. Riguardo ai reperti alieni trovati qua e la, vi riveliamo
che si è trattato più che altro di strani giochi tra luci ed ombre, sappiamo
che possono fuorviare l’osservatore inesperto ma non gliene facciamo una colpa
(a proposito, per Wikipedia il Black Knight sarebbe una coperta termica persa durante un EVA – attività
extraveicolare!). Mettetevi il cuore in pace, siete soli come cani in uno
spazio sconfinato e il boom tecnologico a cui avete assistito è scaturito da un
normalissimo “processo a catena” che potrebbe sembrare anacronistico ma non lo
è, fidatevi. La storia dell’uomo è quella che si legge a scuola, ovverosia,
siete nati da una cloaca di batteri che sono poi diventati scimmie di cui un
ceppo, tra mille peripezie, si è casualmente evoluto in tante razze che hanno
assunto colori diversi e il cui fine ultimo è andare a lavorare per un terzo
della giornata e produrre ricchezza. Il Sistema Solare è un casino che ancora
non comprendiamo ma prima o poi ci arriveremo, intanto spendiamo miliardi per
mandare i nostri robottini a esaminare qualche sasso, non si sa mai che da li
si capisca qualcosa. I governi di tutto il mondo sono formati da brave persone
che lavorano strenuamente per migliorare la vita di voi tutti e farvi sentire
protetti, e lo fanno con abnegazione, lontani da qualsiasi interesse privato o
legato alla conquista del potere. In quanto alle guerre, beh, quelle sono
inevitabili e si fanno perché si sono sempre fatte, ogni tanto qualche “pezzo
grosso” s’incazza e, se ha i mezzi per farlo, manifesta così il suo dissenso.
Se poi avete proprio bisogno di spiritualità, vi diciamo che lassù c’è un dio
molto indaffarato che, in compagnia di una schiera di angeli che suonano e
vivono in beatitudine, mette alla prova la vostra fede inviandovi, come fossero
saette, pene di ogni sorta che dovrete riconoscere come parte della vita.
Laggiù, invece, c’è il diavolo che è un gran seduttore e che, se non state
attenti, arriva a possedervi facendovi fare cose di cui potreste pentirvi. Se
sarete stati bravi, una volta morti, andrete su e se non lo sarete stati
andrete giù. Sappiate infine che l’uomo è per sua natura cattivo, bugiardo e
competitivo e tutto quello che si inventa per sfogare le sue attitudini è
fondamentalmente comprensibile.
Signori, cerchiamo di esser seri,
mentre il telescopio spaziale Kepler ci conferma che nella nostra galassia
dozzine di esopianeti potrebbero ospitare la vita, il rischio che stiamo
correndo è quello di sparire dalla storia senza lasciare tracce significative
della nostra esistenza. Ed effettivamente, cosa
potrebbe restare ai posteri di una civiltà che ha prodotto oggetti di plastica
e costruito città di mattoni e cartongesso? Una civiltà che ha scritto i
suoi confusi pensieri su della carta o ha concepito canzoni e poesie? Se ci estinguessimo oggi e
qualche bravo alieno, ammesso che ne abbia voglia, decidesse di venirci a
trovare tra qualche secolo, troverebbe solo le monumentali costruzioni dei
popoli antichi ma di noi saprebbe ben
poco. Non vi suona strano?
A ben pensarci, potrebbe darsi
che tutta questa struttura artificiosa in cui sguazziamo più o meno felicemente
abbia un senso solo per i fanatici al comando e non sia altro che un modo
ingegnoso per distoglierci da quello che è il vero compito di un grande popolo:
progredire seguendo le leggi universali.
Per farlo dovremo inevitabilmente abbandonare i vecchi, pesanti abiti,
smettere di alimentare l’attuale modello di pensiero e permettere al nuovo di
entrare nelle nostre vite. Inizialmente potrebbe apparire difficoltoso ma, una
volta abbattuti certi ridicoli limiti mentali, molte coscienze potrebbero sentirsi da subito più libere di
spaziare, ritrovandosi in quell’idea di unità cosmica di cui tutti in fondo
abbiamo un’intima percezione.
Buona
visione!
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