venerdì 15 maggio 2015

Malattia, cura e mente

Malattia, cura e mente

Oriente ed Occidente in molti aspetti sembrano le due facce della stessa medaglia, due interpretazioni opposte di filosofie differenti. La medicina è sicuramente un esempio di tale distanza, basta dare un´occhiata alla diversità dei principi delle due scienze.
Per noi occidentali la medicina tradizionale cinese è ancora un mondo sconosciuto. Negli ultimi anni ci stiamo aprendo in modo importante verso le teorie millenarie di tale disciplina, tuttavia l´atteggiamento predominante è ancora caratterizzato da un forte scetticismo, propbabilmente proprio per la mancanza di informazioni che non ci consente di arrivare a nozioni molto utili ai fini del mantenimento della salute e se è vero che “finché c’è la salute c’è tutto” allora forse vale la pena provare a capire qualcosa dei principi base della medicina tradizionale cinese.
La prima cosa da comprendere è che secondo la medicina orientale tradizionale si deve curare la persona, non la malattia, in quanto quest’ultima non è nient’altro che un’espressione di un disequilibrio, che pur manifestandosi in sintomi locali, interessa l’organismo nella sua totalità.
Se ho mal di testa non è detto che debba curare la testa, anzi probabilmente l’emicrania è solo una delle espressioni (o sintomi) di un disequilibrio che nasce in altro luogo.
Per la medicina tradizionale cinese l’organismo è una rete di comunicazione tra organi e mente, con l’equilibrio energetico che fa da specchio allo stato di salute complessivo. Finché l’equilibrio è mantenuto la persona è in salute, se sopraggiunge un disequilibrio in qualche punto dell’organismo si può manifestare la malattia, con sintomi che non necessariamente vanno a collocarsi nel suddetto punto.
Elemento fondamentale nel mantenimento di tale equilibrio è lo stato mentale.
Nella guarigione è importante che gli aspetti fisici agiscano insieme a quelli mentali, come il pensiero e la volontà, perché le cure fisiche da sole non bastano.
Il medico di te stesso – Noboru B. Muramoto
La mente gioca un ruolo da protagonista nel processo di guarigione al punto che il tipo di rimedio da preferire per curare una malattia va selezionato basandosi anche sulla condizione psicologica del malato. Inoltre, la stessa malattia non necessariamente viene trattata sempre nello stesso modo. Se cambiano le condizioni della persona può essere necessario cambiare il trattamento.
La cura non è in relazione solo con i sintomi, bensì con la persona nel suo complesso.
Da qualche tempo anche in Occidente abbiamo accettato l’idea che la mente è parte in causa della guarigione, tuttavia nei processi di cura non gode ancora della considerazione che merita. Per “noi” la cura è in relazione unicamente alla malattia, la persona è quasi spettatrice passiva, è il terreno sul quale si gioca la partita tra virus ed antibiotici, poi ovviamente un atteggiamento mentale positivo aiuta. Quando non stiamo bene ci rechiamo dal medico che ci prescrive una cura, ma difficilmente si informa del nostro stato psicologico del momento.

L’approccio alla cura della medicina tradizionale cinese e quello della medicina occidentale moderna sono le due facce della medaglia. Da un lato c’è la settorialità di una scienza che scompone l’organismo per comprenderlo e che prevede medici specializzati nella cura di singole parti dell’organismo, dall’altra una disciplina che fa dell’unità il suo principio base e che considera la malattia come una manifestazione della condizione complessiva della persona.
 

Tuttavia tanto ad Est quanto ad Ovest il centro della cura di una malattia è il malato e in ogni parte del mondo vale il detto <<Mens sana in corpore sano>>.

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