martedì 5 maggio 2015

Clownterapia: perchè funziona?

Il segreto della clownterapia

Mauro Sartorio 29 ottobre 2013
L'approdo in Italia di Patch Adams in questo mese di ottobre, mi dà lo spunto per parlare di un tema fondamentale per la comprensione della maggioranza delle malattie.

La cura di risate dei clown dottori funziona davvero (e ci sono le prove). Ansia ridotta, meno dolore, ripresa più rapida per i piccoli grazie alla presenza dei camici bianchi dal «naso rosso» citano i giornali [Corriere, 29 ottobre 2013]

Che la clownterapia abbia un effetto è evidente, ma lo stesso Paul Binder, che nel 1986 fondò a New York quella Clown Care Unit considerata la cellula progenitrice del ceppo dei clown dottori nel mondo, è molto prudente nel dichiarare la terapeuticità del suo lavoro, non avendo una idea di quello che effettivamente avviene in quel particolare rapporto medico-paziente.

Le leggi biologiche chiariscono e danno fondamento a questo fenomeno.

Uno dei più antichi programmi biologici e sensati della natura che il nostro corpo riproduce attraverso la conduzione del tronco cerebrale, è quello che si attiva con il "conflitto del profugo" (così chiamato da Hamer).
Ci si può immaginare, anticamente sulla linea dell'evoluzione, un animale marino che, sbalzato fuori dall'acqua e sospeso nell'attesa di essere recuperato dall'onda, trattiene più liquidi che può per potere sopravvivere a secco in quell'interminabile lasso di tempo.
Questo "essere sbalzati fuori dall'acqua" è esattamente il vissuto profondo e viscerale che attiva la ritenzione idrica dei tubuli collettori renali.
In senso traslato, il vissuto corrisponde a 3 colorazioni diverse dello stesso tenore, ovvero "non so più dov'è casa mia", "ho perso ogni riferimento", "devo lottare per l'esistenza".

Come chi si trova a dovere attraversare un deserto senza sapere dov'è e quando mai ne uscirà, così un paziente con una malattia che non sa da dove arriva, non sa quando ne uscirà, che non si sente a casa, che ha perso i suoi riferimenti....aumenterà la funzione di ritenzione dei suoi reni per risparmiare i liquidi corporei.
Questo accumulo di acqua nell'organismo fa aumentare in special modo gli edemi già presenti nei processi infiammatori, aumentando a dismisura i dolori per compressione dei tessuti.

Così, se una persona "persa nel deserto" viene improvvisamente accudita e le è permesso di sentirsi a casa e al sicuro, senza dovere più lottare da sola per l'esistenza...ecco che i tubuli collettori renali possono limitare il sovralavoro di ritenzione e lasciare espellere l'acqua in eccesso attraverso le urine. Gli edemi si sgonfiano riducendo drasticamente i dolori, e il processo di guarigione è più rapido e senza complicazioni.

Anche se non si può fare regola generale poichè ogni persona è unica come lo è il suo particolarissimo vissuto, si può però affermare che l'accudimento della persona possa di per sè avere un effetto straordinario e spesso risolutivo, e in condizioni complicate sia anzi imprescindibile.
Questo è il grande "segreto" inconsapevole di quei dottori che, al di là di seguire un freddo protocollo, mettono quotidianamente al cospetto dei pazienti tutta la loro presenza e umanità.
Patch Adams è tutto questo con i bambini, e probabilmente neanche lui sa bene perchè funziona quello che fa, ma lo fa benissimo

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti spam, offensivi, non pertinenti e quelli riportanti indirizzi mail o link sospetti saranno cancellati.