venerdì 21 febbraio 2014

Eutanasia dei bambini in Italia? Prepariamoci a combattere!


Comitato Verità e Vita – Comunicato Stampa n. 149: “Eutanasia dei bambini in Italia? Prepariamoci a combattere!”
La legalizzazione dell’eutanasia dei bambini e dei ragazzi in Belgio, che segue la strada intrapresa  dall’Olanda fin dal 2002, suscita stupore ed orrore. Il progetto di legge approvato dalla Camera permette ai medici di porre fine alla vita di un bambino, qualora si trovi in uno stato di sofferenza fisica e costante e insopportabile e che presenti una domanda di eutanasia; è sufficiente che un’equipe di psicologi sancisca la “capacità di discernimento del minore” e che i genitori diano il consenso. Ben comprendiamo che la richiesta del minore di essere ucciso non garantisce affatto che egli sia pienamente consapevole e pienamente libero di esprimere la sua richiesta: non a caso l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europea ha severamente criticato il Belgio, ribadendo che “l’eutanasia, cioè l’uccisione intenzionale con un atto attivo o omissivo di un essere umano per il suo presunto bene, deve sempre essere proibita, accusando il Belgio di “tradire alcuni dei bambini più vulnerabili, accettando che le loro vite possano non avere valore o essere degne e che debbano morire” e sottolineando che il Belgio “sbaglia a ritenere che i bambini siano in grado di dare un assenso informato all’eutanasia e che possano capire il grave significato e le complesse conseguenze associate a questa decisione”.
L’odio verso i bambini malati, la volontà di eliminarli quanto prima possibile, viene da lontano: l’Olanda ha dato l’esempio adottando il Protocollo di Groningen, secondo cui ogni bambino malato, se i genitori e i medici ritengono che la sua sofferenza sia insopportabile e che la prognosi indichi una “qualità della vita estremamente bassa”, può essere ucciso. La volontà del bambino di essere ucciso è, in realtà, del tutto irrilevante. Comprendiamo, quindi, che la procedura prevista dalla legge belga per verificare la volontà del minore è una costruzione artificiosa che vuole nascondere la realtà: sono i genitori e i medici a decidere se un bambino deve morire subito.
Con minore ipocrisia, nel 2006 un documento del Royal College of Obstetricians and Gynaecology sosteneva che “l’eutanasia attiva dovrebbe essere presa in considerazione per il bene complessivo delle famiglie, per risparmiare ai genitori il peso emotivo e le difficoltà finanziarie derivanti dal crescere bambini gravemente malati”. Il Sunday Times sintetizzava efficacemente nel titolo la sostanza della richiesta: “Doctors: let us kill disabled babies” (“I medici: lasciateci uccidere i bambini disabili”).
Ma in Italia possiamo stare tranquilli? Certamente l’eutanasia dei bambini ha dei sostenitori autorevoli: il prof. Umberto Veronesi, recentemente ha scritto che “la sofferenza dei bambini è terribile, inaccettabile” e, per i casi in cui “la scienza si trova impotente”, affermando il “diritto del malato di non soffrire”, ha sostenuto – proprio con riguardo alla legge belga – che “forse non ci sarebbe bisogno di una legge. Una decisione così drammatica non può essere presa che volta per volta, nella discrezione delle coscienze”; così rivendicando – proprio lui, il paladino dell’autodeterminazione del paziente, che proclamava “nessuno può decidere per noi”! – la possibilità per il medico di sopprimere a discrezione il bambino malato ritenendo le sue sofferenze insopportabili.
Ma se abbiamo chiuso gli occhi per 35 anni sull’eliminazione dei bambini non ancora nati malati o “difettosi”, saremo in grado di fermare questa nuova pratica barbara? Forse i “ricercatori” italiani Giubilini e Minerva, quando hanno proposto l’aborto post-nascita, proponendo la possibilità di uccidere i neonati secondo gli stessi criteri dettati dalle leggi sull’aborto per procedere alla soppressione dei bambini prima della nascita, nella loro falsa ingenuità hanno toccato un nervo scoperto della nostra coscienza: davvero siamo convinti della necessità che certi bambini malati continuino a vivere?
Prepariamoci a combattere! Come dimenticare che il progetto di legge sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento che stava per essere approvato definitivamente nella scorsa legislatura, prevedeva che i genitori del figlio minore potessero rifiutare ogni terapia, anche salvavita, per il loro figlio?
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