Siamo davvero sicuri che la mammografia sia utile per prevenire il cancro al seno?
Secondo uno studio pubblicato sul New England Journal of Medecine, la risposta è negativa.
“Abbiamo
riscontrato che non vi è stata una riduzione degli stadi terminale del
cancro alla mammella a partire da tutte queste diagnosi precoci. E
questo significa che alla maggior parte delle donne a cui è stato detto
di avere un tumore è stato mentito”, sostiene il dottor Gilbert Welch,
co-autore dello studio.
I
numeri parlano chiaro: da quando è stato introdotto lo screening, ci
sono state soltanto 0,1 milioni di donne in meno con una diagnosi di
tumore alla mammella in fase terminale. Rispetto al numero di 1,5
milioni di diagnosi precoci, significa che il 93% delle medesime
diagnosi è un falso positivo. “Le donne vengono sottoposte a chirurgia,
chemioterapia o radiazioni per un cancro che non le avrebbe mai fatte
stare male o che non sarebbe in ogni caso arrivato alla fase di cancro
terminale”, afferma Welch.
Sempre secondo lo
studio, il cancro alla mammella sarebbe stato over-diagnosticato (cioé
sono stati trovati tumori in fase di screening ma questi non avrebbero
mai portato a sintomi clinici) in almeno 1,3 milioni di donne americane
negli ultimi trent'anni.
Eppure a partire da
queste diagnosi precoci gli oncologi avrebbero sempre proposto alle
proprie pazienti di sottoporsi quanto prima a un trattamento terapeutico
– spesso nello stesso giorno della falsa diagnosi – consistente in
iniezioni di sostanze chimiche tossiche.
Insomma, i medici di queste donne avrebbero mentito?
Come sottolinea il
sito Natural News, c'è un chiaro conflitto di interessi. Gli oncologi
che invitano le donne allo screening mammografico e che diagnosticano
loro “precoci” cancri al seno sono gli stessi che realizzerebbero enormi
profitti vendendo i chemioterapici.
“Nessun altro test
clinico è stato tanto pubblicizzato come la mammografia”, ha spiegato il
Dottor Welch in un articolo apparso sul New York Times. “In breve: dite
a chiunque che ha il cancro, e i tassi di sopravvivenza aumenteranno a
dismisura”.
L'aspetto che
lascia allibiti è che il trattamento chemioterapico è più pericoloso di
una mancata diagnosi per un “possibile” tumore in fase iniziale. Infatti
l'effetto collaterale numero uno della chemioterapia è il cancro.
Ma come è possibile tutto questo?
Le apparecchiature
sempre più sofisticate non ammettono anomalie nel corpo umano e per
questo è sempre più facile incorrere in una falsa diagnosi. Spiega
sempre il dottor Welch: “Sei anni fa, un follow up a lungo termine di un
trial randomizzato mostrò come un quarto dei tumori riscontrati con lo
screening fosse un caso di over-diagnosi. Questo rifletteva le
potenzialità dei macchinari degli anni Ottanta. I nuovi macchinari
digitali riscontrano molte più anormalità. Ora come percentuale siamo
probabilmente tra un terzo e metà dei tumori diagnosticati per errore.
E allora, che fare?
Il nostro corpo
lotta ogni giorno contro agenti esterni: virus, batteri, elementi
tossici, inquinamento elettromagnetico, lo stress fisico e psichico. La
vera prevenzione, più di un esame che – come la mammografia - ci
sottoporrebbe a un'ulteriore dose di raggi X e del quale non siamo
ancora sicuri degli effettivi benefici, sarebbe quella di rafforzare il
nostro corpo lasciando che egli stesso si protegga e si rigeneri
utilizzando le risorse che la natura gli mette a disposizione. Il metodo
RQI si prefigge tutto questo attraverso una visione olistica
dell'essere umano dove il corpo non è indipendente dalla mente, né la
materia dalla coscienza. Citando il dottor Ryke Geerd Hamer (anche lui
oncologo e, guarda caso!, non amato dai suoi colleghi): “La malattia è
la risposta appropriata del cervello a un trauma esterno (conflitto) e
fa parte di un programma di sopravvivenza della specie. Risolto il
trauma, il cervello inverte l'ordine e l'individuo passa alla fase di
riparazione”.
Attraverso un nuovo approccio olistico, il Metodo RQI® mira proprio a questo: fare raggiungere al corpo il suo giusto equilibrio.
Fonti (in inglese):
Natural News
New York Times
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