Manicomio Italia
Sapete
una delle cose che più mi convincono della gestione tutt’altro che limpida della
vicenda epidemica e dei suoi fini eterogenei rispetto alla tutela della
salute, della sua enfasi assurda, delle decisioni incoerenti dal punto epidemiologico, del cabaret dei
sedicenti virologi da salotto e dell’ostentazione
della morte a cui non fanno alcun
riscontro i dati, è che la protesta
nascente sia in qualche modo rappresentata da un personaggio come il generale Antonio Pappalardo, una specie di
incrocio fra Tejero e Pulcinella. Sarà un’antica maledizione, ma ogni qualvolta
questo Paese è alle prese con una svolta o una presa di coscienza o una
protesta profonda, il sistema nel complesso dei suoi poteri e delle sue logiche
tira fuori da un cilindro un personaggio adatto a illudere, a depistare o a
metter in ridicolo chi si oppone allo status quo. Ed è sempre peggio.
Trent’anni
fa si scoperchiò il vaso di Pandora della corruzione politica, ma il risultato
di questa ondata di indignazione è stata la lunga stagione berlusconiana ossia
quella guidata da uno dei maggiori corruttori del Paese. Poi dopo la crisi del
2008 cominciò a serpeggiare la contestazione contro il globalismo e la
finanziarizzazione che tuttavia non ha trovato una vera elaborazione politica
poiché stata fin da subito monopolizzata da un comico e da una specie di guru
perigliosamente orbitante tra distopie correnti nella peggiore pubblicistica e
il meraviglioso mondo dei think tank della finanza. Adesso che un governo, si può dire eletto da nessuno e
comunque eletto con tutt’altre intenzioni, ha sfruttato una epidemia
parainfluenzale per distruggere l’economia del Paese tanto quanto basta per
tenerlo nelle grinfie delle oligarchie europee, ecco che salta fuori
dalla Tunisia dove vive per ragioni fiscali, il generale Pappalardo. Ora io non
voglio assolutamente negare che egli sia – come ha sostenuto con il Corriere
della Sera “uno dei più grandi musicisti del mondo”, che le sue opere
siano eseguite “in luoghi dove avevano accettato solo Mozart e Beethoven” e che
Trump gli abbia commissionato una composizione in suo onore. Mi guarderei bene
dal negare che egli sia “un genio illuminato da Dio” o che sia in contatto con
gli alieni, benché si direbbe che sia più a suo agio con gli alienati. Sta di
fatto che la contestazione della pandemia, o meglio della sua narrazione
apocalittica, alla quale ha partecipato tutto l’arco incostituzionale della
politica è affidato a questo uomo che a quanto pare è una macchia di Rorschach
ambulante.
C’è
chiedersi come egli, in queste condizioni, sia arrivato alla carica di generale
dei carabinieri, abbia navigato nei sottoscala della politica da tempo
immemorabile arrivando persino ad essere viceministro delle finanze, sebbene
per appena due settimane, abbia impunemente messo in scena farse come il
tentato arresto di Mattarella, senza subirne alcuna seria conseguenza, ma c’è
anche da chiedersi come, nonostante le severissime misure di
segregazione e di distanziamento sociale quest’uomo sia stato in grado di
andare e venire dalla Tunisia, sia stato libero di spostarsi per tutto il
Paese e tanto per aggiungerci un tocco di complottismo frou frou ci si
potrebbe domandare come mai egli abbia scelto l’arancione per il suo
Movimento di Liberazione Italia, un colore che è notoriamente simbolo della Open society di
Soros e dei movimenti che nascono nel suo seno, altrettanto generoso,
quanto nascosto agli sguardi indiscreti. Di fatto grazie, a questa libertà
di movimento di cui ha goduto non si sa bene a quale titolo, forse in
onore di Mozart o dei templari o dei marziani, è diventato in sostanza,
almeno per il grande pubblico il punto di riferimento non solo dei dubbi in
merito alla pandemia, ma anche del rifiuto del Mes e del meccanismi europei.
Insomma è come se il sistema avesse liberato un pazzo che si crede Napoleone
per mostrare di chi pasta e di che livello siano coloro che usano violare i
tabù. Così come una volta era un invidioso e un comunista chi vedeva nei confitti
di Berlusconi la radice di quella corruzione che era stata la molla che lo
aveva portato sulla scena politica e come era populista oltreché privo di
cultura politica chi seguiva Grillo anche se poi il personaggio si è rivelato
addirittura più contiguo al potere reale dei suoi avversari. Insomma ogni stagione ha il suo normalizzatore o
depistatore di voti o buffone destinato a mettere in ridicolo gli “infedeli”,
gli Alcibiadi distruttori delle erme sacre della narrazione ufficiale. E’
chi meglio di Pappalardo per sembrare di stare all’opera dei pupi? Così i
dementi che ci governano possono sembrare savi.
Manovre di distrazione di massa ~ Creazione o accettazione complice di un “fantoccio”, secondo antiche strategie di guerra, ora globali ~ Il governo e’ deludente, ma ancor piu’ deludente e’ l’umanita’ beota ~ Che dire? In una societa’ malata tutto lentamente si ammala ~ E nella strana malattia polimorfa il grottesco diventa la quotidianita’ ~ Paola Stellare
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