martedì 23 ottobre 2018

Darwinismo e Transumanesimo

Darwinismo e Transumanesimo
Il darwinismo è caduto. Non esistono evidenze scientifiche che convalidino la teoria darwinista dell’evoluzione ed anzi al contrario, è stato dimostrato come le specie non evolvano ma rimangano sempre uguali a se stesse. L’intervento esterno creativo e manipolativo sul pianeta Terra è quindi ad oggi un’opzione tutt’altro che peregrina.

L’homo sapiens ad esempio è comparso dal nulla circa 300.000 anni orsono ed è inutile cercare ancora il celebre anello mancante inesistente. La teoria dell’evoluzione ha influenzato pesantemente il corso degli eventi dei secoli appena trascorsi ed ha avallato visioni materialistiche e scientiste della realtà ormai da superare ed ignorare eppure propinate ancora in ambito accademico come le uniche possibili. 

Da una intervista al prof. Mariano Bizzarri, docente di Biochimica e professore di Patologia Clinica presso il Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università La Sapienza di Roma: “Cosa ne pensa delle giornate celebrative per Darwin? Perché, secondo lei, non accade lo stesso per altri celebri uomini di scienza?”
«Nel tempo Darwin ha finito per diventare una bandiera del pensiero “progressista”, spesso a prescindere dal contenuto scientifico dei suoi contributi che, peraltro, sono largamente sconosciuti sia dalla maggioranza della popolazione sia a molti ricercatori. Di Darwin si conosce una sorta di vulgata rimasticata e semplificata che non di rado viene confusa con i contributi di ciò che conosciamo come “post-darwinismo”, anche questo estremamente variegato e tutt’altro che omogeneo al suo interno.
L’ipotesi darwinista nell’accezione correntemente propagandata offre una spiegazione semplicistica (e quindi facilmente comprensibile) a tutti coloro che, in fondo, vogliono porsi meno problemi possibili per spiegare questioni complesse come l’origine della vita e dell’evoluzione.
Da un altro punto di vista il neo-darwinismo ha prodotto una pseudo-evidenza scientifica che ha legittimato e nobilitato le filosofie materialiste e le politiche anti-metafisiche (ed anti-religiose) del novecento. Non desta meraviglia, pertanto, che il “darwinismo” sia diventato la bandiera tanto del marxismo, quanto del pensiero biotecnologico affermatosi negli USA e quindi in Europa a partire dai primi anni ’70. L’obiettivo, in entrambi i casi, è quello di spiegare la vita in termini di semplici interazioni meccaniche e molecolari, confinando a tale livello la complessità della Biologia.
A prescindere dalle implicazioni filosofiche, tale approccio ha legittimato lo sviluppo di un’industria che sulla manipolazione dei mattoni fondamentali del vivente (si pensi solo agli OGM) ha costruito le proprie fortune. Pensiero progressista e industria del biotech hanno così sorprendentemente stabilito una insana alleanza. Come non ritrovarsi quindi d’accordo nel celebrare colui nel nome del quale tutto questo è stato reso possibile?».




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