Bio-illogico
di Silver
Sono ormai tanti anni che la parola BIO è entrata nel
vocabolario comune: grazie al marketing, si sa, ogni anno alcune parole
assurgono al ruolo di catalizzatore e condensatore di concetti che, salvo
qualche rara eccezione, hanno il compito di indorare la pillola se non,
addirittura, vestire il lupo coi panni della nonna.
Perché il marketing non è certo fatto per influenzare la
realtà, bensì la percezione della realtà.
Per meglio esser chiari… non esiste nessuno che può creare
un bianco che sia più bianco del bianco, ma esiste qualcuno che, grazie a
questo concetto, è riuscito a far comprare ad un prezzo maggiore del suo reale
valore un fustino (ormai famoso) e a rendere più ricca qualche multinazionale
della nettatura.
Il marketing, d’altra parte, è figlio di una mamma di cui
tutti conoscono l’esistenza ma di cui pochi ne sanno davvero qualcosa: la
propaganda.
Madre è figlio si somigliano davvero tanto perché entrambi
discendenti da un avo di origine ellenica che si chiama linguaggio persuasivo a
sua volta figlio di Retorica e Dialettica.
Questa particolare “casata” nacque con lo scopo di
influenzare le persone creando una (non) realtà verosimile nell’immaginario
degli ascoltatori così che possa essere in grado di dare un’aura di sicurezza e
di servire una soluzione attraente, unica e formalmente corretta; può essere
destinata all’acquisto di un prodotto o al far digerire al volgo una nuova
legge iniqua o l’ingresso in una guerra d’occupazione.
Solo la Storia sa quante persone hanno subito gli effetti
di un arma tanto potente quanto invisibile. E noi sappiamo quanto questa
famiglia sia viva ed attiva oggi più che mai perciò affrontiamo il
discorso che segue con mente vigile ed aperta.
In questo articolo
parleremo un tema che ci sta molto a cuore: cosa è BIO-LOGICO e cosa
BIO-IL-LOGICO.
Per iniziare partiamo banalmente dall’etimo della parola. BIO = Vita, per cui biologico significa “la logica della vita” o, in senso lato, la logica della Natura e ciò che vi è di vero in essa e nelle sue leggi universali.
Per contro, bio-il-logico significa “la NON logica della
vita” (ironicamente si potrebbe pensare anche come “la logica della NON vita”),
laddove NON logico significa “errato”, “falso”.
L’articolo ha un seguito di altri argomenti correlati
al BIO che, a parer nostro, possono essere riassuntivi di quanto vogliamo
esporre, ma sentitevi liberi di indicarci altri esempi e mandateci i vostri
articoli o chiedeteci di pubblicarne uno per voi. Lo faremo con piacere.
Iniziamo col cibo
Biologico ( e da
cos’altro potevamo iniziare, se no? Qualche anno fa, quando iniziai a sentir parlare
di verdura biologica, mi venne da ridere. Per me quella verdura era
semplicemente… normale.
Semmai avrebbero
dovuto definire Bioillogica la verdura coltivata con le tecniche moderne!
Marketing 1 –
Buonsenso 0
Da allora sono stati
creati fior di marchi BIO, articoli su quanto fa bene mangiare BIO, catene di negozi BIO, e a
Torino si prega… pardon… si mangia da Oh Mio Bio.
Mangiare un frutto “biologico” significa mangiare un
frutto cresciuto in modo naturale sulla pianta ovvero crudo e fresco.
Vi sembra una banalità quanto ho scritto? Io credo proprio
di no.
Tutto ciò che viene cotto, alterato e sofisticato non ha
nulla a che vedere con la logica della vita e quindi non dovrebbe potersi
onorare del titolo di Biologico.
Eppure… contate quanti prodotti confezionati ci sono un un
supermercato BIO e ditemi in quale angolo remoto del mondo la Natura li fa
crescere sulle piante.
Comunicare che una
marmellata è BIO o che una marmellata è stata ottenuta da frutti biologici
(ovvero naturali e normali) non è la stessa cosa e il marketing lo sa bene. Il marketing vive di etichette.
Marketing 2 –
Buonsenso 0
Un giorno mi recai per la prima volta in un supermercato
BIO pensando, ingenuamente e scioccamente, di assistere alla nascita della
nuova era vegana. Nel mio piccolo e confortevole mondo avevo solo notizia di
vegetali e detersivi bio (ovvero con tensioattivi vegetali) e di certo non mi
aspettavo un mega reparto carni e formaggi. Che colpo allo stomaco!
Pezzi di animali con
etichette BIO. Commovente: un animale morto con l’etichetta “Vivo”.
Latte cagliato e
stagionato BIO. Ovvero derivato da latte fatto da mucche che probabilmente
hanno visto un pezzo di pascolo e sottratto al vitellino che, probabilmente,
ora stava facendo mostra di quanto fosse bello dentro… nel banco affianco. Il formaggio è un puro artefatto
umano, inesistente in natura e perciò non contemplato in alcuna alimentazione
naturale. Non è né Bio né, tanto meno, logico.
Marketing 3 –
Buonsenso 0
Partita finita e
tutti a casa.
Le nostre
istituzioni hanno creato la macchina del business del BIO, aumentando i costi
per gli agricoltori, distraendo l’attenzione del consumatore e vendendogli
l’etichetta di fiducia.
Sia chiaro: non vogliamo parlar male delle verdure
biologiche, che certamente sono migliori di quelle bioillogiche, ma solo dare
una visione più ampia e meno incantata di questo prodotto di marketing.
Ricordate una legge immutabile: “il mercato è fatto dai
consumatori”
In un mondo dove esistono agricoltori che spediscono da
tutta Italia, che coltivano in modo naturale, che hanno 1000 recensioni, che
partecipano a GAS, ancora sento dire “ma come posso essere sicuro che non
utilizzi sostanze nocive?”
I benefici di alimentarsi in modo naturale sono
innumerevoli e ben spiegati nel libro Fruttalia.
Il gusto stesso dei cibi è diverso, più ricco di
sfumature, intenso ed invoglia a mangiar più crudo.
Al contrario, carne e formaggi, anche se con l’etichetta
di fiducia, non potranno mai essere salubri perché rimarranno delle aberrazioni
dell’alimentazione umana.
Tutti i cibi di
origine animale, inacidiscono il corpo, sono difficilmente digeribili, sporcano
molto il sangue, incollano gli intestini, debilitano il sistema immunitario.
Quando un cibo è BIO-IL-LOGICO non potrà mai apportare
benefici
nemmeno se tutti i medici e tutte le istituzioni del mondo continueranno a dire
il contrario.
Prendete questo articolo e quelli che seguiranno come
spunto di riflessione.
Se non sarete voi
stessi a preservare la vostra salute, nessuno lo farà mai davvero per voi: il
marketing delle etichette è in mano ad industrie alimentari e farmaceutiche che
hanno a cuore solo i loro interessi, non i vostri.
Ippocrate disse:
“Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina
sia il tuo cibo ”
Ippocrate parla a te e ti chiede di prenderti cura in
prima persona della tua salute senza demandarla a nessun altro. Questo è un
pensiero BIO-LOGICO.
Grazie
Bio-logico o Bio-illogico ?
Nella prima parte di questo articolo abbiamo dato un senso
a cosa dovrebbe essere considerato biologico e cosa no.
Con questo articolo vogliamo fare una riflessione,
scendendo maggiormente nel dettaglio ed analizzando cosa stiamo realmente
mangiando e le conseguenze.
BIO è una
certificazione e, come tale, presenta un disciplinare da seguire, dei costi e
degli enti certificatori.
Perché negli anni ’90 si è andati verso questa direzione?
Perché negli anni ’70 si sono introdotti i pesticidi in
modo massiccio nell’agricoltura e, più recentemente, i temibili OGM.
Nel mondo e soprattutto in Italia, si è sentita una forte
esigenza di tornare verso un’ alimentazione meno nociva per cui, nella jungla
dell’industria alimentare, si è optato per l’introduzione di regole agricole
più restrittive.
Per chi non lo sapesse, esistono anche i detrattori del
Bio, enti e studi “scientifici” che sconfessano la maggiore salubrità
del cibo Bio, ed invitano le persone a mangiare con tutta tranquillità cibi
coltivati attraverso il metodo convenzionale, detto anche tradizionale.
Da notare come le coltivazioni intensive che fanno largo
uso di pesticidi siano definite “tradizionali”, come se i nostri nonni e
bisnonni avessero usato da sempre queste tecniche… E’ il solito mondo delle etichette
marketing che altera la percezione della realtà: un mondo fatto di vacue
illusioni di sicurezza.
Poniamo un attimo
l’attenzione sul prezzo e sulle conseguenze che genera.
I costi per le certificazioni e le rese per ettaro
inferiori fanno lievitare considerevolmente i costi di produzione e, di
conseguenza, i prezzi al consumatore finale. Se uniamo questo fatto alla crisi
economica da una parte e un diffuso disinteresse per la salute dall’altra, si
comprende come un cibo di qualità che fino a qualche anno fa era per tutti, ora
si è trasformato in un prodotto di nicchia.
Se i vegetali non nutrono l’organismo a sufficienza, e
magari con una alimentazione non vegana che inacidisce il corpo e lo
impoverisce di minerali, la salute delle persone corre gravi rischi ed,
infatti, il numero di malati è in costante in aumento.
Ahinoi, ma la maggior parte delle persone, distratte e
pigre, non sanno fare bene i conti, altrimenti comprenderebbero come i soldi che non spendono in cibo di
qualità, li spendono in medicine e li vivono in malessere.
Abbiamo un altro
interrogativo che grava in generale sulla questione: se aria ed acqua sono inquinate, possiamo considerare i cibi davvero
Biologici?
Perché pagarli per tali, quindi, se poi alla fine hanno
certamente una qualità superiore ai vegetali convenzionali, ma di sicuro
inferiore a quello che mangiavano i nostri nonni ?
Scie chimiche, falde inquinate, fiumi con liquami, e
chissà cos’altro sono complici del business del farmaco e dell’impoverimento
dei cibi.
Interrogativi non da poco se consideriamo come il marketing fa percepire i cibi Biologici
come 100% salubri e sicuri e, con questo, giustificare i prezzi nettamente
superiori.
Insomma…. non è tutto Bio-logico quel che luccica…
Come porre riparo a
tale situazione?
La risposta è
nell’adagio: “Il mercato è fatto dai consumatori” : una maggiore cultura,
partecipazione e scelte intelligenti migliorano la vita per noi stessi e per
gli altri.
Se un prodotto o una categoria di prodotti non viene più
acquistata, prima o poi cesserà di essere prodotta. Più un prodotto è richiesto
più l’offerta specifica aumenta e più il prezzo diminuisce.
Ciò che noi ci
auguriamo è che sempre di più possa prendere piede una consapevolezza della
propria salute e, di conseguenza, una scelta responsabile nell’acquistare cibo.
Per concludere, vogliamo ricordare a noi stessi ciò che
consiglieremmo alle persone cui vogliamo bene:
Comprare dai
contadini di fiducia. Soprattutto nella bella stagione il prezzo scende molto
rispetto i supermercati Bio.(ndr OrtiUbuntu del progetto
Ubuntu)
Comprare da Gruppi
di Acquisto. In
qualsiasi posto voi abitiate, potete entrare a far parte di un GA che vi
assicura il miglior rapporto qualità/prezzo (ndr GA degli OrtiUbuntu del progetto Ubuntu)
Comprare online. Oggi molti produttori hanno un loro sito
e, grazie alle referenze, si può acquistare con grande tranquillità.
Lasciare che sia la vostra bocca ed in generale i vostri
sensi a riconoscere la qualità dei cibi che mettete a tavola e potete farlo
meglio di qualsiasi marchio o certificazione.
Continua con il 3°
articolo sul tema alla fonte: Bioillogico;
Germi terroristi o Spazzini biologici ?
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