mercoledì 18 ottobre 2017

Paracetamolo, il farmaco più venduto al mondo che elimina l’empatia e le emozioni positive!

Secondo i dati del ministero della salute il farmaco più venduto in Italia è a base di paracetamolo, l’antidolorifico e antipiretico più comprato dagli italiani però può avere gravi effetti collaterali: i dati di uno studio condotto presso l’Ohio State University e l’Istituto Nazionale della Salute statunitense (NiH) dimostrano che il paracetamolo inibisce il sentimento di compassione ed il coinvolgimento emotivo nei confronti del dolore e della sofferenza altrui, in altre parole, il paracetamolo toglie l’empatia.

I più noti effetti collaterali del paracetamolo sono legati all’intossicazione del fegato e dei reni, basti pensare che 10 grammi di paracetamolo possono essere letali, negli Stati Uniti e nel Regno Unito l’avvelenamento da paracetamolo è la più comune causa di insufficienza epatica fulminante.

Lo studio, condotto dal Dr. Mischkowski, ha voluto analizzare un effetto collaterale ancora poco evidente e poco discusso (per ora) ossia i danni che il paracetamolo provoca a livello relazionale, emotivo e comunicativo.

Il paracetamolo oltre ad eliminare il dolore “fisico” elimina anche la nostra percezione della sofferenza altrui, ossia elimina lempatia.

Cosa si intende per Empatia?

Il termine è composto da en: dentro e phatos: dolore, con empatia si intende la capacità di percepire il dolore dell’altro e la capacità di partecipazione e quindi di comprensione della sofferenza altrui.
L’empatia è da sempre tema di studio di varie discipline scientifiche, dalle neuroscienze all’antropologia, passando per psicologia e sociologia.
L’empatia è concepita come la capacità di immedesimarsi con gli stati d’animo e con i pensieri delle altre persone sulla base della comprensione dei loro segnali emozionali, dell’assunzione della loro prospettiva soggettiva e della condivisione dei loro sentimenti”.
Silvia Bonino, psicologa e psicoterapeuta

L’empatia è quella capacità di intendere l’altro al di là della comunicazione esplicita”.
Umberto Galimberti, filosofo

L’empatia è la meravigliosa capacità (innata) che abbiamo di percepire e partecipare alle sofferenze altrui, è il nostro modo di sentire che l’altro esiste e nella sua sofferenza, riflessa attraverso il nostro sentire empatico, ne avvertiamo il dolore.
Nel riconoscimento del dolore altrui, come conseguenza si possono (si dovrebbero) innescare processi di solidarietà, aiuto, compassione, azioni volte al bene e quindi al superamento di quella sofferenza che, sebbene di altri sappiamo e sentiamo che potrebbe essere anche nostra.

La ricerca condotta dal Dr. Mischkowski, è uno studio a doppio cieco, svolto su oltre 200 studenti universitari volontari sottoposti a diversi test psicologici che hanno messo alla prova il loro livello di empatia, valutato secondo il loro maggior o minor coinvolgimento a situazioni dolorose di terzi.
  • A metà è stata somministrata una dose di 1.000 mg di paracetamolo e
  • all’altra metà un placebo.
I risultati hanno mostrato che coloro che avevano preso il paracetamolo avevano meno capacità di sentire il dolore di chi stava intorno. E non è tutto. Il farmaco è in grado anche di diminuire la percezione delle emozioni positive e quindi può assopire la nostra emotività. I ricercatori stanno ora testando l’ibuprofene per vedere se i risultati sono gli stessi.
Il Dr. Dominik Mischkowski afferma:
“I nostri risultati suggeriscono che il dolore di altre persone non sembra un grosso problema quando hai assunto paracetamolo. Il paracetamolo può ridurre l’empatia.”
Il co-autore dello studio, il dottor Baldwin Way ha dichiarato:
“L’empatia è importante. Se stai discutendo con il tuo coniuge e hai appena assunto paracetamolo, la nostra ricerca suggerisce che ci potrebbe essere meno comprensione nei confronti dei sentimenti del tuo partner.”
I risultati dimostrano che quando si assume paracetamolo si è maggiormente estraniati e insensibili al dolore e alla sofferenza altrui. Questa ricerca solleva importanti domande sull’impatto sociale del paracetamolo.

Quali saranno le conseguenze di una popolazione non empatica?

La riduzione dell’empatia provocata dal paracetamolo solleva preoccupazioni sugli effetti collaterali a livello sociale di ampia portata, considerata anche la grandissima diffusione di questo principio attivo, negli Stati Uniti un quarto della popolazione assume settimanalmente il principio attivo in questione.

Le implicazioni non si fermano ad un affievolimento di un mero sentimento compassionevole fine a sé stesso, l’empatia ha un ruolo sociale di cruciale importanza, la partecipazione emotiva ed il riconoscimento dell’altro sono colonne portanti del nostro vivere in società, nel mondo e per il mondo.
L’empatia per il dolore di altre persone è particolarmente vitale nei processi di rilevanza sociale in quanto regola il comportamento prosociale e antisociale, ad esempio, l’empatia con un’altra sofferenza è considerata un importante innesco di azioni prosociali e allo stesso modo, l’empatia per il dolore di un altro può frenare il comportamento aggressivo.”
Daniel Batson, sociopsicologo

L’empatia è molto più rivoluzionaria di quello che si può pensare, uno tra i più noti economisti americani, Jeremy Rifkin, vede proprio nell’empatia una possibile soluzione alla crisi globale. Rifkin, parla di “homo empaticus”, proprio per definire un nuovo tipo di umanità protagonista di una nuova era: l’era dell’empatia.
Solo con l’empatia si può superare il tecnocentrismo razionale autoreferenziale dell’era della ragione.
I benefici che traiamo dall’empatia sono incalcolabili. Se la natura umana è effettivamente materialista, egoista, utilitarista e orientata al piacere, ci sono ben poche speranze di risolvere il paradosso empatia-entropia.
Ma se invece la natura umana, a un livello più fondamentale, è predisposta all’affetto, alla comunione, alla socialità e all’estensione empatica, c’è la possibilità di trovare una soluzione che ci permetta di ripristinare un equilibrio sostenibile con la biosfera.
Un’idea radicalmente nuova di natura umana sta lentamente emergendo e acquistando forza, con implicazioni rivoluzionarie sul modo in cui, nei secoli a venire, interpreteremo e organizzeremo le nostre relazioni sociali e ambientali.
Abbiamo scoperto l’Homo empaticus.”
Jeremy Rifkin, economista ed attivista

Riferimenti
1. Dominik Mischkowski, Jennifer Crocker and Baldwin M. Way. From painkiller to empathy killer: acetaminophen (paracetamol) reduces empathy for pain.
Soc Cogn Affect Neurosci. 2016 Sep; 11(9): 1345–1353.
2. Batson D. The Altruism Question: Toward a Social-Psychological Answer, Psychology Press, 1991
3.
Bonino S. Dizionario di psicologia dello sviluppo, Einaudi, 1994
4. Galimberti U. Dizionario di psicologia, Utet, 1992
5. Rifkin J. La Civiltà dell’Empatia, Mondadori, 2010

Disclaimer: Questo articolo ha solo fine illustrativo e non sostituisce il parere del medico. Non è destinato a fornire consigli medici, diagnosi o trattamento. Disclaimer completo
Visto su: https://casabenessere.wordpress.com
FONTE: Dionidream 

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11 commenti:

  1. Davvero interessante ,
    il paracetamolo è , per assurdo , il principio attivo tra gli antidolorifici in circolazione con meno effetti collaterali , pensando al fegato ad esempio .
    Qui in svizzera ad esempio con paracetamolo abbiamo le compresse dafalgan .
    Il costo di queste pastiglie ė davvero bassissimo e non abbisognano di ricetta medica , essendo poì "pubblicizzate " come facenti effetto senza rischi , viene veramente assunto quotidianamente dalla popolazione .

    Se pensiamo al mal di testa , un male diffusissimo dei nostri tempi , immaginiamo quanto paracetamolo possa assumere la popolazione media settimanalmente ...beh occorre davvero riflettere bene bene , l'empatia è una preziosa e ormai rara virtù , le persone sensibili sono le più portate all'empatia nel contempo purtroppo la società moderna tende a ghettizzare le persone più sensibili.

    Buona serata ...

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  2. Scusi ma in quali contesti 10 gr di paracetamolo possono essere letali? Perchè a me risulta che anche bere 10ml d acqua è potenzialmente letale in determinate e naturali condizioni... Ma mi sembra un po' esagerato dire di non bere acqua per questo!

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    1. Ogni elemento in determinate circostanze può arrecare ingenti danni e questo vale ancora di più per i farmaci, tuttavia le circostnze specifiche in cui il paracetamolo possa rivelarsi letale l'autore dell'articolo non l'ha specificato.

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  3. Purtroppo questo a me fa perdere di credibiltà tutto l'articolo.. Il paracetamolo puó essere molto pericoloso in persone con insufficienza epatica.... Peró se si scrive così leggendo io potrei pensare.. Ma se 10 gr di paracetamolo possono essere letali pensa quante volte ho rischiato di morire quando avevo la febbre! Peccato che la dose negli adulti sia di 500- 1000 mg.. Alla volta.. E se ne prendo 10 gr tutti insieme probabilmente morirei anch'io perchè non darei il tempo al mio fegato di eliminare i cataboliti.. Ma nessuno si sognerebbe di prescrivere una dose simile

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    1. Valentina, dagli articoli che si trovano in rete è necessario cogliere gli aspetti più salienti, in questo articolo ad esempio l'aspetto più saliente è l'effetto del farmaco sul nostro umore e quindi ognuno può optare consapevolmente o con l'ausilio del proprio medico di non usare quel farmaco e sostituirlo con qualcos'altro di meno "invadente" visto che ci sono fin troppe scelte alternative...
      Se a qualcuno interessano i dettagli più reconditi allora fa una dettagliata ricerca personale, prende contatti con i ricercatori nel campo e cerca di capire ciò che per lui è molto importante... comunque nell'articolo c'è il link diretto allo studio(vedi parola evidenziata) in questione, magari potresti iniziare da lì.
      PS: Alla fonte dell'articolo potresti trovare altre informazioni a te utili.
      Buone cose. :-)

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  4. I tratti salienti li colgo da articoli con fonte scientifica documentata .. Grazie

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    1. Molt o strano che persone che ancora credono alle fonti scientifiche documentate perdano tempo a cercare/volere i dettagli su blog di pessimo livello, non credi?
      Ancora più strano è che persone colte e preprate tanto da ricercare le fonti scientifiche e documentate di un farmaco non si avvedono che si tratta delle stesse "fonti"(finanziamenti) che sono a capo della produzione del medesimo.

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  5. Il suo blog l ho trovato per caso per il resto mi viene solo da sorridere!

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    1. Dietro ogni sorriso c'è sempre un motivo serio... Buona vita Valentina. :-)

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  6. Io di minchiate ne ho sentite, ma questa forse è nella top ten...

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    1. Il tema è che spesso si cerca di bloccare il dolore senza risalire alla causa e questo è purtroppo il punto di vista della medicina allopatica che non tiene ha una visione d'insieme dell'essere umano

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