giovedì 22 dicembre 2016

Il panico mediatico per mantenere la ricerca sul cancro

Il panico mediatico per mantenere la ricerca sul cancro
Nel 2014 il cancro potrebbe assomigliare
a una cosa del genere.
Non si può sfuggire all'ipnosi di un'informazione così profondamente manipolata, è impossibile.
Un bombardamento incessante che non lascia scampo, e la giornata mondiale (4 febbraio) è, come vediamo, dedicata al terrore.

Il cancro è un mostro, un flagello che si impadronirà del mondo, e nessuno potrà sfuggirgli.

World cancer day: 25 milioni di nuovi casi nel 2034

I dati del World Cancer Report 2014: entro 20 anni nuovi casi raddoppiati
http://salute24.ilsole24ore.com/articles/16374-world-cancer-day-25-milioni-di-nuovi-casi-nel-2034?refresh_ce

Perchè tutti, ma proprio tutti nella propria vita dovranno affrontarlo.
E allora cosa possiamo fare, è finita?
Finchè la lotta la si fa contro un panico artificiale, cercando di nascondersi alla propria paura e quindi lottando contro se stessi, vincere è impossibile.

I numeri sono certamente verosimili, e sì, "lo stile di vita" può essere in particolari casi abbastanza lontano da un vivere secondo leggi di natura...
Ma quello che invece si è trasformato vertiginosamente negli anni, che invade come uno tsunami i numeri statistici e di cui non si parla, è il metodo diagnostico.

Del come l'industria sia capace di farsi nuovi clienti, lo lascio dire al Dr. Nino Cartabellotta, alfiere da diversi anni della medicina basata sulle evidenze (Evidence Based):
[...] Ma, al di là della mia passione per la musica e il BMJ, quale filo lega l’overdiagnosis con la faccia oscura della luna?
Se l’overdiagnosis si verifica quando in soggetti asintomatici viene diagnosticata una malattia non evolutiva, che non sarà mai sintomatica, né causa di mortalità precoce, la faccia oscura della luna è popolata da tutte le conseguenze negative di essere “etichettati” come malati, dai rischi legati a test diagnostici e trattamenti non necessari, dallo spreco di risorse economiche che potrebbero essere utilizzate in maniera più appropriata. Sono numerosi i fattori che contribuiscono a questo fenomeno:

- continua evoluzione delle tecnologie diagnostiche che consentono di identificare “anomalie” sempre più piccole
- interessi commerciali e professionali
- esperti in conflitto di interessi che espandono continuamente le definizioni di malattia e definiscono nuove entità patologiche
orientamento dell’autorità giudiziaria a condannare l’underdiagnosis, ma non l’overdiagnosis, che ha alimentato la crescita esponenziale della medicina difensiva
- medicalizzazione incentivata dalle modalità di rimborso di servizi e prestazioni sanitarie
percezione socio-culturale che è sempre bene fare tanti esami diagnostici (more is better) e soprattutto che la diagnosi precoce non comporta alcun rischio 

In riferimento alla pratica professionale, quattro condizioni, fortemente alimentate dall’evoluzione del progresso tecnologico, contribuiscono all’overdiagnosis: lo screening in soggetti asintomatici, l’aumentata sensibilità dei test diagnostici in soggetti sintomatici, l’overdiagnosis incidentale e l’ampliamento dei criteri diagnostici delle malattie. Quest’ultima, in particolare, viene spesso effettuata da panel di esperti di organizzazioni e società scientifiche che mantengono relazioni finanziarie con l’industria farmaceutica e tecnologica, la quale trae diretto beneficio dall’espansione del pool di pazienti potenzialmente trattabili. D’altronde, l’industria mantiene ben salda l’influenza sui medici e sulla società, grazie al finanziamento di organizzazioni professionali, associazioni di pazienti, fondazioni di ricerca, campagne di sensibilizzazione sulle malattie, iniziative di formazione continua.
Asma, neoplasie (mammella, polmone, tiroide, prostata), diabete gestazionale, embolia polmonare, insufficienza renale cronica, ipertensione, ipercolesterolemia, osteoporosi e chi più ne ha più ne metta. Sempre di più i casi di overdiagnosis che espandono il pool di malati, aumentano le aspettative sanitarie dei cittadini nei confronti di una medicina mitica, gonfiano le tasche di chi vende farmaci e tecnologie sanitarie e contribuiscono a ridurre la sostenibilità della sanità pubblica.[...]

Il paradosso più palese poi lo troviamo proprio nella comunicazione, perchè in effetti sono le stesse associazioni per la ricerca sul cancro (IARC in testa) a dichiarare il proprio fallimento, dopo decenni di ricerche multi miliardarie che come risultato avrebbero prodotto, a guardare questi dati devastanti, una pandemia inarrestabile.
Se questa è la strada...

Rimanendo nel concreto delle leggi biologiche, sappiamo che un processo organico, comunque venga chiamato, è un programma biologico e sensato della natura.
Sappiamo anche come gli anatemi diagnostici siano un baratro da cui è difficilissimo uscire, e spesso sono letali.
Sappiamo che "prevenire" è un concetto illogico[1], poichè un processo di fisiologia speciale si attiva con un evento inaspettato che prende in contropiede, che quindi non si può prevenire.

Oggi abbiamo tutti i mezzi tecnologici e le conoscenze per dare diritto di cittadinanza anche a questo mostro chiamato "cancro", e rimettere al proprio posto il terrore indotto dal marketing, dalle credenze e dalla cultura religiosa del diabolico da esorcizzare, cose che con la biologia non hanno davvero nulla a che vedere.

(Abbiamo assistito a un simile bombardamento mediatico durante lo scorso Ottobre Rosa)





[1] tuttavia si può fare davvero tanto per ridurre la malattia ai minimi termini (5lb cura e prevenzioneSuperare la paura della malattiaL'OMS dice che i tumori aumenteranno. Ecco il perchè e come evitarli.)

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