venerdì 23 settembre 2016

Il miglior medico per te


Ogni professionista nell’espletamento della sua attività si deve attenere a numerose leggi e regole/protocolli che non sempre agevolano il lavoro. Mi piacerebbe sapere quanti veramente credano in essi, quanti si sentono lesi nelle proprie capacità e libertà anche se la maggioranza li segue pedissequamente senza porsi grandi domande.

Ma quali sono le domande da porsi riguardo alle leggi ed ai “protocolli” da applicare in ogni ambito professionale?
Eccone alcune(secondo me):
Semplificano l’attività svolta?
Consentono il rapido superamento delle usuali problematiche del settore?
Fanno lavorare bene e in serenità?

Chi ha cercato un cambiamento ed un miglioramento ponendosi in maniera critica nei confronti delle regole, inusuali, inefficaci ed imposte, sa bene che la risposta alle suddette è sempre no!

Cosa fare allora?
Con l’esperienza in un determinato settore ci si accorge che le norme di riferimento sono comunque un tantino interpretabili sia da chi le applica sia da chi deve farle rispettare e allora una diversa applicazione tesa al miglioramento dell’attività a chi/cosa può nuocere?

In realtà non nuocerebbe a nessuno, poiché il cliente ed il professionista ne gioverebbero senza ledere nessuno, tuttavia tutti gli altri, schiavi dormienti del sistema che vivono giudicando i propri simili, stanno lì pronti a colpire un comportamento che pur non lesivo segue un andamento inusuale per i parametri imposti.

Agire d’iniziativa con creatività per il bene comune spesso comporta l’espulsione dagli ordini professionali in quanto non più idonei a svolgere adeguatamente la propria attività, in realtà il sistema di regole su cui si basa ogni attività lavorativa espelle perché non si è più idonei ad obbedire ciecamente ed in totale asservimento, pertanto in questo "meccanismo" di lavoro schiavizzante l'individuo “attivo” che vorrebbe fare e farlo meglio viene schiacciato, eliminato.

Quindi quando ti rivolgi agli esperti(?) cosa accade in realtà?

Ti stai affidando ad una “macchina”, spesso inconsapevole, obbligata ad applicare delle norme e dei regolamenti che sono tutto fuorchè utili a fornire un reale miglioramento per il tuo problema in quanto che senza di esse, col buonsenso e con l’esperienza dell’esperto, si otterrebbero risultati molto più rapidi, molto più efficaci e molto più convenienti.

Il professionista che ha percepito come limitanti le condizioni in cui lavora utilizza un approccio pseudo o semi professionale d’azione e di primo acchito potrebbe sembrare uno sprovveduto, invece con il suo metodo bizzarro trova le soluzioni in maniera più rapida e brillante; tale capacità creativa la si nota nell’immediatezza anche nel rapporto “face to face”.

Ora pensando ai professionisti della salute non si deve fare l’errore di pensare che un medico non sia sottoposto alle stesse limitanti ed abberranti regole che purtroppo gli impediscono di aiutare al meglio il cliente(paziente); il medico forse è il più prigioniero di tali assurde procedure che ostacolano il suo agire in favore del malato.

Tenuto conto di ciò a quale tipo di medico vi piacerebbe rivolgervi per qualsiasi vostro problema di salute?

Al professionista impeccabile e scrupoloso o al “dottorino” molto più alla mano ed affatto incosciente come potrebbe sembrare a prima occhiata? 

Diciamo che non ci sarebbe altro da aggiungere... mi sento solo di far presente a chi vive ancora nel mondo delle favole che gli esperti di salute non sono quelli riconosciuti dal sistema, ma quelli che il sistema denigra, rigetta, attacca, espelle ed i motivi sono svariati, non limitati quindi a mere questioni di lucro.

Il miglior medico per te dovrebbe essere quello che ti allontana dalla paura della tua malattia, quello che ti tramanda delle nozioni che puoi trasformare in conoscenza attraverso la tua personale esperienza, quello che ti fa vedere il contrario di quello che ti è stato inculcato senza farti capire nulla dal pressante sistema di credenze in cui vivi.

Anche se, com’è ovvio, non si può essere a conoscenza di tanti argomenti ritengo che almeno in fatto di salute valga la pena capire come vanno/stanno veramente le cose e sapere quello di cui si ha veramente bisogno per fare una scelta consapevole.

La consapevolezza è la scintilla e l'energia del cambiamento.
Marcello Salas


Per "vederci" meglio ecco alcuni stralci da “alfabetizzarsi sulla salute
di Mauro Sartorio - In medicina esistono linee-guida di intervento diagnostico e terapeutico a cui i medici si attengono, e a cui la legge impone di attenersi.
Nonostante si dia per scontata la scientificità di tali standard, in realtà spesso le linee-guida non sono pienamente fondate su prove scientifiche, vuoi per un'incertezza strutturale della materia medica, vuoi per un certo ritardo nell'applicazione delle ultime acquisizioni, vuoi per conflitti di interesse, vuoi per la manipolazione degli studi clinici alla base.

CONFLITTI DI INTERESSE
"Oltre 25 anni di ricerca sulle metodologie di produzione delle linee guida hanno dimostrato che la loro qualità e trasparenza non sono garantite dall'autorevolezza dei produttori, né tantomeno dalla loro legittimazione normativa, ma sono strettamente legate al rigore metodologico del processo di elaborazione e a un'adeguata governance dei conflitti di interesse". 
(Presidente del Gruppo Italiano per una Medicina Basata sulle Evidenze)

MANIPOLAZIONE DEGLI STUDI CLINICI
Una ricerca pubblicata lo scorso febbraio sul British Medical Journal ha indagato le sperimentazioni eseguite tra il 2007 e il 2010 da 51 dei più importanti centri di ricerca accademici americani, rilevando che tra il 60% e il 90% degli studi clinici ha occultato i propri risultati.
CONSAPEVOLEZZA COLLETTIVA RIGUARDO L'INCERTEZZA NELLA RICERCA MEDICA

"Bisognerebbe insegnare ai pazienti a diventare alfabetizzati dal punto di vista della salute, così che possano valutare le evidenze scientifiche e sapere come porsi le domande giuste... 

Le linee-guida delle società specialistiche hanno raggiunto il punto più basso e possono fare più male che bene. 
I conflitti di interesse sono pervasivi…
Se la legge obbliga il medico ad attenersi a linee-guida incerte ed opinabili, nonostante ciò è chiaro che lo stesso tenderà a ricalcarle per non rischiare guai giudiziari, arroccandosi nella cosiddetta medicina difensiva.

Per rispondere a questo problema, settimana scorsa Nino Cartabellotta ha portato, presso la 12° Commissione Igiene e Sanità del Senato, alcune considerazioni e critiche al nuovo disegno di legge sulle responsabilità professionali:
"Le linee guida forniscono raccomandazioni e norme di buona pratica per informare senza obbligare tutti i professionisti sanitari, ma le loro decisioni e azioni devono sempre considerare caratteristiche cliniche, aspettative e preferenze del paziente individuale.

Per questo proponiamo di utilizzare un’espressione meno vincolante di 'si attengono' " (come l’espressione 'fanno riferimento a').

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