domenica 31 luglio 2016

Meningi e meningite alla luce delle 5 Leggi Biologiche

IL RUOLO DELLE MENINGI E LA MENINGITE, con la consapevolezza delle 5 LEGGI BIOLOGICHE

Le Meningi sono involucri connettivali membranosi costituiti di tre lamine concentriche denominate, dall'esterno all'interno, dura madre (o dura meninge), aracnoide e pia madre (o pia meninge).
Per la loro derivazione embrionale possono anche essere chiamate meninge dura (dura madre) e leptomeninge la quale è composta dall'aracnoide e dalla pia madre.
Le meningi aderiscono alla scatola cranica, precisamente al tavolato interno a cui la dura è attaccata e separata soltanto da uno spazio virtuale detto spazio epidurale.

La dura madre consiste in un doppio strato di tessuto connettivo fibroso ricco di fibre elastiche. Segue lo strato intermedio, l'aracnoide, che con i suoi filamenti rimane saldo all’ultimo strato, e la pia madre, a contatto col cervello.
L'aracnoide e la pia madre sono costituite da un connettivo più lasso. L'aracnoide da fibre collagene ed elastiche rivestite internamente ed esternamente da cellule piatte, mentre la pia madre da fasci collagene ad andamento circolare. L'aracnoide non è vascolarizzata al contrario della dura madre e soprattutto della pia madre.
La dura è detta anche pachimeninge. L'aracnoide e la pia madre connesse da tralci connettivali possono essere anche considerate una entità unica detta leptomeninge.

L'aracnoide e la pia madre si formano dalle cellule neurali della cresta verso la quarta settimana di sviluppo embrionale, mentre la dura madre è formata da mesenchima di origine mesodermica.
Lo spazio tra aracnoide e pia madre si chiama subaracnoide, e in esso è contenuto il liquido cerebrospinale o liquor, prodotto dai plessi corioidei situati nei ventricoli cerebrali. È percorso da trabecole fibrose che lo fissano alla pia madre. Dopo aver svolto il suo compito viene riassorbito dalle "granulazioni (o villi) aracnoidei di Pacchioni" che si trovano nei "seni venosi" cerebrali, in particolar modo nel "seno sagittale".

Il liquor o liquido cerebro-spinale bagna, isola, drena e nutre ogni parte del sistema nervoso centrale, creando sia l’ambiente ottimale per la riproduzione delle cellule della nevroglia e il funzionamento delle cellule nervose, sia un’ulteriore protezione dai traumi esterni, assorbendo e distribuendo le forze che vengono applicate su tutta la superficie dell'encefalo.
Inoltre all'esterno della dura madre troviamo lo spazio epidurale che la separa dalla superficie ossea e che contiene adipe e plessi venosi. (descrizione anatomo-fisiologica presa da un sito web attendibile).

IL RUOLO DELLE MENINGI E LA MENINGITE ALLA LUCE DELLE 5 LEGGI BIOLOGICHE
Il ruolo fondamentale delle meningi è di protezione meccanica del nevrasse (soprattutto la dura madre). L'aracnoide e la pia madre, interponendosi tra i vasi e il materiale nervoso, costituiscono la barriera meningea o ematoencefalica; quest'ultima impedisce a sostanze tossiche, metaboliti e farmaci di penetrare dal sangue all'ambiente perineuronale, inoltre nutre il tessuto cerebrale.
La leptomeninge (aracnoide e pia madre) funziona da nutrizione ed emuntorio per le sue funzioni di controllo della produzione e del riassorbimento del liquor (che avviene a livello delle granulazioni aracnoidali, estroflessioni dello spazio subaracnoideo).

Tre compiti diversi : Protezione, nutrizione, emuntorio/scambio.
Le membrane indicativamente sono connettivi, con scopi differenti. Si dice anche, secondo lo studio delle 5 Leggi Biologiche, che la dura madre, essendo a contatto con le ossa craniche, sia di matrice o contenga fibre Periostee (il Periostio è diretto dalla corteccia post sensoria che in attivazione biologica da nevralgie quando c’è compressione dei nervi dovuta alla fase infiammatoria della pia e dell’aracnoide). 
Il sentito biologico del PERIOSTIO è SEPARAZONE BRUTALE, DOLOROSA.

La pia madre, sempre secondo tali studi, di matrice Mesodermica Antica (Il Mesoderma Cerebellare diretto dal Cervelletto), rispondente ad un sentito di attacco: ALLA PROPRIA CASA, AL PROPRIO CLAN, ALLA PROPRIA PERSONA, AI PROPRI CARI.

Considerando che risultano di stampo connettivale, per il loro contenuto in fibre elastiche e collagene, possono essere definite in parte di matrice NeoMeso ossia INCAPACITA', DIFFICOLTA' NELLA (AUTO)PROTEZIONE, INADEGUATEZZA ALLA SOPRAVVIVENZA.

I tessuti meningei obbediscono a programmi antichi di sopravvivenza e difesa del territorio.
Tradotto: "STO PERDENDO O HO PERSO QUALCUNO NEL MIO NIDO, NELLA MIA FAMIGLIA, NELLA MIA CASA, IN MODO DOLOROSO. UN MIO CARO, MAMMA O PAPA' (?) E NON RIESCO PIU' A TROVARE NE NUTRIMENTO NE PROTEZIONE.
Questo a grandi linee poichè, alla luce delle 5LB, gli studi sono ancora in atto.  Sarebbe interessante poter indagare nelle famiglie, ascoltando soprattutto i figli nel loro percepito biologico, relativamente ad un evento vissuto.
Riporto di seguito un commento di un medico in un social, che spiega il PERCHE’ della MENINGITE BATTERICA o VIRALE in Medicina..  già questa spiegazione inizia a far riflettere.. :
La presenza di batteri nel liquor, pia madre e aree ventricoli (appunto zone meningee) è praticamente impossibile perchè esiste una barriera ematoencefalica insuperabile.
Piuttosto si tratta ancora di falso positivo: si fanno test indiretti dove si trova reattività proteica su sostanze che somigliano a membrane BATTERICHE O CAPSIDI VIRALI (immunoagglutinazione) che può a volte essere positivo dopo il primo agoaspirato (puntura lombare). Dobbiamo sapere che esistono delle proteine nel liquor divise tecnicamente in "blood derived proteins" e "brain derived proteins" quindi arrivano normalmente dal plasma e sono prodotte dal cervello e che possono dare falso positivo (solo interpretabile quantitativamente per probabile danno meningeo?... ma niente infezione!). Il primo prelievo quindi è “sempre negativo per crescita batterica” (esame colturale).. si fa il secondo agoaspirato di conferma, e SOLO IL SECONDO, appunto agoaspirato, può essere positivo.

Domanda: chi ce li ha messi i batteri nel liquor? Risposta: la prima puntura lombare..!
All'esame TAC in effetti ci sono aree di edemizzazione del cervello che (per le 5LB sappiamo essere zone di riparazione che possono dare epilettoide, epilessia e anche febbre alta) che prevedono un trattamento farmacologico (per esempio cortisone e antibiotico che sono fondamentalmente antiedemigeni e quindi danno una buona risposta sintomatica)... ben altra roba rispetto all'attacco di batteri e virus e a presunte infezioni meningee, che osservando i referti esibiti in ospedale non ho mai visto.
Ho visto un atteggiamento di estrema cautela dei colleghi .. è questa un'ulteriore passo fatto da medicina difensiva alla quale spesso gli stessi medici sono costretti per un protocollo costruito da amministratori non medici che seguono il mandato dei produttori di vaccini?..
questo se esistesse un Comitato Etico composto dai cittadini e non dai soliti amministratori che gestiscono la Sanità Pubblica, sarebbe sicuramente una domanda da farsi molto ma molto scientifica. Secondo quindi dei presupposti di natura biologica è quindi sempre particolarmente impossibile valutare una presenza batterica in un primo esame liquorale!

Quindi niente IV legge biologica, ma essenzialmente (e come al solito) diagnostica MEDICA precisa per non cadere nei probabilismi terrorizzanti e invalidanti”.

sabato 30 luglio 2016

Meningite: come terrorizzare la gente e speculare sui vaccini! (Il test che crea l'epidemia)

L’INCUBO MENINGITE E IL TEST CHE “CREA” L’EPIDEMIA; DATI OMESSI E VERITÀ NON DICHIARATE,LA FRODE CONTINUA. (Meningite.... Come terrorizzare la gente e speculare sui vaccini....)

Il ritorno della meningite, le falsità e le omissioni che inchiodano una frode volutamente pianificata.
I dati CONFERMANO che non vi è alcuna epidemia.

MENINGITE E LA NUOVA FARSA DEL TEST CHE crea l’epidemia.
Vacciniinforma ringrazia di cuore i professionisti che hanno collaborato nella stesura di questo reportage.
Come possiamo essere sicuri che il test sia sicuro? Un test molecolare brevettato, alcuni hanno scritto addirittura che sia un sistema nuovo efficace , ma qual è la verità?
Si parla di Abbott RealTime, e quindi di PCR (reazione a catena della polimerasi), inventata dal prestigioso Kary Mullis il quale ha dichiarato quanto segue:
“La Abbott Realtime  test è destinato all’uso in combinazione con presentazione clinica e altri marker di laboratorio per la prognosi della malattia e per l’uso come un aiuto nel valutare la risposta virale al trattamento antiretrovirale come misurato da cambiamenti nei livelli plasmatici di HIV-1 RNA.

Questo test non è destinato ad essere utilizzato come test di screening dei donatori per HIV-1 o come test diagnostico per confermare la presenza di HIV-1.
Tale tecnica, inventata da Kary Mullis negli anni 90, e per la quale Mullis ottenne il premio Nobel nel 1993, è parte della screening diagnostico e prognostico delle infezioni da HIV (ad oggi mai fotografato,ricordiamolo); in base a questo test si decide quando, quanti e quali farmaci somministrare a vita al paziente.

Ma lo stesso Mullis ha affermato che la sua tecnica “non è in grado di identificare virus”perché è una metodica di amplificazione aspecifica (Mullis stesso affermò “La PCR amplifica anche l’acqua”) di piccoli frammenti di codice genetico.

1.                     Caratteristiche dell’Abbott RealTime
2.                    (Potete scaricare gratuitamente il relativo foglietto illustrativo  Abbott_RealTime foglietto illustrativo )


 “Questo test non è destinato ad essere utilizzato come test di screening dei donatori per HIV-1 o come test diagnostico per confermare la presenza di HIV-1.”

Strano che sui giornali questa importantissima verità non venga comunicata ai contribuenti i quali pagano le tasse e mantengono questo sistema sanitario al collasso. Diversi gli articoli che vantano il prestigio di questa grande invenzione (avremmo potuto capirlo se fossero stati loro ad inventarla ma non è così), diversi gli articoli che parlano di questa tecnica miracolosa senza dichiarare il vero e la realtà dei fatti.

Ancora una volta ci troviamo dinnanzi un’epidemia volutamente costruita ma ora, la nostra attenzione si sposta sul fantomatico “nuovo” test brevettato .
Riprenderemo il discorso su questo “nuovo” e miracoloso test molecolare (in grado -dicono loro- di trovare lo stesso “Hiv” ad oggi né visto, né fotografato) in seguito; ora focalizziamoci sui dati reali di questa “epidemia”.

Toscana,la regione nel mirino dei casi di meningite in soggetti VACCINATI.
Innanzitutto ricordiamo che la meningite è un’infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale. La malattia è di origine infettiva o virale(detta meningite asettica ,non ha gravi conseguenze e si risolve nell’arco di una decina di giorni). I batteri più spesso responsabili sono Neisseria Meningitidis (meningococco) il quale è un ospite frequente nelle prime vie respiratorie, ed è giusto dire che esiste un consistente numero di soggetti nella popolazione che presenta questo batterio nel rinofaringe (il “nuovo test” ovvero l’Abbott RealTime, serve proprio a questo, è bene che se ne parli e che si dica apertamente).
Sono stati identificati 13 sierogruppi ma 5  (A,B,C,W135,Y) quelli che maggiormente causano meningite e altre malattie gravi; i sierogruppi B e C sono i più frequenti in Europa (da qui, la pressione dei governi per l’iperimmunizzazione di massa verso i suddetti, nonostante le linee guida contrarie sulla vaccinazione contro il meningococco B da parte dello stesso AAP, a cui nei correlati troverete il riferimento).

Si,  avete letto bene, lo stesso American Academy of Pediatrics(notizia di gennaio 2015) NON raccomanda la vaccinazione di routine dei bambini tra i 2 mesi e i 10 anni di età a meno che non vi siano dei rischi di malattie meningococcica; forse ai media è sfuggita volutamente questa importante notizia?

Ricordiamo per ultimo ma non meno importante, che dal 2% al 30% dei bambini sani in periodo non endemico, vengono definiti come PORTATORI ASINTOMATICI, e questo dato di fatto, non è correlato ad alcun reale rischio di meningite e dell’epidemia volutamente messa in piedi per speculare sulla vaccinazione e sul fantomatico nuovo test che, proprio nuovo, non è.
Finita la premessa,a nostro avviso, fondamentale per la comprensione della malattia,torniamo ai dati.

Come giustamente dichiarato dal Dr.Serravalle, ricordiamo che l’epidemia meningococcica (questa è la definizione dell’Organizzazione Mondiale della sanità) può essere definita tale quando si verificano un numero > di 100 casi/100.000 abitanti/anno, e sicuramente non riguarda il nostro paese.
“Nel 2015 in Toscana sono stati notificati 38 casi di meningococco di cui 31 appartenenti al sierogruppo C (e questa è una vera anomalia), 5 al sierogruppo B, 1 al sierogruppo W, 1 caso non risulta tipizzato, con 7 decessi di cui 6 riconducibili al sierogruppo C e 1 al sierogruppo B. I casi hanno riguardato in particolare le aree metropolitane di Firenze ed Empoli, per poi spostarsi verso le aree costiere (Pisa, Viareggio, Massa) nei mesi estivi e tornare nelle aree metropolitane in autunno. Insomma, si parla di epidemia dimenticando che queste, sono zone con maggiore densità abitativa. Altrettanto vero è che se non vi erano stati casi nel Senese invece,la tv ha trovato il modo per non risparmiare  l’epidemia mediatica infatti, anche in quel territorio è stato proclamato un “Vaccino day-Meningite “il 27 febbraio 2016, e non solo li.
31 casi di meningite da meningococco C su 3.750.511 abitantiindicano che l’incidenza è di 0,83 casi su 100.000 toscani, il che colloca la regione nel range più basso tra i paesi, dopo Belgio, Danimarca, Grecia, Irlanda, Islanda, Lituania, Lussemburgo, Malta, Olanda, Norvegia, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Turchia, ma anche Austria Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Francia, Lettonia, Serbia, Slovacchia e Slovenia.
Si può perciò dichiarare tranquillamente che da noi non vi è alcuna epidemia.

I casi di meningite da pneumococco in Toscana nello stesso periodo sono stati 42, quelli da Listeria monocytogenesun germe che può contaminare ortaggi, verdure, carni, formaggi molli, cibi preparati come hamburger e hot dog, paté di carne, salumi, burro sono stati  4.
Ma questi fanno poca notizia. Non se ne parla,come mai?

La paura e l’allarmismo, dove non serve.
La colpa della vaccinazione di massa qual è? L’aumento di infezioni provocate da alcuni sierotipi è correlabile al grande utilizzo del vaccino?

In Italia, sempre nel 2015, i casi totali di meningite da meningococco sono stati 174, in Lombardia sono stati 46. I casi totali da pneumococco sono stati 647, di cui 181 in Piemonte e 113 in Emilia-Romagna, senza per questo suscitare particolare allarmismo. Su scala nazionale, i casi di meningite da Listeria nel triennio 2011-2014 sono stati sempre abbondantemente superiori a quelli da meningococco C (Fig. 1), ppure tutti siamo spaventati solo da quest’ultimo.
La somministrazione di massa del vaccino in uso quindi, sta provocando un preoccupante fenomeno: l’aumento di incidenza di infezioni, provocate da altri sierotipi.

Oggi,un dato reale e sconcertante, riguarda la maggiore diffusione di ceppi resistenti agli antibiotici,con inevitabili conseguenze pertanto,sulla possibilità di efficacia terapeutica.  Se a questo, aggiungiamo l’inesattezza di un test “troppo specifico”, che nulla avrebbe a che fare con la diagnostica reale dei casi,siamo davvero al delirio. 

Il vaccino è sicuro? Guardando i dati,la risposta è “NO”.
La Fig. 2 illustra l’andamento della meningite da meningococco C in Italia: è evidente come la malattia si sia mantenuta costante dal 1994 al 2001, abbia registrato un incremento significativo dal 2002 al 2005, seguita, dal 2006  da brusca riduzione, poi lievi oscillazioni del numero dei casi. I dati del 2015 sono identici a quelli del 2008. Non è possibile attribuire la riduzione dei casi segnalata dal 2006 all’introduzione della vaccinazione dal momento che solo dal 2009-2010 il vaccino è offerto gratuitamente a tutti i nuovi nati e che solo dal 2012 è stato inserito nel Piano Nazionale Vaccinazioni.
Immunogenicità? Di quale percentuale parliamo? Il vaccino non è efficace al 100%?
Menjugate e Menveo,quali sono i nei ad oggi mai visti di questi due vaccini?
Dalla scheda tecnica del Menjugate:
·                        La necessità di una dose di richiamo in soggetti già immunizzati con una singola dose (ovvero soggetti di età superiore ai 12 mesi immunizzati precedentemente) non è stata ancora accertata.
·                        Non esistono dati su adulti con età pari o superiore a 65 anni
·                        Immunogenicità: non sono stati eseguiti studi clinici prospettici di efficacia.

Il Dr Serravalle continua, affermando quanto segue:
“Quindi,l’efficacia del Menjugate dopo 1 mese dalla somministrazione è del 78% nella fascia d’età 1-2 anni (epoca in cui il vaccino si somministra abitualmente), del 79% nella fascia 3-5 anni, per aumentare all’84% tra gli 11 e 17 anni e al 90% tra i 18 e 64 anni.
Anche la scheda tecnica di Menveo, andrebbe letta ai genitori e alle famiglie per fornire informazioni su efficacia e durata dell’immunità conferita,poiché la sua immunogenicità verso il siero gruppo C è del 73% dopo un mese per ridursi al 53% 12 mesi dopo la vaccinazione nei bambini 2-10 anni. I risultati sono migliori per gli adolescenti: l’84% 1 mese dopo la vaccinazione”.
Ringraziamo il Dr.Serravalle per le sue considerazioni e ricordiamo altresì la pubblicazione su PEDIATRICS dello studio (febbraio 2015) inerente all’aumento significativo del rischio di malattia pneumococcica e di un esito fatale tra i bimbi con comorbilità rispetto ai bambini sani.
Gli autori dello studio concludono “i sierotipi non inclusi nel vaccino coniugato attualmente disponibile,sono più frequenti e rappresentano la causa della malattia”(http://www.medscape.com/viewarticle/839127).

giovedì 28 luglio 2016

L’ANSA: disinforma, denigra la controinformazione e chi la fa

La disinformazione e la denigrazione cominciano con ANSA….

di Marco Pizzuti

L’Agenzia Nazionale della Stampa Associata che tutti conoscono con il semplice acronimo ANSA, è un’agenzia che ha un indiscusso ruolo di primo piano nel campo della divulgazione. Si tratta di una cooperativa composta da 36 soci editori dei principali quotidiani italiani e oltre a disporre di 22 sedi in Italia, possiede ben 81 uffici in altri 78 paesi. Le sue news diventano la “bibbia” dei giornalisti in quanto le agenzie ANSA trasmettono oltre 3.500 notizie e più di 1.500 foto al giorno che poi vengono ricevute dai mezzi d’informazione italiani, dalle istituzioni nazionali, locali ed internazionali, dalle associazioni di categoria, dai partiti politici e dai sindacati. Le sue notizie vengono diffuse anche in lingua inglese, spagnola, tedesca, portoghese e araba. Molti degli editori membri dell’ANSA ricevono contributi (diretti o indiretti) di denaro pubblico senza i quali, alcuni di essi sarebbero costretti a cambiare lavoro a causa dello scarso numero di copie vendute.

In regime di democrazia, un’agenzia che si sostiene anche grazie ai finanziamenti pubblici dovrebbe essere garanzia d’imparzialità, pluralismo e rispetto della libertà di espressione delle minoranze. Nella realtà invece sembra che l’ANSA si cimenti nello svolgere la funzione completamente opposta di sostenere il verbo dell’establishment denigrando la minoranza che si oppone in maniera pacifica e democratica (attraverso libri e social network) all’informazione ufficiale autoreferenziale (priva di qualsiasi controllo diverso “dall’autorevolezza” della fonte).

Il seguente articolo pubblicato il 30 novembre 2015 dall’ANSA (lo vediamo scritto in corsivo e commentato in rosso da altrainformazione), è infatti caratterizzato dallo stile diffamatorio tipico delle macchine del fango.         

 

Titolo: Terrorismo e immigrati nel mirino dei complottisti del Web

Sottotitolo: Organizzati in tribù diffondono bufale, algoritmi li riconoscono

Dal sottotitolo si evince che i cosiddetti “complottisti” (etichetta che ha sostituito quello di sovversivo/dissidente) del web sarebbero persone bugiarde o ignoranti che “diffondono bufale”.

“Gli attacchi terroristici? Solo una messa in scena per toglierci libertà; l’immigrazione fa parte di un piano per indebolire gli europei; quanto ai vaccini, sono il ‘trucco’ delle aziende farmaceutiche per assicurarsi una clientela ‘fissa’: sono gli ultimi arrivati fra gli argomenti più gettonati dai ‘complottisti’ di Facebook e degli altri social media,
Con queste prime frasi ci viene detto che se hai qualche dubbio sulla versione ufficiale del terrorismo o sulle assoluta efficacia e innocuità delle vaccinazioni allora sei un complottista (un pazzo, un ignorante, un bugiardo o tutte e tre le cose insieme). In pratica non è ammesso avere dubbi e non ha alcuna importanza il modo pacifico e circostanziato in cui li esprimi poiché vieni insultato a prescindere.   

utenti fai-da-te di Internet che si rafforzano a vicenda scambiandosi con fervore informazioni dall’attendibilità dubbia, bufale che finiscono per cementare legami in vere e proprie ‘tribù’.
per “utenti fai da te” si vuole lasciar intendere che si tratta solo di persone senza alcuna preparazione o qualifica. Le loro fonti d’informazione prima vengono classificate “dubbie” e poi “bufale” mentre i loro legami sarebbero quelli di una tribù, un’espressione che evoca il passato più buio e primitivo della storia dell’uomo. Chi non è d’accordo con l’informazione ufficiale è una specie di troglodita che trova il conforto in altri trogloditi…..  

“Per ogni tipo di narrativa c’è una comunità”, spiega Walter Quattrociocchi, dell’Istituto Imt Alti Studi di Lucca, che ha presentato gli ultimi dati sul ‘complottismo’ online nel convegno sui Big Data organizzato a Roma dagli Archivi di Stato di Venezia e Roma, Politecnico di Losanna, università Ca’ Foscari e Tor Vergata di Roma, Ambasciata svizzera in Italia.
Avere opinioni diverse, anche quando fondate su argomentazioni dimostrabili e verificabili significa diventare oggetto di studi antropologici perchè mettere in dubbio le VERITA’ dell’informazione ufficiale equivale a essere classificati pazzi cospirazionisti a prescindere dalle prove che si hanno…. 

“A cementare le tribù del Web “è la combinazione di una vastissima quantità di contenuti, molto eterogenei, accettati senza controllo e senza mediazione”, rileva Quattrociocchi.”
In questa frase “i trogloditi delle tribù cospirazioniste”, dopo attenti studi antropologici vengono presentati al pubblico come dei fessi che credono a tutto senza nessun controllo. In realtà è assolutamente vero il contrario in quanto chi ha una fiducia cieca nell’autorevolezza delle fonti, sono i giornalisti mainstream e le masse che credono a tutto quello che gli viene detto dai giornali e dalla televisione senza mai effettuare alcun tipo di accertamento personale.

“A farla da padrone – osserva – è la tendenza a prendere per buono solo ciò che è affine alle proprie credenze”, una tendenza che gli esperti definiscono ‘pregiudizio di conferma’. In più i complottisti della rete hanno l’abitudine di rilanciare le notizie ‘gradite’ senza verificarle: un comportamento che i ricercatori chiamano ‘analfabetismo funzionale’, inteso come incapacità di capire un testo.
Qui con tono paternalistico da grande studioso del fenomeno antropologico “troglodito-cospirazionista”, si vuole attribuire un atteggiamento superficiale a chi ha dubbi e domande sulle versioni ufficiali quando nella maggior parte dei casi è assolutamente vero l’esatto opposto.   

Da questo mix di elementi nascono le tribù ‘social’. In sostanza ci sono utenti della rete che rilanciano, senza controllarle, le informazioni che confermano il proprio punto di vista. Sui social media trovano facilmente chi la pensa come loro e solo con questi si confrontano. Una volta formata la tribù, al suo interno ogni membro “piano piano – osserva il ricercatore – tende a prendere la strada del personaggio e diventa uno stereotipo”.
Anche qui si cerca di far apparire qualsiasi legittimo dubbio (non è ammessa alcuna differenza e viene fatto di tutta l’erba un fascio) come un qualcosa che scaturisce da comportamenti tribali primitivi e ossessivo-compulsivi che sono oggetto di studio di psicologi e antropologi.

Localizzare le tribù non è affatto semplice: “sondiamo i diversi social media utilizzando algoritmi di riconoscimento dei topic”, ossia temi oggetto di discussione. Quindi – prosegue Quattrociocchi – altri algoritmi permettono di calcolare quanto un utente sia coinvolto in una narrativa”.
Una tecnica chiamata ‘Sentiment analysis’ permette inoltre di calcolare quanto le emozioni contino nell’interazione online. Sull’importanza dell’emotività la dicono lunga anche gli scontri che vedono coalizzate più tribù contro un nemico comune. Di solito il nemico è chi ha una posizione opposta, sostenuta in modo ugualmente radicale.
Infine, ciliegina sulla torta, si lascia intendere che perseguitare e spiare i dissidenti attraverso dei software di riconoscimento (algoritmi) degli “insani di mente”, sia qualcosa di giusto e legittimo. 

Ecco cos’è oggi l’ANSA, una delle principali agenzie di stampa nazionali che dovrebbe essere tutto fuorché veicolo di disinformazione e denigrazione….

martedì 26 luglio 2016

Colonna vertebrale: mal di schiena, sciatica, ernia al disco, scoliosi.

Colonna vertebrale: mal di schiena, sciatica, ernia al disco, scoliosi.
Premessa: l'eziologia delle cosiddette malattie, ovvero la causa delle reazioni di fisiologia speciale dell'organismo, è l'argomento che a un primo approccio richiama maggiormente l'attenzione sulle 5LB.
Oltre alle cause, però, è necessario osservare ciò con cui è molto importante, anzi fondamentale, avere dimestichezza, sia in termini di comprensione teorica, ma soprattutto in termini di valutazione dell'urgenza: la funzione dei tessuti coinvolti e la posizione dell'organismo all'interno del processo.
Queste informazioni non dimostrano nulla, ma forniscono strumenti precisi per permettere di essere verificate di persona.
Per i principianti sarà necessario leggere almeno le 5 Leggi Biologiche.


Il mal di schiena, la sciatica, l'ernia discale, la scoliosi, come tutte le condizioni che interessano i tessuti muscolari, cartilaginei e ossei, sono dirette dall'innervazione del midollo cerebrale (o sostanza bianca), e questi tessuti vengono quindi annoverati sotto lo schema embrionale del mesoderma recente.

Muscoli, cartilagini e ossa in Fase Attiva fanno necrosi e/o atrofia (senza sintomi), mentre in PCL gonfiano con edemi di riparazione (con sintomi e dolori) e proliferazione cellulare (con eccedenza).
La colonna vertebrale attraversa tutto il busto con funzione di sostegno, ma in base al movimento a cui è preposto, ogni gruppo di vertebre si attiva per affrontare gli ostacoli inaspettati della vita.

Ecco allora che, come abbiamo già visto, per le cervicali la percezione biologica che attiva la reazione fisiologica è "non sentirsi all'altezza".
Il dolore e i sintomi in quell'area si presentano quindi 1 o massimo 2 ore dopo la precisa percezione di "finalmente ce l'ho fatta, sono stato all'altezza" in un atto materiale, concreto.
Nel caso di sintomi cronici ci si trova, come sempre, in un loop di recidive che mantengono la condizione per lunghi periodi.

L'area della vertebra D1, con muscoli e cartilagini attigui, entra in Fase Attiva per un sentito di "dover abbassare la testa".
I dolori compaiono quindi dopo "essere riusciti a rialzare la testa"
.

L'area delle vertebre D2 e D3 si attiva per il "non riuscire a portare un peso sulla groppa": sono le vertebre su cui poggia il giogo.
I sintomi si manifestano dunque in seguito a "sono riuscito a liberarmi di questo peso da portare", ovvero ci si è liberati con un atto concreto anche apparentemente piccolo, così i tessuti che erano sotto stress possono iniziare a ripararsi.

L'area delle vertebre dalla D4 alla D8 si attiva con una percezione di "mi sento chiuso dentro", senza libertà per la mia esistenza (stesso sentito cui fa riferimento frontalmente lo sterno).
Un improvviso dolore in quella zona è una soluzione (1-2 ore prima) di "ho ripreso il mio diritto di esistere".
Sintomi cronici o condizioni molto accentuate sono, lo ricordo, situazioni che perdurano in routine continue in cui si è in qualche modo incastrati.

L'area delle vertebre dalla D10 alla L2 corrisponde alla "groppa", e la reazione in Fase Attiva avviene quando "qualcuno mi salta in groppa, mi sottomette".
I sintomi compaiono proprio nel momento in cui "non riuscivo a sgropparmi di dosso quella persona, adesso ce l'ho fatta".

L'area delle vertebre dalla L3 alla L5 fino al Sacro risponde al non sentirsi valido come interlocutore, non ascoltato. Una percezione che si inserisce nel ruolo che una persona ha all'interno della società (lavoro, famiglia): sono le vertebre che permettono alla bestia di ergersi sulle sue zampe posteriori, ergersi di fronte al branco.

Mentre la L3/L4 riguarda una svalutazione più prettamente nel ruolo sessuale "non sentirsi validi come partner" (o chi è vissuto come tale), la L5/S1 riguarda un "non sentirsi valido come interlocutore", "non avere voce in capitolo", per esempio: "non mi ascolta mai, la mia parola non conta niente".

Un mal di schiena lombare improvviso appare dunque quando "finalmente ho avuto voce in capitolo, sono stato ascoltato".

L'area del coccige ha a che fare con un sentirsi sottomesso, "non essere riuscito a evitare di prenderla in quel posto".

La cosiddetta "sciatica" è dovuta nella maggioranza dei casi (analogamente al comune mal di testa), alla compressione dei nervi sciatici da parte degli edemi di riparazione (PCL) dei tessuti nell'area lombo-sacrale. Compressione che produce il dolore percepito lungo la gamba, spesso non statico ma come punti dolorosi che si spostano, in base al modo in cui il nervo viene compresso.

La responsabilità penale del medico oncologo, alla luce della recente polemica sulle teorie Hameriane

La responsabilità penale del medico oncologo, alla luce della recente polemica sulle teorie Hameriane


La responsabilità penale  del medico oncologo, alla luce della recente polemica sulle teorie Hameriane

Premessa.

E’ di questi giorni la notizia, riportata su Tg e giornali, che un medico sarebbe stato accusato di omicidio colposo per aver seguito le cosiddette teorie Hameriane, nella cura di un paziente oncologico.
La notizia è priva di senso, come l’accusa mossa al medico. Vediamo il perché, precisando che il mio discorso sarà prima di tutto giuridico, rimandando ad altre fonti per gli approfondimenti medici, che non sono di mia competenza.
Al termine del nostro articolo vedremo come non sia possibile ipotizzare un’accusa di omicidio per chi segue le teorie hameriane, mentre in alcuni casi sarebbe possibile ascrivere a medici tradizionali il reato di omicidio colposo.

Hamer

Le teorie Hameriane non sono in realtà teorie, ma sono “risultati” dello studio scientifico condotto da questo medico nell’ambito dell’oncologia. Hamer è giunto a concludere che ogni patologia oncologica è associata ad un trauma specifico, cui si può risalire in modo scientifico. Corollario di questo primo punto, è che una volta capito il trauma, il paziente può guarire da solo, senza necessità di particolari cure.
Le teorie Hameriane, è bene precisarlo, non sono teorie che indicano una cura, ma servono solo a fare una diagnosi della cause.

Una volta avuta la diagnosi, insomma, il paziente è libero di curarsi come vuole. Anzi, talvolta, proprio in abse alla psicologia del paziente, si sonsiglia di praticare terapie alternative, a seconda dei casi.
Sono stato testimone di questo due anni fa, quando una persona a me cara si ammalò di tumore al seno; la accompagnai da ben due medici Hameriani, ed entrambi, dopo averle fatto la stessa diagnosi (un problema nel rapporto con la madre, che lei riconobbe come vero) le sconsigliarono di cessare le cure convenzionali che stava facendo (cure che la porteranno alla morte nel giro di 10 mesi).

Ipotizzare un’accusa di omicidio colposo nel caso di un medico che segua le teorie hameriane è quindi privo di senso logico – giuridico, perché la persona non muore per la “terapia” (che lo ripeto, è una diagnosi), ma muore di tumore.
Si obietterà che nel caso in cui il medico sconsigli, come in effetti può avvenire, di seguire le vie terapeutiche ufficiali, il fatto assume la veste del reato omissivo (non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo). In altre parole, il medico non viene accusato perché “ha ucciso” il paziente, ma perché “non ha impedito che il paziente morisse”.
Ora, per poter accusare un medico Hameriano di omicidio colposo, ammesso che ostui abbia sconsigliato la paziente dal curarsi in modo convenzionale, occorrerebbe ipotizzare (e dimostrare in modo inequivocabile) che la paziente sarebbe guarita grazie alle cure convenzionali prescritte (di norma: chemioterapia e radioterapia). Tale prova è praticamente impossibile, come stiamo per vedere.

Le statistiche dell’oncologia ufficiale.

Le statistiche ufficiali parlano di “guarigioni” dai tumori che si attestano attorno al 5 per cento. In altre parole, solo il 5 per cento guarisce.
Occorre coniderare però che un paziente è considerato guarito se non muore entro 5 anni dalla scoperta del tumore; le statistiche formulate su pazienti a dieci anni dalla scoperta, invece, parlano di circa il 2,5 per cento di guarigioni.
In altre parole, il tumore è una malattia mortale, quindi per poter accusare un medico che pratica terapie alternative di omicidio, bisognerebbe dimostrare che la terapia convenzionale prescritta lo avrebbe davvero guarito.

A questo primo aspetto da considerare occorre aggiungerne un altro. Ammesso e non concesso che una terapia convenzionale allungherebbe in modo significativo la vita del paziente, bisognerebbe considerare anche la qualità della vita di costui, comparando le due strade; infatti, è innegabile che chemioterapia e radioterapia abbiano una serie di effetti collaterali sulla qualità di vita del paziente, tali da rendere legittima la domanda: la persona sarebbe vissuta meglio o peggio senza le cure?
La domanda me la sono posta anche io, stando accanto a Mariapaola nei dieci mesi della sua malattia. Si è trattato di dieci mesi in cui i cicli di chemioterapia la sfinivano fisicamente, vomitava, doveva spesso stare a letto per uno, due, a volte tre giorni; gli ultimi tre mesi poi li ha passati a letto, in preda a dolori; in definitiva sono stati dieci mesi di inferno, tali da rendere legittima la domanda: ammesso e non concesso che senza chemioterapia sarebbe vissuta meno, la sua vita sarebbe stato peggiore o migliore? (ho i miei dubbi che il suo tumore al seno, un nodulo di circa tre cm, senza cure l’avrebbe uccisa in dieci mesi facendole passare poi le sofferenze che ha effettivamente passato).

Queste quindi sono le due domande cui bisogna rispondere positivamente prima di poter accusare un medico di omcidio colposo:
1.      la paziente se avesse seguito una cura tradizionale sarebbe sopravvissuta o no?
2.     La paziente se avesse seguito una cura tradizionale avrebbe avuto una migliore qualità della vita?

E la risposta, in questi casi, è sempre negativa.

Approfondendo la questione dal punto di vista giuridico, però, si possono fare altre considerazioni, per giungere addirittura a ribaltare le conclusioni cui perviene la stampa la tv main stream. Non è il medico Hameriano che può essere accusato di omicidio colposo, ma il medico tradizionale che, per come viene condotta la cura nei principali centri oncologici, potrebbe essere responsabile di omicidio.
Per capire il perché occorre fare un ragionamento giuridico un po’ tecnico, ma indispensabile

La responsabilità del medico oncologo che prescriva unicamente il protocollo ufficiale

Di recente la responsabilità del medico in campo penale è stata “innovata” dal cosiddetto decreto balduzzi, il quale ha stabilito che il medico che segue i protocolli ufficiali è esonerato da responsabilità penale, salvo che abbia agito con colpa grave.
Anticipando quindi l’excursus logico e giuridico della trattazione, ci occuperemo – nell’ordine – dei seguenti problemi:

le reali novità apportate dal decreto Balduzzi rispetto alla previgente legislazione in materia di responsabilità medica;

il rapporto tra “protocolli ufficiali” e ulteriori studi scientifici, non considerati nel protocollo stesso;

se la mancata conoscenze di basilari cognizioni alimentari sia da considerarsi un caso di negligenza e imperizia grave da parte dei medici, o se invece – trattandosi di trattamenti non inclusi nei protocolli ufficiali – possa inquadrarsi il caso nell’ambito della colpa lieve o se addirittura non possa affermarsi che al medico non sia da imputarsi alcuna responsabilità.

Iniziando dal primo punto, c’è da dire che il decreto Balduzzi, nonostante tutte le polemiche che lo hanno accompagnato, non sembra abbia portato alcuna novità nell’ambito della disciplina previgente.
Nessuno ha mai dubitato, infatti, che il medico che avesse seguito scrupolosamente le linee guida e i protocolli ufficiali, in caso di evento infausto non dovesse rispondere penalmente o perlomeno che, in caso di accertata responsabilità, l’elemento soggettivo dovesse essere ricondotto alla colpa lieve da parte sua.
Il decreto Balduzzi, quindi, nulla ha innovato da questo punto di vista limitandosi a ribadire quanto già a livello giurisprudenziale era in realtà praticato da tempo. Se una ricaduta nella consuetudine quotidiana della pratica medica c’è stata, questa è da riscontrarsi sul piano della prassi, perché il ribadire la mancanza di responsabilità per il medico che segue il protocollo, ha accentuato il deplorevole fenomeno della cosiddetta medicina difensiva, cioè l’arroccarsi dei medici ai protocolli ufficiali come dei panda agli eucalipti, anche quando ci siano più che ragionevoli motivi per discostarsene e anche a fronte di protocolli che si siano dimostrati completamente inefficaci sul singolo paziente o su intere categorie di pazienti.

In altre parole, il medico oggi, per paura di rischiare, segue pedissequamente il protocollo, al fine di precostituirsi un comodo paravento nel caso le cose in cui avessero un esito negativo.

Purtuttavia, nonostante il decreto Balduzzi abbia accentuato questo fenomeno, occorre svolgere una serie di considerazioni.

Che cos'è la Semeiotica Biofisica Quantistica


La Terapia Quantistica secondo il dottor Stagnaro: metodi di diagnosi e cura

Simone Caramel - 04/08/2015 
Il dottor Sergio Stagnaro è il fondatore della Semeiotica Biofisica Quantistica (SBQ), estensione della semeiotica medica classica, una disciplina che studia e interpreta i segni del corpo umano al fine di diagnosticarne eventuali patologie, rivalutando l'antico metodo della Percussione Ascoltata, col semplice uso del fonendoscopioDiagnosi clinica e pre-clinica, monitoraggio terapeutico, prevenzione primaria e pre-primaria sono alcuni dei risultati del metodo SBQ.

Un approccio trans-disciplinare
L'evocazione dei riflessi e l'interpretazione diagnostica dei segni (Semeiotica) è effettuata mediante un approccio transdisciplinare che include lo studio dei comportamenti dinamici non-lineari e delle relazioni tra sistemi biologici del nostro organismo, secondo le leggi della fisica (Biofisica), la matematica dei sistemi con dinamiche complesse (caos deterministico), la teoria dell'informazione, la cibernetica, la chimica, la genetica, la microangiologia clinica, la Teoria dell’Angiobiopatia (stretta relazione tra la struttura-funzione del parenchima e dei relativi microvasi), i fenomeni di non-località ed entanglement quantistico (Quantistica) osservati in parallelo ai locali eventi biologici nello spazio-tempo.
Il metodo SBQ viene usato sia per la diagnosi clinica e pre-clinica che per il conseguente monitoraggio terapeutico, funzione fondamentale per corroborare la bontà di ogni approccio terapeutico, specie quando la patologia non è ancora insorta.

Prevenzione primaria e terapia
In seguito alla visita clinica SBQ al letto del malato, il medico è in grado di diagnosticare la predisposizione del paziente alle più gravi patologie degenerative di natura mitocondriale, per esempio, il cancro solido e liquido, l’osteoporosi, l’arteriosclerosi, il diabete mellito tipo 2, le cardiopatie, le patologie neurodegenerative come l'Alzheimer, il Parkinson, la SLA, ecc.
Il soggetto che si sentisse diagnosticare una predisposizione (Costituzione SBQ) potrebbe però preoccuparsi e porsi una serie di interrogativi sull’approfondimento diagnostico e la prevenzione da adottare, domande le cui risposte si possono ricercare sempre con l’aiuto della SBQ. Infatti, una volta diagnosticato ad esempio un Reale Rischio Congenito di infarto miocardico a un soggetto clinicamente sano occorrerebbe suggerirgli di intraprendere un percorso di prevenzione primaria in modo tale da minimizzare o scongiurare tale pericolo.
I trattamenti di prevenzione terapeutica sperimentati fino al 2011 riuscivano per lo più a ridurre ai minimi termini, restando nell’esempio, il Reale Rischio di infarto miocardico, suggerendo la cosiddetta 'green therapy', che è la combinazione di quelle sostanze e stili di vita atti a migliorare la respirazione mitocondriale, incrementare l'ossigenazione tessutale e proteggere i tessuti, come la dieta mediterranea modificata etimologicamente intesa, l’esercizio fisico, la melatonina, gli istangioprotettori, ecc.
Se il tempo di latenza del riflesso cardio-gastrico aspecifico, parametro correlato all'acidosi tessutale, avesse nella visita iniziale SBQ un valore di poco inferiore a 8 secondi, segno di un Reale Rischio Congenito di cardiopatia ischemica in forte evoluzione, qualsiasi combinazione di trattamenti di istangioprotezione, capaci di migliorare l’attività della catena respiratoria mitocondriale, favorirebbe un incremento del tempo di latenza di questo riflesso fino a un picco massimo di 12 secondi, indice di miglioramento dell'ossigenazione istangica e di maggiore produzione di ATP: il Reale Rischio è reso residuo, ma pur sempre esistente. Mai si osservò fino al 2011 un tempo di latenza superiore ai 12 secondi, o in generale superiore a 1.5 volte il valore basale fisiologico del parenchima osservato.

La blue therapy
Grazie al monitoraggio terapeutico favorito dal metodo SBQ, nel 2011 il dottor Stagnaro scoprì il primo trattamento di tipo 'blue therapy', una classe di terapie preventive in grado di retroagire direttamente e prontamente a livello genetico sui sistemi biologici in modo tale da eliminare completamente le alterazioni genetiche del DNA mitocondriale (possibilità già congetturata teoricamente nel 2004), che sono le cause prime delle Costituzioni SBQ e dei relativi Reali Rischi Congeniti. La ‘blue therapy’ consente un vero e proprio salto quantico – ecco una delle ragioni per cui viene chiamata anche terapia quantistica – dato che con essa il livello dell'ossigenazione tessutale perlomeno raddoppia rispetto a quello basale. Il valore basale del tempo di latenza del riflesso cardio-gastrico aspecifico è di 8 secondi: in seguito a una ‘blue therapy’ esso può raddoppiarsi, triplicarsi od addirittura sestuplicarsi, in rapporto alle varie componenti terapeutiche usate. Solo con una terapia quantistica in grado di operare un salto quantico (multipli interi del valore basale) si può assistere a un lavoro di ristrutturazione e normalizzazione genetica, monitorabile nel tempo con il metodo SBQ, tale da guarire completamente Costituzioni e relativi Reali Rischi Congeniti di patologia.
La prima ‘blue therapy’, scoperta nel 2011, è quella legata alla tecnologia Ak-Tom, in grado di favorire un salto quantico di ordine 2, ossia di raddoppiare ad esempio il tempo di latenza del riflesso cardio-gastrico aspecifico (da 8 a 16 secondi). Nello stesso anno si è aggiunta la terapia mitocondriale dell’acqua termale sulfurea (in particolare quella delle sorgenti di Porretta Terme) che può produrre un salto quantico di ordine 3 (da 8 a 24 secondi), potenzialità analoga alla terapia quantistica con il bicarbonato di sodio associato a poche gocce di succo di limone, ovvero acqua energizzata con le rispettive radiazioni, sfruttandone le mere proprietà fisiche. L’ultima scoperta risale all’estate 2014: usufruendo della tecnologia Ak-Tom card, in grado di immagazzinare le radiazioni di sostanze naturali, omeopatiche o fitoterapiche, si è visto che l’informazione proveniente dal succo di noni (morinda citrifolia) è in grado di generare uno stupefacente salto quantico di ordine 6 (da 8 a 48 secondi). Le ragioni del successo della ‘blue therapy’ vanno ricercate nei legami esistenti tra i principi attivi di ciascun trattamento e le alterazioni del DNA mitocondriale. La diagnosi SBQ è in grado di gettare dei ponti tra la valutazione clinica e le indicazioni provenienti da genetica e biologia molecolare. In particolare, non solo questa terapia quantistica agisce positivamente sulla catena respiratoria mitocondriale stimolandola, ma agisce oltremodo bene sui cluster ferro/zolfo, fatto dimostrato sia dalla valutazione SBQ dei glicocalici che dalla biologia molecolare (si veda ad esempio la relazione cluster ferro/zolfo e telomeri grazie alla proteina RTEL1).

Presente e futuro della SBQ
Sempre più medici (già oltre 50) in tutta Italia e all’estero stanno imparando e praticando con il metodo della Percussione Ascoltata secondo l’insegnamento di Stagnaro, partecipando ai periodici corsi di formazione e aggiornamento promossi dalla SISBQ, l’ente che promuove l’opera dello scienziato ligure e cerca di sensibilizzare gli addetti ai lavori alla sua verifica e sperimentazione su larga scala. La saggezza racchiusa nel sapienziale “curati ancor prima di ammalarti” da semplice auspicio, grazie alle scoperte del pioniere di Riva Trigoso, è già una meravigliosa realtà per chi vuol cogliere o proteggere il bel fiore della salute non solo spirituale ma anche fisica.

Fonti
[1] Sito ufficiale SISBQ e pubblicazioni in esso contenute.http://www.sisbq.org
[2] Stagnaro S, Caramel S. Quantum Therapy: A New Way in Osteoporosis Primary Prevention and Treatment. Journal of Pharmacy and Nutrition Sciences, February 2012.
[3] Stagnaro S, Caramel S. The Role of Mediterranean Diet, CoQ10 and Conjugated-Melatonin in Osteoporosis Primary Prevention and Therapy. Current Nutrition & Food Bentham Science Volume 8, Number 1, February 2012. Pp.55-62.
[4] Stagnaro S, Caramel S. The Inherited Real Risk of Coronary Artery Disease, Nature PG., EJCN, European Journal Clinical Nutrition, Nature PG, 2013 Apr 24. doi: 10.1038/ejcn.2013.37. [Pub-Med indexed for Medline]
[5] Stagnaro S, Caramel S. The Role of Modified Mediterranean Diet and Quantum Therapy in Type 2 Diabetes Mellitus Primary Prevention., Journal of Pharmacy and Nutrition Sciences. 3, 2013.
http://www.lifescienceglobal.com/home/cart?view=product&id=3762013550.
[6] Stagnaro S, Caramel S. The Role of Modified Mediterranean Diet and Quantum Therapy in Oncological Primary Prevention. Bentham PG.,Current Nutrition & Food Science. 9:1, 2013.http://eurekaselect.com/106105/article
[7] Pyatakovich FA, Caramel S, Stagnaro S, Yakunchenko TI, Makkonen KF, Moryleva ON.
Background Millimeter Radiation Influence in Cardiology on patients with metabolic and pre-metabolic syndrome. Journal of Infrared and Millimeter Waves Shangai, China, Vol.1, February 2014.
 [8] Marchionni M, Stagnaro S, Caramel S. The role of ‘Modified Mediterranean Diet’ and quantum therapy in Alzheimer’s disease primary prevention. JNHA, Springer, Vol. 18, 1, 2014. [Pub-Med indexed for Medline]