giovedì 17 dicembre 2015

Superare l’ansia e gli attacchi di panico

Superare l’ansia e gli attacchi di panico
by Enrico Maria Secci
L’ansia è senza dubbio il disturbo psicologico più diffuso. Secondo le statistiche, colpirebbe oltre 8,5 milioni italiani ed è responsabile del consumo crescente di farmaci psicoattivi, non solo nel nostro Paese.

Nel linguaggio comune la parola ansia individua un generico, ma pervasivo, stato di agitazione, di preoccupazione e di paura connotato da sintomi fisici di varia intensità. Tali sintomi irrompono all’improvviso e possono perdurare per ore, o manifestarsi con crisi acute, brevi e ripetute, sempre senza apparente ragione.
Da un punto di vista clinico, l’ansia individua una famiglia di disturbi: l’ansia generalizzata, il disturbo da attacchi di panico, la fobia sociale, l’ipocondria, le fobie specifiche ed è parte di altri quadri diagnostici come il disturbo post-traumatico da stress e la depressione.
Non è difficile capire quanto, per chi la viva, l’ansia possa apparire come un enigma angoscioso e, diventi in molti casi, motivo di vergogna, di ritiro sociale e di abbattimento, tale da compromettere significativamente la libertà di scegliere, la capacità di vivere il presente e la speranza nel futuro, che sono le qualità più sane di un’identità sana e integrata.
I sintomi prevalenti. Vediamo alcuni sintomi tipici della sindrome ansiosa tratti dal DSM, il manuale diagnostico-statistico dei disturbi mentali:
·         Tachicardia, palpitazioni, dolori al centro del torace, cali di pressione, polso irregolare.
·         Senso di costrizione e oppressione al petto, difficoltà respiratorie, sensazione di soffocamento.
·         Cefalea, vertigini, aumento della sudorazione, vampate oppure pallore, riduzione della salivazione.
·         Difficoltà digestive, mancanza di appetito, nausea, vomito, diarrea
·         Ronzii alle orecchie, visione confusa, vampate, dolori localizzati privi di evidenti cause organiche.
·         Aumento della frequenza urinaria, disturbi del ciclo mestruale e del desiderio sessuale.
·         Insonnia con difficoltà ad addormentarsi o sonno interrotto da incubi, riduzione della capacità di memoria e di concentrazione.
·         Ronzii alle orecchie, visione confusa, vampate, dolori localizzati privi di evidenti cause organiche.
·         Indolenzimenti e contratture muscolari, tendenza a serrare i denti sia durante il giorno (digrignamento) sia durante la notte (bruxismo) e voce tremante.
Ma i meccanismi responsabili del mantenimento e del peggioramento dell’ansia nelle sue diverse declinazioni sono di natura psicologica e riguardano la preoccupazione costante o ricorrente, ingiustificata o per motivi futili, il pessimismo, l’irritabilità e l’incapacità di rilassarsi.
Fattori a cui si aggiunge il disorientamento emotivo, dato dalla difficoltà di comprendere che le reazioni somatiche potrebbero rappresentare il riflesso di circostanze, di scelte o di traumi, pregressi e attuali.

L’ansia di avere l’ansia. In molti casi, l’ansia si configura come una reazione fisiologica del sistema corpo-mente-mondo a cui la persona risponde in modo patologico e “patologizzante”.
Per usare una metafora, chi soffre d’ansia si comporta come qualcuno che, suo malgrado o per trascuratezza, venga svegliato nel cuore nella notte dall’allarme per una fuga di gas nel suo appartamento e, nonostante il forte puzzo potenzialmente esplosivo, anziché scappare o attrezzarsi per riparare prontamente alla dispersione venefica, si ostini a interrompere il suono fastidioso e spaventoso della sirena.

Rompere il sistema d’allarme invece che mettersi al riparo. Allo stesso modo, le persone patologicamente ansiose, finiscono per volere a tutti i costi e al più presto possibile, arrestare l’allarme che le assorda, ma, nell’urgenza del sintomo, trascurano di risalire, in fretta e responsabilmente, ai comportamenti, alle relazioni, all’essenza stessa della visione di sé, degli altri e del mondo, alla base di questo naturale meccanismo psichico chiamato “ansia”.
Quindi, una parte significativa della psicoterapia dell’ansia e dei disturbi correlati all’ansia, consiste paradossalmente nell’aiutare il paziente a riconoscere che la “sua ansia di avere l’ansia” costituisce il vero problema, qui ed ora. Si tratta di aiutare la persona, nel minor numero di sedute possibile, a concentrasi sul sintomo e riconoscere “paura del sintomo” come motrice stessa della patologia, in modo da acquisire quel contatto con le proprie emozioni e con la propria esistenza, andati perduti o disgregati a causa di eventi provanti, attuali e non.
Uno degli ostacoli alla psicoterapia dell’ansia, non è il disturbo in se stesso ma la percezione di gravità e d’urgenza presentate dal paziente cronico, che, molto spesso, tende a “collezionare” medici e psicoterapeuti, a sovrapporre consulenze, farmaci e trattamenti, senza rendersi conto che, così facendo, si agisce e  si peggiora il sintomo.
Accade che la persona svaluti i miglioramenti, li dimentichi e li minimizzi nella frenesia di “guarire” indubitabilmente per sempre, magari in una singola consulenza o con un po’ di gocce …
Senza comprendere, se non a un certo punto, che saprà guarire come desidera, solo quando asseconderà l’idea che ha bisogno di fermarsi, di interrompere prima di tutto “l’ansia di avere l’ansia”, di smettere di cercare “soluzioni facili” e continue rassicurazioni, e da qui in poi, seguire con fiducia una terapia. Niente è  più terapeutico nei casi d’ansia, che calarsi nell’ansia stessa, se necessario, con l’aiuto di uno psicoterapeuta e, un po’ alla volta, rompere gli schemi mentali che la alimentano.

Al di là dell’ansia di avere l’ansia, si profilano nodi e questioni legati al sintomo ansioso in se stesso, probabili nuclei del problema e della terapia in tempi brevi:
- infelicità/stallo o cambiamenti traumatici nelle sfera familiare;
- infelicità /stallo o cambiamenti traumatici nelle sfera sentimentale;
- infelicità /stallo o cambiamenti traumatici nell’ambito professionale;
- disturbi nell’area dell’affettività e della sessualità.
La buona notizia è che l’ansia, proprio perché molto diffusa, è uno dei problemi psicologici più studiati e più “facili” da affrontare in psicoterapia.

Grazie a Internet, è agevole trovare un terapeuta nella propria città o zona di residenza a cui rivolgersi con fiducia per risolvere, prima di tutto, “l’ansia di avere l’ansia” e poi contrastare, con consapevolezza, l’ansia vera e propria per cambiare positivamente la propria esistenza e viverla, finalmente, appieno, al di là del sintomo …
Enrico Maria Secci, Blog Therapy

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