mercoledì 5 agosto 2015

La Quinta Legge Biologica di Hamer, spiegata a mia nonna

La Quinta Legge Biologica di Hamer, spiegata a mia nonna…

Questa legge è detta anche legge della “Quintessenza” perché tutto quanto accade attraverso i comportamenti è inscritto nel cervello dalla notte dei tempi, così che questo agisce per via di programmi speciali di sopravvivenza ed anche le malattie rispondano a tali requisiti speciali, divenendo l’ultima possibilità di sopravvivenza.

Vi è in Natura un’interrelazione tra tutti gli elementi e tra tutti gli esseri viventi che possiedono, in varia misura, un cervello in grado di captare le informazioni che provengono dal mondo esterno, così capita che il nostro cane avverta con largo anticipo il nostro rientro a casa, si piazzi davanti all’uscio e attenda festoso il nostro ingresso. La formica è collegata al formicaio intero ed agisce nell’interesse di tutto il gruppo di formiche e anche nel nostro corpo formato da miliardi di cellule ognuna armoniosamente collabora con le altre per il beneficio di tutto l’organismo. Così, mediante la comunicazione permanente sui vari livelli, succede che la più piccola cellula segua il ritmo di tutto il sistema corpo impartito dal cervello. E’ una sorta di tam tam silenzioso (ma soltanto perché non prestiamo attenzione) che informa continuamente su quanto è necessario in un particolare punto del corpo, così che da tale informazione ogni cellula, che sa come comportarsi, agisca per “riaggiustare”. E questo noi lo chiamiamo “malattia”…sulla base della nostra ignoranza.

Hamer dice: “La malattia dovrebbe ora essere definita altrimenti: in effetti se osserviamo in natura un branco di cervi ci accorgiamo che quando il capobranco vive un conflitto di territorio, perché minacciato da un altro maschio, si ulcera le coronarie. Così facendo ne ingrandisce il calibro interno in modo da portare più sangue all’organismo ed avere più forze per scacciare l’avversario.
Questa malattia non è in realtà una malattia ma un’opportunità grazie alla quale egli può vincere la sua battaglia, dopodiché passerà in vagotonia e guarirà, pur col rischio di un infarto durante la crisi epilettoide. A ben guardare la natura gli ha dato due prove da superare: il conflitto di territorio e l’infarto. Sono le dure Leggi della Vita!

La fase di riparazione non è frutto del caso, se il conflitto di territorio del cervo è durato più di quindici giorni il rischio d’infarto sarà considerevole perché, in qualche modo, la natura elimina il cervo dal gioco. E’ crudele ma l’equilibrio ecologico può sopportare solo un certo numero di cervi”[1]
Da quanto sopraddetto si evince che in natura esistono delle regole/leggi che determinano un ritmo vitale che a volte non possiamo o riusciamo a mantenere, e questo c’impone un fermo, uno stop fisico, che può coincidere anche con la morte. Ma non deve essere preso come una privazione o una negazione della Vita nei nostri confronti, anzi la si può considerare una grande opportunità che ci viene rivolta poiché, essendo noi un tutt’uno con l’universo, nel momento che non siamo più utili alla Vita sul piano fisico questa ci sposta su di un’altra dimensione vitale, per proseguire il nostro compito diversamente.

Entriamo ora nel merito di alcune considerazioni utili per chiarire quei meccanismi che ai più appaiono fortuiti e casuali.
Hamer ha dato una diversa lettura delle funzioni del cervello senza mettere in discussione le precedenti scoperte, bensì arricchendole di precisazioni. Il dott. Hamer ha scoperto che ad ogni trauma emotivo vi sono delle scientifiche corrispondenze di lateralità cerebrale che permangono fino all’andropausa negli uomini e alla menopausa nelle donne dopodiché si modificano, ma fino a quel momento esistono precise corrispondenze fisiologiche tra il lato destro del cervello negli uomini e il lato sinistro del cervello per le donne.
Perché il confine è dato dall’andropausa e dalla menopausa? Per via del cambiamento ormonale che avviene in tali periodi e che produce una riduzione di ormoni maschili e un aumento di quelli femminili negli uomini, e viceversa nelle donne una diminuzione di ormoni femminili con conseguente aumento di quelli maschili, così l’uomo diviene un po’ più femminile e la donna, al contrario si fa un po’ più maschio.

Questo vale per i destrimani mentre per i mancini avviene il contrario, cioè la lateralità si inverte, allora l’uomo mostra gli effetti dei traumi nel lato sinistro e la donna nel destro del cervello. Per tanto in un uomo in età riproduttiva succederà che dopo un trauma emotivo si sviluppino delle patologie collegabili al lato destro della corteccia cerebrale, le quali saranno legate a: bronchi, arterie coronarie, stomaco, duodeno, vie biliari, vescica, mentre in una donna mestruata, destrimane, che non assume la pillola (che modifica l’assetto ormonale) qualora sopraggiunga un trauma emotivo si svilupperanno patologie in organi che sono collegati al lato sinistro della corteccia cerebrale, e queste sono: tiroide, laringe, vene coronarie, collo dell’utero, vescica, retto.
Dopo la menopausa e l’andropausa tali patologie, come dicevamo, troveranno diverse collocazioni e questo è l’effetto della strategia della natura che trova un bilanciamento, un equilibrio che le consente di fare tutte le esperienze possibili, anche quelle del sesso opposto.

Quindi le donne potrebbero comprendere quale grande occasione offre loro la Vita con la menopausa e potrebbero smettere di vivere l’auto-svalutazione di sé per non poter più procreare, così sparirebbero anche i problemi legati all’osteoporosi il cui trauma emotivo, ad esempio, è: “Non valgo più niente perchè non posso mettere al mondo figli”, e così il cervello ordina la decalcificazione ossea che altro non è che il lento suicidio, effetto della mancata accettazione di sé in quanto essere vivente.

Questo è quello che è avvenuto al nostro Antonio, di cui abbiamo ampiamente parlato negli articoli precedenti, che dopo aver appreso del licenziamento ha sviluppato un trauma emotivo che lo porterà a pensare: “Mi hanno fatto una porcata”, “Mi è rimasto sullo stomaco” e che svilupperà proliferazione di cellule con conseguente emorragia e che vivrà con rancore tale situazione generando patologie come il mal di fegato, che potrebbe sfociare in un cancro alle vie biliari, in un epitelioma o in un’epatite. Ma quando Antonio risolve il suo conflitto e comprende che quel licenziamento è una grande opportunità che gli permette di vivere con ritmi differenti e con meno stress la vita, dandogli la possibilità di coltivare i suoi hobby e interessi, allora si svilupperà un semplice edema epatico laddove vi erano in formazione dei tumori, con la completa “guarigione” fisica, emotiva e psicologica.

Qualora ci si rende disponibili ad accogliere e accettare ciò che la Vita ci riserba allora tutto diverrà funzionale alla Vita stessa, nulla sarà traumatico e conflittuale e potremo così vivere in armonia e salute.
[1]G. Mambretti e J. Séraphin “La medicina sottosopra” e se Hamer avesse ragione? Edizioni Amrita.

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